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DEMANSIONAMENTO E ARROGANZA PADRONALE DEL GOVERNO RENZI
Pubblicato su 14 Giugno 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in POLITICA
Di: Giorgio Cremaschi
Il quotidiano Il Sole 24 Ore anticipa i contenuti del decreto sul demansionamento, che il governo si prepara a varare. Già questo è un fatto significativo, ma non è una notizia perché è oramai scontato che gli esperti ministeriali di Renzi e Poletti operino sotto la dettatura dei tecnici della Confindustria. Il cui quotidiano ci comunica la gioia delle imprese e dei loro uffici legali per il fatto di poter finalmente fare tutto ciò che era proibito dall'articolo 13 dello Statuto dei Lavoratori; senza dover incorrere in costose e spesso perdenti azioni legali. Un regalo ai profitti d'impresa ai danni dei diritti e del salario dei lavoratori, una sanatoria per tutti gli abusi ai danni della professionalità delle persone, la licenza di mobbizzarre e ricattare , questa l'infamia di un provvedimento che realizza un altro sogno della Confindustria e produrrà incubi per chi deve subire il potere dell'impresa.
Si potrà degradare il lavoratore per ragioni tecniche e organizzative, cioè quando al padrone serve, di una qualifica, ma con deroghe anche di due. Il salario teoricamente dovrebbe rimanere lo stesso, ma senza le indennità. Ad esempio un operaio montatore, che fa i turni o va in trasferta, può essere degradato a facchino nei magazzini e si vedrà ridotta la paga del 30%.
I lavoratori licenziati per ragioni economiche potranno conciliare con l'azienda se accettano di riprendere a lavorare a mansione inferiore. Questo è proprio il corollario che mancava al contratto senza articolo 18. Una misura che farà risparmiare alle imprese sull'indennità di licenziamento, rispondendo chiaramente ad un calcolo preciso degli uffici studi confindustriali. Come si sa gli incentivi di 8.000 euro all'anno che sono alla base delle assunzioni secondo il jobsact finiranno. A quel punto le imprese si troveranno lavoratori licenziabili sì, ma pagando una indennità. Se però quei lavoratori verranno licenziati e poi riassunti con il demansionamento, l'indennità la pagherà il lavoratore con la qualifica più bassa e per l'impresa sarà come se gli incentivi continuassero.
Infine se il padrone può degradare quando vuole, il lavoratore non può rivendicare la promozione. Con l'articolo 13 dello statuto, se si operava per 3 mesi in mansioni superiori, si aveva diritto alla qualifica corrispondente. Con il demansionamento bisognerà aspettare il doppio del tempo, salvo accordi peggiorativi nei contratti .
Insomma dopo il diritto alla tutela contro il licenziamento ingiusto salta anche quello alla qualifica e in ogni azienda le direzioni potranno fare di tutto ai propri sottoposti . E questo è il risultato più importante per i padroni: la licenza di mobbing. Le minacce di licenziamento o degradazione in molti caso saranno sufficienti per imporre di lavorare di più e peggio senza chiedere nulla. Il sadismo di certi capi e capetti avrà piena possibilità di dispiegarsi .
Quando si dice che quello di Renzi e del suo sponsor Marchionne è,,,,,,, per ora, aziendale, non si esagera, si descrive semplicemente quello che si sta giuridicamente realizzando misura dopo misura con il Jobsact.
Tratto da:http://contropiano.org/articoli/item/31270
 

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italiani, popolo,di terra ,di cielo e di mare.......sempre in quel posto ve lo fanno andare.... un saluti a tutti,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
 

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DI MAURIZIO BLONDET
effedieffe.com
«Siamo qui per essere venduti»: così i migranti – quasi tutti subsahariani – che sono parcheggiati nel centro di raccolta di Zaouia, in Libia, un 50 chilometri ad ovest di Tripoli. Due inviati di Le Monde sono riusciti a avvicinarli (non si conoscono i particolari): come risultati dai loro agghiaccianti racconti, diversi sono rimasti vittime di retate delle ‘autorità’ libiche della zona e del momento.


«Le autorità ci accusano di voler partire per l’acqua, ma è falso», dice uno (Le Monde lo mostra in video): «C’è chi viene preso in casa, negli appartamenti, altri sono presi per strada; come me, io sono stato preso per strada».

«I veri traghettatori sono loro», spiega un compagno. «Dicono agli europei che ci hanno catturato in mare ma è falso! Ci stanno vendendo. Sono loro che gestiscono la prigione e organizzano le partenze per andare in Italia. Sono padroni di appartamenti in riva all’acqua, raccolgono la gente nelle ‘connection houses’. La ‘connessione’ sono loro, la fanno tra di loro, è il loro business. Siamo qui per essere venduti, alcuni a quasi mille dinari (libici). Mangiamo pochissimo, Quando arrivate voi giornalisti, fanno finta, è organizzato».

«Mi chiamo Roland», interviene un terzo, «sono nigeriano. Siamo venuti qui per lavorare, io e i miei amici. Guarda, ho addosso ancora i miei abiti da lavoro. La polizia ci ha arrestato per la strada. Noi non siamo venuti per fare la traversata, siamo venuti per lavorare. Io lavo le auto, questo faccio. Non so più che fare. Tutti i miei soldi, il telefono... tutto! Mi hanno preso tutto, sono in piedi senza niente. Non abbiamo alcun contatto... il mio telefono, tutto! Tutto m’hanno preso. Guardami, sono davanti a te».

«Io mi chiamo Samir, sono somalo. Siamo rifugiati e adesso cerchiamo una vita migliore... ma siamo stati arrestati in Libia. Nove mesi in Libia, capisci, e tre mesi in questa prigione. Cerchiamo la libertà, chiediamo aiuto».

«Mi chiamo Fussa. Sono venuto in Libia tre mesi fa, vivo in Libia, io lavoro. Sono venuto con i miei amici. Ieri tornavamo dal lavoro quando ci hanno arrestati. Ci hanno preso tutti i nostri beni, non abbiamo più niente... e l’acqua qui, è acqua salata. Qui siamo perduti, non mangiamo bene, per favore, domandiamo al Governo di Questo paese di venire in nostro aiuto, e di lasciarci rientrare a casa, nel nostro Paese. Chiediamo la libertà. Prego il Governo di questo Paese di aiutarci. Per favore, chiediamo soccorso, per favore…».

«Se ho l’opportunità di lavorare ancora in Libia lo farò», dice un altro, «se ho questa possibilità lavoro: sono muratore, sono un buon lavoratore».

Un altro ancora: «La sola cosa che vogliamo è tornare al nostro Paese –– è tutto quello che si vuole perché ci hanno affaticato qui, non si mangia, non si beve, non si dorme. Ci sono molte persone malate qui. Abbiamo perduto tutto: il denaro, i nostri passaporti....».

«Ci sono persone che sono qui da più di sei mesi, sette mesi... altri quattro mesi... senza contatto coi parenti. Le nostre famiglie non sanno se siamo vivi o morti».

Il pezzo di Le Monde (qui) non dice molto di più, è costruito come un articolo «di colore», di impressioni e sentimenti (sarebbe come, ai tempi di Stalin, entrare in un Lager siberiano e fare del «colore»). Tuttavia, dal poco si ricava questa visione:

I prigionieri sono tutti negri dell’Africa nera, non vengono dal Medio Oriente, non fuggono le guerre e l’IS.

Molti di loro sostengono essere emigrati per lavoro nella Libia di Gheddafi; si dicono vittime di sistematiche retate da parte di poliziotti (o quel che sono) libici, comunque gente di un qualche «Governo» in combutta con i trafficanti, o trafficanti essi stessi, per essere mandati in Italia su barconi o gommoni.

In Libia c’è la caccia all’africano nero, perché il traffico rende. Siccome l’Italia li accoglie tutti (Manconi e Papa Francesco: «Accogliamoli tutti!») l’industria della tratta libica ce ne manda sempre di più. Se ne procura di sempre nuovi con arresti e retate, li caccia nei suoi campi, e li imbarca –– alcuni contro la loro volontà: quanti? Non sappiamo. Altri di sicuro si sono mossi per venire in Italia via mare. Sarebbe interessante sapere se il business li raccoglie nei loro Paesi, li attrae con la promessa: in Italia vi prendono tutti! Dateci tremila dollari.. .poi furto di denaro, dei passaporti, dei cellulari (tanto in Italia ve ne danno uno nuovo), in compenso un costoso satellitare sul barcone per chiamare i soccorritori italioti.

In un certo senso è una storia di razzismo libico che continua.

Cercando in archivio trovo un titolo del 2011: «È caccia all’africano nero in Libia, ma nessuno lo dice». È un comunicato dell’agenzia Habeshia per la comunicazione e lo sviluppo (un gruppo di eritrei), e parlava di un altro genere di caccia in voga allora: tutti i neri, per lo più immigrati lavoratori nella prospera Libia di Gheddafi (i libici si sa non lavorano; avevano – diciamo – il reddito di cittadinanza, potevano pagarsi i negri come servi e schiavi) quando Gheddafi è stato rovesciato sono stati presi di mira come «mercenari al soldo del colonnello, e per questo inseguiti, perseguitati e uccisi. (...)» . Vi si racconta di «una donna eritrea, picchiata e buttata fuori di casa dal proprietario, a Tripoli, zona Medina, perché nera. Voi neri africani, gli ha detto, siete mercenari del regime. E fatti di questo genere stanno accadendo ovunque, soprattutto di notte».

«A Bengasi due eritrei sono stati linciati e uccisi dalla folla mentre cercavano di portare assistenza a due connazionali gravemente feriti. I profughi rimasti in vita hanno chiesto aiuto ad una nave inglese, pregando che mettesse in salvo almeno i due feriti, ma hanno ricevuto un rifiuto secco».

A Tripoli, «le famiglie di origine sub-sahariana non possono uscire nemmeno a fare la spesa perché temono il linciaggio. Sono le vittime preferite degli sciacalli depredatori. Molti sono stati rapinati, altri sequestrati. È una persecuzione». «Centinaia di richiedenti asilo politico che erano tenuti nelle carceri libiche, con l'aggravarsi della crisi sono stati costretti dai loro carcerieri a imbracciare le armi per colpire la piazza. Chi si è rifiutato di farlo, è stato ucciso».

La pulsione del linciaggio razzista, la caccia al negro di allora, sembra adesso perfezionata in industria del rastrellamento e vendita del negro all’Italia, che li accoglie tutti.

«Dal gennaio 2015 la guardia costiera libica non salpa più in mare per pattugliamenti», scrive Deutsche Welle in un servizio di poche settimane fa. In aprile, Deutsche Welle non ha fatto un pezzo di colore, ha persino parlato col capo della guardia costiera libica, Mohamed Baithi: il marpione, pieno di compassione umana, gli ha detto che i migranti presi in mare «non vogliono tornare in Libia –– e non si fa fatica a crederlo. Sono loro che «vogliono andare in Europa. Certe volte quando li prendiamo e portiamo indietro, piangono o cercano di distruggere le nostre imbarcazioni».

Messe insieme, le asserzioni del brav’uomo con il servizio fotografico-impressionistico di Le Monde, si intuisce che è la guardia costiera libica a fare i business, o almeno a prenderci la sua parte. Infatti Baithi spiega a DW (qui) quel che già sappiamo: «I barconi mandano un messaggio di SOS, le navi mercantili o i pescherecci nelle vicinanze sono obbligati in base al diritto internazionale marittimo a soccorrerli. Devono prender tutta questa gente a bordo». E il gioco è fatto.

«Siamo qui per essere venduti», dicono i negri imprigionati, e gli impressionisti di Le Monde non chiedono dettagli: venduti da chi? E soprattutto: a chi? Chi vi vuole comprare? Per quanti soldi?

Allo stesso modo, i valorosi inchiestisti di DW non chiedono a Baithi: come mai la guardia costiera libica «non esce più in mare dal gennaio 2015»? Si capirebbe avesse detto: non usciamo più in mare dal 2011, perché l’apparato statale è collassato. Invece: dal gennaio 2015, ossia dall’inizio di quest’anno. Perché? E da allora che il numero dei migranti gettati sui barconi volenti o nolenti è aumentato in modo esponenziale. Ancor più dei 17 0 mila del 2014, che erano già quattro volte di più di quelli messi in mare nel 2013. Centinaia e centinaia arrivano ormai ogni giorno, immediatamente soccorsi dall’Italia e dalla UE, la cui operazione è stata potenziata.

Ad alimentare quella che anche Le Monde chiama «una cinica industria. Il numero degli annegati in mare è salito alle stelle: alla data del 7 maggio, 1829 affogati, nove volte di più del periodo corrispondente del 2014. Fanno economie, li gettano in galleggianti marci promessi a naufragio certo. Sulle coste libiche, i trafficanti li parcheggiano in stamberghe dopo averli spogliati, le autorità li arrestano per mostrare all’Europa che fanno qualcosa e mascherare le loro connivenze occulte».

La nostra carità senza limiti aumenta il numero degli annegati? È una modesta domanda. Tanto più urgente visto che anche da noi fiorisce il business sull’immigrato salvato-in-mare: con la differenza che a pagare il business criminale italiota siamo noi contribuenti italioti. Carità pelosa?

Da noi domina l’accoglienza totale, la carità senza limiti, e guai a chi storce il naso; che non sia quello il fomite dell’industria del negro con retate dall’altra sponda? Che più ne accogliamo e più loro ce ne trovano?

«Siamo qui per essere venduti»; dicono i poveri negri del campo di Zaouia: venduti a chi, precisamente? I trafficanti della loro carne hanno preso i 3-4 mila dollari a ciascuno di loro, li hanno depredati del cellulare e del soldino in tasca, li hanno già puliti e spolpati come ossi di seppia: da loro non possono certo prendere altro. E allora da chi aspettano altri soldi? A chi li hanno venduti o intendono venderli?

Chi li compra in Italia, in Europa, in Occidente?

Viene qualche dubbio: che ci siano organizzazioni occidentalissime che «comprano» i negri dai libici. I complottisti più fanatici (da cui mi dissocio) dicono che c’è un interesse globalista ad inondarci di immigrati, un progetto per affondarci nella destabilizzazione che l’Occidente ha portato in Libia, Siria, Iraq, Yemen. Perché «una fonte dell’intelligence di Londra» accredita la stima di “migliaia di migranti” in pericolo e rilancia l’allarme su possibili ulteriori partenzeimminenti, indicando in almeno “mezzo milione” le persone radunate sulle coste libiche in attesa di nuovi imbarchi? Come sanno quella cifra? E perché le navi inglesi che raccolgono gli immigrati dai barconi, prodigandosi in modo eccezionale, poi li sbarcano in Italia? Perché non se li prendono e se li portano? Dopotutto, le navi militari sono pezzi di territorio nazionale.

Maurizio Blondet

Fonte: www-effedieffe.com

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Tratto da: InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa
 

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14/06/15

DER SPIEGEL – LA DEMOCRATIZZAZIONE NON PUÒ SALVARE L’EUROPA: LA NECESSITÀ DI UN ACCENTRAMENTO DEL POTERE



E’ impressionante che su una rivista prestigiosa come Der Spiegel possano essere pubblicati articoli di questo genere, la cui lettura fa scorrere freddi brividi lungo la schiena. Si tratta di un articolo di qualche anno fa, in cui si rivendica a chiare lettere la necessità di un governo autoritario delle élites europee perché possano agire liberamente senza troppi vincoli per il bene del “sogno europeo”, con un paternalismo e un disprezzo della democrazia senza infingimenti. Il realismo con cui si afferma che una “democratizzazione” delle istituzioni europee non servirebbe a nulla può senz’altro essere condiviso, come ben spiegato qui, ma questa consapevolezza non può che portarci a voler smantellare questa mostruosità “sovranazionale” per ritornare ad una dimensione in cui la democrazia possa essere esercitata con un maggiore controllo. ...........Continua
 

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4 h · https://www.facebook.com/LaNostraIgnoranzaELaLoroForza?fref=photo#
http://www.liberoquotidiano.it/…/Banche-in-sofferenza--si-a…
CI SIAMO: LA DITTATURA GETTA LA MASCHERA, PER CHI ANCORA NON FOSSE STATO IN GRADO DI GUARDARLA NEGLI OCCHI.
E' DIVENTATA LEGGE: ai correntisti che hanno più di 100 MILA euro, si potrà prelevare delle somme per riequilibrare le perdite delle banche.
... SECONDO LIBERO GLI UNICI A VOTARE CONTRO SONO STATI LEGA E MOVIMENTO 5 STELLE.

Altro...




Banche in sofferenza, sì al prelievo dal nostro conto corrente: è arrivato l'ok del Parlamento
 

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GOZI (PD): CESSIONI DI SOVRANITA’ SOLIDALI




Riportiamo una sintesi della Lectio Magistralis sul tema “L’Unione Europea tra criticità e prospettive evolutive” che l’On. Sandro Gozi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, ha tenuto lunedì 15 giugno corrente presso la Link Campus University di Roma.
C’è un profondo bisogno di modificare alcuni atteggiamenti in Europa. Per l’immigrazione non è una colpa dell’Europa, ma del non-Europa, la nostra battaglia è costruire una diversa impostazione per l’immigrazione e per l’asilo. Le grandi questioni di fondo si giocano sulla scena europea, però è evidente che sono negoziate e decise a Bruxelles in base all’economia.
Ormai la Commissione Europea non è distante dai cittadini, non è affatto vero che non si discute di cose reali, ci si confronta con al centro i problemi della società, in quale modo tutelare i diritti dei cittadini ed è considerato controproducente affrontare i problemi a livello nazionale perché ormai sono da considerarsi transnazionali. Non è possibile ritornare ai confini nazionali come nell’800, ed è impensabile gestire queste problematiche affrontandole solo con sistemi nazionali. Il problema è che la politica è l’unica cosa che non ha ancora superato le frontiere e il mercato unico va completato in questa direzione per non isolarsi.
Il governo ha impostato sin dall’inizio del suo mandato queste tematiche e in Juncker ha trovato un suo forte alleato. Ma occorre molto di più, un negoziato politico a più alto livello e non solamente tecnico, perché sono cambiate le esigenze di coesione fra i paesi europei: dall’agricoltura a come suddividerci i flussi dei migranti. I filo rosso che regola tutte queste problematiche è comunque la questione demografica e servono strumenti comuni di governo europeo. Se vogliamo trovare le migliori soluzioni sui temi condivisibili occorre tenere presente che però sono gran parte legati alla demografia. Oltre 50 milioni di persone si muovono attualmente in tutto il mondo e molti guardano l’Europa perché è la parte fra le più sviluppate del pianeta.
Il problema è quello di continuare con le sostenibilità dei sistemi di welfare, di pensioni e del costo del lavoro in funzione del problema demografico. Non ritornare pertanto alle strutture nazionali per risolvere questi problemi anche se si sono persi i vantaggi offerti nel passato.
Il governo dell’euro bisogna renderlo più verso un modello sostenibile tenendo pertanto conto del fenomeno demografico e della dimensione sociale che ora la governance europea non ha. Uno schema europeo complementare a quelli nazionali di assistenza alla disoccupazione rispetto agli squilibri, con una dimensione per l’appunto europea, anche se ancora vi sono divergenze sulla questione a livello europeo.
I c.d. populismi europei sono legati verso queste tematiche: vista l’esperienza delle precedenti crisi, non si può governare l’euro in modo unicamente finanziario con continui vertici, anche notturni, pensando di risolvere i problemi. Non si possono cambiare le cose facendo le stesse cose! L’euro deve portare ad una integrazione politica, ma questo può avvenire solo se la politica prende questa decisione, perché l’euro in modo autonomo non può portare a nessuna integrazione politica.
Occorreva ragionare su una dimensione d’integrazione più politica ai tempi della creazione dell’euro e perciò dobbiamo rilanciare l’integrazione europea e non affidare solo agli sherpa il ruolo per un nuovo dibattito sull’euro. Il dibattito invece va incanalato nelle istituzioni preposte, come ad esempio l’ECOFIN.
Se il problema greco non dovesse avere esito positivo, bisogna darsi nuove regole di governance e sul come approfondire e allargare l’unione monetaria. Più nel dettaglio e meno burocratica e in questo ci ritroviamo di più nell’agenda Juncker rispetto a quella precedente di Barroso. Dopo il vertice di giugno vediamo tutto quello che si può fare per l’euro, perché il piano Juncker è solo l’inizio del programma per gli investimenti, cosa invece preclusa da Barroso. Serve molto di più e vogliamo dotarci di una nuova politica economica per gli investimenti e costruire strumenti nuovi di finanziamento, perché siamo rimasti indietro avendoli fino ad ora affidati solo al sistema bancario.
Vogliamo uscire dalla logica dell’emergenza che ha permesso di spegnere l’incendio della crisi, ma che rischia di spegnere l’Europa se non si passa dall’Europa delle regole a quella della politica: l’applicazione delle regole troppo rigide non compensa le differenze fra economie diverse. L’originario Patto di Stabilità e Crescita è stato applicato solo per la clausola della stabilità e non per la crescita e per gli investimenti. Oggi c’è un terreno sociale più favorevole rispetto al passato proprio per questi cambiamenti e non più l’approccio che la regola vale per tutti in modo rigido.
Proprio perché vogliamo l’euro come moneta irreversibile abbiamo ora estintori efficaci, come i Fondi Salva Stati e il QE, per gestire le crisi e non è più come le precedenti quando ad esempio era l’Italia a rischiare.
Ritornando sul negoziato sull’asilo, il problema è che fra paesi europei non si ci si fida. Non si fidano dell’Italia e bisogna ricostruire la fiducia persa in passato e il governo Renzi cerca di ricucirla. Anche tutto il negoziato con la Grecia è stato impostato esclusivamente fra rapporti tra creditori e debitori: hanno fatto credere ai cittadini del nord che hanno pagato per tutti, compresa anche per l’Italia, quando noi non abbiamo mai ricevuto neanche un soldo per nessun aiuto. Tutta la questione greca verte quindi se si riesce a riprendere indietro quanto dato e questo fa sì che non ci si fida.
Per la prima volta la Commissione Europea ha fatto proprie tutte le proposte sul tema dell’Italia sull’immigrazione e sull’asilo per voltare pagina, perché sotto il profilo umano non occuparsene significa violare la nostra costituzione e i trattati internazionali. Molti governi italiani hanno chiesto schemi di emergenza all’Europa (ultimo 2011), ed ora è la prima volta che la Commissione recepisce le istanze italiane.
Proposte elaborate prima e dopo il semestre di Presidenza italiano in contrapposizione alla convinzione che non abbiamo fatto nulla: il 97% dell’agenda europea sull’integrazione è influenzata dal lavoro italiano. Dublino è superato e non lo dice Gozi o Alfano ma la Commissione Juncker, salvo l’art.17 di Dublino che prevede il ricongiungimento familiare. Se l’Europa continua ad essere assente su questi temi e siccome sono da noi considerate fra le 4/5 priorità nelle nostre azioni, se non verranno rese esecutive allora prenderemo iniziative autonome.
Ma oggi l’Europa è lungimirante e guarda lontano, ad iniziare dalla governance e all’integrazione economica.

Al termine della Lectio Magistralis dell’On.le Sandro Gozi, alcuni studenti hanno avuto l’opportunità di rivolgergli direttamente delle domande:
Studente Luigi: Perché non si sospendono politiche di austerità e non si aiutano in loco i migranti?
Gozi: Fanno assolutamente parte delle nuove proposte della Commissione Europea. L’Italia ha tagliato le risorse perché c’eravamo impegnati nel destinare lo 0,7% del PIL alla cooperazione e sviluppo per aiutarli in loco.
Studente Federico: C’è la possibilità di rinegoziazione del debito Grecia e c’è rischio in Europa di barbarie?
Gozi: La barbaria già è fra noi perché in Turchia già ci sono più di 2 milioni di siriani e qui da noi ancora si discute di flussi limitati di migranti.
Studente Francesco: Spaventa cessione di sovranità che può apparire penalizzante per noi.
Gozi: Non si tratta di gioco a somma zero per quanto riguarda cessione. Utilizzare in modo solidale le nostre sovranità e non di rinunciare a tutto e dare tutto in mano alla tecnocrazia europea. Quindi cessione congiunta di sovranità, il problema è che l’Europa non ha funzionato perché non c’è ancora stata in quanto gli Stati vogliono ancora risolvere tutto da soli. Bisogna agire con sovranità comune. L’Europa è basata sulla solidarietà e sulla competizione.
Studente Guelfo: Facendo riferimento alle sue battute sul populismo, non pensa che queste hanno facile presa perché sono alimentate anche dagli ultimi atteggiamenti della Francia.
Gozi: Quando vogliono scimmiottare certi populismi della Le Pen per l’Italia io dico no. Stiamo attenti ad importare quello che va bene per la Francia ma non per l’Italia.

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http://scenarieconomici.it/gozi-pd-cessioni-di-sovranita-solidali/#


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IMMIGRAZIONE E CESSIONE DI SOVRANITA': COM'E' CHE FUNZIONANO LE RIFORME DEL LAVORO SECONDO LA COMMISSIONE UE?



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1. Allora: l'immigrazione di popoli di tutto il mondo converge in Italia - e proprio in Italia, chissà perchè- ed appare riversare - e chissà perchè- proprio ora e in simultanea, gli effetti delle sue guerre locali, carestie e crisi etniche di cui sappiamo che esistono, con raggelante frequenza, ma non sappiamo, anzi non "sanno", perchè si verifichino (...???). Ora, proprio ora, in forma di milioni di persone che, da tutte le aree conflittuali del mondo si riversano - chissà perchè- in Libia e devono arrivare in Italia.
Sono stato reiterativo?
Sì, perchè il mistero è davanti agli occhi di tutti eppure non se ne parla nemmeno: deve rimanere inesplicabile e sullo sfondo. In Italia.
L'incongruenza è talmente grande e la spiegazione unica sarebbe che c'è la globalizzazione e dobbiamo pensare, noi in Italia, proprio noi, in termini "globali". Insomma, una spiegazione che non spiega un bel nulla, dato che, se non altro, le crisi africane o asiatiche sono emergenze che vanno avanti da anni; compresa quella siriana di cui sappiamo tante cose tranne quelle che sono sotto gli occhi di tutti, già rivelate e di cui non si parla più.


2. Misteri intrecciati, di incongruenza nell'ignorare un'evidente stranezza dell'assalto alle coste italiane, e di una informazione che procede per resecazione degli antefatti e dei meccanismi causali del caos, stranezze che però portano a sostenere una strana cosa: bisogna cedere la sovranità.
Anche se questo, a quanto pare evidente, dovrebbe riguardare solo l'Italia, che si trova ora con navi militari di altri paesi che riversano dentro i nostri confini questa ondata inarrestabile di migrazione, cosa che fa dubitare della permanenza della stessa sovranità territoriale - e scusate se è poco- , già offuscata dal fatto che le nostre navi militari vanno a prendere i migranti fuori dalle nostre acque territoriali per portarceli...dentro.
Poi si vede che gli altri Stati UE non sono d'accordo nel gestire pro-quota questo flusso che si riversa in Italia, da tutto il mondo, attraverso la Libia (o le navi sono egiziane?), di coloro che fuggono dalle crisi, proprio ora e chissà perchè.


3. Gli altri Stati non sono d'accordo, ma noi non cambiamo la nostra politica di prelievo fuori dalle acque territoriali e di apertura dei confini a ondate umane in quantità tali che non si sa nemmeno a quali condizioni (organizzative, di spesa pubblica relativa, di tempi e di permanenza anche solo strettamente funzionale all'identificazione e all'istruttoria) sarebbe realistico riuscire ad accertare lo status legittimo di "rifugiato", secondo le convenzioni internazionali; e sempre e solo in Italia e, chissà perchè, in Italia e proprio ora.


A tutto questo si aggiunge: c'è la crisi della Grecia che si incancrenisce e minaccia sconquassi (o forse no: dipende dai punti di vista mutevoli...)? C'è la crisi economica e occupazionale, interminabile e irrisolvibile, dell'area euro, anche senza chiamare in causa la Grecia? La risposta è sempre quella: cedere la sovranità. Italiana.
Riforme, Draghi: “Per Paesi Eurozona è momento di cedere sovranità all’Europa



Il tabù è la cessione di sovranità

Draghi: "E' ora di cedere sovranità sulla riforme. L'Italia allontana gli investimenti". E Renzi lo applaude

Per l'unione bancaria, incompleta e forse inutilmente dannosa (in una crisi economica continentale da domanda che la rende, tale unione, un sistema di assicurazione del settore creditizio garantito dai...depositanti!)? Ci vuole la cessione di sovranità.

4. Per l'immigrazione? Cessione di sovranità.

Per fare cosa poi (secondo la viva coce del'€uropeismo, eroico e indomabile)?

"Superare il Regolamento Dublino III, senza dubbio il tassello del sistema comune di asilo più criticato sia per la scarsa efficienza che per le conseguenze negative sulla vita dei richiedenti, documentate da numerose inchieste giornalistiche, mettendo in comune non solo la guardia dei confini ma anche l’accoglienza degli immigranti e il loro ricollocamento. Per il reinsediamento di quelli ancora fuori dall’Unione sarebbe bello costruire un sistema calibrato secondo la capacità di assorbimento del mercato del lavoro di ogni Stato Membro, fissando anche qui delle quote. Questi provvedimenti segnerebbero un ulteriore grande passo nel processo d’integrazione europea. Tutto ciò avrebbe un prezzo: la cessione di sovranità non solo per quanto riguarda l’asilo ma anche per l’acquisizione della cittadinanza. Ovviamente dovrebbero essere d’accordo tutti i 28, certamente il passaggio più difficile."

5. Ora la cessione di sovranità è invocata anche per le riforme strutturali (un vero pallino di Draghi): quindi siccome queste riguardano essenzialmente il mercato del lavoro, è in questo, debitamente e strutturalmente riformato, che dovrebbero collocarsi ovviamente i migranti e proprio sulla base dei bisogni del mercato del lavoro! Ma oops!, cedendo la sovranità (o anche: nonostante la cessione di sovranità), il criterio dovrebbe essere, secondo gli stessi accesi eurofili, proprio quello dell'accoglimento in base NON ai bisogni di chi deve essere soccorso ma a quelli economico-sociali dei paesi riceventi. Da intendere: previa ricognizione della struttura del mercato del lavoro e, quindi, della stessa offerta (struttura industriale) del paese considerato, che verrebbe così ciclicamente sospinta all'accentuazione della sua attuale deriva...deindustrializzante, creata dall'euro e dal modello export-led che distrugge il mercato interno.

6. Ma se questo è il criterio a cui si dovrebbe accedere superando la sovranità, perchè i singoli Stati non dovrebbero già ora essere in grado di valutare da soli tali bisogni del mercato del lavoro? Non vi pare molto strana questa contraddizione?

Ciò che oggi è già chiaro ai governi dei vari Stati UE, che infatti sono (senza alcuna sorpresa, da parte loro, viste le politiche deflattive deliberatamente perseguite per decenni) perfettamente in grado di dire che i migranti non sono assorbibili dal rispettivo mercato del lavoro, ben stressato dall'alta disoccupazione strutturale, diverrebbe forse più chiaro e sostanzialmente diverso se affidato al giudizio della Commissione europea?

E che farebbe questa se scoprisse quello che l'Eurostat sa già, cioè che la disoccupazione è stranamente molto più alta di quella strutturale attesa, visto che stanno miseramente fallendo tutte le teorie neo-classiche sulla austerità espansiva e, dunque, sempre e comunque questa immigrazione non sarebbe assorbibile dal complessivo mercato del lavoro €uropeo?

Un mercato del lavoro che già in sè, visto come funziona la moneta unica, induce alla immigrazione di portoghesi, greci, spagnoli, e magari polacchi, rumeni, italiani, verso i paesi UEM in surplus, i quali invece, come fa la Germania, esigono di poter selezionare i profili professionali e i contigenti di forza lavoro estera secondo i propri bisogni effettivi e il loro, proprio loro, modello di sviluppo?

7. Insomma che farebbe la Commissione europea, preso atto che questa è la situazione, determinata dalle riforme strutturali invocate da Draghi in termini di ulteriore accelerazione?

Imporrebbe ai tedeschi e ai francesi di fare quello che ora non vogliono chiaramente fare (come dimostra l'attuale chiusura delle frontiere)? O piuttosto dovrebbe constatare che in Spagna, o in Italia, o in Portogallo, aggiungere migranti ai disoccupati non farebbe altro che incancrenire il problema della disoccupazione che la Commissione stessa non sa, anzi non vuole, risolvere, accanendosi sui parametri del fiscal compact, commisurati (soltanto) a salvare l'euro?

E preso atto di questo non dovrebbe, la Commissione, neo-titolare di tutta questa (pseudo)sovranità, prendere le navi militari (di quali paesi e ponendo la spesa a carico di chi?) e difendere i confini "comuni" per preservare la situazione socio-economica dell'intera Unione?

8. Davanti a una così grande e inspiegabile incongruenza - rilevabile dalle stesse dichiarazioni salvifiche di chi invoca "più €uropa" e l'accentramento della sovranità-, la Commissione, o l'istituzione da essa dipendente che dovrebbe provvedere a questa operazione centralizzata, potrebbe benissimo già ora dire, in termini geografici e quantitativi, cosa le parrebbe corretto e opportuno fare.

Almeno chiarirebbe, subito e senza equivoci, in un bel "piano" da proporre ai tutti gli Stati membri: a) cosa significhi la solidarietà esterna - verso il resto del mondo "globalizzato"- dell'Unione europea, nobel per la pace; b) quale sia la solidarietà interna (alla UE) conforme ai trattati e su quali basi e precedenti volontà negoziali dei paesi aderenti (e decidenti la cessione di sovranità...) dovrebbe instaurarsi nelle varie aree europee.

Sì perchè, anche se invoca l'accentramento di sovranità, l'UE non ci dice come e con quali fonti di finanziamento intenderebbe nutrire, dare un'abitazione, i servizi pubblici essenziali, persino un'attività lavorativa (naturalmente competitiva), sia ai migranti che ai disoccupati cittadini europei. Cioè dovrebbe risolvere quei problemi che questi brutti Stati, così gelosi della deprecabile sovranità (tutti tranne l'Italia di lotta e di governo...), si trovano ORA, comunque a DOVER risolvere.

E dire che la Commissione dispone di tutti i dati per farlo: cioè per dirci cosa farebbe e mostrarci gli enormi vantaggi della cessione di sovranità. Subito, ora. Ma non lo fa. Chissà perchè...



Pubblicato da Quarantotto a 19:56 8 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest









venerdì 12 giugno 2015

IL DETTAGLIO FASTIDIOSO (della Costituzione) E LA SINDROME DI MUNCHAUSEN (per procura).



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"La Sindrome di Munchausen per procura implica la deliberata falsificazione di segni e sintomi fisici e/o psicologici in un bambino da parte dei genitori per un loro bisogno psicologico. Esistono due forme:
- La simulazione, in cui chi determina il danno agisce inventando verbalmente la malattia della vittima.
- La produzione, in cui il danno viene indotto attivamente e i metodi maggiormente usati sono l'avvelenamento (droghe, farmaci anticonvulsivanti, tranquillanti, insulina) o il soffocamento."


Oggi mi risparmio un post che riassuma (notare la contraddizione intrinseca...) il punto sollevato più volte in questa sede: il testo (cioè la volunptas legis) dei trattati - a partire da Maastricht e a seguire - NON è incoerente nè col patto di stabilità del 1997 nè, ovviamente, col fiscal compact.
E per capire perchè basterebbe conoscere l'indirizzo politico-economico ed il (bis)linguaggio sorto a partire dal rapporto Werner del 1971.
A quel tempo se ne accorsero pure Maiocchi e Carli. A quel tempo...
Poi, si è cominciato a pensare e a reinterpretare la storia dei fatti economici in un altro modo...Senza peraltro che i "fatti" possano essere nascosti.
Il tutto, poi, per chi lo volesse veramente capire, si risolve in un proditorio attacco alla nostra Costituzione.
Anche se adesso ciò risulta quasi un dettaglio fastidioso.

Ma non dirò tutto questo: ci ha già pensato molto bene il professor Bagnai con questo post.


Pubblicato da Quarantotto a 12:30 2 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 

mototopo

Forumer storico
IMMIGRAZIONE E CESSIONE DI SOVRANITA': COM'E' CHE FUNZIONANO LE RIFORME DEL LAVORO SECONDO LA COMMISSIONE UE?



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1. Allora: l'immigrazione di popoli di tutto il mondo converge in Italia - e proprio in Italia, chissà perchè- ed appare riversare - e chissà perchè- proprio ora e in simultanea, gli effetti delle sue guerre locali, carestie e crisi etniche di cui sappiamo che esistono, con raggelante frequenza, ma non sappiamo, anzi non "sanno", perchè si verifichino (...???). Ora, proprio ora, in forma di milioni di persone che, da tutte le aree conflittuali del mondo si riversano - chissà perchè- in Libia e devono arrivare in Italia.
Sono stato reiterativo?
Sì, perchè il mistero è davanti agli occhi di tutti eppure non se ne parla nemmeno: deve rimanere inesplicabile e sullo sfondo. In Italia.
L'incongruenza è talmente grande e la spiegazione unica sarebbe che c'è la globalizzazione e dobbiamo pensare, noi in Italia, proprio noi, in termini "globali". Insomma, una spiegazione che non spiega un bel nulla, dato che, se non altro, le crisi africane o asiatiche sono emergenze che vanno avanti da anni; compresa quella siriana di cui sappiamo tante cose tranne quelle che sono sotto gli occhi di tutti, già rivelate e di cui non si parla più.


2. Misteri intrecciati, di incongruenza nell'ignorare un'evidente stranezza dell'assalto alle coste italiane, e di una informazione che procede per resecazione degli antefatti e dei meccanismi causali del caos, stranezze che però portano a sostenere una strana cosa: bisogna cedere la sovranità.
Anche se questo, a quanto pare evidente, dovrebbe riguardare solo l'Italia, che si trova ora con navi militari di altri paesi che riversano dentro i nostri confini questa ondata inarrestabile di migrazione, cosa che fa dubitare della permanenza della stessa sovranità territoriale - e scusate se è poco- , già offuscata dal fatto che le nostre navi militari vanno a prendere i migranti fuori dalle nostre acque territoriali per portarceli...dentro.
Poi si vede che gli altri Stati UE non sono d'accordo nel gestire pro-quota questo flusso che si riversa in Italia, da tutto il mondo, attraverso la Libia (o le navi sono egiziane?), di coloro che fuggono dalle crisi, proprio ora e chissà perchè.


3. Gli altri Stati non sono d'accordo, ma noi non cambiamo la nostra politica di prelievo fuori dalle acque territoriali e di apertura dei confini a ondate umane in quantità tali che non si sa nemmeno a quali condizioni (organizzative, di spesa pubblica relativa, di tempi e di permanenza anche solo strettamente funzionale all'identificazione e all'istruttoria) sarebbe realistico riuscire ad accertare lo status legittimo di "rifugiato", secondo le convenzioni internazionali; e sempre e solo in Italia e, chissà perchè, in Italia e proprio ora.


A tutto questo si aggiunge: c'è la crisi della Grecia che si incancrenisce e minaccia sconquassi (o forse no: dipende dai punti di vista mutevoli...)? C'è la crisi economica e occupazionale, interminabile e irrisolvibile, dell'area euro, anche senza chiamare in causa la Grecia? La risposta è sempre quella: cedere la sovranità. Italiana.
Riforme, Draghi: “Per Paesi Eurozona è momento di cedere sovranità all’Europa



Il tabù è la cessione di sovranità

Draghi: "E' ora di cedere sovranità sulla riforme. L'Italia allontana gli investimenti". E Renzi lo applaude

Per l'unione bancaria, incompleta e forse inutilmente dannosa (in una crisi economica continentale da domanda che la rende, tale unione, un sistema di assicurazione del settore creditizio garantito dai...depositanti!)? Ci vuole la cessione di sovranità.

4. Per l'immigrazione? Cessione di sovranità.

Per fare cosa poi (secondo la viva coce del'€uropeismo, eroico e indomabile)?

"Superare il Regolamento Dublino III, senza dubbio il tassello del sistema comune di asilo più criticato sia per la scarsa efficienza che per le conseguenze negative sulla vita dei richiedenti, documentate da numerose inchieste giornalistiche, mettendo in comune non solo la guardia dei confini ma anche l’accoglienza degli immigranti e il loro ricollocamento. Per il reinsediamento di quelli ancora fuori dall’Unione sarebbe bello costruire un sistema calibrato secondo la capacità di assorbimento del mercato del lavoro di ogni Stato Membro, fissando anche qui delle quote. Questi provvedimenti segnerebbero un ulteriore grande passo nel processo d’integrazione europea. Tutto ciò avrebbe un prezzo: la cessione di sovranità non solo per quanto riguarda l’asilo ma anche per l’acquisizione della cittadinanza. Ovviamente dovrebbero essere d’accordo tutti i 28, certamente il passaggio più difficile."

5. Ora la cessione di sovranità è invocata anche per le riforme strutturali (un vero pallino di Draghi): quindi siccome queste riguardano essenzialmente il mercato del lavoro, è in questo, debitamente e strutturalmente riformato, che dovrebbero collocarsi ovviamente i migranti e proprio sulla base dei bisogni del mercato del lavoro! Ma oops!, cedendo la sovranità (o anche: nonostante la cessione di sovranità), il criterio dovrebbe essere, secondo gli stessi accesi eurofili, proprio quello dell'accoglimento in base NON ai bisogni di chi deve essere soccorso ma a quelli economico-sociali dei paesi riceventi. Da intendere: previa ricognizione della struttura del mercato del lavoro e, quindi, della stessa offerta (struttura industriale) del paese considerato, che verrebbe così ciclicamente sospinta all'accentuazione della sua attuale deriva...deindustrializzante, creata dall'euro e dal modello export-led che distrugge il mercato interno.

6. Ma se questo è il criterio a cui si dovrebbe accedere superando la sovranità, perchè i singoli Stati non dovrebbero già ora essere in grado di valutare da soli tali bisogni del mercato del lavoro? Non vi pare molto strana questa contraddizione?

Ciò che oggi è già chiaro ai governi dei vari Stati UE, che infatti sono (senza alcuna sorpresa, da parte loro, viste le politiche deflattive deliberatamente perseguite per decenni) perfettamente in grado di dire che i migranti non sono assorbibili dal rispettivo mercato del lavoro, ben stressato dall'alta disoccupazione strutturale, diverrebbe forse più chiaro e sostanzialmente diverso se affidato al giudizio della Commissione europea?

E che farebbe questa se scoprisse quello che l'Eurostat sa già, cioè che la disoccupazione è stranamente molto più alta di quella strutturale attesa, visto che stanno miseramente fallendo tutte le teorie neo-classiche sulla austerità espansiva e, dunque, sempre e comunque questa immigrazione non sarebbe assorbibile dal complessivo mercato del lavoro €uropeo?

Un mercato del lavoro che già in sè, visto come funziona la moneta unica, induce alla immigrazione di portoghesi, greci, spagnoli, e magari polacchi, rumeni, italiani, verso i paesi UEM in surplus, i quali invece, come fa la Germania, esigono di poter selezionare i profili professionali e i contigenti di forza lavoro estera secondo i propri bisogni effettivi e il loro, proprio loro, modello di sviluppo?

7. Insomma che farebbe la Commissione europea, preso atto che questa è la situazione, determinata dalle riforme strutturali invocate da Draghi in termini di ulteriore accelerazione?

Imporrebbe ai tedeschi e ai francesi di fare quello che ora non vogliono chiaramente fare (come dimostra l'attuale chiusura delle frontiere)? O piuttosto dovrebbe constatare che in Spagna, o in Italia, o in Portogallo, aggiungere migranti ai disoccupati non farebbe altro che incancrenire il problema della disoccupazione che la Commissione stessa non sa, anzi non vuole, risolvere, accanendosi sui parametri del fiscal compact, commisurati (soltanto) a salvare l'euro?

E preso atto di questo non dovrebbe, la Commissione, neo-titolare di tutta questa (pseudo)sovranità, prendere le navi militari (di quali paesi e ponendo la spesa a carico di chi?) e difendere i confini "comuni" per preservare la situazione socio-economica dell'intera Unione?

8. Davanti a una così grande e inspiegabile incongruenza - rilevabile dalle stesse dichiarazioni salvifiche di chi invoca "più €uropa" e l'accentramento della sovranità-, la Commissione, o l'istituzione da essa dipendente che dovrebbe provvedere a questa operazione centralizzata, potrebbe benissimo già ora dire, in termini geografici e quantitativi, cosa le parrebbe corretto e opportuno fare.

Almeno chiarirebbe, subito e senza equivoci, in un bel "piano" da proporre ai tutti gli Stati membri: a) cosa significhi la solidarietà esterna - verso il resto del mondo "globalizzato"- dell'Unione europea, nobel per la pace; b) quale sia la solidarietà interna (alla UE) conforme ai trattati e su quali basi e precedenti volontà negoziali dei paesi aderenti (e decidenti la cessione di sovranità...) dovrebbe instaurarsi nelle varie aree europee.

Sì perchè, anche se invoca l'accentramento di sovranità, l'UE non ci dice come e con quali fonti di finanziamento intenderebbe nutrire, dare un'abitazione, i servizi pubblici essenziali, persino un'attività lavorativa (naturalmente competitiva), sia ai migranti che ai disoccupati cittadini europei. Cioè dovrebbe risolvere quei problemi che questi brutti Stati, così gelosi della deprecabile sovranità (tutti tranne l'Italia di lotta e di governo...), si trovano ORA, comunque a DOVER risolvere.

E dire che la Commissione dispone di tutti i dati per farlo: cioè per dirci cosa farebbe e mostrarci gli enormi vantaggi della cessione di sovranità. Subito, ora. Ma non lo fa. Chissà perchè...



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venerdì 12 giugno 2015

IL DETTAGLIO FASTIDIOSO (della Costituzione) E LA SINDROME DI MUNCHAUSEN (per procura).



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"La Sindrome di Munchausen per procura implica la deliberata falsificazione di segni e sintomi fisici e/o psicologici in un bambino da parte dei genitori per un loro bisogno psicologico. Esistono due forme:
- La simulazione, in cui chi determina il danno agisce inventando verbalmente la malattia della vittima.
- La produzione, in cui il danno viene indotto attivamente e i metodi maggiormente usati sono l'avvelenamento (droghe, farmaci anticonvulsivanti, tranquillanti, insulina) o il soffocamento."


Oggi mi risparmio un post che riassuma (notare la contraddizione intrinseca...) il punto sollevato più volte in questa sede: il testo (cioè la volunptas legis) dei trattati - a partire da Maastricht e a seguire - NON è incoerente nè col patto di stabilità del 1997 nè, ovviamente, col fiscal compact.
E per capire perchè basterebbe conoscere l'indirizzo politico-economico ed il (bis)linguaggio sorto a partire dal rapporto Werner del 1971.
A quel tempo se ne accorsero pure Maiocchi e Carli. A quel tempo...
Poi, si è cominciato a pensare e a reinterpretare la storia dei fatti economici in un altro modo...Senza peraltro che i "fatti" possano essere nascosti.
Il tutto, poi, per chi lo volesse veramente capire, si risolve in un proditorio attacco alla nostra Costituzione.
Anche se adesso ciò risulta quasi un dettaglio fastidioso.

Ma non dirò tutto questo: ci ha già pensato molto bene il professor Bagnai con questo post.


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