Ambiguità un valore in arte (1 Viewer)

Cris70

... a prescindere
e comunque ricordatevi che ... la supercazzola ha sempre sempre lo scappamento a destra.
:squalo:

Ragazzi siamo in estate, per tanti periodo di cruciverba, gossip, Novella2000, ecc...
 

HollyFabius

Nuovo forumer
Allora ti chiedo, se lo vuoi fare, uno sforzo. Piccolo. Poi continuiamo la discussione, anche con chi vorrà intervenire.
<cut>
E' questo il punto.
Se devo discutere di ambiguità, so che il termine implica una doppia (ambi) interpretazione possibile. Che può essere nelle intenzioni dell'autore ovvero nella lettura dello spettatore. O anche in ambedue.
Poi abbiamo chiarito che in arte l'interpretazione possibile è il più delle volte multipla, non bivalente. Per esempio, i tagli di Fontana somiglieranno anche alla patata, però magari possono far pensare a molte altre cose, per analogia formale, ma anche funzionale. Per esempio, uno ci può spiare attraverso, oppure si pensa a una tenda rotta, un vestito strappato, un fuso. O anche ad una azione violenta analoga, ad un coltello ecc.
Io poi ho detto che un vero artista mette nell'opera dei "valori" a vari livelli, per esempio bella pennellata, bei colori, soggetto elegante, effetti inconsci o surreali ... La presenza di questi valori non è ambiguità, però è multisemantica. Di DePisis uno apprezzerà i colori, un altro il tocco, un terzo il soggetto. Lui non ci ha "detto" quale sia la vera scala di importanza.

Ora, perché una volta vago significava soprattutto bello, ed era collegato con il desiderio (v. oggi vagheggiare) ? Conteneva già in nuce il senso di "impreciso"? E che realzione c'è tra i due significati?
Chi vaga si muove, cerca, va in giro. Quindi il rapporto tra i due termini si basa sull' "andare in cerca". Ora lo sappiamo.

Perché tutta questa pappardella? Perché tu chiedi questo

ma dovresti fare esempi concreti, perché i termini sono ... ambigui :ombrello:


PS e ora sappiamo anche che le stelle dell'Orsa sono vaghe nel senso che muovono anche un desiderio nell'animo (ecco la grandezza di Leopardi nello scegliere le parole), non solo una visione (de-siderio, qualcosa che viene dalle stelle, de- sideris) ok ok smetto :melo:
Mi spiace Gino ma non riesco a seguirti.
Io non ho scritto che ambiguità implica una doppia interpretazione, semmai la causa/effetto erano scambiate, è la doppia o multipla possibilità di interpretazione che è ambigua.
L'Arte è un linguaggio, si pone nella relazione tra uomo e uomo come mezzo di trasmissione (di sentimenti, di idee, di emozioni, ecc.. ecc..). Dove vi è relazione vi è sempre margine di errore tra il senso di chi esprime e il senso di chi riceve. Questo fa parte della natura dell'Arte, in quanto linguaggio.
La semantica delle parole ha invece una natura diversa, vi sono parole che sono sinonimi, ovvero hanno significati simili con sfumature diverse. Vi sono anche parole diverse che hanno lo stesso identico significato, per esempio una parola tradotta in un'altra lingua che hanno lo stesso significato. Visto che l'Italiano è una lingua derivata dal latino ma con influenze greche, ed oggi anglosassoni è possibile che termini diversi considerati comunque corretti in italiano abbiano un significato sovrapponibile quasi completamente. E' la natura viva della lingua che nel tempo tenderà a farci usare un termine in certi ambiti piuttosto che altri creando sfumature diverse. Peraltro un unico termine può avere più significati, si chiama polisemia questa caratteristica. Con una breve ricerca ho trovato: credenza, fesso, appunto, radice, albero ha almeno cinque significati diversi.
Ripeto perché forse non mi sono spiegato bene: in non parlo dell'ambiguità dei termini, parlo dell'ambiguità delle immagini nell'arte visiva, dell'ambiguità del significato nell'arte concettuale, dell'ambiguità di senso delle poesie. E queste ambiguità non dipendono dalle parole, dai termini, che le descrivono, bensì:
a) dalla volontà dell'artista che esprime il messaggio artistico o realizza l'opera
b) dal difetto di conoscenza di chi il messaggio lo legge e interpreta.
c) dalla natura del mezzo o del linguaggio espressivo usato per la realizzazione dell'opera.
Non ho scritto e non era mia intenzione sostenere che 'bella pennellata', 'bei colori', 'soggetto elegante' siano ambigui, 'bello','bei', 'elegante' sono soggettivi, non ambigui. Peraltro colori e pennellate sono parte della tecnica, non necessariamente parte del valore dell'opera. La sola tecnica non è arte con la A maiuscola se non accompagnata con altre caratteristiche (riconoscibilità, originalità e via dicendo).
Non ho capito il tuo discorso sulla vaghezza, nel senso che non ne ho capito la relazione del significato di un termine con a) b) c) sopra detti.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Mi spiace Gino ma non riesco a seguirti.
Io non ho scritto che ambiguità implica una doppia interpretazione, semmai la causa/effetto erano scambiate, è la doppia o multipla possibilità di interpretazione che è ambigua.
L'Arte è un linguaggio, si pone nella relazione tra uomo e uomo come mezzo di trasmissione (di sentimenti, di idee, di emozioni, ecc.. ecc..). Dove vi è relazione vi è sempre margine di errore tra il senso di chi esprime e il senso di chi riceve. Questo fa parte della natura dell'Arte, in quanto linguaggio.
La semantica delle parole ha invece una natura diversa, vi sono parole che sono sinonimi, ovvero hanno significati simili con sfumature diverse. Vi sono anche parole diverse che hanno lo stesso identico significato, per esempio una parola tradotta in un'altra lingua che hanno lo stesso significato. Visto che l'Italiano è una lingua derivata dal latino ma con influenze greche, ed oggi anglosassoni è possibile che termini diversi considerati comunque corretti in italiano abbiano un significato sovrapponibile quasi completamente. E' la natura viva della lingua che nel tempo tenderà a farci usare un termine in certi ambiti piuttosto che altri creando sfumature diverse. Peraltro un unico termine può avere più significati, si chiama polisemia questa caratteristica. Con una breve ricerca ho trovato: credenza, fesso, appunto, radice, albero ha almeno cinque significati diversi.
Ripeto perché forse non mi sono spiegato bene: in non parlo dell'ambiguità dei termini, parlo dell'ambiguità delle immagini nell'arte visiva, dell'ambiguità del significato nell'arte concettuale, dell'ambiguità di senso delle poesie. E queste ambiguità non dipendono dalle parole, dai termini, che le descrivono, bensì:
a) dalla volontà dell'artista che esprime il messaggio artistico o realizza l'opera
b) dal difetto di conoscenza di chi il messaggio lo legge e interpreta.
c) dalla natura del mezzo o del linguaggio espressivo usato per la realizzazione dell'opera.
Non ho scritto e non era mia intenzione sostenere che 'bella pennellata', 'bei colori', 'soggetto elegante' siano ambigui, 'bello','bei', 'elegante' sono soggettivi, non ambigui. Peraltro colori e pennellate sono parte della tecnica, non necessariamente parte del valore dell'opera. La sola tecnica non è arte con la A maiuscola se non accompagnata con altre caratteristiche (riconoscibilità, originalità e via dicendo).
Non ho capito il tuo discorso sulla vaghezza, nel senso che non ne ho capito la relazione del significato di un termine con a) b) c) sopra detti.
Ok, non riusciamo a capirci.
In effetti, tutto quello che ho scritto l'ho messo perché non capivo, dalle tue parole, dove andavi a parare.
Ora capisco ancora meno, e per di più non sono per nulla d'accordo su certe affermazioni che non riconoscono la natura profonda del linguaggio.
Se ad un discorso in eschimese ho risposto con frasi in aramaico, lasciamo stare.
Vediamo se qualcun altro sfida la calura o ... la grandine per rispondere ai tuoi quesiti. Ciao.
 

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