Alla cortese attenzione di Tashtego (3 lettori)

doncraudio

intellettuale stronzissimo
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doncraudio

intellettuale stronzissimo
Ci si accorge che la mucca, che chiameremo Carolina, sente un crescente calore tra le cosce, quando il mammifero inizia a provare i gesti del suo maschio con le amichette. Il giorno dopo queste effusioni, quella gran vaccona della Carolina raggiunge uno stato di innaturale docilità, ha voglia di sentirsi un peso sulle spalle, come le fanno provare le altre femmine che giocano con lei, gli montano a cavalcioni sulla schiena, gli si strusciano contro per rassicurarla.

La fecondazione deve avvenire nelle dieci ore successive, e così il contadino si attacca al telefono e chiama il veterinario, che gli porti un po’ di spermatozoi di toro.

Stiamo per chiarire un dubbio di fondo della fecondazione artificiale: “Se tutte le mucche, compresa la mucca Carolina, vengono ormai fecondate artificialmente, la sega al toro, chi gliela fa?

Il veterinario!

Che poi sarei io. Arrivo nella stalla dove sono i maschi riproduttori, tori selezionatissimi, ognuno dei quali ha tanto di “pedegree”, e tiro fuori i miei strumenti.

Sono attrezzato per rubargli tutti i suoi spermatozoi, e la mia crudeltà non vi deve spaventare (del resto i veterinari sono l’unica categoria di dottori che mangia i propri pazienti). Io piazzo davanti al toro una “finta vagina mucchesca” (un didietro di mucca di plastica con un buco al centro e sotto un secchiello, del tipo di quelle che – in versione umana - si possono acquistare nei sexy shop più forniti).

Quando il toro ha l’orgasmo, si preleva il secchiello, subito messo a congelare per il viaggio fino al laboratorio.

Quali sono i vantaggi? Allevare un toro in ogni fattoria costa molto più di una provetta di seme selezionato. Un toro riconosciuto “miglioratore di razza” può avere fino a quindicimila figli. La stessa cosa succede tra i maiali. Ci sono tori morti dieci anni fa, il cui sperma continua a produrre figli. Genereranno vitelli orfani prima ancora di nascere, figli di una madre vedova che li concepirà rimanendo vergine, evento che la fecondazione artificiale ha in comune col culto cristiano.



«Se il toro non si eccita davanti al didietro di plastica, allora io immergo il braccio (con un lungo guanto) nella vagina di una qualsiasi mucca, e poi strofino la mano sul muso del toro imbranato. Di solito è più che sufficiente per poi farlo avventare contro il didietro artificiale.
 

doncraudio

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L’omelia non è un discorso di circostanza, né una conferenza o una lezione». A sorpresa, Francesco, nella catechesi di mercoledì - durante l’affollata Udienza generale - ha spiegato come i parroci dovrebbero gestire le omelie. «Deve essere breve - ha spiegato, e per farlo ha utilizzato un esempio concreto - mi diceva un sacerdote che una volta che era andato in un’altra città dove abitavano i genitori, il papà gli aveva detto: “sono contento perché con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si fa una messa senza omelia”. È vero, se l’omelia è lunga i fedeli chiacchierano, si addormentano o escono fuori a fumare una sigaretta».
 

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