Alla cortese attenzione di Tashtego (1 Viewer)

doncraudio

intellettuale stronzissimo
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Le immagini ?registrano l'uccisione di un nero disarmato, che si era già arreso ed era stato immobilizzato. La vittima si chiamava Eric Harris, 44 anni, e, secondo la polizia, stava vendendo una pistola calibro 9 mm ad un agente sotto copertura.

L'uomo è stato ucciso da un bianco, un vice sceriffo 73enne della riserva di Tulsa in Oklahoma, Bob Bates. Quest'ultimo ha sostenuto di aver estratto e usato per errore la pistola di ordinanza mentre era convinto di aver impugnato un taser (la pistola elettrica che emette una scarica paralizzante).

Nel video - ripreso dalla telecamera montata sugli occhiali di uno degli agenti - si vede la vittima in fuga che viene incontro a tre auto della polizia. Harris supera la macchina su cui era Bates. Quest'ultimo scende dall'auto e si vede Harris inseguito che poco dopo si ferma, alza le mani e viene steso a terra. Nel video si sente il vice sceriffo Bates gridare "taser, taser" per avvertire il collega, che teneva fermo Harris, di allontanarsi per non restare folgorato anche lui. Ma poco dopo si sente un singolo colpo di pistola. A quel punto si sente Bates gridare: "Gli ho sparato. Mi Spiace". Harris fa in tempo a dire: "Mi hai sparato. O mio dio, Non respiro". Harris sarà dichiarato morto un'ora dopo in ospedale.
 

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In età preislamica l'edificio (più piccolo dell'attuale) era dedicato al culto della divinità maschile di Hubal, per poi essere successivamente identificata dall'Islam come il primo tempio dedicato al culto monoteistico fatto discendere da Dio direttamente dal Paradiso.[1]
La tradizione islamica ricorda come il primitivo edificio fosse stato distrutto dal Diluvio Universale,[2] non prima che se ne fosse messo in salvo un pezzo: la Pietra Nera, nascosta nelle viscere di una montagna presso La Mecca ed estratta per la sua opera di riedificazione da Ibrāhīm (l'Abramo biblico) aiutato dal figlio Ismāʿīl (l'Ismaele biblico), che collocarono la Pietra Nera all'altezza di circa 1 metro e mezzo dal suolo, nell'angolo di Sud-Est dell'edificio, dove è poi rimasta incastonata dopo i danni subiti in un successivo incendio.



La Kaʿba nel 1910


Secondo le medesime tradizioni (le uniche in nostro possesso che parlino non fuggevolmente dell'edificio) i Banu Quraysh della Mecca avrebbero però aperto le porte del santuario a un gran numero di altre divinità venerate in tutta l'Arabia, così da promuovere alla sosta i mercanti provenienti per i loro affari nella città e richiamare altri pellegrini, traendone i relativi lucrosi vantaggi.
Maometto (Muḥammad in arabo), che avrebbe partecipato da giovane ad uno dei restauri della Kaʿba, eliminò ogni idolo dal suo interno al momento della sua conquista della Mecca nel 630, sanzionando con un pellegrinaggio il rituale da seguire in futuro per il hajj, che alla Mecca ha per l'appunto uno dei suoi punti di preghiera collettiva più imponenti, qualificati e belli.
Dopo Maometto




Il sito della Kaʿba nel 1880





La Kaʿba nel 1907


La Kaʿba ha subito diversi danneggiamenti e restauri nel corso dei secoli preislamici, in cui la povertà dei materiali e delle malte portava sovente al diroccamento della struttura in occasione degli improvvisi per quanto rari rovesci di pioggia, che gonfiavano i letti dei torrenti (wādī) e che scaricavano poi le loro impetuose acque nell'avvallamento in cui sorgeva il santuario.
Dopo la morte di Maometto, la struttura è stata danneggiata da incendi per tre volte: la prima volta, domenica 31 ottobre 683, l'incendio fu responsabilità delle truppe dell'anti-califfo ʿAbd Allāh b. al-Zubayr che erano assediate a Mecca nel corso della Seconda Fitna che si opponevano al califfo omayyade ʿAbd al-Malik b. Marwān.
Ibn al-Zubayr provvide alla riparazione, che non fu meramente conservativo ma che ne modificò l'assetto, sì da includere il hatīm.[3] Agì in tal modo sulla base di tradizioni[4] secondo cui il hatīm era un residuo della fondazione della Kaʿba abramitica e che Maometto stesso aveva desiderato restaurare il tempio così da includerlo.
La Kaʿba fu bombardata con pietre nel secondo assedio di Mecca del 692, quando l'esercito califfale omayyade era comandato da al-Ḥajjāj b. Yūsuf, governatore di Kufa. La caduta della città e la morte di Ibn al-Zubayr permisero finalmente agli Omayyadi di riunificare il califfato al termine di un lungo confronto civile in cui era entrato anche al-Mukhtār. Nel 693, ʿAbd al-Malik b. Marwān rase al suolo ciò che rimaneva della Kaʿba di ʿAbd Allāh b. al-Zubayr, e la riedificò sulle fondamenta tracciate dai Quraysh.[5] La Kaʿba tornò alla sua dimensione cubica che aveva al tempo di Maometto, anche se non tutti gli studiosi concordano su ciò.
Durante il Ḥajj del 930, i Carmati attaccarono Mecca, riempirono il pozzo di Zemzem coi cadaveri dei pellegrini uccisi da loro e rubarono la Pietra Nera, portandola nella regione arabica orientale di al-Aḥsāʾ, in cui essa rimase finché gli Abbasidi non la riscattarono nel 952. L'aspetto e la struttura della Kaʿba non furono più cambiate da quell'epoca.[6]
Dopo forti precipitazioni e inondazioni del 1629, le mura della Kaʿba crollarono e il Masjid fu danneggiato. Lo stesso anno, durante il regno del Sultano ottomano Murad IV, la Kaʿba fu ricostruita con massi di granito grigio-verde della regione stessa di Mecca e il Masjid fu restaurato.[7] L'aspetto della Kaʿba, da allora, non è più mutato.
Caratteristiche




Schema della Kaʿba: (1) Pietra Nera; (2) porta della Kaʿba; (3) mizāb, gronda per l'acqua piovana; (4) base della Kaʿba; (5) al-Hatīm; (6) al-Multazam, muro posto tra l'ingresso alla Kaʿba e la Pietra Nera; (7) Maqām Ibrāhīm, ossia la Stazione di Abramo; (8) angolo della Pietra Nera; (9) angolo dello Yemen; (10) angolo della Siria; (11) angolo dell'Iraq; (12) Kiswa, telo che copre la Kaʿba; (13) striscia di marmo che segna l'inizio e la fine dei giri intorno all'edificio; (14) La stazione di Gabriele.





Pianta della Kaʿba con le dimensioni.


Dimensioni

Misura 11,30 × 12,86 metri di lato, per un'altezza di 13,10 metri. Prima dell' avvento dell'Islam era di misure assai più contenute, con un ingresso sopraelevato e senza tetto.[8]
 

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Io, di mio, capisco che la questione è politica perché poi il Profeta, la Pace su di Lui, fu il Lodato, il Messaggero e il Capo politico di un popolo che dovette redimere dalla bestialità di una vita odiatrice della dolcezza umana e se questi seppellivano le neonate e abbandonavano le vedove tra le sabbie, si deve al Profeta l’elaborazione della Legge che diede loro il sentimento di giustizia, la protezione delle donne e l’elevazione al bene. Se non ci fosse stato l’islam, in Africa, ci sarebbero ancora i cannibali, dopo di che, certo, tutto ciò che è terreno ha la caducità dell’essere terreno ma siccome la questione è politica, non so che farmene della democrazia obbligatoria, il dettaglio è dettaglio e non è un caso se a piazza Cola di Rienzo, a Roma, nel monumento ai caduti italiani, ci sia scolpito un hadit del Profeta e cioè: “Il Paradiso è all’ombra delle spade”.
Ai piedi delle Madri sta la fatica del Cielo, anche questo è detto, e so pure qual è l’idea di Satana sulla terra: è il dominio dell’uomo sull’uomo, senza che alcuno possa avvedersene, anzi, ribaltando la prospettiva per cui la Rivoluzione francese, la più grande sciagura dell’umanità, diventa il bene mentre è male, malissimo, quello che innesto nella mia anima di uomo della tradizione: il continuare ad abbeverarmi alla fonte della sapienza islamica.
E’ il male più male possibile questo mio essere anche Giafar al punto che i simpatici ragazzi dell’Intraprendente.it, occidentalisti e liberali, hanno pensato che solo Satana possa essere un antidoto al male che mi divora e l’altra domenica, con un ciao ciao in forma di tweet, mi hanno fatto un evviva al Grande Satana dell’occidente dimenticando un dettaglio e cioè che se non si nomina il nome di Dio invano, stessa cosa vale anche per il Nemico che è persona altrettanto vera ma subdola nel suo nascondersi tra i boschi di metafore. Fossero pure metafore occidentali. Non crediate che l’islam sia quello raccontato da Bernard-Henri Lévy, altrimenti sarebbe come credere che il cristianesimo sia quello dei Testimoni di Geova.
 

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"Si, Renzi ha la lampada abbronzante a Palazzo Chigi, nel suo bagno. Ma non solo", rivela Bisignani. Che altri 'mezzi' usa il premier per apparire sempre ben colorito? "Renzi ha scoperto una ex stanza che usava Alfano dove c'è il sole che batte la mattina presto. Per cui lui, la mattina presto, si sdraia su una chaisse longue per abbronzarsi"
 

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Interessante è poi la relazione tra denaro e ateismo. Secondo i sondaggi il livello di istruzione ha un’influenza minore sull’orientamento religioso, mentre ha un peso maggiore il livello del reddito. Si tratta di un’osservazione già emersa da una ricerca del Pew Research Center pubblicata a marzo, che ha rivelato come nei paesi più ricchi la popolazione tenda ad essere meno religiosa. In questo caso i valori anomali riscontrati sono stati quelli di Cina e Stati Uniti. Nel mondo sarebbero mediamente 6 su 10 le persone religiose, con una maggiore presenza di credenti in Africa e Medio Oriente, dove 8 persone su 10 sostengono di essere credenti. Seguono in classifica i paesi dell’Europa dell’Est, americani e asiatici.
 

doncraudio

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Per esempio, Silvio ha preso a detestare Dudù e tutti i suoi simili: «Basta, non ne posso più di avere queste bestie in giro per la casa. Non è vero che gli animali mi piacciono, anzi a dirla tutta non mi son mai piaciuti».
 

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