Alibaba: il ritorno di Jack Ma Yun (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Jack Ma riappare con un filmato dopo tre mesi di silenzio (e Alibaba risale in Borsa)
Jack Ma, fondatore ed ex ceo di Alibaba, è ricomparso in un video di 50 secondi rivolto agli insegnanti di campagna, dopo tre mesi di silenzio
di Guido Santevecchi


Jack Ma riappare con un filmato dopo tre mesi di silenzio (e Alibaba risale in Borsa)

shadow

Jack Ma è tornato. Un video di 50 secondi ha interrotto il lungo oscuramento del profeta del capitalismo tecnologico cinese,dopo tre mesi e molte speculazioni sulla sua sorte. Il filmato è stato inviato a un evento a favore degli insegnanti di scuola delle zone di campagna, sostenuti da una fondazione benefica finanziata dal miliardario. La notizia è stata data da un quotidiano di provincia, però subito è stata ripresa dalla stampa di Pechino: «Jack Ma Yun, l’insegnante di inglese diventato imprenditore, ex presidente esecutivo di Alibaba, è comparso in video link per la prima volta dopo che il suo gruppo è finito sotto osservazione da parte delle autorità di regolamento».
Nel video Jack Ma non sorride, non distilla come ama fare battute e consigli per avere successo; si rivolge agli insegnanti dicendo di «avere studiato e pensato in questi giorni, con i miei colleghi» e di essere giunto alla conclusione che gli industriali cinesi debbono servire la visione della «rivitalizzazione delle zone rurali e della prosperità comune».
Fine del breve discorso.
Quel che conta è che il profeta dell’e-commerce (e di cento altre innovazioni commerciali) sia tornato sulla scena, anche se con scarso entusiasmo. Il fondatore di Alibaba era stato visto l’ultima volta in pubblico il 24 ottobre, sulla tribuna di una conferenza economica a Shanghai dove si era lanciato in una requisitoria contro le autorità finanziarie cinesi, accusandole di aver instillato nelle banche statali una «mentalità operativa da banco dei pegni» che soffoca lo sviluppo dell’impresa privata.

 

tontolina

Forumer storico
1618084249273.png


Già a dicembre le autorità cinesi avevano notificato ad Alibaba e al suo proprietario, Jack ma, circa l'apertura di un'inchiesta giudiziaria per delle trasgressioni sulla legislazione per il monopolio.
L'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato ha dichiarato sabato di aver multato il gigante dell'e-commerce Alibaba per una cifra complessiva pari 18,228 miliardi di yuan, pari a € 2,3 miliardi) per violazioni della legislazione antimonopolistica.
L'organismo ha avviato un'indagine sulle violazioni di Alibaba alla fine del 2020, con la società che ha espresso la sua disponibilità a cooperare con i funzionari regolatori del Partito comunista cinese a Pechino.
"In linea con gli articoli 47 e 48 della legge anti-monopolio cinese, nonché data la natura, la durata e l'entità delle attività illegali di Alibaba Group, l'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato ha imposto il 10 aprile 2021 una sanzione amministrativa, decidendo di multare l'azienda del 4% delle sue vendite nette interne nel 2019 (455,712 miliardi di yuan, pari a circa € 58,5 miliardi), che ammontano a 18,228 miliardi di yuan ", si legge in una nota del garante.
Successivamente, Alibaba ha pubblicato una dichiarazione di ammissione di colpe e ha accettato la multa inflitta.
"Oggi abbiamo ricevuto un protocollo sulla punizione amministrativa dall'Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato. Per quanto riguarda la multa, la accettiamo sinceramente e siamo pronti ad adempiervi in pieno", ha reso noto la società in un comunicato.
Jack Ma during the Final Session of the International Discussion Club Valdai

L'inchiesta dell'Antitrust cinese su Alibaba
Alla fine dello scorso mese di dicembre era stato reso noto che l'Antitrust cinese aveva aperto un'indagine contro il colosso dell'e-commerce di proprietà del magnate Jack Ma.
Quest'ultimo, proprio sulla scia del suo coinvolgimento giudiziario, era stato invece protagonista di importanti perdite di carattere finanziario, pari anche oltre € 3 miliardi in un solo giorno.
 

tontolina

Forumer storico
Pechino fa a pezzi Alibaba e sfila Alipay a Jack Ma (tremano tutte le Big Tech)
Secondo il Financial Times, il Governo cinese vuole che Ant Group (Alipay) nella sua ristrutturazione divida il suo comparto prestiti e trasferisca i dati degli utenti ad un'altra entità nella cui proprietà c'è anche lo Stato cinese
Redazione
LUNEDÌ 13 SETTEMBRE 2021 18:53

Jack Ma
Jack Ma UFFICIO STAMPA

PECHINO - L'ultimo attacco delle autorità cinesi contro l'impero di Jack Ma segnala un'escalation della pressione sulle Big Tech, dopo che la scorsa settimana erano arrivate dichiarazioni più concilianti dalla leadership. Pechino - secondo quanto ha scritto oggi il Financial Times - vuole che Ant Group (Alipay) nella sua ristrutturazione divida il suo comparto prestiti, operando con due diverse app, e trasferisca i dati degli utenti a un'entità nella cui proprietà c'è anche lo Stato.

Si tratta di richieste pesanti che, oltre al Jack Ma, hanno fatto fischiare le orecchie a tutte le Big Tech che dall'ultima parte dello scorso anno sono sotto schiaffo.
I regolatori cinesi, spiega il Ft, avevano già ordinato ad Ant Group di dividere il back-and delle due attività di prestito operate - Huabei, che è simile a una carta di credito tradizionale, dall'altro Jiebei, che fornisce piccoli prestiti non garantiti - dal resto dell'offerta finanziaria e di portare azionisti esterni all'interno. Ora però l'ordine è che i due business operino con due diverse app.
Ancor più pesante per il gruppo è poi il fatto che il piano delle autorità è che Ant trasferisca i dati dei suoi utenti necessari alla valutazione delle decisioni sul credito - parliamo di circa un miliardo di iscritti - a una nuova joint-venture che è in parte controllata dallo stato, secondo quanto hanno detto due fonti al Ft.


Si tratta di un progetto perfettamente in linea con le indicazioni date nell'inverno scorso dal presidente Xi Jinping, il quale avevano detto che si sarebbe dovuto fare ordine nel caotico mondo delle fintech.
Secondo quanto dichiarato al Boao Forum dall'ex governatore della Banca del popolo cinese Zhou Xiaochuan, l'eccesso di fondi creato dal quantitative aesing ha favorito pratiche anticompetitive e monopolistiche da parte dei Big Tech. Un tempo le aziende dovevano competere «al costo reale», mentre da un po' di tempo hanno una visione distorta del capitale.
Naturalmente il disvelamento del piano governativo ha dato una botta ad Alibaba, che ha perso in borsa quasi il 4,2 per cento oggi sulla piazza di Hong Kong. Non se la sono vista bene neanche altri giganti tech: Tencent Holdings ha perduto il 2,7 per cento e Meituan il 4,5 per cento. Segno che anche i concorrenti di Alibaba sanno che il messaggio è a tutto il settore.

Certo, l'impero di Jack Ma - che non a caso dalla fine dell'anno scorso, dopo che aveva espresso critiche alle politiche regolatorie cinesi, si è di fatto eclissato dalla scena pubblica - è quello al centro del mirino. Alla fine di ottobre dello scorso anno il governo è intervenuto a poche ore dalla collocazione in borsa di Ant Group, un affare da 30 miliardi di euro, per bloccarla. E poi ha ordinato una prima ristrutturazione.
Il piano delle autorità vanno a colpire uno dei principali motori della crescita di Alibaba: CreditTech - che è il contenitore in si trovano sia Huabei che Jiebei - nella prima metà del 2020 è arrivato a rappresentare il 39 per cento delle entrate di Alibaba Group.
Ma, se il progetto delle autorità andasse in porto, Ant perderebbe la capacità di valutare in maniera indipendente la solvibilità dei clienti. Dovrebbe rivolgersi per l'accesso ai dati degli utenti a una joint venture, di cui è sì parte, ma assieme all'ingombrante stato cinese.
 

Users who are viewing this thread

Alto