Alfano IMU solo nel 2012 (1 Viewer)

hellboy

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lettera a repubblica per l' IMU

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per par condicio altre due esternazioni contrapposte :D sugli effetti dell'imu



Adoc,effetto IMU sulla abitazioni:svalutazioni del 18% a giugno, del 35% a dicembre

dopo l'allarme lanciato dal censis, anche l'adoc (associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) parla dell'effetto-imu sul valore dell'abitazioni. secondo l'adoc, la nuova tassa sulla casa potrebbe portare ad una pesante svalutazione degli immobili. il valore delle abitazioni potrebbe scendere di un 18% a giugno e di un 35% a dicembre. effetti ancora più negativi per gli immobili commerciali, dato che la svalutazione potrebbe essere di un 30% a giugno e del 40% a dicembre

"l'imu avrà un effetto devastante per le famiglie che hanno investito i propri risparmi nella casa -ha dichiarato il presidente dell'adoc carlo pileri-ma ancora più grave sarà la situazione per tutti coloro che hanno contratto mutui, dato che continueranno a pagare le rate per un valore complessivo dell'immobile fortemente deprezzato rispetto al valore originario"

la situazione potrebbe avere i suoi effetti anche sulle banche e gli istituti di credito coinvolti in una spirale che gli costringerà a vendere immobili ad un prezzo inferiore al capitale anticipato. sempre e quando, le famiglie si trovino nella condizione di non poter restitutire il mutuo contratto

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La F.I.M.A.A., Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari smorza le polemiche sul catastrofico „effetto Imu“.


Fimaa: l"effetto Imu" allarmismo ingiustificato | Mercato immobiliare


Gridando all’allarmismo ingiustificato riguardo alle dichiarazioni pessimistiche del Censis sul crollo dei prezzi immobiliari che potrebbe causare l’Imu, il Presidente della F.I.M.A.A. ribatte: “Rimaniamo stupiti della leggerezza con cui un noto Istituto di Ricerca paventi un evidente calo dei prezzi degli immobili nei prossimi nove mesi motivato dall’ effetto IMU. Tale esternazione non trova riscontro né nella attuale situazione di debolezza del mercato, che ha già assorbito una flessione dei valori nell’ultimo triennio, né nell’incidenza che la nuova imposta potrà avere nelle decisioni di vendita o di acquisto dei soggetti.“.

Secondo Angeletti il mercato immobiliare italiano si regge su tanti piccoli proprietari che utilizzano direttamente la loro casa o ne ricevono un reddito, che li aiuterà a superare questo particolare momento di crisi. Contro gli allarmismi e in caso di turbative di mercato, la F.I.M.A.A. potrebbe fare appello al Garante della Concorrenza.
 

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L’Imu mette in crisi famiglie e imprese
Una tassa, dieci assurdità, eccole elencate una per una. Finto federalismo: il tributo è riscosso dagli enti locali, ma andrà in gran parte allo Stato. Anziani e disabili: sparite le agevolazioni per chi è ricoverato,
di Andrea Cuomo - 26 aprile 2012,

L’Imu mette in crisi famiglie e imprese - Interni - ilGiornale.it


Roma - Una tassa, dieci contraddizioni. Ecco uno per uno tutti i punti deboli della nuova tassa sugli immobili che ha visto ufficialmente la luce martedì con il via libero definitivo al decreto legge fiscale che la comprende.


1) Ma quale federalismo. Imu è la sigla di Imposta municipale unica, cardine del nuovo federalismo fiscale. Peccato però che, come fatto notare dai sindaci, l’autonomia delle amministrazioni locali si riduca al possibile ritocco dell’aliquota base dello 0,76 per cento entro una forbice fissata tra lo 0,40 e l’1,06. Un eventuale sconto, peraltro, andrebbe a intaccare esclusivamente la quota dell’imposta che finisce nelle tasche comunali, senza incidere su quella destinata allo Stato. Di fatto i sindaci si sentono esattori per conto dello Stato, con la beffa di metterci loro la faccia. Non è un caso che, nei Comuni in cui a maggio si andrà al voto, l’eventuale ritocco dell’aliquota Imu sarà deciso e reso noto dopo il voto, per evitare contraccolpi elettorali.

2) Un rebus quasi insolubile. Un record la nuova Imu l’ha già ottenuto: quello di essere probabilmente l’imposta più complicata e cervellotica della storia, alla faccia della semplificazione fiscale. Intanto per la decisione di pagare l’acconto - calcolo relativamente semplice - prima di sapere l’ammontare totale del balzello, avendo i Comuni e lo Stato la possibilità di modificare l’aliquota entro il 30 novembre i primi e addirittura entro il 10 dicembre il secondo. Poi per la possibilità di suddividere in due o tre rate. Quindi per la difficoltà a calcolare l’ammontare vero e proprio, che renderà l’Imu un’equazione di secondo grado. Considerando che Stato e Comuni sono in possesso di tutti i nostri dati anagrafici e catastali, non potrebbero inviarci un bollettino precompilato con la cifra precisa da pagare evitando di delegarci il lavoro di contabilità che non ci appartiene?

3) Il pasticcio dei Comuni generosi. Un’ulteriore complicazione, che sa di beffa, è che anche nei Comuni che hanno già deliberato per la prima casa un’aliquota più favorevole rispetto al 4 per mille, o addirittura l’esenzione, si dovrà pagare l’acconto a giugno con quest’aliquota, salvo il conguaglio con rimborso di fine anno.

4) Impossibilità di programmare. L’incertezza sull’ammontare finale dell’imposta non ci rende solo più complicata la vita, ce la rende anche più agra. Famiglie e imprese infatti hanno la necessità di programmare il proprio bilancio - piccolo o grande che sia - anche in funzione delle gabelle. E l’incertezza costringe gli uni e gli altri - o almeno i più previdenti - a fare i propri programmi in funzione delle ipotesi peggiori. Ciò che probabilmente finirà per avere un effetto ulteriormente depressivo sui consumi e quindi sull’utopia della crescita economica.

5) Agricoltura in ginocchio. Tra i settori economici più colpiti dall’Imu c’è l’agricoltura, che in Italia dà lavoro a tre milioni di persone. Ebbene, Confagricoltura ha calcolato che la tassazione di capannoni, stalle, fienili, depositi, locali spesso fatiscenti e inutilizzati - tutti beni che fanno parte del patrimonio ma spesso non producono reddito - potrebbe portare a un aumento dei costi per le piccole aziende fino al 300 per cento. Il conto da pagare per l’intero settore sarà di 1,5 miliardi di euro. Ma saranno i più piccoli a essere strangolati. Unica agevolazione prevista in extremis, la misura ridotta del moltiplicatore Imu, pari a 110, per i terreni non coltivati e per i terreni agricoli di proprietà di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

6) E gli artigiani? Pure. Altro settore strategico per l’economia italiana colpito duro dall’Imu. Il centro studi di Confartigianato ha calcolato che la tassazione di laboratori e capannoni come fossero ville o appartamenti in centro può costare fino a 5mila euro l’anno per le piccole imprese artigiane, quando il conto dell’Ici era circa tre volte più piccolo. Senza nemmeno poter sperare nell’applicazione delle detrazioni spettanti solo alla prima casa e pertinenze.

7) Mercato immobiliare soffocato. È un paradosso economico quello di aumentare, come si progetta di fare, le rendite castali, e quindi il valore teorico degli immobili, nel momento in cui il varo dell’Imu rischia di far crollare del 20 per cento, come ha calcolato il Censis, il valore reale degli immobili.

8) Scompaiono (o quasi) gli affitti. Una delle storture più gravi dell’Imu è la mancata previsione di agevolazioni per le seconde case affittate rispetto a quelle sfitte, come chiesto più volte da Confedilizia. Aliquote più basse potranno essere decise facoltativamente dai Comuni. Eppure agevolare i proprietari che applicano canoni calmierati sarebbe costato solo 40 milioni. In questo modo i proprietari saranno indotti a recedere dall’affitto, oppure ad aumentare il canone o ad affittare in nero o addirittura a vendere le seconde case, creando un effetto a catena mortale per il mercato degli affitti.

9) Vecchietti penalizzati. Uno dei risvolti più odiosi dell’Imu è lo sbianchettamento rispetto alla vecchia Ici delle agevolazioni per gli anziani proprietari che abbiano spostato la residenza in una casa di riposo o per i disabili ricoverati. Eventuali «sconti» potranno essere decisi a loro spese dai Comuni. Un modo per colpire una fascia di popolazione già debole.

10) L’ingiustizia dell’«esproprio proprietario». L’Imu è in qualche modo un’imposta espropriativa, perché erode ogni anno il valore del bene a cui si applica. Gran parte degli italiani ha acquistato la casa in cui vive facendo sacrifici, risparmiando ogni anno sulla parte dei redditi scampata all’Irpef. Tassare il frutto di questo risparmio è in qualche modo una doppia imposta sul reddito. Quanto all’ipotesi che l’acquisto dell’immobile sia un investimento reso possibile dall’evasione fiscale è naturalmente quanto mai reale. Ma darla per scontata è naturalmente aberrante.
 

hellboy

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Gli imprenditori: l'Imu ci seppellirà
Previsti rincari del 30% per i capannoni e del 75% per studi ed uffici
Oltre che sulle famiglie, lo spettro dell'Imu sta per abbattesi pesantemente anche sulle imprese molisane.


Il Tempo - Molise - Gli imprenditori: l'Imu ci seppellirà


Angelo De Nicola, domani inviterete i romani allo sciopero fiscale contro l'Imu? «Sì - conferma il presidente dell'Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi), 20 mila iscritti solo a Roma -.
È già pronta la rivolta sull'Imu
Vivono nei prefabbricati Ma devono pagare l'Imu
Un macigno il cui peso potrebbe essere insostenibile per realtà dalle dimensioni esigue, ma anche per i colossi più affermati. Una situazione che, in pratica, rischia di affossare definitivamente le aziende, già colpite da una pressione fiscale ormai alle stelle. A lanciare una richiesta d'aiuto, ed in contemporanea a suonare un campanello d'allarme, è l'Associazione Industriali del Molise e dell'Api Molise. «L'aumento dei moltiplicatori delle rendite catastali – affermano in coro le associazioni – alza in misura insostenibile la base imponibile della nuova imposta, generando, alle aliquote del 7,6 per mille, una tassazione superiore a quella Ici del 30% per i capannoni industriali ed opifici, del 75% per gli studi ed uffici privati e addirittura dell'80% per negozi ed altri immobili». Una situazione difficile che rischia di penalizzare soprattutto il settore edile. «La nuova tassa – ribadiscono ,gli industriali – colpirà non solo gli immobili strumentali ma anche e soprattutto gli immobili invenduti, trattati come le seconde case. Facendo un esempio: un'impresa di costruzioni che abbia una rimanenza costituita di 20 appartamenti di circa 80 mq e 5 garages si troverà a pagare 12.600,00 euro di Imu con l'aliquota base del 7,6 per mille e addirittura 7.600 euro se venisse applicata l'aliquota massima del 10,6». In questo senso dunque, secondo industriali e Api, poco è stato fatto per venire incontro alle imprese: «Si stanno tassando gli immobili costruiti per la vendita e rimasti nei "magazzini" delle imprese con una disparità di trattamento inverosimile rispetto a tutti gli altri settori produttivi. Ed è privo di significato parlare di contrattazione di aliquote agevolate per gli immobili ultimati da meno di tre anni. Chi opera nel settore sa bene che la crisi del mercato immobiliare non è cosa nuova ed agevolare solo gli immobili di ultima costruzione equivale a non agevolarne nessuno, o quasi». Un quadro devastante per il quale urgono provvedimenti. La proposta è attuare una riduzione, al pari di quanto è accaduto per gli immobili agricoli strumentali che scontano una aliquota ordinaria del 2 per mille, dell'impatto dell'Imu sul settore edile, con la previsione di una aliquota specifica per tutti gli «immobili magazzino». A far discute è anche la sordità del Governo nazionale. I cosiddetti tecnici infatti, sembrano insensibili ai richiami fatti da numerose associazioni di categoria da un po' di tempo a questa parte. A puntare il dito contro Monti sono in molti, accusato di dar vita a politiche depressive per quanto riguarda l'economia. La crescita dunque, senmbra miraggio irrangiugibile. Nelle prossime settimane sarà opportuno aprire un dialogo, oltre che con le associazioni interessate, anche con i soggetti istituzionali preposti. La Regione, per farla breve, è un interlocutore nel quale gli imprenditori ripongono le ultime speranze. Le dimensione esigue del Molise infatti, richiedono provvedimenti e decisoni immediati per evitare un vero e propriop collasso produttivo.
 

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