Alexandre Lunois (Parigi 1863- Pecq 1916) (1 Viewer)

baleng

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Baleng in settimana il libro è arrivato pure a me, e non posso che rinnovare i comportamenti di Heimat: edizioni curata e raffinata.
Anche io l'ho letto parzialmente, quindi magari troverò comunque la risposta al mio quesito, ma che tirature avevano le varie stampe di Lunois?
Sulla tiratura delle stampe di Lunois: le litografie (e acqueforti) del primo periodo vanno mediamente tra i 20 e i 40 esemplari, comunque sempre poche. Anche le tirature delle opere dal 1911 in poi stanno tra i 25 e i 40 es. (Turchia e Ariège).
Le grandi litografie colorate intorno al 1900 hanno tiratura max. di 100 (più pochissime altre prove di vario tipo), talora anche molte di meno, tipo la metà. Su queste si va sempre tranquilli, non esistono ulteriori tirature.
Dunque sempre tirature basse, con l'eccezione notevole dei lavori pubblicati in riviste dell'epoca (tipo la Revue de l'Art Ancien et Moderne), che di solito hanno la lettera in basso che indica appunto questo esservi inserite: in questi casi si va anche sulle 1500 copie. Inoltre quelle inserite nell'Andrè comportano anch'esse una tiratura alta, alcune centinaia di copie. La "Sevillana", di cui ho scritto aver recuperato altra copia a buon prezzo, era comunque inserita nella rivista "The Studio", dunque anche qui centinaia di copie. La cosa però risulta dalla velina che la ricopre, non vi è lettera nella stampa. La quale, detto di passaggio, è indicata come Autografia, cioè lito su carta da riporto, come avevo appunto sospettato (non ricordo dove l'ho scritto, magari in MP). Ovviamente queste opere in grande tiratura sono quelle che più si trovano su ebay, con prezzi comunque bassi, anche se di alcune la qualità è altissima (La Guitarera, Les Fiancès ...)
Ciò non toglie che si possano reperire opere in tiratura limitata a vil prezzo (è un anno che lo sto facendo :) ). Naturalmente se si vuol parlare di investimento meglio andare su quelle grandi colorate e, soprattutto, senza lettera, che sta sempre ad indicare una tiratura più ampia.
Per esempio, c'è ancora sul mercato una litografia in nero, presumo giovanile, dal titolo Le Vivat, a 40 €, senza possibilità di proporre di pagarla meno. Siccome non mi piace, non l'ho mai presa, come dire, a tutto c'è un limite :d: , e io non sono mai stato un collezionista di quelli che vogliono riempire l'album di figurine, bensì uno che vuole scegliere il meglio, possibilmente pagando a livello del peggio. Perciò ho preso tra i 40 e i 60 euro quelle acqueforti dell'ultimo periodo che so tirate a circa 40 es., anche se non eccezionali, ma comunque dignitose. Considero di averle pagate proporzionalmente meno che quelle a grande tiratura tra i 15 e i 25 €. Ma ancora migliore fu l'acquisto de La partie de canot, lito mediogrande a colori, in edizione limitata, per 100 €, avvenuto questa estate proprio per poterla inserire nel libro.
 
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ruidavid

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Una cosa che mi sorprende, non che mi stupisca, è che ad oltre un secolo dalla loro stampa le opere di Lunois si possano trovare con facilità. Non ci trovo nulla di losco, però mi sarei aspettato o tirature più alte di quelle che hai indicato tu.
 

baleng

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Una cosa che mi sorprende, non che mi stupisca, è che ad oltre un secolo dalla loro stampa le opere di Lunois si possano trovare con facilità. Non ci trovo nulla di losco, però mi sarei aspettato o tirature più alte di quelle che hai indicato tu.
Con "facilità" si trovano solo le opere a centinaia o migliaia di copie, non quelle a 100 esemplari (nel catalogo ce ne sono circa 300, e senza contare le illustrazioni, per esempio per Fortunio ce n'è millanta, e le vendono a 20/30 euro. Ma sono edizioni ampie, con molte litografie ciascuna.
Io compravo le migliori negli anni 90, ormai sono rare le cose importanti in vendita a prezzi tollerabili (e comunque su Amorosart si va da 500 a 1000 euro, però 2-3000 per le più importanti).
Dietro c'è anche un curioso inghippo: Tutta l'eredità dell'editore Perret era finita nelle mani dei fratelli Michel, editori anch'essi, ma soprattutto eredi e proprietari di un favoloso negozietto vicino a Notre Dame, carico di storia. Da questo negozio escono anche molte tirature tarde di lastre di Renoir, Goya, Sisley, Matisse, Bonnard, Vuillard ecc., che io stesso presi da loro e che ogni tanto girano per le aste e per i cataloghi Salamon. Più volte cercai di farli tradire esprimendo l'idea che ne avessero fatte tirare migliaia, ed ogni volta ricevevo la stessa identica risposta: no, solo centinaia, quelques centaines.

Nell'eredità Perret acquisita dai Michel c'erano, tra le molte altre cose, tutte le copie di Lunois non ancora vendute. Solo che i Michel non avevano alcuna intenzione di privarsi della roba migliore, e preferivano vendere ai turisti, certo abbondanti nei dintorni di Notre Dame, robetta rifatta, cartoline o anche le tirature tarde di cui più sopra. Soprattutto, pur senza darlo a vedere, non spingevano affatto le mille grafiche buone o eccezionali di cui disponevano e che, presumibilmente, non avrebbero più potuto ricomprare se non a prezzi moltiplicati, e le lasciavano nei magazzini, ovvero nella saletta del retro, dove si entrava con il loro permesso e solo se ben conosciuti. Nel loro tranquillo tran tran (ma conobbero tutti i grandi, Matisse, Vuillard ecc.) spacciavano roba normale o robaccia, senza propriamente imbrogliare, comunque profittando della curiosità ingenua dei turisti che portavano via a pochi franchi una riproduzione di litografia del Daumier su carta perfetta, ettecredo, immaginando di aver fatto l'affarone, ai danni di quei due personaggi in grisaglia dall'aria dimessa e discretamente impacciata.
Bene, dicevo che si tenevano la roba buona un po' come "pensione", o eredità per la figlia di uno di loro, che poi subentrò, però di tanto in tanto qualche Lunois lo esponevano, facevan fare bella figura alle confuse pareti e comunque nessuno li comprava: chi conosceva più Lunois?

Perché qui c'è l'altro pilone della storia: la Grande Guerra fu ovviamente un periodo diciamo poco adatto per mettersi litografie allegre alle pareti; con essa, poi, il gusto del pubblico cambiò, e così pure l'abbigliamento femminile, cosicché i lavori "esotici"o "passati" di Lunois non si cercavano più. Fu l'epoca (anni 20) delle grandi acquetinte colorate di paesaggio che sostituivano i quadri, troppo cari. Un paesaggio non racconta molto, non ti impegna. Montagne di grafiche e libri restavano nei depositi, si vendeva altro, più alla moda. Poi venne il '29 e tutto ciò andò in crisi di nuovo, e appena si rialzò la testa, Lunois era ancor più dimenticato, e un'altra cupa guerra oscurava l'orizzonte. I galleristi poterono cominciare solo negli anni Novanta a tirar fuori grafiche primo Novecento dai magazzini senza doverle svendere. (ma ancora spesso a prezzi interessantissimi)

Finale della storia: un giorno, anni 90, telefonai dall'Italia ai Michel che mi preparassero tutti i Lunois che avevano in magazzino, li avrei comprati senza batter ciglio. Quando arrivai i due compassati compari avevano pronta per me una cartella con un certo numero di grafiche, compresa qualcuna su sola velina, delicatissima e poco commerciale per loro. Raccolsi e pagai senza batter ciglio, sperando che così quella fonte per il mercato si fosse finalmente inaridita. Ma gli oramai rimpianti fratelli erano due volpi e io solo un gatto trovatello. Ad ogni volta che negli anni a seguire ripassai per il loro bugigattolo, altre fresche e splendide lito del nostro mi aspettavano beffarde nelle loro cartelle, talora peraltro anche a prezzi rimasti buoni come prima. Io le compravo senza far cenno alla vicenda passata, e loro incassavano con discrezione tutta parigina in rispettoso e reciproco silenzio.
Evidentemente il loro "criterio pensionistico" della gradualità aveva prevalso, rendendo nel contempo chiaro come non avessero alcun bisogno di "realizzare".

Fu una lezione di cui cercai di far tesoro, l'arrabbiatura durò davvero pochissimo. E si trasformò in ammirazione.
 
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baleng

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Sono arrivate (dalla Germania :oops: ) le due litografie dalla serie Corrida. Sono, come si capiva, delle prove in nero, cioè solo il nero è stampato, mancano gli altri colori. Possiamo anche considerarle "rare prove avanti lettera" ;) Si notano le zone a lavis, effetto acquerello. Devo dire che sotto plastica (effetto come vetro, le ho fotografate per ora così) hanno molta più "presenza" di quanto immaginassi. Sono la N° 1 e la N° 6 della serie. Costate ciascuna come una serigrafia di Tamburi ...
Magari in seguito posterò foto migliori sostituendo queste due, che presentano alcuni riflessi della plastica. Dimensioni approssimative 60x50 cm.

Corrida BN 2.jpg


Corrida BN 1.jpg
 
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baleng

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Nel frattempo è arrivata anche l'ennesima copia dei Fiancées :rolleyes:
Certo, se nessun altro si dà da fare su eBay, campa cavallo ...

1606067895553.png


La piccola litografia dal titolo “Les Fiancès” appare, nonostante il piccolo formato, come una delle opere più solide e, direi, monumentali di Lunois, contribuendo a ciò anche la sobrietà del solo bianco-nero. Ne esistono molte copie, in quanto fu pubblicata nella Revue de l’Art Ancien et Moderne. La coppia è inclinata all’indietro perché seduta sulla barra del timone, certo, ma a questa spiegazione logica si aggiunge comunque un effetto di instabilità che un po’ richiama i movimenti della barca sul fiume. L’inquadratura attira lo sguardo verso il fondo, ma è come se questo cercare ci fosse permesso, per così dire, proprio dallo scostarsi dei due personaggi così distratti nel loro mondo, che non vorremmo disturbare. Il senso di armonioso transito viene sostenuto dalle numerose simmetrie formali, quali il ripetersi di forme ad arco (dal ponte al timone al tratto che sostiene gli amanti) o degli inserti luminosi (zone d’acqua e di cielo), o ancora il rapporto tra la piramide (virtuale e incompleta) suggerita dalle figure umane e quella massiccia degli edifici sullo sfondo.

A questa descrizione dal testo aggiungo una osservazione sullo zig-zag di linee che parte con le nubi in alto a sinistra, poi scende per gli edifici, torna indietro con il ponte, riprende verso sinistra con il timone e termina verso destra in basso con la "striscia" , forse una tavola, su cui posano i piedi dei due fidanzati. Si tratta di una partizione che crea un movimento tranquillo ed una profondità equilibrata,, un compromesso tra stabilità ed instabilità che, come già notato, pervade tutta l'opera.
 
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baleng

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Se posso ... una precisazione.
Io non sono uno che stravede. Non ho detto che Lunois sia il più grande pittore della Belle Epoque.
E' successo che a Parigi trovavo le sue litografie a prezzi ridicoli, se rapportati a quelli di altri moderni.
Vista l'ottima qualità, ho preso a comprarle. E mi piacevano.
Poi ho approfondito l'autore perché mi pareva meritasse molto di più. Pur con le sue carenze, che ci sono. Ma nel suo meglio è di alto livello.
Molti che leggono si sono sposati più o meno con le stesse modalità :-D
Però non sostengono che la loro moglie sia la donna più bella del mondo. :fiu:

:jolly:
 

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