Garofano è persona molto intelligente e preparata e sa bene che ALERION CLEAN POWER deve cercare un accordo con i cinesi di SINOVEL O GOLDWIND per un Vendor Loano vendor Financing, ciop un accordo di fornitura di turbine eoliche,ormai ben collaudate e testate.
LA CINA E' UN PAESE ECCEZIONALE.
ERA IL 2008.. la Cina iniziava a pensare all'eolico.Ebbene incentivo' la produzione in Cina di Turbine,inpose che il 70% dei componeti doveveno essere nazionali, abbasso l'iva del 50% sulle turbine prodotte in Cina e cosi oggi 2012 la SINOVEL E LA GOLDWIND sono la seconda e la quarta azienda al mondo di turbine eoliche.E si compreranno la danese VESTAS.L'EOLICO IN CINA E' CRESCIUTO TANTO.IN ITALIA CI SONO ANCORA 16.000 MW DA POTER INSTALLARE. LA STORIA:2008 – La Cina si appresta a diventare il più grande produttore di turbine eoliche del mondo.
Secondo il Global Wind Energy Council, la leadership sarà conquistata dall’industria cinese già l’anno prossimo.
A propiziare questo avvicendamento della Repubblica popolare al vertice della classifica mondiale dei produttori eolici non solo un mercato che galoppa a ritmi da capogiro e che ormai ha pochi emuli nel mondo, ma anche un’attenzione sempre crescente da parte del governo che ha approntato nei mesi scorsi una serie di provvedimenti ad hoc che – si immagina – saranno in grado di infondere un'ulteriore spinta al settore in Cina.
Se a fine 2007, la capacità eolica cinese raggiungeva i 6 GW (al quinto posto nel mondo per crescita in un anno dopo Germania, Usa, Spagna e India), entro fine 2008 raggiungerà i 10 GW, che diventeranno 20 GW nel 2010 e 100 GW nel 2020 (oggi la capacità eolica installata nel mondo raggiunge i 94 GW).
Le stime sono contenute in un articolo apparso oggi sul sito
www.renewableenergyworld.com a firma di Lou Schwartz e Ryan Hodum, due tra i massimi esperti delle fonti rinnovabili cinesi.
I due studiosi raccontano anche che nel 2007 gli investimenti nel settore eolico cinese hanno raggiunto i 3,28 miliardi di dollari (24 miliardi di yuan), e stimano prudentemente che tra il 2006 e il 2015 saranno spesi 14,5 miliardi di dollari (100 miliardi di yuan) in componenti e macchinari per fare sviluppare ulteriormente l’industria del settore nel Paese.
A oggi, secondo il ministero del Commercio, a fine 2006 erano 100 le società cinesi operanti nella manifattura eolica. Ma dovrebbero crescere ancora: Pechino ha infatti imposto che gli impianti di nuova installazione dovranno essere composti almeno per il 70 per cento da componenti “made in China”.
Non solo: per le industrie domestiche è previsto uno sconto dell’Iva del 50 per cento; a partire dall’1 gennaio di quest’anno per le importazioni di materiali e componenti base delle turbine una revisione al ribasso delle tariffe di importazioni e il rimborso dell’Iva; a partire dall’1 maggio 2008 l’eliminazione dell’esenzione della tariffa per gli aerogeneratori di capacità inferiore ai 2,5 MW. Una misura, quest’ultima, che è un ulteriore segnale della maturità del settore manifatturiero eolico cinese in quanto fino all’anno scorso non era in grado di produrre turbine "megawatt-class".
A questo si aggiunge un sistema di finanziamenti e prestiti da parte del sistema bancario che contribuisce a mantenere a un livello abbastanza conveniente dei costi di produzione dell’eolico cinese, intorno agli 8mila-9mila yuan/Kw (1170-1315 dollari /kw).
Con questa situazione favorevole molte industrie, facendo tesoro del know-how acquisito dalle multinazionali che hanno delocalizzato in Cina (AMSC Windtec, REpower, Aerodyn, Vensys and Garrad Hassan) hanno iniziato a produrre aerogeneratori sempre più grandi: 1,5 MW inizialmente, ma con licenze per realizzare macchine della capacità di 2, 3 e persino 5 MW.
A oggi, la Cina dispone di 40 società specializzate unicamente nella fabbricazione di turbine: 17 sono statali o di compagnie controllate dallo stato, 12 sono private, 7 sono jv e 4 controllate da compagnie straniere. Le due più grosse società sono Xinjiang Jinfeng (Goldwind) e Sinovel.
Benché la presenza di industrie straniere sul suolo cinese rimanga significativa (Vestas, Suzlon, Gamesa, Nordex Corp., Honiton Energy Ltd. e GE Energy), a oggi la loro quota è scesa al 55 per cento dal 75 per cento di un paio di anni fa.
Nella classifica dei maggiori produttori di aerogeneratori con sede in Cina stilata nel 2007 dalla China Wind Energy Association, al primo posto c’è proprio una compagnia cinese, la Goldwind in testa con il 25,4 per cento del mercato. Seguono la spagnola Gamesa (17,7 per cento) e la danese Vestas (14,5). Ma poi la quarta è ancora cinese: è la Sinovel con il 12,8, poi vengono General Electric (Usa, 8,3 per cento), Dec (Cina, 4 per cento), Suzlon (India, 3,7 per cento), Nordex (Germania, 3,1 per cento), NEG Micon (Usa, 2,6 per cento) la joint venture CASC-Acciona (1,7 per cento). ( dati da Greenreport.it).
Per approfondire l’argomento, invitiamo a consultare il sito
http://www.chinastrategiesllc.com/, dove oltre a una grande quantità di informazioni sul settore eolico cinese, è possibile accedere a una mappa interattiva delle fonti rinnovabili in Cina e a una mappa dedicata in particolare all’energia solare.