"Afonia" Dal Nuovo Mondo (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Per chi come me non è mai stato a Cuba è come entrare direttamente in un altro mondo, ma entrando direttamente in casa dell persone.
Ma puoi fare foto e portartele via senza problemi? Nei regimi di solito c'è un certo controllo di cosa esce all'esterno...
Beh, se i cattivi registi italiani possono addirittura girare un film nell'isola ... In realtà hanno bisogno del turismo come del pane, e certe aperture gli toccano comunque. Già diverso sarebbe, credo, andarsi a fotografare i classici "obiettivi sensibili". ***
Aggiungi che comunque il mondo moderno ha portato anche uno sviluppo incontrollabile di comunicazione e movimento immagini. Lo sanno anche loro che dai satelliti si vede tutto.

*** Molti anni fa ero in Somalia, e anche lì, nonostante fosse una dittatura, potevo fotografare ogni cosa e, se mi lasciavano, persona (musulmani, credono che la foto gli rubi l'anima). Perciò non mi accorsi che dietro un uccellino fotogenico, di cui conservo ancora l'immagine, c'era una installazione militare. Dovetti passare alcune ore chiuso in caserma. :eplus:
 

baleng

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Già che ci siamo, una dritta per i tanti avaracci del 3d.
A Cuba le cose importate costano di più che da noi, ma i prodotti indigeni possono costare un pelo di baffo, soprattutto pagandoli in moneda nacional (peso cubano C U P ).
Traducendo pressapoco in euro, un pacco 25 sigari popolari viene un euro scarso, azz che non fumo; un panino al formaggio nei bar (ma non sono bar, vabbè) va da 3 centesimi se comprato in esercizio statale a 20 centesimi nel privato. 5 o 6 banane non grandi costano 20 centesimi, una treccia d'aglio un euro, un caffè non espresso, ma conservato nel thermos viene ovunque 4 centesimi, una bottiglia di liquore semplice, tipo rum popolare o anice, 3 euro (azz che non bevo).Ho comprato degli ottimi pastels (un po' come brioches, ma più pesanti e grezzi, con marmellata di guaiava,o guayaba,
Psidium guajava - Wikipedia pagato le prime volte a 20 cts, ma poi regolarmente a 8 cents; altri dolci - sostanzialmente pan di spagna + creme d'uovo (vorsicht) da 4 a 8, una torta intera 40 cts; panino senza nulla 4 cents, uovo frito 6 cents, spaghetti o pizza al ristorante da 1,2 (semplice) a 3,5 (con gamberi), mediamente 2 €. Riso al ristorante 50 cts.
Fa eccezione l'acqua minerale, 70 cents la bottiglia da un litro e mezzo: e quella sì che, per noi, è indispensabile. Sennò la bottiglietta di birra a 1/1,2 €, l'aranciata in lattina 50 cts. Fa eccezione anche il caffè in polvere, pur prodotto in loco, che costa un po' più che da noi: quello in tazzina costa poco perché per gli alimentari di base (pane, uova, carne ecc.) esiste una distribuzione statale semigratuita con tessera a scalare su base mensile (o settimanale).
Infine, un ricco pasto consumato nella casa dove si risiede (non posso immaginare che i cercatori del forum siano banali cavie turistiche da hotel) costa dai 6 agli 8 euro.
 

baleng

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Nessun altro ci ha provato. Però Kiappo l'ha detta giusta,il quadro che preferisco è quello che ha indicato lui (v. pagina precedente).

:accordo:
 

vecchio frank

could be worse...
Poche immagini per capire il centro di Florida

Vedi l'allegato 444929 questa è la piscina dell'Hotel, direi discreta

Il parco centrale Vedi l'allegato 444930 i mezzi di locomozione Vedi l'allegato 444931
Vedi l'allegato 444932 Vedi l'allegato 444933

Vedi l'allegato 444934 il tutto per introdurre nell'atmosfera giusta il post seguente

A proposito di mezzi di locomozione, anche qui in Brianza se ne vedono circolare di futuribili. Eccone uno:

20170315_02.JPG


Il cagnolino si chiama Tobia. Bau bau...
 

baleng

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:banana:Tanti Auguri anche all'esule (volontario) in quel di Cuba...beato lui..:banana::babbo::band:

Ecco, sì ... beato lui, ma non vorrei che si avesse una impressione puramente "turistica". La cosa è un poco più complessa, io cerco di essere un "viaggiatore", mi intrufolo negli usi e negli ambienti locali, il che procura esperienze più numerose e più approfondite, ma non sempre confortevoli. Per esempio, la spiaggia di cui riporto le foto è una delle migliori, ma sta a 30 km da Santiago, e il ristorantino che la serve fa abbastanza pietà. In questa occasione si stava stesi sotto le palme, all'ombra: poi ci siamo accorti che minuscolissime formichine ci avevano lasciato qualche pruriginoso bubboncello :vado:

DSC_0160 - Copia.JPG


DSC_0163.JPG


DSC_0164.JPG


DSC_0165.JPG


Si noti che la spiaggia un tempo era tutta protetta da alti palmizi, poi nel 2012 l'uragano Sandy ha compiuto un disastro, e molte han dovuto essere ripiantate: da ciò l'abbondanza di fusti piccolini.

Si noti anche il vergognoso affollamento :prr:
 

baleng

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Poi, carissimo Kiappo, le tue frequenti e gentili insinuazioni meritano qualche approfondimento.
Per esempio, non sono certo l'unico italiano che vaga per Santiago, e nemmeno l'unico veneziano :rolleyes:
Italiani sparsi galleggiando come sugheri nel fiume del corso centrale, quello della passeggiata, l'aria insieme soddisfatta e sorpresa, come bimbi dimenticati dentro una fabbrica di dolciumi. Si muovono con l'aria del cacciatore, e non sanno di essere proprio loro le prede. La marea viaggiante di bellezze locali, ballerine, commesse o libere ... professioniste procurerà anche a loro una forma di strabismo che, se già non ne esistesse una con quel nome, sarebbe a fortiori da chiamare "Strabismo di Venere". Si tratta di una infermità inevitabile per un italiano, qualsiasi possa essere la sua età, dal fanciullo al nonnetto con bastone. Una fiera di gambe sottili, scure, prive di terminazione apprezzabile spunta da shorts che più minimali è difficile immaginare. Visi sorridenti con ciglia che sembrano finte e non sono, costringono a dimenticare la cupezza delle "vasche" italiche, così come le tetrraggini dei sabato sera, insomma il sentirsi relegati dalla corrente della vita come ragni in un angolo oscuro e polveroso. E la luce fu.
Facilmente si distinguono gli italiani appena giunti, l'aria baldanzosa di chi ha ancora in tasca i dindini che sfileranno veloci nelle borse di amabili fanciulle e avidi affittacamere, o gli insabbiati, talora maritati in loco, con quell'aria anonima di chi sa che farsi notare non serve proprio, anzi, è dannoso. Perché il cacciatore non sei tu, caro Kiappo, tu sei la preda e come tale dovresti comportarti ...
 
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baleng

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Santiago è una città ... meridionale. Per esempio, lo si potrebbe vedere da come viene adoperato il clacson. Uso più importante: salutare qualcuno. O anche: avvisare, sono qui, venite fuori - e quelli dentro mica escono, si ostinano anzi per minuti a non aprire quel portoncino, quando addirittura non sono morti da mesi, o trasferiti altrove. Ma il clacsonista non lo sa, né gliene importa molto. Dopo dieci minuti andrà via. :muted:
Eccezionalmente :pollicione: il clacson si usa per segnalare un pericolo, con l'importante eccezione delle mototaxi, che strombettano con petulanza ad ogni incrocio, perché la precedenza è come la vita, oggi ce l'hai, ma chi veramente è sicuro di quanta te ne sia rimasta a disposizione?
 
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baleng

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Immagino poi il bordello esistente qui per i diritti d'autore. Mi spiego: le canzoni sono tutte uguali. Esse appartengono a tre categorie: le tradizionali in salsa sudamericana, le romantiche svenevoli e i reggaeton.
Questi ultimi sono tutti uguali a priori, perché spesso basati su un solo accordo e parole, spesso parolacce, ritmate aggressivamente mostrandoti dai video il dito puntato come in quella vecchia pubblicità dello Zio Sam. Anche gli abiti di questi tamarri sono primariamente tutti uguali, perché occorre assolutamente essere alla moda: berrettino con visiera, dritta o rovesciata, gran catene dorate al collo, magliette con scritte vistose di cui per primi non conoscono il significato. Poi, in questa uguaglianza piallata ognuno mette la sua variante per valorizzare la propria "identità": dunque, tre catene invece di due, scritte anche sul culo, pantaloni sfregiati in mille modi diversi - ma, appunto, sostanzialmente identici :corna:
Tutte uguali anche le canzoni romantiche. Non dico solo le parole: del ricco vocabolario spagnolo ne vengono infatti usate non più di una quarantina, sol, amor, corazon, noche, vida (Mi vida!), morir, passion, te quiero e poco altro. Frasi sempre disperate, accorate, estreme, di un romanticismo iperglicemico che fa un po' a pugni con gli usi di un paese dove singar [ trad: tromb ...] è il vero sport nazionale ed è veramente dura conoscere una coppia in cui nessuno abbia in precedenza divorziato almeno un paio di volte. Peggio ancora la musica: non si distingue una canzone dall'altra, e dopo le prime due battute si sa già come si svolgerà tutto il temino sino alla fine, modo minore, breve passaggio in maggiore, vocalizzo finale alla Nilla Pizzi.
Ora, caro Kiappo, non so come la pensi tu in musica, ma, credimi: tutto ciò sono stato praticamente obbligato a notarlo, perché l'uso cubano è di far suonare questa roba ad alto o altissimo volume per tutto il giorno - e la notte - e in qualunque luogo. Se non li penetra la musica si sentono tristi, se qualche cassa gigantesca non gli fa vibrare le ... kiappe, gli vien la depressione. E il bizzarro, il fuori posto, il rompiballe sei tu, se chiedi, cerchi o implori un minuto di pace e silenzio, se non altro per ricordarti il tuo nome e numero di matricola ...
 
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baleng

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Per dare un'idea di quanti rumori possano penetrarti in Santiago, caro Kiappo, sono divenuto un testimone eccezionale, in quanto ho abitato quasi un mese in quella che solo in seguito ho scoperto essere la via più chiassosa della città.

Orbene, il nostro viaggiatore (non chiamatelo turista, egli se la potrebbe legare al dito) va dunque a dormire nella sua stanzetta, come d'uso, verso le due di notte, cioè circa un'ora dopo che le ultime casse, poste addirittura per strada, han fatto vibrare i pilastri della sua casa di robusti bassi reggaetoniani. Se riesce a prender sonno ha almeno due ore di pace assicurata, ché alle quattro il galletto del vicino inizia il suo compito canoro, unico essere in tutta la città a mostrarsi davvero laborioso e ricco di buona volontà :-x
Il galletto (il cui canto strozzato io traduco "Kikkirìkki!" o " Porcavacca!" secondo l'umore del risveglio) trova ben presto un compagno, un po' più lontano, ma certo più esperto e possente; a seguire si alternano all'opera canora i vari cani disseminati negli appartamenti, nelle case, nelle strade. Ne conosco uno, un lupo che relegano spesso su di un tetto da cui non si fida a saltar giù: rincorre allora abbaiando la propria coda per ore, e c'è da sperare davvero che almeno la raggiunga e se la morda con ferocia :X. "Uaf! Uaf!" "Wuì wuì wuì!"
Così fino alle sei, quando iniziano a passare i vari venditori ambulanti, quello del pane fischiando forte, non sia mai che la signora resti senza pane e debba camminare sino alla rivendita; quello dell'aglio (Ahoooo!!! Ahooooooo) quello della cipolla (Seboooojaaaa!), quello delle immondizie, che batte un ferro contro il metallo del camion :-x, quella del burro (Mantequillaaaa!) e molti altri con una varietà inimmaginabile di verdure e alimenti, oggetti e tessuti, servizi di distribuzione e servizi di raccolta. Si alternano alla perfezione con i rumoristi già all'opera: Porcavacca! Mantequillaaaa! Wuì wuì wuì!
Il viaggiatore ascolta insonne, immobile nella sua cameretta, convertendo mentalmente le parole gridate di questa cultura commerciale in una risposta fatta di proprie spietate aggressioni, agguati, cacce al mercante con la spada, la fiocina o il cannone: e sono le sette.
Iniziano intorno a quell'ora a farsi sentire i motori. Oh, non i motori sofisticati, silenziosi e supercontrollati delle nostre strade. Giganteschi diesel del Quaternario sfiorano l'Apocalisse ad ogni accelerata, e così torna alla mente Zio Paperone che lottava contro le cannonate dei Bassotti mettendo a tutto volume sul grammofono il "fortissimo crescendo" dalla Sinfonia "Eruzione del Vesuvio". Ruuummbb Gruuuugggh Come grazioso sottofondo, moto lasciate ... in moto non si sa perché, ma certo non per farle riscaldare (siamo a 26 gradi all'alba) squittiscono tra mille spernacchiamenti Vrrrrr Hruoòòònnng Vrrr Quasi contemporaneamente entrano in gioco quelli che si stanno costruendo la casa pezzetto per pezzetto, in proprio. Battono, picchiano, sfregano, creano una infinità di suoni con poche variazioni di ritmo e intensità: e il viaggiatore, con gli occhi sbarrati, si chiede come mai per poggiare un mattone sull'altro aggiungendo poco legante occorra fare tutto quello strepito di colpi e mazzate. Vrrrrr Hruooòòonnng Klokk Klakk Kikkirìkki Ruuummbb Gruuuugggh
Mentre il nostro viaggiatore (non chiamatelo turista, si offende) così si interroga, entrano in azione quelli che dal chiuso della sua stanzetta egli immagina come sfaccendati. Costoro fan rotolare bidoni metallici, trascinano cani riottosi che non vogliono proprio saperne, montano (e qui la fantasia del viaggiatore, che nulla vede e tutto ode, è costretta a galoppare) su carri metallici pieni di maiali legati e terrorizzati, lanciati a tutta velocità per strade ripide e sconnesse urlando perché gli si faccia strada, maledicendo chi non si scosta e sbandando tra mille pietre, buche, pozze, ostacoli e forse cadaveri, .
Ma alle sette e mezza escono finalmente in strada le donne, socievoli, felici, si chiamano a gran voce da un quartiere all'altro come da due diversi continenti, urlano ordini ai figli, riprendono i mariti, i quali a loro volta lanciano grida bestiali, ridono a gran volume, mentre nessuno dei suoni precedenti accenna a spegnersi, il tutto con perfetta alternanza, che non compaia un solo "buco" di orrendo silenzio KlokkKlakk Kikkirìkki Ruuumm Uèsaaaaughé Vrrrrr Hruooonnng bb Gruuuugggh fh fh Ramòòòn Uaf Uaf Uaf.
Ma alle otto arriva la lavandaia, apre quello che dalla sua cameruccia il nostro viaggiatore (non chiamatelo turista, se la prende) immagina un getto, una cascata disordinata che cadendo da 50 metri va a colpire e rimbalzare contro un vasto recipiente metallico: rimbomba il palazzo, dieci minuti di panico, sarà inondazione? poi improvvisamente si spegne Kikkirìkki Wuì wuì wuì ma riprende quasi subito Kikkirìkki Ruuummbb Gruuuugggh ricominciando daccapo - evidentemente si tratta di un recipiente gemello - il nostro viaggiatore (non chiamatelo turista, evitare, reagirebbe male) si rallegra di stare almeno al primo piano, quantomeno non morirà affogato, ma intanto sono apparse le musiche, bassi di reggaeton che traversano l'aria come eterei bisonti e vanno tutti a finire, così pare, proprio contro le pareti della cameretta squassandole a rischio cedimenti e crollo.
Ma accorrono in soccorso altri suoni, battiti, colpi difficilissimi da interpretare, che sarà mai questo Spliashtt ? Una mamma abbrutita starà chissà perché sbattendo la testina del figlioletto sul corpo di una gallina spennata ed umidiccia? Un pazzo sta tirando dal tetto sul selciato enormi quantità di polipi, seppie, calamari? Un pullman ha investito con violenza un tranquillo bisonte mentre brucava in mezzo alla strada?
Non vi è risposta, mentre inizia l'orgogliosa pioggia dei clacson, bitonali, politonali, cadenzati, sembra di stare a Londra sotto le V2, Hiroshima appare come un porto tranquillo, e il nostro viaggiatore (non chiamatelo turista, sia mai) porta la sua attenzione sul raccoglitore di bottiglie, che par godere nello spostarle meticolosamente, una ad una da un recipiente sonoro ad un altro ancor più sonoro, o su quel tale che bussa a tutte le porte recando bollette, si spera, micidiali, o su quel treno deragliato che ha certo demolito la casa dell'angolo tra le urla disumane dei presenti e i Kikkirìkki Ruuumm Uèsaaaaughé Vrrrrr Hruooonnng Mbmbmb Gruuuugggh Fh Fh Ramòòòn Uaf Uaf Uaf.Klokk Klakk Kikkirìkki Ruuummbb Gruuuugggh

Caro Kiappo, Marinetti era un dilettante e l'intonarumori di Russolo un ridicolo giocattolino. Posso ora dirlo con certezza.
 
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