Aborto: una facile soluzione? (1 Viewer)

JOACKIN

joakin
Aborto: una facile soluzione?

BILL era cresciuto con la convinzione che l’aborto fosse un grave peccato, alla stregua dell’omicidio. Tuttavia quella posizione ferrea e maturata negli anni si ammorbidì nel 1975, quando la questione lo toccò da vicino. Victoria, la sua ragazza, era rimasta incinta e lui non se la sentiva di assumersi la responsabilità del matrimonio e dei figli. “Scelsi velocemente una facile scappatoia”, ammette Bill, “e dissi a Victoria che doveva abortire”.
Quella che Bill considerava una facile scappatoia a una gravidanza inaspettata e indesiderata è una realtà piuttosto comune. Uno studio del 2007 riferisce che nel 2003 in tutto il mondo ci sono stati 42 milioni di aborti procurati. Le donne che abortiscono sono di ogni razza e nazionalità, provengono dai più svariati ambienti religiosi e differiscono in quanto a reddito, istruzione ed età (dalla pubertà alla menopausa). E voi come reagireste di fronte a una gravidanza indesiderata? Perché così tante persone scelgono l’aborto?
“Non vedevo altra soluzione”

“Avevo appena affrontato una terribile gravidanza e un parto difficile, seguito da un periodo di forti tensioni a livello familiare ed economico”, racconta una donna di 35 anni. “Sei mesi dopo aver partorito ero di nuovo incinta. Decidemmo di abortire. Dentro di me sapevo che era sbagliato ma non vedevo altra soluzione”.
Una donna può decidere di abortire per vari motivi: perché ci sono problemi economici o magari perché la relazione è finita (forse a causa di violenze subite) e di conseguenza lei non desidera avere più alcun vincolo nei confronti dell’uomo a cui era sentimentalmente legata. Oppure la gravidanza semplicemente non rientra nei piani della donna o della coppia.
A volte si decide di abortire per difendere la reputazione. È il caso di cui parla la dott. Susan Wicklund in un suo libro sull’argomento. (This Common Secret—My Journey as an Abortion Doctor) Una sua paziente che voleva abortire ha ammesso: “I miei genitori sono molto religiosi. . . . Se avessi un bambino senza essere sposata, loro perderebbero la rispettabilità. Sarebbe come dire a tutti i loro amici che hanno una figlia peccatrice”.
Dopo di che la Wicklund ha detto alla ragazza: “D’accordo, quindi ai loro occhi hai peccato. Ma loro come considerano l’aborto?” Lei ha fatto questa ammissione: “Oh, l’aborto è assolutamente imperdonabile ma dato che resterebbe un segreto è comunque il male minore. Se abortisco, gli amici [dei miei genitori] che vanno in chiesa non lo sapranno mai”.
A prescindere dalla situazione, quella di porre fine a una gravidanza di solito non è una decisione facile. È spesso estremamente sofferta. Ma l’aborto è forse una soluzione priva di conseguenze?
Valutate le conseguenze

Da uno studio condotto nel 2004 su 331 donne russe e 217 donne americane è emerso che circa la metà di loro (di entrambi i gruppi) soffriva emotivamente dopo aver abortito. Quasi il 50 per cento delle donne russe e l’80 per cento delle americane si sentivano “in colpa” per aver interrotto la gravidanza. Oltre il 60 per cento delle donne americane ‘non riusciva a perdonarsi’. Dato che il senso di colpa è un sentimento così comune, perfino tra le donne che non si considerano religiose, perché così tante ragazze decidono comunque di abortire?
Spesso si abortisce a causa di notevoli pressioni. I genitori, il marito o qualche amico benintenzionato potrebbero suggerire l’aborto come il minore fra due mali. Questo può portare a prendere una decisione frettolosa e poco consapevole. “Tuttavia”, come spiega la dott. Priscilla Coleman, esperta in materia di rischi per la salute psichica legati all’aborto, “dopo che il forte stress per la decisione presa è passato e dopo l’interruzione della gravidanza, nella donna avviene una ripresa a livello psicologico, anche se spesso accompagnata da sensi di colpa, tristezza e rimorso”.
Il rimorso spesso si fonda su questo interrogativo: l’aborto mette effettivamente fine a una vita? Un rapporto sull’argomento stilato da un gruppo di esperti del South Dakota ha rivelato che molte donne incinte che hanno deciso di abortire “erano state portate a pensare erroneamente che si trattava di rimuovere solo ‘un ammasso di tessuti’, e hanno raccontato che se solo fosse stata detta loro la verità non avrebbero abortito”.
Dopo aver valutato le “sconvolgenti e strazianti testimonianze” di 1.940 donne che avevano abortito, il rapporto concludeva: “Molte di queste donne sono arrabbiate e afflitte per la perdita di un figlio che a detta di qualcuno non è mai esistito”. E aggiungeva che “la consapevolezza di aver ucciso il proprio bambino ha sulla donna degli effetti devastanti”.
Ma qual è la verità? L’aborto consiste semplicemente nel rimuovere un ammasso di tessuti dal corpo di una donna incinta? Il nascituro che si trova nel grembo materno è veramente una persona?

ABORTIRE O NON ABORTIRE

04.jpg
Uno studio del 2006 ha esaminato la vita di molte donne rimaste incinte da adolescenti. Metà di queste aveva avuto il bambino, l’altra metà aveva abortito. Lo studio ha concluso che “le ragazze che si erano tenute il bambino avevano minori probabilità di dover ricorrere a un aiuto psicologico, di soffrire di disturbi del sonno e di fumare marijuana rispetto alle ragazze che avevano abortito”. — Journal of Youth and Adolescence.
04a.jpg
Un altro rapporto ha fornito “i risultati di quattro studi molto estesi compiuti a livello mondiale”. Cos’è emerso da questi studi? “Fra le donne che avevano una storia di aborto alle spalle c’era un’incidenza maggiore di problemi psichici che fra le donne senza una storia di aborto”. — Rapporto sull’Aborto della South Dakota Task Force del 2005.

 

Stige

Forumer attivo
Già il titolo di apertura del 3d non mi è piaciuto per niente.
Ho letto quanto è stato copiato/incollato e più leggevo più mi incaxxavo.
Io non credo sia giusto neppure il solo permettersi di giudicare qualsiasi comportamento che noi benpensanti non condividiamo.
Non trovo neppure giusto permettersi di inserire dati statistici sul cosa una donna prova nel compiere un atto simile e sul cosa possa capitarle psicologicamente “dopo”.
Studi? Rapporti? Verita? Ma chi detiene la verità assoluta?
L’unica verità è che molte donne si trovano da SOLE a decidere di fronte ad un aborto.
Non voglio e non posso scendere nel perché questo passo debba accadere.
E mi piacerebbe veramente tanto che venisse affrontato non solo il dramma ma anche la solitudine di donne trattate molte volte solo come prostitute, che si vergognano di chiedere aiuto, che abbassano la testa di fronte a domande inopportune e feroci.
Tu cosa sai?
Niente.
Solo un vuoto, assordante ed inutile niente.
 

JOACKIN

joakin
Quando inizia la vita?

“LA MIA madre biologica aveva 17 anni ed era incinta di sette mesi e mezzo quando decise di abortire con una soluzione salina”, racconta Gianna.* E aggiunge: “Io sono la persona che non doveva nascere. Invece di morire sono sopravvissuta”.
Questa è la testimonianza che nel 1996 Gianna, una ragazza di 19 anni, rese davanti a un comitato governativo americano sul soggetto dell’aborto. Nei sette mesi e mezzo in cui Gianna era rimasta nel grembo materno le parti del suo corpo si erano chiaramente sviluppate. Con tutta probabilità converrete che Gianna era davvero una persona, dato che ha continuato a vivere come tale anche al di fuori dell’utero.
Ma che dire di Gianna quando era un embrione di cinque settimane, lungo un centimetro? È vero che le parti del suo organismo non si erano ancora completamente formate, ma era già iniziato il processo che avrebbe portato allo sviluppo del sistema nervoso, incluso il cervello. Il suo cuore, pulsando a una frequenza di 80 battiti al minuto, pompava il sangue attraverso i vasi sanguigni. Pertanto, se nell’utero Gianna era una persona dopo sette mesi e mezzo, non sarebbe logico concludere che lo era anche dopo cinque settimane, pur non essendo ancora pienamente sviluppata?
Il miracolo del concepimento

Lo sviluppo di tutte le parti di un embrione inizia al concepimento, quando l’ovulo (o cellula uovo) femminile viene fecondato dallo spermatozoo maschile. Grazie ai progressi della tecnologia, gli scienziati sono riusciti a osservare gli straordinari cambiamenti che avvengono nel nucleo dell’ovulo fecondato. Le molecole che compongono il DNA (acido desossiribonucleico) del padre e della madre si uniscono per dare origine a una vita che prima non esisteva.
07.jpg
Un embrione di cinque settimane non è un semplice ammasso di tessuti: ha in sé il potenziale per lo sviluppo di tutti gli organi di un adulto

Questa singola cellula iniziale dà il via al processo veramente miracoloso che porterà alla formazione di un essere umano completo. Il modo in cui si articola questo processo viene deciso dai geni, che sono segmenti di DNA. I geni determinano praticamente tutto di noi: l’altezza, i lineamenti, il colore degli occhi e dei capelli e migliaia di altre caratteristiche.
Dopo ciò, man mano che la cellula originale si divide, l’intero patrimonio genetico viene duplicato in ogni nuova cellula. È sorprendente il fatto che ciascuna di queste cellule abbia in sé tutte le informazioni per differenziarsi nelle cellule di cui c’è bisogno. Ciò comprende le cellule cerebrali, quelle del tessuto cardiaco, delle ossa, della pelle e perfino quelle della membrana trasparente degli occhi. Questo lavoro di “programmazione” iniziale mediante cui da una cellula originale si sviluppa una persona assolutamente unica è stato spesso definito, a ragione, “un miracolo”.
“Dal momento in cui si forma la prima cellula, viene stabilito il programma che caratterizzerà la crescita e lo sviluppo di una persona per tutta la vita”, ha detto David Fu-Chi Mark, noto biologo molecolare. E ha concluso: “Non c’è più alcun dubbio: dal preciso istante in cui avviene la fecondazione ogni essere umano è straordinariamente unico”.
C’è una persona nel grembo materno?

Da quando avviene il concepimento il bambino non è semplicemente un tessuto aggiuntivo della madre, ma un individuo a sé. L’organismo della madre lo considera un corpo estraneo. Se non fosse per l’ambiente protetto che si crea all’interno dell’utero, verrebbe prontamente rigettato. Questa nuova vita, che una membrana protettiva separa dalla madre, è una persona con un codice genetico a sé.
Alcuni affermano che a causa di anomalie il corpo di una donna abortisce spontaneamente molti ovuli fecondati, e perciò si chiedono perché mai un medico non dovrebbe interrompere una gravidanza. Tuttavia c’è una grande differenza fra una morte accidentale e un omicidio volontario. In un paese sudamericano 71 bambini su 1.000 non raggiungono il primo anno di età. Ma sarebbe accettabile uccidere un bambino che ha meno di un anno solo perché ne muoiono così tanti in modo prematuro? Ovviamente no!
È interessante notare che secondo la Bibbia quello che si trova nel grembo materno è già un essere umano. Rivolgendosi a Dio, il salmista Davide scrisse: “I tuoi occhi videro perfino il mio embrione, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti”. (Salmo 139:16) Davide non dice semplicemente “un embrione”, ma “il mio embrione”, a indicare con accuratezza che la sua vita aveva avuto inizio al concepimento, molto prima della nascita. Sotto ispirazione divina, Davide rivelò inoltre che al concepimento lo sviluppo delle parti del suo corpo era avvenuto secondo un piano preciso, ovvero delle istruzioni “scritte” nei minimi dettagli, cosa che lo aveva reso la persona che era.
Inoltre la Bibbia non dice che una donna concepisce un ammasso di tessuti. Piuttosto afferma: “È stato concepito un uomo robusto!” (Giobbe 3:3) Anche questo fa capire che, secondo la Bibbia, un bambino è una persona sin dal concepimento.

* L’aborto salino consiste nell’iniettare nell’utero della madre una soluzione salina tossica che il bambino ingerisce morendo in genere nel giro di due ore. Dopo circa 24 ore inizia il travaglio e la madre partorisce un bambino morto o, in alcuni casi, in fin di vita.
 

Ignatius

sfumature di grigio
È interessante notare che secondo la Bibbia quello che si trova nel grembo materno è già un essere umano. Rivolgendosi a Dio, il salmista Davide scrisse: “I tuoi occhi videro perfino il mio embrione, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti”. (Salmo 139:16) Davide non dice semplicemente “un embrione”, ma “il mio embrione”, a indicare con accuratezza che la sua vita aveva avuto inizio al concepimento, molto prima della nascita. Sotto ispirazione divina, Davide rivelò inoltre che al concepimento lo sviluppo delle parti del suo corpo era avvenuto secondo un piano preciso, ovvero delle istruzioni “scritte” nei minimi dettagli, cosa che lo aveva reso la persona che era.
Inoltre la Bibbia non dice che una donna concepisce un ammasso di tessuti. Piuttosto afferma: “È stato concepito un uomo robusto!” (Giobbe 3:3) Anche questo fa capire che, secondo la Bibbia, un bambino è una persona sin dal concepimento.

Mi è sfuggito il punto in cui la Bibbia dice che un embrione è una persona, ma si vede che non sono un buon lettore.

In compenso ricordo che la Bibbia, e Gesù stesso, non spesero una parola contro la schiavitù.

Se anche ci fosse scritto qualcosa sulla difesa degli embrioni, varrebbe veramente la pena di leggere e praticare la Bibbia senza contestualizzarla?

Basta, lascio e propongo di lasciare la parola alle donne.
Ah, no, scusate: secondo la Bibbia, le donne... evualà un po' di copia-incolla:



Divieto di portare i pantaloni (e di essere scozzesi):
La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio. (Deuteronomio 22,5)


Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore...


come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore

...infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 1-Corinzi 11,8 NT
 

JOACKIN

joakin
Mi è sfuggito il punto in cui la Bibbia dice che un embrione è una persona, ma si vede che non sono un buon lettore.

In compenso ricordo che la Bibbia, e Gesù stesso, non spesero una parola contro la schiavitù.

Se anche ci fosse scritto qualcosa sulla difesa degli embrioni, varrebbe veramente la pena di leggere e praticare la Bibbia senza contestualizzarla?

Basta, lascio e propongo di lasciare la parola alle donne.
Ah, no, scusate: secondo la Bibbia, le donne... evualà un po' di copia-incolla:



Divieto di portare i pantaloni (e di essere scozzesi):
La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio. (Deuteronomio 22,5)


Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore...


come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore

...infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 1-Corinzi 11,8 NT


Poiché l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo, 9 e, per di più, l’uomo non fu creato a causa della donna, ma la donna a causa dell’uomo. 10 Per questo la donna deve avere un segno di autorità sul capo a motivo degli angeli.




Mogli, siate sottomesse ai [vostri] mariti, come si conviene nel Signore. 19 Mariti, continuate ad amare le [vostre] mogli e non siate amaramente adirati con loro. 20 Figli, siate ubbidienti ai [vostri] genitori in ogni cosa, poiché questo è gradito al Signore. 21 Padri, non esasperate i vostri figli, affinché non si scoraggino. 22 Schiavi, siate ubbidienti in ogni cosa a quelli che sono i [vostri] signori in senso carnale, non con atti di servizio per l’occhio, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, nel timore di Geova. 23 Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini, 24 poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità. Siate schiavi del Signore, Cristo. 25 Certamente chi fa torto riceverà ciò che avrà fatto a torto, e non c’è parzialità.
 

Stige

Forumer attivo
Scienziati, miracoli, testimonianze e testimoni, salmi, statistiche.
Parole vuote di fronte, è vero, al miracolo della vita.
Parliamo della vita allora, parliamo del perché, parliamo del dolore.
In questo gesto c’è tutto il dolore di una madre che madre MAI DIVERRA’ !!!
Forse anche concetti giusti e interessanti, buttati nel calderone di un forum, copiati e incollati con la ciecità tipica di chi non vuole vedere e non vuole sentire.
Mi spiace, forse ne avrei parlato, mi sarebbe piaciuto parlarne, ma penso che sia inutile parlare con i sordi.
Come diceva quella Persona?? “dare perle ai….”
In tutto questo dramma nessuno ha MAI VERAMENTE letto cosa si cela negli occhi di una ragazza che sta per perdere ciò che avrebbe più amato nella vita, e che nella sua vita mai si perdonerà.
Metodi di aborto, soluzioni saline, drammi su drammi.
Un po’ come essere lapidati, vero Joackin?
Solo che la lapidazione nel vostro mondo superficiale e ottuso dura il tempo di morire, nella donna la lapidazione dura tutta la sua vita.
Non tornerò più a spercare parole nel buio della ragione.
Brunella B.
 

JOACKIN

joakin
Perché abbiamo deciso di non abortire

VICTORIA, menzionata nel primo articolo, disse a Bill, il suo ragazzo, che non avrebbe abortito. “Sentivo che dentro di me c’era una vita”, dice Victoria. “Mi resi conto che, se fossi rimasta con Bill, lui non mi avrebbe sostenuta, e così lo lasciai”.
In seguito, però, Bill cambiò atteggiamento e chiese a Victoria di sposarlo. Ma prendersi cura del bambino sembrava un’impresa immane. “Non avevamo la macchina, eravamo senza soldi, avevamo qualche vestito e poco altro”, racconta Victoria. “Bill guadagnava poco e vivevamo in una casa popolare, ma stringemmo i denti”.
Anche altri si sono ritrovati in circostanze avverse a motivo di una gravidanza non cercata, ma hanno comunque deciso di non abortire. Cos’ha permesso loro di attenersi alla decisione presa e di affrontare le tensioni legate all’allevare un figlio la cui nascita non era pianificata né tanto meno voluta? La chiave è stata seguire i saggi consigli contenuti nella Bibbia.
Non siate precipitosi: pianificate

La Bibbia fa questa saggia osservazione: “I piani del diligente sono sicuramente per il vantaggio, ma chi è frettoloso va sicuramente verso l’indigenza”. — Proverbi 21:5.
Connie, madre di tre ragazzi fra cui uno disabile, al pensiero di avere un altro figlio fu presa dallo sconforto. “Non ci voleva un’altra bocca da sfamare”, dice. “Per cui pensammo all’aborto”. Ma prima di prendere una decisione affrettata, Connie si confidò con Kay, una collega. Kay l’aiutò a capire che portava in grembo una persona e questo la fece tornare sui suoi passi.
Tuttavia Connie aveva bisogno di aiuto pratico per pianificare le cose. Aveva una zia che abitava nelle vicinanze, e Kay le suggerì di contattarla. La zia si disse felice di darle una mano. Oltre a ciò, il marito di Connie iniziò ad accettare qualche lavoro in più, e si trasferirono in un appartamento meno costoso. In questo modo riuscirono a prendersi cura del nuovo arrivato.
Kay aiutò Connie anche a trovare un centro che offre assistenza a chi deve affrontare una gravidanza non prevista. In molti paesi esistono centri o consultori di questo tipo che offrono aiuto a madri in difficoltà. Si possono trovare accedendo a Internet o consultando l’elenco telefonico. Per ricevere aiuto occorre fare uno sforzo, ma sono “i piani del diligente” a portare buoni risultati.
 

JOACKIN

joakin
Scienziati, miracoli, testimonianze e testimoni, salmi, statistiche.
Parole vuote di fronte, è vero, al miracolo della vita.
Parliamo della vita allora, parliamo del perché, parliamo del dolore.
In questo gesto c’è tutto il dolore di una madre che madre MAI DIVERRA’ !!!
Forse anche concetti giusti e interessanti, buttati nel calderone di un forum, copiati e incollati con la ciecità tipica di chi non vuole vedere e non vuole sentire.
Mi spiace, forse ne avrei parlato, mi sarebbe piaciuto parlarne, ma penso che sia inutile parlare con i sordi.
Come diceva quella Persona?? “dare perle ai….”
In tutto questo dramma nessuno ha MAI VERAMENTE letto cosa si cela negli occhi di una ragazza che sta per perdere ciò che avrebbe più amato nella vita, e che nella sua vita mai si perdonerà.
Metodi di aborto, soluzioni saline, drammi su drammi.
Un po’ come essere lapidati, vero Joackin?
Solo che la lapidazione nel vostro mondo superficiale e ottuso dura il tempo di morire, nella donna la lapidazione dura tutta la sua vita.
Non tornerò più a spercare parole nel buio della ragione.
Brunella B.





Il cuore calmo è la vita dell’organismo carnale, ma la gelosia è marciume alle ossa



Il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso, ma a causa della pena del cuore c’è lo spirito abbattuto.
 

Stige

Forumer attivo
lo hai già copiato/incollato ieri alle 9:09.
diventi un pò ripetitivo.
altre novità di rilievo e che abbiano un senso?
per esempio, sai come sarà il tempo nel we ?
 

JOACKIN

joakin
Accettate il fatto che si tratta di una vita

“Riguardo a qualunque saggio”, dice la Bibbia, “ha gli occhi in testa; ma lo stupido cammina in assolute tenebre”. — Ecclesiaste 2:14.
07a.jpg
Stephanie riuscì a decidere grazie a un’ecografia che mostrava il suo bambino di due mesi
(La linea azzurra è nostra)

Una donna veramente saggia non chiude gli occhi alla realtà, o per così dire non ‘cammina nelle tenebre’. “Ha gli occhi in testa”, ovvero al servizio delle sue facoltà intellettive. Questo le permette di valutare attentamente le conseguenze delle sue azioni. Pertanto, a differenza di chi decide di ignorare la realtà di ciò che sta accadendo dentro di sé, la donna saggia mostra sincera compassione e protegge l’embrione che ha in grembo.
Stephanie, una ragazza che era rimasta incinta e pensava di abortire, grazie a un’ecografia vide il bambino di due mesi che era dentro di lei. “Scoppiai a piangere”, spiega. “Dissi fra me: ‘Come ho potuto pensare di togliere una vita?’”
Anche Denise, una ragazza incinta e non sposata, accettò il fatto che quello che aveva in grembo era una persona. Quando il suo ragazzo le diede i soldi e le disse di sistemare la cosa, Denise replicò: “Dovrei abortire? Non potrei mai fare una cosa del genere!” Così si rifiutò di uccidere il suo bambino.
Il timore degli altri

Una donna che prendesse in considerazione l’idea di abortire perché qualcuno la spinge in quella direzione farebbe bene a riflettere su questo proverbio biblico: “Chi teme gli uomini si mette in una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro”. — Proverbi 29:25, CEI.
Monica, una diciassettenne, rimase incinta proprio quando stava per iniziare una scuola per il commercio. La madre, vedova con cinque figli, ne fu sconvolta. Desiderava che la figlia imparasse un mestiere che le permettesse di venir fuori dalla povertà. In preda alla disperazione, la madre fece pressioni su Monica affinché abortisse. “Quando il medico mi chiese se ero decisa ad abortire”, racconta Monica, “gli dissi un secco no”.
Sconcertata all’idea che il futuro promettente di Monica stava andando in fumo e immaginando lo stress che un altro bambino avrebbe portato, sua madre la costrinse ad andarsene di casa. Monica andò a stare da una zia. Dopo qualche settimana, la madre si calmò e le permise di tornare a casa per avere il bambino. La aiutò a prendersi cura del piccolo Leon e finì per volergli un gran bene.
Una donna sposata di nome Robin subì pressioni da una fonte diversa. “Il medico mi curò per un’infezione a un rene e solo in seguito gli esami rivelarono che ero incinta”, spiega Robin. “Mi venne detto che c’erano forti probabilità che il bambino nascesse con un grave ritardo mentale”. Il medico la incoraggiò ad abortire. “Gli spiegai qual era il punto di vista della Bibbia sulla vita”, dice Robin. “Gli dissi che non potevo assolutamente abortire”.
Anche se la preoccupazione del medico era comprensibile, non c’erano rischi immediati per la vita di Robin.* “Quando nacque mia figlia”, aggiunge Robin, “dagli esami risultò che era solo leggermente ritardata e aveva una lieve paralisi cerebrale. Oggi non presenta grandi problemi. Ha 15 anni e legge sempre meglio. Le voglio un bene grandissimo e più volte al giorno esprimo a Geova la mia gratitudine”.
 

Users who are viewing this thread

Alto