Abolite le province: FALSO (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Abolizione delle Provincie. A prima vista potrebbe essere una presa in giro.




Giuseppe Sandro Mela.

Approvato al Senato della Repubblica, il ddl Del Rio dovrà essere convertito in legge in tempi rapidi.
Sono però molti i dubbi.
Cerchiamo di ragionare.
É vero che grosso modo 3,000 consiglieri resteranno disoccupati, e si potrebbe dire che solo quei 3,000 italiani piangeranno su di loro. Ma è anche vero che la riforma genererà alcune decine di migliaia di altri “posti“: effetto collaterale non certo gradito.
Però, se non si cambiassero le leggi e le normative che imponevano un certo tipo di iter e compiti alle passate Provincie, resterebbe pur tuttavia in essere tutta una lunga serie di incombenze che necessariamente dovrebbero essere trasferite ad altri enti: chiamali Regioni, Città Metropolitane o Comuni non cambierebbe altro che il nome e l’indirizzo cui il Cittadino dovrebbe rivolgersi, trovandosi di fronte gli stessi identici funzionari che prima lavorano per le Provincie. E, verosimilmente, anche qualcuno di più.
La vera riforma consisterebbe nell’abolizione di leggi, normative e procedure attualmente di competenza provinciale, con un sostanziale snellimento degli iter burocratici.
Cambiare tutto per non cambiare nulla?

Yahoo. 2014-03-26. Da Province a Città Metropolitane. Svolta o gioco di prestigio?
Approvato al Senato il Ddl Del Rio: è la seconda tappa del progetto di eliminazione del termine “province” dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione. La norma presentata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ed ex ministro degli Affari Regionali, trasforma le province in enti di secondo livello (con compiti minimi di pianificazione), rende meno complessa la disciplina delle Unioni di Comuni (agevolando così le fusioni) e istituisce la creazione delle Città Metropolitane.
Da Lobby d’Italia: la Sicilia abolisce le Province o le “rinomina”?
Non si tratta di un’abolizione delle amministrazioni provinciali, ma di uno “svotamento” delle medesime. Il governo, infatti, vuole convertire i Consigli delle province in assemblee di sindaci. Ciò implica, ovviamente, anche la revoca delle elezioni provinciali, a partire dall’anno in corso.
Verrà quindi a crearsi un nuovo ente, che sarà governato dai rappresentanti dei comuni e dotato di scarsa autorità decisionale. In questo modo la giunta non esiste più, e i “ nuovi consigli” avranno come presidente un sindaco, eletto con un sistema di voto ponderato dall’assemblea dei primi cittadini. Il Consiglio provinciale sarà composto dai sindaci di comuni con piu’ di 15.000 abitanti e dal presidente delle Unioni di Comuni del territorio (con piu’ di 10.000 abitanti).
Nasceranno, poi, le Città Metropolitane che suppliranno a molti compiti svolti in precendenza dalle amministrazioni provinciali. Le nuove strutture amministrative, secondo il dispositivo, dovrebbero essere ubicate a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria (Roma capitale avrà uno statuto speciale). Si occuperanno di servizi pubblici, trasporti, viabilità e di sviluppo economico. ll ddl Del Rio prevede che le Città Metropolitane, dopo un iter di elaborazione dei nuovi statuti, prendano definitivamente il posto delle province. Il termine dell’iter ha una data precisa: 1 luglio 2014.
Come sarà strutturata la Città Metropolitana? Avrà un sindaco; un consiglio metropolitano e una conferenza metropolitana. Il sindaco metropolitano e’ il primo cittadino del comune capoluogo. Questo formerà, insieme ai primi cittadini di tutti i municipi con piu’ di 15mila abitanti e ai presidenti delle Unioni di Comuni con piu’ di 10mila abitanti, il consiglio metropolitano. A quest’ultimo si affiancherà una conferenza metropolitana, formata dall’insieme dei sindaci. Il territorio di competenza della Città Metropolitana avrà competenze territoriali sull’area della “vecchia” provincia, salvo la facolta’ di 1/3 dei comuni tra loro confinanti o di un numero di comuni che rappresentino 1/3 della popolazione di non aderire.
Per Roma il discorso è differente. La Città’ Metropolitana di Roma Capitale dovrebbe subentrare sia al Comune sia alla Provincia di Roma. Dovrebbe estendersi sull’attuale territorio di Roma capitale e sui comuni della provincia confinanti con esso (questa estensione necessita la conferma di Roma capitale e dei singoli comuni).
Le voci critiche sul provvedimento Del Rio non sono mancate. A molti è parsa una misura confusa, che porterà caos nella pubblica amministrazione e non pochi ostacoli burocratici dai costi elevati. Inoltre, nel testo non è prevista nessuna cancellazione delle province, ma un loro contenimento e una revisione del loro ruolo istituzionale.
Secondo la Corte dei Conti, poi, il risparmio immediato generato dall’intera operazione ammonterebbe a 35 milioni di euro. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha parlato, invece, di quasi 2 miliardi di spesa in meno. Ma forse sono dati a lungo termine, difficile da comprendere oggi.
Per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, questa è un’occasione storica da non perdere : “Se passa la nostra proposta sulle province 3000 politici smetteranno di ricevere una indennità dagli italiani. La volta buona”. Tuttavia, segnaliamo che se il testo non sarà approvato entro il 5 aprile prossimo, potrebbe sorgere un nuovo problema: le Province da “cancellare” dovranno andare comunque ad elezioni. A quel punto, qualora il ddl fosse approvato dopo, ci troveremmo di fronte ad un incredibile pastrocchio burocratico, che avrebbe il suo costo per le tasche dei contribuenti.
 

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