A proposito: ieri ho sentito un pezzo di una intervista della leader di AFD (1 Viewer)

Ignatius

sfumature di grigio
forti con i deboli, deboli con i forti
Non credo sia (solo) quello.
Credo sia il "buonismo a tutti i costi", i mantra del tipo "la diversità è una risorsa".
Se non si accetta l'Islam si è razzisti, per cui gli si consente di mutilare i genitali delle femmine (o, quanto meno, di far finta che il problema non esista).
Se fossero Trump o Renzi o il Papa a considerare "normale" questa mutilazione...
 

f4f

翠鸟科
Non credo sia (solo) quello.
Credo sia il "buonismo a tutti i costi", i mantra del tipo "la diversità è una risorsa".
Se non si accetta l'Islam si è razzisti, per cui gli si consente di mutilare i genitali delle femmine (o, quanto meno, di far finta che il problema non esista).
Se fossero Trump o Renzi o il Papa a considerare "normale" questa mutilazione...


capisco
ma vuoi davvero che esprima per scritto quello che penso di chi ha una simile forma mentis, o ti basta averne una intuizione ?
 

ConteRosso

mod sanguinario
E' la 'cultura della resa' ben descritta da un giornalista negli anni '70* a proposito di un certo filocomunismo
qua c'è la simpatia per una cultura altra , ma il discorso è analogo : e non gli si fa un buon servizio ad accettare supunamente i loro costumi e a non difendere i nostri


*Federico Orlando 'la cultura della resa'
 

Ignatius

sfumature di grigio
capisco
ma vuoi davvero che esprima per scritto quello che penso di chi ha una simile forma mentis, o ti basta averne una intuizione ?
No, dài, credo di farcela.

E' la 'cultura della resa' ben descritta da un giornalista negli anni '70* a proposito di un certo filocomunismo
qua c'è la simpatia per una cultura altra , ma il discorso è analogo : e non gli si fa un buon servizio ad accettare supunamente i loro costumi e a non difendere i nostri
Eggià.
Anche quando si fanno i confronti storici "siamo stati noi stessi un popolo di migranti, e ora tocca a noi ospitare" ci si dimentica di dire che alcuni aspetti nefasti dell'essere italiani (es. la Mafia) e che hanno provato a mettere radici all'estero non sono stati accettati, bensì combattuti.
 

lupoalberto66

Forumer storico
Non credo sia (solo) quello.
Credo sia il "buonismo a tutti i costi", i mantra del tipo "la diversità è una risorsa".
Se non si accetta l'Islam si è razzisti, per cui gli si consente di mutilare i genitali delle femmine (o, quanto meno, di far finta che il problema non esista).
Se fossero Trump o Renzi o il Papa a considerare "normale" questa mutilazione...



E’ una fobìa. E’ il rifiuto dell’ indottrinato di rimettere in discussione i dogmi di cui è intriso.

La sua formazione è assolutista ed è impermeabile al confronto con altre scuole di pensiero, perciò, quando si palesa un elemento di disturbo che metta in dubbio il suo credo, semplicemente lo ignora, oppure scende al compromesso che per il suo ego è meno pericoloso.

Pertanto, se uno degli assiomi imprescindibili è che l’ “Islam deve essere accettato altrimenti si è razzisti”, si soprassiede al problema del velo, qualora collida in misura tale da mettere l’ assioma stesso a repentaglio.

Altre questioni vengono invece rimosse come problemi collaterali o incidenti di percorso, ad esempio il sorvolare (o minimizzare) sulle violenze sulla donna quando compiute da islamici, mentre quelle perpetrate da non islamici vengono (giustamente) condannate a gran voce (indicativa la gestione dei fatti di Colonia e di altre città tedesche il capodanno scorso, ad es.).


A monte c’è l’ incapacità di sopportare la caduta di autostima che conseguirebbe al crollo dell’ architettura ideologica sulla quale la propria esistenza è stata investita.
 

Ignatius

sfumature di grigio
Islam: Corte Ue, legittimo vietare velo al lavoro - Altre news - ANSA Europa


Islam: Corte Ue, legittimo vietare velo al lavoro
Ok a norma interna che bandisce segni politici o religiosi



BRUXELLES - "Il divieto di indossare un velo islamico, se deriva da una norma interna di un'impresa privata che vieta di indossare in modo visibile qualsiasi segno politico, filosofico o religioso sul luogo di lavoro, non costituisce una discriminazione diretta fondata sulla religione o sulle convinzioni personali": lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue pronunciandosi su un caso di una donna musulmana licenziata in Francia per essersi rifiutata di togliere il velo al lavoro.
La sentenza riguarda il caso di una donna musulmana, Samira Achbita, assunta nel 2003 come receptionist dall'impresa G4S in Belgio. All'epoca dell'assunzione, una regola non scritta interna alla G4S vietava ai dipendenti di indossare sul luogo di lavoro segni visibili delle loro convinzioni politiche, filosofiche o religiose. Nell'aprile 2006, la signora Achbita ha informato il datore di lavoro del fatto che intendeva indossare il velo islamico durante l'orario di lavoro. La direzione le ha comunicato che non sarebbe stato tollerato, in quanto portare in modo visibile segni politici, filosofici o religiosi era contrario alla neutralità cui si atteneva l'impresa nei suoi contatti con i clienti. La signora ha insistito, e l'azienda ha modificato il regolamento interno per mettere nero su bianco "il divieto ai dipendenti di indossare sul luogo di lavoro segni visibili delle loro convinzioni politiche, filosofiche o religiose e/o manifestare qualsiasi rituale che ne derivi". Dopo il rifiuto di rispettare la norma, la signora Achbita è stata licenziata, e ha contestato tale licenziamento dinanzi ai giudici del Belgio, che a loro volta hanno chiamato in causa la Corte Ue.
Secondo la Corte, che ha valutato il caso alla luce della direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, "la norma interna non implica una disparità di trattamento direttamente fondata sulla religione o sulle convinzioni personali". Potrebbe tuttavia, sottolinea la Corte, rappresentare una discriminazione "indiretta", qualora venga dimostrato che l'obbligo di abbigliamento neutrale comporta un particolare svantaggio per le persone che aderiscono a una determinata religione o ideologia. Ma anche in questo caso, la "discriminazione indiretta può essere oggettivamente giustificata da una finalità legittima, come il perseguimento, da parte del datore di lavoro, di una politica di neutralità politica, filosofica e religiosa nei rapporti con i clienti".



Questa volta va riconosciuto che l'Europa ha voluto mantenere la schiena dritta.
 

Ignatius

sfumature di grigio
Generalizzando un po':
- I Ragionieri sono gli Apostoli del Principio della Competenza in opposizione al Principio della Cassa: se si assume un impegno, occorre registrarne i costi anche se verranno pagati tra 1, tra 10 o tra 50 anni
- Gli Attuari sono i Maestri Zen delle Stime in condizioni di incertezza
- I Politici vendono spesso Sogni e Fumo; la realtà delle cose spesso dà loro fastidio, per cui fingono che Attuari e Ragionieri non esistano (come se mettere a tacere chi parla di alcuni fatti rendesse inesistenti tali fatti).


Che sia stato un disastro l'aver affidato i conti pubblici ai Politici anziché ai Ragionieri e agli Attuari l'ho già scritto più e più volte.
Ma c'è un fatto d'attualità che, con la bella stagione, si ripresenta, con pesanti conseguenze contabili accuratamente nascoste.

Una delle attuali, spudorate violazioni "politiche" alle regole contabili è la seguente:
- in Italia sbarcano decine di migliaia di immigrati non invitati
- l'accoglienza e la "gestione" (truffaldina o onesta: per ora non indaghiamo) di questi ospiti costano (malcontati) 4 miliardi l'anno
- in un mondo gestito con trasparenza, il Primo Ministro di turno spiegherebbe al Parlamento e al Popolo la necessità o forse la vantaggiosità di avere questi nuovi arrivi, e proverebbe pertanto a convincere tutti su come mai sia necessario che i contribuenti paghino 4 miliardi di tasse in più; oppure, alternativamente, spiegherebbe ai cittadini che dovranno rinunciare a servizi pubblici per 4 miliardi. Il Popolo, sensibile a tasse e a tagli di servizi, si farebbe un'idea in proposito, decidendo se la strada intrapresa sia giusta o sbagliata.

Nel mondo reale, accade una ignobile nefandezza.

La gestione dell'immigrazione costa miliardi, ma la folle preoccupazione del Governo / Parlamento è solo che i costi non vengano considerati nel parametro Deficit/PIL, sotto osservazione da parte delle Istituzioni Europee.
Altrettanto sciaguratamente, le Istituzioni Europee "concedono" questa malsana deroga all'Italia. Che bella cosa, ci trasformano in Sovrani!

Il messaggio implicito è: "Chi se ne frega dei costi dell'immigrazione: noi siamo autorizzati a sostenerli senza doverne rendere conto all'Europa e senza chiedere i correlati sacrifici ai nostri elettori. Questi costi non li pagherà chi ci ha votato, bensì le generazioni figure, sotto forma di future maggiori tasse o futuri minori servizi pubblici".




A questo punto, già che ci siamo, non sarebbe il caso di chiedere a Francia, Russia e Germania di trasferirci (pagandoci) un po' di rifiuti nucleari, da smaltire seppellendoli nel sottosuolo italiano, sigillati in modo approssimativo?
Con i proventi incassati si potrebbero fare felici gli elettori, nel breve termine.
I danni a lungo termine non graverebbero sui cittadini attuali, bensì a quelli che vivranno in Italia per le prossime centinaia o migliaia di anni.



Wiwa la Ragioneria!

Immigrati, ecco quanto ci costa davvero accoglierli
L'emergenza immigrati per l'Italia è un salasso: spesi 5 miliardi in due anni
 

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