A Milano muore il BOSCO DI GIOIA :-(( (1 Viewer)

george

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28 Dicembre 2005
Dario Fo dal Bosco di Gioia

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All'Isola, invece dei Re Magi, sono arrivate le ruspe.

"Siamo all’Isola, un quartiere storico di Milano.
Un mese fa con Franca avevo partecipato ad una manifestazione del rione. C’erano un gruppo di ragazzi e ragazzine che camminavano in equilibrio su alti trampoli.

Il maestro clown era un mio caro amico del quartiere. C’era la Banda degli Ottoni che sparava musica allegra. Eravamo più di mille a manifestare contro il progetto del Comune e della Provincia che hanno in programma di trasformare tutta quella zona in un ammasso di palazzi e grattacieli, per l’ammontare di ben un milione di metri cubi di fabbricato.

Una decina di ragazzi del gruppo degli Amici di Beppe Grillo, a mo’ di uomini sandwich, portavano indosso enormi lettere che componevano parole di sarcasmo, rivolte agli ideatori di quel mostro in cemento: una specie di drago sparapanzato sul terreno, con tanto di volute a mo’ di serpente che avrebbero schiacciato definitivamente il Bosco di Gioia, una piccola foresta affollata da alberi centenari, alcuni di loro molto rari.

Qualche giorno fa si era tutti a un dibattito in un cinema-teatro della Gronda Nord, anche qui per bloccare il progetto di uno scempio urbanistico e stradale, quando Michele Sacerdoti, uno dei più decisi sostenitori della lotta contro il deturpamento dell’Isola, leggeva entusiasta un documento, risultato di un ricorso, che bloccava la determinazione del Comune perché tutto il Bosco di Gioia fosse abbattuto e si iniziasse la messa in opera del cantiere.
Un coro di grida e applausi salutò questa splendida notizia.

Ma ecco che due giorni dopo Natale, invece di piantare l’Albero dei doni, arrivano degli operai, mandati dal Comune, con l’ordine di abbattere ogni pianta. Ad accogliere i cittadini che accorrono sdegnati c’è un rappresentante del Comune che esibisce un nuovo documento che annulla il precedente: “Si può abbattere.” Punto e basta.

Gli operai cominciano a togliere arbusti e stoppie intorno alle radici. Fra poco i tronchi saranno segati alla base. Verrà eseguita una condanna a morte per duecento alberi: l’unica oasi rimasta in Milano se ne va.
Ma gli abitanti, trattenuti al di là del recinto di ferro, s’accumulano attoniti, increduli. Un vecchio grida: “Assassini!”. Lo stridente rumore delle seghe a motore inizia un coro davvero insopportabile. Come preceduto da un cigolio simile a un lamento, ecco che cade il primo grande albero. I rami si sfasciano al suolo.

Un gruppo di ragazzini tenta di entrare, scavalcando la staccionata. Vengono inseguiti e ricacciati indietro. Ecco: arriva in bicicletta Michele Sacerdoti, l’indomito difensore di quegli alberi. È un uomo di cinquant’anni, ma agile e svelto come un ragazzino. Dribbla gli inservienti e gli operai e con facilità inaudita s’arrampica sul più gigantesco albero: una enorme magnolia, ancor carica di foglie. Sparisce fra le fronde e riappare lassù. I “boscaioli” non sanno che fare. Il dirigente del Comune grida, invitando l’intruso scalatore a scendere, altrimenti dovranno abbattere l’albero con lui sopra. Sacerdoti risponde sghignazzando: “Fate pure. Io di qui non mi muovo. Dovete abbattere anche me.”

Adesso la neve vien giù sempre più fitta. Un gruppo di ragazzi intona “Tu scendi dalle stelle”. Tutti ridono, perfino i “boscaioli” che si riparano sotto la grande magnolia a fumarsi una sigaretta.
Lunga pausa.
Poi di lì a poco ricomincia l’insopportabile cigolio delle motoseghe e uno dietro l’altro altri alberi cadono a terra, sollevando nugoli di neve."

Dario Fo

Postato da Beppe Grillo alle 16:45 in Ecologia |


Ruspe al Bosco di Gioia
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foto: ruspe al Bosco di Gioia

Infaticabili, gli amministratori-dipendenti di Milano tagliano gli alberi anche durante le feste.
Gli alberi sono quelli del piccolo Bosco di Gioia, tra i pochi sopravvissuti in una città di cemento, che assomiglia sempre di più al suo Cimitero monumentale.
Gli alberi sono molesti, perdono le foglie, le bacche. Sporcano.
Impediscono i parcheggi e quando nevica possono perfino danneggiare le auto in sosta con la caduta di qualche ramo.

Gli alberi di Gioia sono anche peggio degli altri.
Sono una testimonianza del verde che c’era una volta a Milano. Una testimonianza ingombrante, imbarazzante per i dipendenti FormigoniAlbertiniPenati.
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foto: veduta aerea Bosco di Gioia

Meglio cementificarli con un bel palazzo della Regione Lombardia.
Questo proprio a Milano dove in ogni portone ci sono cartelli con uffici in vendita o in affitto, dove interi palazzi sono vuoti. Dove gli alberi sono una rarità e quelli che ci sono sono moribondi (una buona ragione per tagliarli).
Dove da Piazza del Duomo a Piazza Castello non c’è un cespuglio, un albero.

Il Bosco di Gioia è un patrimonio dei milanesi, di cemento non ne vogliono più.
Oggi al Bosco di Gioia c’è un presidio per impedire la scomparsa di questa piccola oasi, ci sono dei cittadini milanesi, Dario Fo, il gruppo di Meetup di Milano.
Un uomo è salito su un albero.
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foto: uomo su un albero del Bosco di Gioia

Io non ci sono. Sono bloccato a Genova dalla neve, ma è come se fossi lì.
Coraggio. Beppe Grillo.


Postato da Beppe Grillo alle 14:17 in Ecologia
 

pb

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Evidentemente il casto e vergine Formigoni non avendo altro modo per sfogarsi lo fa con le motoseghe.
 

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