A che punto è la riforma della MacroEconomia e della Politica Economica? (1 Viewer)

f4f

翠鸟科

Ignatius

sfumature di grigio
Eravamo partiti da:



Evidentemente, se misurassimo il PIL annuo come incremento della ricchezza netta di uno Stato, ovvero
[(Somma del valore delle attività al netto delle passività a fine anno)
-
(Somma del valore delle attività al netto delle passività a inizio anno)],


gli Stati perderebbero parte dell'interesse a indebitarsi (riducendo le tasse e aumentando la spesa pubblica) anzi, se il denaro uscito dalle casse erariali fosse destinato a spese correnti (cibo, vacanze, massaggi ecc.) anziché a beni di utilizzo durevole (inventariabili: ponti, ferrovie...), l'aumento dei debiti così realizzato verrebbe misurato come un DEcremento di PIL.



Ora farei un'integrazione.
Premessa: se io stipulo una polizza previdenziale con Allianz, Generali o Zurich, a fronte dei quattrini che io verso alle compagnie vengono fatti investimenti e accantonate riserve.
Semplificando: io verso 100, e nel bilancio di Allianz compariranno i 100 euro tra le attività (tra gli investimenti fatti "per mio conto") e 100 euro tra le passività (le "Riserve Matematiche" che rappresentano l'impegno della compagnia nei miei confronti). Quando vado in pensione, la compagnia disinveste le attività e mi liquida le riserve. Di fatto, la Compagnia è un semplice "asset manager".

Ho pensato che l'Italia cresceva forte negli anni '50-'60, quando c'era il boom demografico. E adesso stagniamo.
Vuol dire che la crescita demografica fa crescere l'economia? Sì: nascono nuovi consumatori, si costruiscono case, si assumono insegnanti... ma la crescita demografica non può essere una risposta alla (apparente?) stagnazione: la crescita demografica non è sostenibile all'infinito (tranne per chi ha idee molto personali sull'infinito).
Negli anni '50-60, la percentuale di popolazione giovane era alta, tanta gente lavorava, i vecchi morivano relativamente presto, e quindi lo Stato poteva chiedere meno tasse ai cittadini per pagare pensioni e sanità agli anziani. Tutto sembrava sostenibile. Ma con che soldi?

Il bilancio dello Stato e dell'INPS va "per cassa": i contributi delle aziende e dei lavoratori venivano spesi, senza ricordarsi (accantonandoli nel passivo) che un giorno sarebbe stato necessario restituirli ai lavoratori.

Quindi, la soluzione è relativamente semplice.
Il PIL annuo (rivisitazione 2016) deve essere misurato come:
[(Somma del valore delle attività al netto delle passività a fine anno, incluso il valore delle uscite per pensioni previste sulla base dei contributi già ricevuti)
-
(Somma del valore delle attività al netto delle passività a inizio anno, incluso il valore delle uscite per pensioni previste sulla base dei contributi già ricevuti)].

Effetti?
0) Tutti i rapporti Deficit/PIL che siamo abituati a considerare tra il 40 e il 130%, in realtà, vanno dal 100% al 250% (salvo per le situazioni dove non esiste sistema previdenziale pubblico, o dove lo Stato investe in qualcosa di monetizzabile, anziché spendere, quanto riceve dai lavoratori per le loro future pensioni)

1) Se uno Stato decide, un bel giorno, che gli impiegati pubblici possono andare in pensione con 20 anni di contributi, il suo deficit esplode IN QUEL MOMENTO, e quindi i cittadini si rendono forse meglio conto dell'operato degli eletti

2) Se uno Stato decide, un bel giorno, di passare dal sistema retributivo a quello contributivo, IN QUEL MOMENTO si registra un sensibile calo del Deficit, e quindi i cittadini si accorgono che forse il loro futuro è meglio tutelato da una scelta impopolare

3) E soprattutto, si misura meglio quello che sta accadendo oggi.

Ovvero: oggi stagniamo, ce lo dicono tutti. Oggi la popolazione invecchia, meno persone lavorano, i pensionati muoiono sempre più tardi.
Questo fenomeno, alla luce di quanto detto, va visto così: di fatto, non stiamo peggiorando! Non potremmo peggiorare, visto che paghiamo molte più tasse che cinquant'anni fa! Semplicemente, il deficit occulto previdenziale (che nel mio modello sarebbe evidente ma che ora è nascosto) si sta trasformando in deficit reale. Ogni anno stiamo liquidando pensioni che ci siamo dimenticati di accantonare quando abbiamo ricevuto i quattrini per farlo.

Se il deficit fosse già stato misurato come da me ipotizzato, NON si registrerebbe alcun peggioramento (o necessità di sempre nuove tasse per stabilizzare il deficit): i disastri sono stati fatti in anni passati.

Magari viene anche fuori che gli ultimi anni di stasi e di mancata crescita non sono (solo) colpa di Berlusconi, Prodi, Monti e Renzi, bensì anche del fatto che fino a pochi decenni fa l'Italia è stato un popolo di cicale, e ha nascosto i debiti che stavano nascendo... ma ora i debiti vengono fuori. Un po' per volta, e non tutti insieme, ma vengono fuori.



A proposito: non è solo l'Italia ad essere una cicala.
Ho letto tempo fa che, in funzione dell'andamento demografico, qualcuno prevede un DEFICIT/PIL della Germania al 200% entro il 2050. Se anche loro facessero come io propongo, già oggi si accorgerebbero della direzione che hanno preso (e magari farebbero un po' meno i primi della classe).
 

Ignatius

sfumature di grigio
Anche Tito Boeri è con me.

Pensioni, Boeri: manovra fa aumentare debito implicito

c.PNG
 

Ignatius

sfumature di grigio

Anche il World Economic Forum si accorge che fare violenza alla Ragioneria è come fare violenza alla Natura: prima o poi, c'è da aspettarsi una vendetta.

Come già io scrissi, gli Stati fanno finta che non esista un "buco" nei sistemi previdenziali ("buco" = pagamenti futuri che dovranno essere fatti ai futuri pensionati a fronte di versamenti che essi hanno già fatto, e che sono stati spesi anziché venire accantonati).

L'analisi tira fuori qualche numero prospettico: per effetto dell'invecchiamento della popolazione, il "buco" crescerà mostruosamente nei prossimi decenni.
Le cifre sono importanti e, per una volta, non riguardano solo i Paesi del Sud Europa, le solite cicale. Anche i Paesi Protestanti. Anche Cina e India!


Il 'buco', a livello globale, ... salirà dagli attuali 70mila miliardi a 400mila miliardi di dollari.
In particolare, dice l'organizzazione, i sei più grandi sistemi pensionistici del mondo (Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Olanda, Canada e Australia) registreranno un gap di 224mila miliardi, mentre il resto riguarderà sostanzialmente Cina e India. Di questo passo, quindi, nel 2050 si arriverà a un buco pari a 300mila dollari a persona.

Quindi, forse, chi metterà via 300mila euro/dollari potrà provvedere a sé stesso (dopo aver pagato per una vita lavorativa le pensioni agli altri). Chi non ce li avrà... peggio per lui.


Pensioni: Wef,in 2050 enorme gap mondo - Economia

Pensioni, al lavoro fino a 70 anni e assegni previdenziali minimi

A parte
1) trucidare i vecchi,
2) una bella guerra che riduca la popolazione (esclusi i giovanissimi),
3) un nuovo virus,
4) gridare a gran voce "Wiwa la Fornero1",
5) imporre una patrimoniale da 300.000 euro a tutti gli esseri viventi del pianeta, (somma che, una volta confiscata, possa essere investita in lingotti d'oro, droghe sintetiche o comunque materie non deperibili che possano essere vendute nei successivi decenni per pagare le pensioni)
Che altre proposte avete, amiche ed amici di InvestireOggi, alternative ad un impoverimento quasi inimmaginabile?
 

popov

Coito, ergo cum.
se intanto qualcuno mi spiega i volumi di maggio sull'oro, gliene sono grato.
ho allargato volutamente il timeframe per dare un'idea del fenomeno.

oro.png
 

Ignatius

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f4f

翠鸟科
Copio qui un link del Prof. Dott. Grand'Uff. f4f4f4f4f.
Non conosco nel dettaglio le metodologie applicate, ma senz'altro vi si ritrova un passo avanti verso la quantificazione del Debito Pubblico in modo più completo.

Scordasti il " Lup. Mann. "

Il link però merita, imho
 

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