8 marzo auguri a tutte le donne dell' isola (1 Viewer)

MissT

Forumer storico
Mi pare che l'intera storia sia una scusa per far pubblicita' a noti marchi vari, le tipe sono sterotipate e l'intero ambaradan mi sembra che piu' o meno esplicitamente proponga un modello di persona che non mi piace seguire ne' mi piace che venga proposto .... ma non badare a quello che dico, se fosse per me saremmo all'eta' della pietra senza televisione ecc :)
 

f4f

翠鸟科
Mi pare che l'intera storia sia una scusa per far pubblicita' a noti marchi vari, le tipe sono sterotipate e l'intero ambaradan mi sembra che piu' o meno esplicitamente proponga un modello di persona che non mi piace seguire ne' mi piace che venga proposto .... ma non badare a quello che dico, se fosse per me saremmo all'eta' della pietra senza televisione ecc :)


trovo infatti indicativo ( o congiuntivo, ma non certo condizionale)
che le suddette tipe abbiano il viso in ombra e lo sguardi nascosto da occhiali scuri oversize
'eliminando' visivamente la testa, ancor più ovviamente si enfatizza il corpo
come anche la foto pone in evidenza, con la scelta cromatica del contrasto blu/bianco ( mare/barca)

un prodotto ben confezionato, ma appunto un prodotto
 

Ignatius

sfumature di grigio
trovo infatti indicativo ( o congiuntivo, ma non certo condizionale)
che le suddette tipe abbiano il viso in ombra e lo sguardi nascosto da occhiali scuri oversize
'eliminando' visivamente la testa, ancor più ovviamente si enfatizza il corpo
come anche la foto pone in evidenza, con la scelta cromatica del contrasto blu/bianco ( mare/barca)

un prodotto ben confezionato, ma appunto un prodotto

Se s'iscrivessero a 'sto forum, le raddrizzeremmo, per Diana!

In poche settimane, opportunamente guidate, inizierebbero a parlar di Popper e di Storno, di tofu e di Mario Monti, di coltivazione delle zucchine e di citazioni di Shakespeare, di lotte vegane contro la sofferenza degli animali e, ovviamente, di melodia.

A quel punto, rese graziose dentro, forse non mi dispiacerebbe ricordar loro che il forum prevede lo jus primae noctis delle forumiste con un moderatore (come previsto dall'articolo 2 del Regolamento).
 

Sen

ευαiσθητος
Mi pare che l'intera storia sia una scusa per far pubblicita' a noti marchi vari, le tipe sono sterotipate e l'intero ambaradan mi sembra che piu' o meno esplicitamente proponga un modello di persona che non mi piace seguire ne' mi piace che venga proposto .... ma non badare a quello che dico, se fosse per me saremmo all'eta' della pietra senza televisione ecc :)


Credo tu abbia colto il punto, un modello stereotipato.
 

Claire

ἰοίην
L’8 Marzo è un giorno della memoria, è una data che vuole ricordare 129 operaie dell’industria tessile Cotton di New York morte, nel 1908, a causa di un incendio scoppiato nella fabbrica presso la quale lavoravano in condizioni pessime, condizioni che le avevano portate a protestare e scioperare. Fu In ricordo di questa tragedia che Rosa Luxemburg propose di istituire questa data come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.
L’otto marzo nel tempo è sempre stata una data per scendere in piazza e ricordare i diritti che a volte qualcuno si dimentica che ci appartengono, prendiamo alcuni esempi (da wikipedia):

L’8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tenne a Roma in piazza Campo de’ Fiori: vi partecipò anche l’attrice americana Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di manifestanti inalberavano cartelli con scritte dove chiedevano la legalizzazione dell’aborto , la liberazione omosessuale e che fosse la donna ad avere il diritto di amministrare l’intero processo della maternità. Ma chissà perché quelle scritte non furono ben viste dalla polizia che caricò, manganellò e disperse le manifestanti.

Il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell’anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell’8 marzo la giornata dedicata alla donna.

(quando si dice il destino: io sono nata quell'anno, non molti giorni dopo l'8 marzo )

Due anni dopo, nel dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» da osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell’anno, in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.

A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne hanno manifestato per chiedere la fine della guerra. In seguito, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, che si è svolta a Mosca il 14 giugno 1921, è stato scelto l’8 marzo come Giornata internazionale dell’operaia.

Nel tempo quindi è diventata una data importante a livello mondiale che voleva(e uso il passato) ricordare da un lato le conquiste sociali e politiche e dall’altro sia le discriminazioni che le violenze che molte donne subiscono in varie parti del mondo.
L’8 marzo, in tutto il mondo i movimenti femministi hanno manifestato per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
Perché ridurlo oggi ad una serata con le amiche? Perché accettare degli auguri e delle mimose quando i telegiornali sono strapieni di fatti di cronaca nera dove i soggetti delle uccisioni sono donne? Perché festeggiare la festa della donna quando in Italia essere donna è difficilissimo?
Vorrei che questa giornata continuasse ad essere un giorno della memoria: memoria di tutte quelle donne vittime di femminicidio e di violenza, memoria per i tanti diritti per i quali giorno dopo giorno dobbiamo lottare.
Delle mimose io non so che farmene e per favore evitate di farmi gli auguri: fare gli auguri ad una donna per l’otto marzo è come andarli a fare ad un reduce di guerra durante la giornata dei caduti! (se consideriamo le origini di questa festa e l’attuale situazione che viviamo in Italia)
Auguriamoci un cambiamento invece, auguriamoci un’Italia migliore che non sia al 74esimo posto nella classifica che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in 134 nazioni e dove il femminicio non sia un’emergenza sociale. Cogliamo l’occasione di questa giornata per far sentire nuovamente la nostra voce!
Subiamo tutti i giorni discriminazioni di vario genere solo perché siamo donne, riconosciute spesso solo come dei pezzi di carne e oggetti sessuali in una società profondamente maschilista e patriarcale.
Non accettate mimose, pretendete un cambiamento affinché la liberazione della donna non duri solo un giorno.
In Italia essere donna non è per niente facile la mimosa ipocrita lasciatela sull’albero perché non cambierà le cose!
 

great gatsby

Guest
■ 8 MARZO
UOMINI, NON FATECI GLI AUGURI

di ROMINA BORLA
Chiudete gli uomini fuori dalla porta, vi prego, fatelo almeno per un giorno. In­trattenitori, compagni, mariti o colleghi che siano. È qualche tempo che, con formulazioni diverse, vado ripetendo questo concetto.


L'ho suggerito a un'amica che per celebrare «de­gnamente» la giornata della donna, che cade proprio oggi, mi ha invitato ad assistere al­l'ormai classico spogliarello maschile in un locale alla mo­da di Lugano.

In realtà, ho cer­cato invano di spiegarle, c'è po­co da festeggiare e molto da ri­flettere, non tanto perché l'8 marzo si commemora un epi­sodio tragico: un incendio scoppiato nel 1908 in cui per­sero la vita 129 operaie dell'in­dustria tessile Cotton, a New York, perché rinchiuse nello stabilimento dal proprietario indispettito dai loro scioperi.


Ma perché anche la condizio­ne «normale» della donna, senza scomodare le tragedie, è stata e resta problematica in tutti i Paesi del globo. Ho ripe­tuto il «fuori dalla porta» a una cugina che per principio soffre del mal d'amore e si tra­scina nel mondo raccontando di storie impossibili con ma­schi improbabili che, oltre a complicarle l'esistenza, le co­stano parecchio in termini di farmaci e psicologi.


E pure a mia madre che da una vita si affanna ad accudire suo ma­rito, ovvero mio padre: lo aspetta con impazienza ogni santa sera, lo coccola come se fosse un bambino, lo veste, lo rifocilla e lo cura quand'è ma­lato. Eh sì, carissime, siamo an­cora noi a sobbarcarci la mag­gior parte dei lavori domesti­ci, anche nei Paesi in cui si cre­de raggiunta la parità come il nostro, indossando i panni e i ruoli che ci hanno disegnato addosso (come quello dell'in­fermiera).


L'ho detto anche a una vicina di casa, manager in una grande azienda del Bel­linzonese, che si è vista soffia­re la promozione dal collega perché, parole del datore di la­voro, «ha un utero e prima o poi farà dei figli», e che da al­

lora trascorre le sue giornate in preda alla collera, insultando tutti i poveri maschi che incontra nei corridoi.

Tutti.


Tutti fuori dalla porta.

E non lo affermo perché ritengo gli uomini nemici del genere femminile o perché intendo attribuire loro tutte le responsabilità delle nostre magagne (spesso, infatti, siamo davvero brave a sabotarci per conto nostro). Oppure perché sono una femminista frustrata che pensa di poterne fare a meno, visto soprattutto gli ultimi sviluppi delle tecniche di procreazione.


Credo semplicemente che le donne farebbero bene a riportare al centro del loro pensiero - almeno in occasione della loro festa, se non si può fare di più - loro stesse e le loro necessità, dimenticandosi per un istante del resto dell'universo (che spesso ha a che fare con l'altro sesso). A ritrovarsi tra di loro, e solo tra loro, a discutere di problemi e a cercare soluzioni per poi, in un secondo tempo, tornare a confrontarsi con gli uomini con forze rinnovate. Propongo insomma di recuperare, per usare un termine fuori moda, la pratica dell'autocoscienza che, semplificando, consiste nel mettere in discussione se stesse ed il contesto politico, culturale, sociale in cui si vive attraverso la relazione autentica e dialettica con altre donne.



Invece di perdere tempo a mangiarvi il fegato per le promozioni perdute, piegare calzini o stirare mutande, aspettare un SMS o farvi belle per rimorchiare in discoteca - donne - focalizzatevi su di voi e sulle vostre passioni. Perché solo risparmiando energie e concedendovi spazio potrete fare miracoli. Per concludere, un appello anche agli uomini: questo 8 marzo non fateci gli auguri. Non regalateci mimose o cioccolatini.



Non invitateci a cena ma, ve lo chiediamo per favore, dimenticateci, ignorateci, lasciateci perdere. Almeno nel giorno della nostra festa non vogliamo che continuiate ad essere al centro del nostro mondo, vogliamo esserlo noi.
 

Claire

ἰοίην
:clap:
io ho chiuso l'uomo di casa fuori proprio in senso materiale, visto che non c'è.
Sono sola a fare autocoscienza tutte le sere.
:D
Che strana festa della donna, questa.
 

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