2015 (1 Viewer)

mariougo

Forumer storico
....................copiato da .....ma ne vale la pena....
.......veramente grande........
un analisi su eu/us

Domenica scorsa parlavo di decantazione in attesa di importanti indicazioni ‘fondamentali’; e così dopo la quiete è arrivata la tempesta con un considerevole aumento di volatilità : l’ottava che si chiude ha avuto per eurusd, tra minimo e massimo , un range di circa 500 pip contro i 180 della settimana precedente.

Lo dico qui in incipit ma lo ripeterò nella parte tecnica: considerato l’incremento di volatilità di eurusd ( a dire il vero ricorrente da almeno cinque mesi sia pure con alti e bassi) bisogna calibrare adeguatamente le size specie in caso di operazioni multiday.

Molteplici le cause di questo picco di volatilità: i dati USA ( ISM e NFP), l’andamento dell’inflazione nell’Eurozona, la riunione della BCE, il nodo Grecia.

Lunedì il buon ISM manifatturiero , specie nella componente prezzi, determina un affondo verso area 1.0880, ma la tenuta dell’area supportiva ( comunque lontana dal minimo assoluto della settimana precedente, 1.0820, e varie volte testata anche nella giornata di lunedì) indica come obbligata la via dei rialzi.

Alle motivazioni tecniche, già nella tarda serata di lunedì e poi martedì, si somma un clima di ottimismo sulla questione greca, considerato il dinamismo di Merkel e Hollande ( le banche tedesche e francesi sono tra le principali creditrici della Grecia), riuniti in conclave con Juncker (UE) Draghi (BCE) e Lagarde (FMI)… cioè la vecchia troika.
Clima di ottimismo che vede il solito alternarsi di rumor e dichiarazioni che contribuisce a rendere la moneta unica estremamente volatile.
Ma già nel corso della settimana l’ottimismo va scemando: la Grecia si avvale della possibilità di pagare al FMI le rate di debito in scadenza a giugno in un’unica soluzione a fine mese ma soprattutto Tsipras, davanti al Parlamento greco, giudica irricevibili le proposte dei creditori ( il gruppo di cui sopra) che richiedono profonde riforme strutturali ( contrarie al programma elettorale di Syriza). Tuttavia Tsipras continua a ritenere l’accordo molto vicino… di queste ore le dichiarazioni non proprio concilianti di Juncker che prima di incontrare Tsipras vorrebbe la formalizzazione delle contro- proposte del governo greco ( si vocifera di un primo incontro saltato proprio per i toni di Tsipras davanti al Parlamento). Si parla anche di un possibile incontro tra Tsipras Merkel e Hollande per mercoledì prossimo.
Inoltre sia oggi che domani la questione Grecia sarà certamente affrontata dai leader del G7 riuniti in Germania. Soprattutto gli Stati Uniti premono per una soluzione compromissoria, sia per ragioni economiche ( il default greco potrebbe avere pesanti effetti sui listini mondiali e quindi sulla debole ripresa globale, anche se sarebbe solo il casus belli di cui si servirebbe la ‘speculazione’) sia per ragione geopolitiche. Sembra infatti crescere la tensione con Putin ( per l’Ucraina ) che potrebbe giovarsi della strisciante conflittualità tra Grecia e Ue ( la posizione della Grecia nel Mediterraneo è importante in un clima di semi guerra fredda).

Una situazione quindi in continuo divenire che nei prossimi giorni ( ore) potrebbe continuare a incidere sui corsi dell’euro.

Comunque martedì a determinare i rialzi più consistenti di eurusd è stato l’andamento dell’inflazione nell'Eurozona , inflazione che, in entrambe le componenti ( generale e core) è risultata superiore al consensus ( il giorno prima anche i dati tedeschi avevano evidenziato una qualche ripresa della dinamica dei prezzi).

Il mercato obbligazionario si è subito adeguato al dato, decretando il calo dei corsi del bund con conseguente aumento dei rendimenti ( prezzo e rendimento di un titolo obbligazionario sono inversamente correlati).
A dire il vero i cali nel comparto obbligazionario ( soprattutto sui treasuries americani) erano iniziati il giorno prima ( lunedì) in scia all’ISM che nella componente prezzi era risultato di molto superiore al consensus. Quindi sia negli Stati Uniti che in Europa si intravede la possibilità di una ripresa della dinamica dei prezzi con conseguente calo del mercato obbligazionario per il timore di un aumento anticipato dei tassi negli USA e per il timore di una fine anticipata del QE europeo o diciamo meglio per il timore che il QE europeo duri solo fino alla scadenza prevista, settembre 2016, senza proroghe.
I movimenti dell’obbligazionario sono quindi ‘globali’ ( e questo rende difficile distinguere la causa genetica prevalente) e con una forte componente ‘speculativa’ . Insisto sul calo dei bund perché , specie giovedì, a quel calo ha fatto seguito il consistente rialzo di eurusd: in settimana ho fatto notare l’andamento speculare dei due grafici anche al momento dei ritracci.

Ma il QE europeo ha realmente già determinato un aumento dell’inflazione? A mio avviso ancora è presto per fare una simile affermazione, sono infatti convinto che questo primo rialzo si debba imputare soprattutto al calo di eurusd ( che è iniziato ben prima del varo del QE) .
Resto scettico sull’efficacia del QE in sé e per sé considerato: l’esperienza statunitense e nipponica mi induce allo scetticismo. L’ho ripetuto tante volte: l’aumento della massa monetaria non basta, per avere aumento dell’inflazione dobbiamo avere anche un aumento della velocità di circolazione della moneta conseguente ad un aumento della spesa per consumi e per investimenti. Dobbiamo quindi attendere altri dati; considerata la stabilizzazione del cambio sarà difficile avere, solo per questa via, altri effetti inflattivi ; se non aumenterà la velocità di circolazione della moneta di cui sopra , la BCE potrà fare affidamento solo su un ulteriore calo dell’euro ( con ulteriori effetti reflattivi) magari a seguito dell’avvio della normalizzazione della politica monetaria della FED ( leggasi: primo rialzo dei tassi).
Ma è come contare sulla resa del nemico … anche se a volte le apparenze ingannano ( più avanti riprenderò il concetto).

Lo stesso Draghi, mercoledì nella conferenza stampa post meeting, ha annunziato che l’ufficio studi della BCE ha rivisto al rialzo le stime d’inflazione per il 2015 ( rialzo dello 0.10) ma le stime sono rimaste invariate per il 2016 e il 2017 ( la non variazione nel lungo periodo è molto significativa alla luce di quanto dicevo poc’anzi sulle cause del rialzo dei prezzi).
Per quanto riguarda le stime di crescita, rispondendo ad una domanda, Draghi ha affermato che l’ultimo statement ha toni maggiormente ottimistici rispetto a quelli precedenti ( si vedono miglioramenti nella domanda interna e crescita dell’export grazie all’euro debole).
Quanto alla questione greca non è voluto entrare nel merito considerati i colloqui in corso , dicendo semplicemente di auspicare un ‘accordo forte’, traduco: accordo che implichi l’adozione da parte del governo di Atene di riforme strutturali.
Su un punto è stato deludente ( e la delusione è stata subito sanzionata mercoledì stesso e poi giovedì dal calo del bund con conseguente rialzo dell’euro):
ad una precisa domanda sull’aumento di volatilità del mercato obbligazionario ( soprattutto del bund) ha risposto sic et simpliciter spiegandone la possibile genesi senza affermare la volontà di contrastare e limitare quella volatilità ( ad esempio incrementando gli acquisti della BCE). Cause genetiche da rinvenire nelle maggiori aspettative inflattive e di crescita, ma anche in fattori tecnici , tra i quali l’unidirezionalità dei mesi precedenti ( leggasi ipercomprato) , l’aumento dell’offerta, il fatto che ‘volatilità genera volatilità’ sic…

Prima di passare all’ultimo grande evento fondamentale della settimana , una notazione: domenica scorsa avvisai di tenere conto , come campanello d’allarme, dell’andamento di eurchf, considerata la ribadita volontà della SNB di contrastare il franco forte. L’andamento grafico del ‘toblerino’ , a mio parere, testimonia che , almeno fino a giovedì, la SNB ha avuto gioco facile a dare forza all’up trend dell’euro. Continuiamo a monitorare quindi , oltre al bund, l’eurchf.

Ed eccoci ai NFP, preceduti mercoledì dall’ADP , leggermente superiore al consensus. La variazione assoluta degli occupati ha segnato nel mese di maggio un importante balzo in avanti molto superiore al consensus, il tasso percentuale di disoccupazione invece è aumentato dal 5.4% al 5.5%: ma strano a dirlo è un fatto positivo. E’ stato infatti evidenziato anche un sostanziale aumento di coloro che sono in cerca di occupazione , si tratta di un indice di fiducia quindi la variazione ( che impatta sul tasso di disoccupazione) è giudicata positivamente. Come se non bastasse crescono più del consensus anche le retribuzioni orarie , segnando un +0.3 su base mensile contro lo 0.2 previsto. Quest’ultimo è un indice molto importante perché è una delle condizioni per avere un aumento dei consumi e quindi dei prezzi. Giovedì prossimo avremo dalle vendite al dettaglio più precise indicazioni ( sarà il dato più importante della settimana).

A seguito degli ottimi NFP il dollaro si è rafforzato contro tutte le controparti, si è quindi ridotto quel disallineamento che avevamo osservato per tutta la settimana tra le varie major: dollaro forte contro yen e sterlina e debole contro euro ( i grafici dei cross eurjpy e eurgbp testimoniano la discrasia delle forze). USD in chiusura di settimana forte contro tutti.

E proprio la forza del dollaro , giudicato ‘moderatamente sopravvalutato’ , induce il FMI a rivolgere un appello alla FED affinché rinvii al 2016 il primo aumento dei tassi . Il FMI ritiene necessarie altre conferme , in particolare sul versante inflazione, e ritiene che la crescita degli Stati Uniti risente appunto della forza del dollaro.

La FED seguirà i consigli del FMI? Mercoledì 17 il meeting del FOMC darà importanti indicazioni, vi sarà sia la conferenza stampa della Yellen sia il c.d. dot plot, il documento allegato allo statement in cui sono contenute le previsioni di tutti i componenti della FED. Di certo a giugno la FED non dovrebbe procedere ad alcun rialzo, qualche analista sulla base dei NFP ha ipotizzato come data utile la riunione di fine luglio ( inverosimile: non vi è la conferenza stampa della Yellen), continuo a considerare più probabile settembre.

E l’invito del FMI?
Come risulta dall’excursus storico contenuto nel blog, la FED ha sempre valutato la forza del dollaro ( e adottato le decisioni di politica monetaria) solo ed esclusivamente alla luce dell’interesse nazionale.
Quest’interesse nazionale è composito, a seconda del contesto sono prevalse istanze contrapposte; vi è certo una componente mercantilistica che vorrebbe un dollaro meno forte ( per agevolare l’export) ma vi è anche una componente che invece punta a difendere il ruolo di valuta di scambio e di riserva. E per difendere questo ruolo in questo contesto storico bisogna forse ‘accettare’ ( se non incrementare) la forza del dollaro. Il clima di tensione geopolitica Obama-Putin converge in questa direzione di affermazione di supremazia anche valutaria. E l’altro grande paese dei BRICS, la Cina, ha una moneta, lo yuan, che sta per entrare nel paniere delle valute di riserva del FMI. Nel medio periodo ( non sto parlando del domani immediato) potrebbero esserci degli ‘spostamenti’ nelle riserve valutarie delle banche centrali mondiali per far posto allo yuan. In quest’ottica un dollaro forte verrebbe sacrificato meno nella ponderazione, e il dollaro forte resta la principale garanzia per la collocazione del debito pubblico americano ( anche su questo non si può generalizzare , vedremo come a volte la semplice minaccia di un dollaro debole abbia indotto il ‘ resto del mondo’ ad acquistare treasuries).

Grecia, alcuni dati USA e posizionamenti delle mani forti in attesa della riunione FED del 17 giugno continueranno a rendere le prossime sedute particolarmente tese.

In considerazione di tutto ciò che precede: attenzione alle size e alla leva utilizzata.

Tecnicamente infatti riusciamo sì a individuare dei trend secondari nel più ampio trend short primario ( di lungo periodo) ma sono trend che nelle ultime settimane cambiano rapidamente direzione ( per ragioni fondamentali ma anche tecniche).
Indubbiamente long il trend secondario dal doppio minimo sporco in area 1.0520 sino a 1.1470, indubbiamente short il trend secondario da questo massimo sino a 1.0820, indubbiamente long il trend secondario dell’ultima ottava ma a rischio inversione.

La difficile lettura del trend di volta in volta in atto deriva da ciò: dopo il minimo assoluto a quota 1.0460 abbiamo avuto un andamento laterale, sembra strano dirlo perché il raggio d’azione della ‘lateralità’ è amplissimo, prima circa 500 pip ( box di marzo e aprile da 1.05 a 1.1050) poi ancora più ampio fino a ricomprendere la congestione di febbraio col massimo in area 1.15.
E da questa lateralità nuova, esasperata direi, discendono candele daily che non poche volte superano range di 100 pip ( ecco quindi l’attenzione alla size utilizzata).

Come orientarsi entro tale ampiezza di movimenti? Ho consigliato di stendere dei fibo sui due principali movimenti entro il mega box, questi fibo hanno rappresentato dei buoni punti di riferimento. Sul weekly il fibo sul movimento ascendente, su h4 il fibo sul movimento discendente: il livello 50 tra le altre cose è da tenere in considerazione come spartiacque tra ritraccio e inversione di trend.

Di notevole aiuto è risultata anche la mappa daily che seguiamo da settimane con la zonizzazione entro il mega box: notate come giovedì sia stata interamente percorsa la zona UP senza sforamenti, mentre venerdì ( sempre senza sforamenti ) è stata interamente percorsa la zona TRANSITO.
Una notazione : quest’ultima zona nella discesa verso il minimo assoluto è stata rapidamente attraversata, la scarsa ‘lavorazione’ è stata compensata nelle ultime settimane.

Ricordo infine di fare attenzione , come indicatore contrarian, al posizionamento dei retail, anche se quando lo squilibrio supera certe percentuali ( se non ricordo male il collega Vipers parlava del 65 /70%) l’indicatore contrarian diventa inefficace specie dopo un lungo movimento direzionale. Traduco: alla fine i retail , che tendono spesso ad anticipare l’inversione dei trend, potrebbero avere ragione.

Su grafico orario molti colleghi hanno individuato un testa spalle ribassista. Posta la linea delle spalle a quota 1.1190 ( con la testa in area 1.1380) , il testa spalle si sarebbe attivato venerdì alla rottura della linea delle spalle. Target: proiezione down dal punto di rottura della distanza tra la testa e le spalle: area 1.1, fondamentale supporto.

Come principali supporti: area 1.1050, 1.1, 1.0880. Principali resistenze: 1.1140 ( in quest’area continuiamo ad avere picchi di volume), 1.1190/1.2,1.1270.
 

mariougo

Forumer storico
........azioni....


Diminuiamo la quota azionaria da neutrale a sottoponderata.
Le banche centrali non danno ai mercati
alcuna nuova spinta e le valutazioni sono care. Il rischio
di correzione nell'estate caratterizzata da volumi bassi
Fine degli impulsi delle banche centrali
Negli ultimi anni, la politica monetaria è stata un supporto
importante per i mercati azionari. I peggioramenti dell'economia
reale e sui mercati finanziari sono stati compensati
con misure sempre nuove. Gli attori dei mercati finanziari
sanno del rischio di distorsioni sui mercati finanziari
nel contesto di tassi bassi e anche le banche centrali lo
hanno ripetutamente fatto presente. Ora i mercati mettono
in dubbio un'ulteriore spinta dei banchieri centrali.
Da un lato, in Europa l'efficacia del «quantitative easing»
sembra diminuire, come segnalano nettamente i movimenti
sui mercati dei tassi. Dall'altro lato, con l'attuale dinamica
del mercato del lavoro e l'inversione della tendenza
dell'inflazione, la Fed non può evitare un aumento
dei tassi nel corso dell'anno. Per i mercati azionari questa
situazione è nuova, dopo sette anni di aiuti da parte delle
banche centrali. Pertanto, è adeguata un'ulteriore riduzione
dei rischi durante i mesi estivi.
Valutazioni ai massimi pluriennali
A fronte di un moderato miglioramento dei profitti aziendali
negli USA e in Europa, le valutazioni negli ultimi anni,
sulla base del previsto rapporto prezzo / utile (P/U), sono
diventate nettamente più care. Con un aumento del P/U a
18 negli USA e in Svizzera, le valutazioni delle azioni sono
salite .I profitti aziendali dovrebbero rimanere
solidi anche in caso di un leggero aumento dei tassi,
ma per quanto riguarda le valutazioni, le possibilità di ulteriori
rialzi del mercato azionario dovrebbero diminuire.
In caso di una previsione degli utili costante e di una contrazione
del P/U da 18 a 17, il livello dello SMI risulterebbe
di circa 8'700 punti.
Azioni Svizzera: assicurazioni e alimentari relativamente
interessanti
Anche nel mercato azionario svizzero diminuiamo i rischi a
causa del possibile vento contrario globale. Nel contesto
di un aumento dell'incertezza, i criteri, quali correlazione
mercato (beta), prezzo / valore contabile (P/B) e rendimenti
dei dividendi, dovrebbero essere al centro dell'attenzione.
Il nostro score settoriale collega questi criteri nel confronto
settoriale svizzero, sommando la deviazione standard per
ogni criterio. Beta e P/B bassi nonché elevati rendimenti
dei dividendi determinano uno score positivo. A nostro avviso,
il settore assicurativo soddisfa attualmente meglio di
tutti questi criteri. Anche una curva dei tassi più ripida potrebbe
supportare le assicurazioni. Il settore degli alimentari
registra un buon andamento a causa della bassa correlazione
mercato. Per quanto riguarda i titoli ciclici, quali
chimica e materiali di costruzione, siamo invece prudenti.
[email protected]
I programmi delle banche centrali sono stati
importanti supporti per i mercati negli ultimi anni
Indici di riferimento, indicizzati (gennaio 2007 = 100)
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
La valutazione delle azioni è elevata
Rapporto prezzo/utile e media pluriennale
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research
Score settoriale svizzero per mercati volatili
Somma delle deviazioni standard nel confronto settoriale
svizzero
 

mariougo

Forumer storico
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La prevista inversione dei tassi sul mercato obbligazionario
è cominciata con una svendita improvvisa. Il
programma acquisti della BCE perde efficacia. Per i
titoli di stato si temono ancora leggere perdite.
Aumento dei rendimenti nonostante il programma
acquisti della BCE
La prima ondata di svendite sul mercato obbligazionario è
cominciata già alla fine di aprile. Dopo una breve ripresa a
maggio, di recente è seguita la seconda ondata. I solidi
dati congiunturali dell'Eurozona e degli USA supportano
l'aumento dei rendimenti. Inoltre, con l'aumento dei
prezzi del petrolio i timori di deflazione sono spariti. Vista
questa situazione dei dati, alla Fed mancano gli argomenti
per un rinvio dell'aumento dei tassi nel secondo semestre.
Allo stesso tempo, il programma di acquisti di obbligazioni
della BCE non riesce più a rendere euforici i mercati obbligazionari.
Il Presidente della BCE Draghi ha inoltre fatto
notare che è previsto un aumento della volatilità e ha
quindi dato un'altra mazzata alle obbligazioni. Nel frattempo,
l'aumento dei rendimenti nell'intera Eurozona è
massiccio . Questo evidenzia che la correzione
non si configura principalmente come una nuova valutazione
del rischio nei paesi periferici dell'Eurozona, ma
come un passo verso la normalizzazione globale dei livelli
dei rendimenti esageratamente bassi. Questa tendenza
dovrebbe proseguire in misura attenuata nei prossimi
mesi. Dopo la svendita, i rendimenti dei titoli della Confederazione
a 10 anni sono di nuovo nettamente superiori
allo 0% e prevediamo un rendimento allo 0.6% tra 12
mesi. Negli ultimi anni gli obbligazionisti hanno realizzato
utili elevati in presenza di un calo continuo dei tassi , tendenza che volge al termine grazie all'aumento
dei tassi.
Durate e qualità del credito al centro
A fronte di un leggero aumento dei tassi manteniamo la
sottoponderazione della categoria d'investimento Obbligazioni.
Evitiamo i titoli di stato. In questo contesto, soprattutto
le lunghe durate sensibili ai tassi nascondono rischi.
Sull'estremità lunga della curva dei tassi svizzeri, i rendimenti
sono saliti maggiormente rispetto all'estremità
breve . Questo andamento sempre più ripido
della curva dei tassi dovrebbe proseguire, poiché i tassi a
breve termine rimangono ben ancorati a causa della politica
della BNS. Individuiamo le aspettative più interessanti
di rischio / rendimento delle obbligazioni in CHF nelle medie
durate nel settore investment grade basso (BBB).
Le obbligazioni dei paesi emergenti e quelle ad alto rendimento
(high yield) attirano con rendimenti alla scadenza
nettamente più elevati rispetto alle obbligazioni in CHF. A
nostro parere, i premi per i rischi di credito rimangono adeguati,
i rischi di modifica dei tassi d'interesse dovrebbero
però essere ridotti mediante durate più brevi. Continuiamo
a evitare le obbligazioni dei paesi emergenti in valute locali,
poiché a breve termine l'appetito per le valute rischiose
nel contesto di tassi in aumento non dovrebbe migliorare.
 

mariougo

Forumer storico
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Con l'inasprimento della situazione della Grecia e la decisione
sui tassi negli Stati Uniti, come previsto i mercati finanziari
hanno avuto giornate turbolente. E ciò, sebbene la Banca
centrale USA nell'ultima valutazione della situazione era
stata molto attenta a non spaventare i mercati. Durante la
conferenza stampa, la Presidente della Fed, Janet Yellen, ha
sottolineato ancora una volta che i tassi devono essere aumentati
solo lentamente e che la politica monetaria nel
complesso rimarrà espansiva ancora a lungo. I banchieri
centrali hanno inoltre rivisto leggermente al ribasso la loro
previsione sui tassi per il 2016 e il 2017. Tuttavia, una leggera
maggioranza della Fed prevede sempre due aumenti dei
tassi nel resto dell'anno. E a nostro avviso gli ostacoli per un
aumento dei tassi a settembre sono piuttosto bassi: Secondo
Yellen, già una continuazione della solida dinamica del mercato
del lavoro sarebbe sufficiente per mantenere una tendenza
inflazionistica verso l'obiettivo del 2%. Le aspettative
inflazionistiche del mercato non si sono ancora avvicinate
alla previsione della Fed. Nei Fed Funds Futures alla fine
dell'anno è considerato solo un aumento dei tassi. Un aumento
dei tassi in autunno rimane tuttavia sempre il nostro
scenario di base. La crescita economica nel primo trimestre
dovrebbe aver registrato un calo meno forte del previsto, se
la previsione del mercato sulla revisione del PIL della prossima
settimana dovesse confermarsi. E nel T2 si delinea una
crescita di circa il 2% annualizzato. Gli indicatori anticipatori
fanno presagire dati congiunturali sempre positivi, grazie ai
quali il mercato del lavoro dovrebbe rimanere ben sostenuto
anche nel T3. Le condizioni della Banca centrale dovrebbero
quindi essere presto soddisfatte. Oltre alla revisione del PIL,
la prossima settimana sono previsti gli ordini per i beni di
capitale, che, al netto delle componenti volatili, dovrebbero
mostrare un leggero aumento.


m:
 

mariougo

Forumer storico
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Il nuovo governo greco ha tentato a lungo di persuadere i
suoi finanziatori ad accordare altri aiuti finanziari senza fare
concessioni. Senza successo. Dopo aver esaurito gli ultimi
mezzi a disposizione, il Primo Ministro Tsipras alla fine
dell'ultima settimana è infine venuto incontro ampiamente
alle richieste di risparmio degli altri capi di governo. I creditori
si sono mostrati poi di nuovo moderatamente più ottimisti
riguardo a un possibile compromesso. All'inizio della settimana
ciò è stato sufficiente a provocare un'esplosione dei
corsi sui mercati azionari europei. È quindi forte la speranza
che ora si giunga a un prossimo accordo transitorio che
venga effettivamente approvato senza problemi da tutti i
governi risp. parlamenti interessati. Questo però non è garantito.
In Grecia sembra possibile un'accettazione dei piani
di riforma con il consenso dell'opposizione. Un rifiuto da
parte della corrente radicale di Syriza potrebbe tuttavia determinare
nuove elezioni e nuova incertezza politica.
Ma anche con un'approvazione «senza intoppi» di un compromesso,
i problemi fondamentali non sono risolti. Solo la
solvibilità a breve termine sarebbe garantita. In caso di pagamento
dei rimanenti aiuti finanziari del secondo programma
di salvataggio, la Grecia può effettuare i prossimi
rimborsi all'FMI e alla BCE. In questo modo vengono però
solo spostati i debiti da un creditore pubblico all'altro. Allo
stesso tempo, altri risparmi richiesti rendono di nuovo più
improbabile una prossima ripresa congiunturale della Grecia.
Il circolo vizioso non viene interrotto dagli approcci risolutivi
disponibili. La crisi del debito terrà ancora impegnati i mercati
anche in caso di una soluzione evidente delle trattative.
Più sostenibile si presenta invece la ripresa economica negli
altri paesi dell'Eurozona. L'incertezza sulla Grecia e gli impulsi
sempre moderati della domanda globale hanno lasciato
tracce nel molto rispettato indice tedesco Ifo sulla fiducia
delle imprese. A giugno, le previsioni delle imprese sono
diminuite per la terza volta consecutiva. In Germania, però, il
livello della fiducia delle imprese rimane complessivamente
solido. Inoltre, il contemporaneo miglioramento dei risultati
del sondaggio tra i responsabili degli acquisti tedeschi non
indica un ulteriore peggioramento delle previsioni. A differenza
dell'Ifo, questi risultati hanno mostrato una tendenza
leggermente rialzista. Un aumento è stato osservato anche
dai responsabili degli acquisti francesi. Nel complesso l'indice
Composite PMI per l'Eurozona è stato leggermente superiore
alle previsioni. La via del recupero rimane intatta.
Ciò dovrebbe avere un effetto positivo sulle previsioni delle
imprese svizzere. La sensibile ripresa dell'indice svizzero dei
responsabili degli acquisti e del barometro congiunturale
KOF nell'ultimo mese dovrebbe essere confermata dalle
pubblicazioni della prossima settimana.
Per gli Stati Uniti un numero sempre maggiore di dati indica
qualcosa di più di una semplice stabilizzazione della congiuntura
dopo l'avvio negativo dell'anno. Le sorprese positive
delle pubblicazioni sono predominanti. Questa settimana
sono stati pubblicati forti dati delle vendite di abitazioni e
delle spese per i consumi delle famiglie. In inverno, il mercato
immobiliare è stato frenato probabilmente solo temporaneamente
e il consumo è aumentato di nuovo in misura
maggiore dopo il primo trimestre sorprendentemente debole.
A maggio anche gli ordinativi per i beni durevoli, depurati
dalle componenti volatili, hanno recuperato in linea con le
attese. Infine, la seconda revisione del PIL per il T1 2015 ha
determinato un miglioramento. Perciò, l'economia statunitense
all'inizio dell'anno è diminuita solo leggermente di -
0.2% annualizzato invece di -0.7%. Alla fine della prossima
settimana saranno pubblicati l'indice ISM dei responsabili
degli acquisti per l'industria manifatturiera e l'importante
rapporto sul mercato del lavoro. Oltre agli aumenti dell'occupazione
sempre robusti, per la decisione della Fed riguar
do al momento della normalizzazione dei tassi sono importanti
le previsioni sull'industria. Infatti non è ancora chiaro
fino a che punto il forte USD e il crollo del prezzo del petrolio
penalizzi l'industria

m
 

mariougo

Forumer storico
............................COPIATO...

Ad inizio settimana era prevalso un certo clima di ottimismo riguardo la ‘questione Grecia’: l’Eurogruppo di lunedì non aveva condotto ad una soluzione definitiva ma tutte le parti dicevano di essere sulla strada giusta per la conclusione dell’accordo.

E così martedì il Dax ( assieme a tutti gli altri listini) apre in forte rialzo mentre l’euro inizia una veloce discesa.

In base a quanto dicevo domenica scorsa il calo di eurusd ben si conciliava con il rinnovato ottimismo. L’euro infatti è diventata valuta di finanziamento ( per i tassi prossimi allo zero) , oggetto di carry trade, valuta nella quale ci si indebita ( vendendola) per acquistare asset più redditizi.
Il collega Asathor su questa elaborazione concettuale ha coniato il termine ‘yenizzazione’ dell’euro.
Però credo che l’assimilazione euro-yen valga soprattutto nelle fase di risk off ( le valute vengono vendute) ; nelle fase di risk on dobbiamo distinguere. Lo yen nei casi di rischio sistemico è sempre stato bene rifugio, quanto e più del dollaro. Per l’euro non possiamo fare quest’affermazione, specie in caso di un rischio sistemico che colpisca la stessa Eurozona ( il pensiero corre a quello che accadrà stasera al cambio eurodollaro, in probabile lap down).

Ovviamente nel caso in cui l’eurusd si muova per effetto del dollaro le considerazioni di cui sopra devono essere ricalibrate.

E infatti per completezza devo dire che martedì la discesa è stata favorita anche dalle dichiarazioni di un membro votante della FED , Powell ( non etichettabile né come colomba né come falco), il primo a parlare dopo la riunione della FED: Powell ritiene possibile un aumento dei tassi a settembre e ,udite udite, non di 25 bensì di 50 punti base. Ovviamente Powell condiziona sempre la decisione della FED ai dati macroeconomici in uscita, e da questo punto di vista la prossima settimana avremo uno dei dati più importanti, i NFP. Vi rammento che il dato verrà pubblicato giovedì ( con la classica anticipazione del mercoledì con l’ADP) e non il tradizionale venerdì, in quanto venerdì prossimo le banche USA sono chiuse per la festività del 4 luglio che quest’anno cade di sabato.

E torniamo alla Grecia. Dopo lunedì la settimana prosegue con la classica sequela di dichiarazioni ora ottimistiche ora pessimistiche in attesa dell’Eurogruppo di giovedì.

Non s’intravedono sostanziale novità e l’euro inizia a congestionare entro range sempre più ristretti, in attesa che lo stallo venga superato.

Giovedì altro nulla di fatto e il nervosismo cresce, ma l’accordo sembra sempre possibile favorito anche dalla presenza a Bruxelles di Tsipras in occasione della riunione dei capi di Stato e di Governo.

L’Eurogruppo di sabato si prospetta come la riunione decisiva ( la Merkel aveva caldeggiato una soluzione prima della riapertura dei mercati) ma rientrato ad Atene, Tsipras, come fulmine a ciel sereno, annunzia il referendum sul piano della UE per la prosecuzione degli aiuti oltre il 30 giugno, esprimendo la sua contrarietà al piano ( quindi chiedendo di votare no) …ma chiedendo al tempo stesso un’estensione del piano fino al referendum.

Ovviamente il giorno dopo l’Eurogruppo non può che dare risposta negativa, preparandosi ad adottare tutte le misure idonee alla salvaguardia della stabilità dell’Eurozona. A margine dell’incontro il Ministro delle Finanze tedesco dichiara che nessuno vuole l’uscita della Grecia dall’Eurozona… mi è parso sincero.
Stando alle indiscrezioni i più duri verso il governo greco sono stati spagnoli, portoghesi e irlandesi che hanno detto tanti sì all’Unione.

Perché Tsipras ha scelto il referendum?

Inizio col dire che anche la tempistica della decisione non poteva essere peggiore, a poche ore dall’ultimo Eurogruppo, chiudendo quindi la porta alla prosecuzione della trattativa.
Ma forse la rottura eclatante è stata ricercata per una ragione di politica interna : ricompattare Syriza.
In base alle indiscrezioni circolate nelle ultime trattative le divergenze si erano ridotte a punti minimali, addirittura lo zero virgola qualcosa sull’aumento dell’IVA.
Evidentemente ad un certo punto Tsipras si è però reso conto che una parte del suo partito non avrebbe votato quel piano in Parlamento, perché contrario al programma elettorale. La scelta del referendum è stata quindi una scelta ‘obbligata’ per risolvere una difficile situazione politica interna.
Tsipras dichiara la sua contrarietà al piano , contrario alle promesse elettorali, ma rimette la decisione finale al popolo greco ( che in base ai sondaggi resta in larga parte favorevole al sì e quindi alla permanenza nell’Eurozona). Per la UE il referendum non ha valore in quanto avente ad oggetto un piano che si conclude martedì prossimo; avrà però un grande valore politico, in quanto darà un’indicazione vincolante al governo greco evitandogli una situazione ‘imbarazzante’.

E allora il quadro potrebbe essere il seguente: martedì scade il piano di aiuti della UE e scadono anche i pagamenti al FMI. Ma la Grecia non sarà automaticamente in default perché avrà dal FMI un ‘termine di grazia’ forse di una ventina di giorni. Celebrato il referendum ( o anche prima) si avrà la prosecuzione dei negoziati con la UE e se ( come probabile) vinceranno i sì, Tsipras firmerà l’accordo per rispettare la volontà del popolo greco, potendo affermare di non aver violato le promesse elettorali. In Parlamento l’ala radicale di Syriza probabilmente farà buon viso a cattiva sorte e qualche voto disperso verrà recuperato tra le file dell’ opposizione, pressata dal voto popolare, in un clima di emergenza nazionale.

E’ uno scenario ottimista che ovviamente mette in conto una settimana alquanto turbolenta.

La BCE nella riunione odierna del Consiglio direttivo ha rinnovato l’ELA per garantire liquidità alle banche greche, senza però incrementarne l’ammontare: considerata la corsa ai bancomat quel quantitativo sarebbe stato insufficiente se il governo greco, in una riunione d’emergenza nel tardo pomeriggio, non avesse previsto , almeno per domani, la chiusura delle banche ( e della Borsa di Atene) oltre all’inizio dei controlli sui capitali ( sostanzialmente : modello Cipro). Sembra quasi che la decisone della BCE , che si riserva la facoltà di rivederla in qualsiasi momento, sia stata ‘implicitamente’ condizionata all’adozione di tali misure restrittive.

Altro terreno sul quale la BCE si troverà impegnata sarà quello di evitare il contagio al debito sovrano di paesi come Spagna , Portogallo , Italia. Rispetto all’ultimo attacco speculativo adesso ha la potente arma del QE , implementato nell’ammontare prima del calo di liquidità tipico del mese di agosto.

Giornate intense quindi su tutti i mercati ( la Popular Bank of China ha adottato ulteriori misure espansive) , se si vuole tradare la volatilità attenzione alle size e alla leva utilizzata.
 

mariougo

Forumer storico
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La situazione della Grecia si è aggravata. Il programma di
aiuti è terminato alla fine di giugno senza un accordo su una
proroga. Il governo greco non ha pagato quindi all'FMI i
debiti scaduti. Pertanto, l'uscita dall'Eurozona si è realmente
avvicinata, per cui i mercati azionari europei, a seconda delle
notizie, reagiscono con forti oscillazioni. Al centro dell'attenzione
vi è ora il referendum di domenica, durante il quale il
popolo greco voterà sui vincoli di risparmio dei creditori. Nei
precedenti sondaggi i sostenitori e gli oppositori sono quasi
alla pari. Se le richieste dei creditori saranno effettivamente
respinte, ciò renderà ancora più difficili le nuove trattative. In
quel caso, un «Grexit» sarebbe probabilmente difficilmente
evitabile. Nel caso di un «sì» sarebbe maggiore la probabilità
che si possa raggiungere ancora un compromesso e la Grecia
possa rimanere nell'Eurozona. A breve termine, tuttavia,
anche in questo caso l'incertezza dovrebbe rimanere elevata,
poiché il governo potrebbe dimettersi e potrebbero essere
indette nuove elezioni. Per una soluzione negoziata rimangono
ancora circa due settimane di tempo. Il 20 luglio, scadrà
il prossimo rimborso delle obbligazioni detenute dalla
BCE, di EUR 3.5 miliardi. Se ciò non avviene senza un precedente
accordo, da un punto di vista puramente giuridico la
BCE deve bloccare i crediti di emergenza alla Banca centrale
greca.
Nel frattempo, le oscillazioni giornaliere sul mercato azionario
cinese sono ancora più forti rispetto a quelle in Europa.
Nelle ultime due settimane, le borse di Shanghai e Shenzhen
sono crollate di circa 30% ciascuna. Questo crollo è stato
preceduto da un fulminante assalto ai livelli massimi. Negli
ultimi dodici mesi, l'indice di Shanghai è aumentato del
150% e a Shenzhen i corsi sono triplicati. Il rialzo azionario è
stato alimentato da una serie di fattori: l'apertura dei mercati
agli investitori esteri procede, i corsi sono stati spinti dagli
acquisti a credito e dal forte aumento della partecipazione
dei piccoli investitori e negli ultimi mesi la banca centrale ha
allentato la politica monetaria. A differenza di precedenti
periodi di boom, questa volta il governo per molto tempo
non ha adottato alcuna misura per raffreddare il rialzo azionario.
L'euforia è stata poi frenata due settimane fa, quando
l'Autorità cinese dei valori mobiliari ha limitato il finanziamento
con capitale di terzi per gli acquisti di azioni. Si è
inoltre saputo che le azioni del continente cinese non saranno
inserite negli indici azionari globali MSCI World prima del
2016. Come reazione al crollo, la banca centrale ha ridotto
sia i tassi di riferimento sia il tasso delle riserve minime. Ciò
non ha però tranquillizzato i mercati azionari. Le prospettive
rimangono incerte in considerazione dello sganciamento
della borsa dall'economia reale.
Le turbolenze sui mercati azionari globali arrivano in un
momento poco opportuno per la Banca centrale statunitense
tenendo conto della programmata inversione dei tassi.
Negli ultimi giorni, le azioni americane hanno registrato
tuttavia una correzione esigua. Inoltre, il dollaro non si è
quasi rivalutato. E soprattutto gli indicatori congiunturali
sono sempre favorevoli: la fiducia nell'industria è di nuovo
migliorata e anzitutto la situazione degli ordinativi viene
valutata in modo più ottimistico. In aggiunta continua la
solida dinamica sul mercato del lavoro. A giugno sono stati
creati 253'000 nuovi posti di lavoro. Pertanto, un aumento
dei tassi a settembre nonostante l'elevata volatilità del mercato
in Europa e in Cina continua a rimanere in vista. Il verbale
della riunione della banca centrale, previsto per la prossima
settimana, dovrebbe fornire altre indicazioni al riguardo.


m
 

mariougo

Forumer storico
........intanto........

le oscillazioni giornaliere sul mercato azionario
cinese sono ancora più forti rispetto a quelle in Europa.
Nelle ultime due settimane, le borse di Shanghai e Shenzhen
sono crollate di circa 30% ciascuna. Questo crollo è stato
preceduto da un fulminante assalto ai livelli massimi. Negli
ultimi dodici mesi, l'indice di Shanghai è aumentato del
150% e a Shenzhen i corsi sono triplicati. Il rialzo azionario è
stato alimentato da una serie di fattori: l'apertura dei mercati
agli investitori esteri procede, i corsi sono stati spinti dagli
acquisti a credito e dal forte aumento della partecipazione
dei piccoli investitori e negli ultimi mesi la banca centrale ha
allentato la politica monetaria. A differenza di precedenti
periodi di boom, questa volta il governo per molto tempo
non ha adottato alcuna misura per raffreddare il rialzo azionario.
L'euforia è stata poi frenata due settimane fa, quando
'Autorità cinese dei valori mobiliari ha limitato il finanziamento
con capitale di terzi per gli acquisti di azioni. Si è
inoltre saputo che le azioni del continente cinese non saranno
inserite negli indici azionari globali MSCI World prima del
2016. Come reazione al crollo, la banca centrale ha ridotto
sia i tassi di riferimento sia il tasso delle riserve minime. Ciò
non ha però tranquillizzato i mercati azionari. Le prospettive
rimangono incerte in considerazione dello sganciamento
della borsa dall'economia reale.
Le turbolenze sui mercati azionari globali arrivano in un
momento poco opportuno per la Banca centrale statunitense
tenendo conto della programmata inversione dei tassi.
Negli ultimi giorni, le azioni americane hanno registrato
tuttavia una correzione esigua. Inoltre, il dollaro non si è
quasi rivalutato. E soprattutto gli indicatori congiunturali
sono sempre favorevoli: la fiducia nell'industria è di nuovo
migliorata e anzitutto la situazione degli ordinativi viene
valutata in modo più ottimistico. In aggiunta continua la
solida dinamica sul mercato del lavoro. A giugno sono stati
creati 253'000 nuovi posti di lavoro. Pertanto, un aumento
dei tassi a settembre nonostante l'elevata volatilità del mercato
in Europa e in Cina continua a rimanere in vista. Il verbale
della riunione della banca centrale, previsto per la prossima
settimana, dovrebbe fornire altre indicazioni al riguardo.



m
 

mariougo

Forumer storico
...........caldo--------------

 La Grecia e la Cina penalizzano i mercati
 Le aspettative sui tassi di riferimento USA diminuiscono
 Focus: la Cina diventa l'ago della bilancia per il mercato
petrolifero
Dopo il No al referendum greco Atene e Bruxelles hanno ripreso
di nuovo le trattative. Il Primo ministro Tsipras ha presentato
una nuova lista delle riforme, che viene incontro alle
richieste dei creditori. Il venerdì mattina i mercati azionari
hanno reagito con aumenti netti dei corsi. Un terzo programma
di aiuti potrebbe essere deciso già domenica durante
il vertice straordinario degli Stati UE. Nel frattempo, le banche
greche rischiano di finire il contante nei prossimi giorni. La
Banca centrale europea ha mantenuto finora l'apporto di liquidità
di emergenza per il settore bancario greco, ma non
l'ha aumentato. Senza una soluzione delle trattative durante
il fine settimana, i problemi di liquidità peggioreranno a tal
punto che la Grecia in poco tempo dovrebbe introdurre una
valuta parallela. In quel caso un'uscita dell'Eurozona sarebbe
difficilmente evitabile.
Nel frattempo, anche il crollo azionario cinese è diventato un
fattore d'incertezza per il mercato finanziario globale. Poiché
in Cina molti piccoli investitori sono colpiti dalle enormi perdite
di corso, la fiducia dei consumatori, ultimamente ancora
buona, dovrebbe peggiorare. Nei prossimi mesi, ciò potrebbe
lasciare tracce nei consumi privati e diminuire ulteriormente la
crescita economica. La pubblicazione del PIL per il T2, prevista
la prossima settimana, dovrebbe mostrare ancora un leggero
miglioramento rispetto al deludente primo trimestre – grazie
agli impulsi monetari e fiscali degli ultimi mesi. Tuttavia, le
prospettive congiunturali sono incerte. Attualmente è ancora
difficile calcolare fino a che punto l'ulteriore aumento delle
spese statali, appena approvato, possa attutire i negativi effetti
economici reali del crollo azionario.
Oltre al nuovo programma congiunturale, il governo cinese ha
reagito alle vendite incontrollate con interventi drastici sul
mercato azionario. I maggiori broker azionari e i fondi d'investimento
sono stati obbligati a comprare azioni. Inoltre, un
veicolo finanziario statale, che fungeva finora soprattutto
come creditore per broker azionari, ha ricevuto liquidità dalla
Banca centrale per acquistare direttamente azioni. Tuttavia, il
mercato si è tranquillizzato per il momento solo quando è
stato annunciato che i grandi investitori non potranno vendere
le loro partecipazioni per sei mesi. Gran parte dei titoli
azionari continua a essere sottoposta alla negoziazione. Con
le valutazioni sempre care e l'incertezza congiunturale, il rischio
di ribassi rimane elevato.
In considerazione dell'aumento della volatilità sui mercati finanziari
mondiali, le aspettative di aumento dei tassi negli
Stati Uniti si sono di nuovo leggermente posticipate. A questa
situazione anche il recente verbale della riunione della Fed
non ha cambiato nulla. I banchieri centrali statunitensi si sono
mostrati moderatamente preoccupati per gli eventi internazionali.
La situazione in Grecia e in Cina è tuttavia drammaticamente
cambiata nelle settimane dopo l'ultima riunione
della Fed. La probabilità di un posticipato aumento dei tassi è
quindi aumentata. Al momento, la dinamica congiunturale
negli Stati Uniti è solida, ma ancora non poggia su basi molto
ampie. Ciò dovrebbe manifestarsi di nuovo la prossima settimana.
Mentre il commercio al dettaglio dovrebbe aumentare
di nuovo nettamente, il settore industriale riprende vigore
solo con lentezza. Ultimamente, la fiducia delle imprese
nell'industria manifatturiera è tuttavia continuamente migliorata.
Pertanto, durante l'imminente audizione al Congresso,
Janet Yellen non chiuderà ancora le porte a un aumento dei
tassi a settembre. In considerazione dell'aumento dell'incertezza
sui mercati, dovrebbe però manifestare soprattutto più
prudenza e preannunciare un aumento dei tassi leggermente
posticipato


m
 

mariougo

Forumer storico
...........................

La situazione nella controversia sul debito della Grecia si è distesa.
Con l'approvazione delle leggi di risparmio e di riforma,
il Parlamento greco ha soddisfatto la prima condizione per
continuare le trattative con i creditori, riguardanti nuovi crediti.
L'Eurogruppo si è successivamente accordato su un finanziamento
ponte, che deve consentire alla Grecia l'imminente
rimborso dei debiti presso la BCE. Inoltre, la Banca centrale
europea ha aumentato per una settimana i crediti ELA per il
settore bancario greco. In agguato vi sono però ancora altri
ostacoli. Infatti, alcuni parlamenti nazionali devono approvare
le trattative e successivamente dare il proprio consenso anche
al definitivo programma di aiuti. Un esito positivo è tuttavia lo
scenario più probabile, poiché la volontà politica di evitare
una Grexit è forte. Ciononostante entrambe le parti sono a
tratti molto scettiche sull'opportunità di un nuovo programma
di aiuti. Non da ultimo, il piano attuale si basa sotto molti
aspetti su idee che già precedentemente erano fallite. Infatti
non è per esempio chiaro se la Grecia questa volta riuscirà a
incassare EUR 50 miliardi dalle privatizzazioni. A livello di politica
interna le dure condizioni dei creditori desteranno inoltre
ancora scalpore. Il Primo ministro Tsipras dipende dai voti
dell'opposizione, il che prima o poi dovrebbe portare a nuove
elezioni. Per il momento, però, la Grexit è evitata e così i dati
congiunturali sono di nuovo maggiormente considerati.
Nell'Eurozona, attualmente, la dinamica congiunturale ha una
tendenza ribassista solo in Grecia. Il contesto economico nel
paese in crisi dell'Europa meridionale rimarrà sicuramente ancora
teso. La Grecia rappresenta tuttavia solo un'esigua quota
dell'economia dell'Eurozona. La prossima settimana, gli indici
dei responsabili degli acquisti e la fiducia dei consumatori nel
resto dell'Europa dovrebbero quindi rimanere invariati a un
livello solido.
Anche in Cina l’umore per il momento è migliorato. Nel T2,
l'economia ha registrato un andamento migliore del previsto.
La crescita trimestrale del PIL è migliorata dall'1.4% all'1.7%,
mentre il tasso annuo è rimasto al 7%. L'accelerazione della
dinamica di crescita dipende in parte dalle misure fiscali e politico-monetarie
degli ultimi mesi. Infatti, il contributo alla crescita
degli investimenti è da attribuire soprattutto ai progetti
infrastrutturali statali. A parte questo, gli investimenti nell'industria
manifatturiera e nel settore edile continuano però a
essere meno dinamici. Dall'altro lato, il consumo è aumentato
in maniera sorprendentemente chiara. La crescita dei redditi è
però ulteriormente diminuita – un segnale del fatto che il
boom della borsa dovrebbe aver contribuito alla crescita dei
consumi. Anche senza questo effetto, il rialzo azionario durato
fino a metà luglio ha contribuito nel T1 e nel T2 per 0.5
punti percentuali ciascuno alla crescita annua del 7%. Ciò dipende
dal fatto che il fatturato dei broker azionari è aumentato
enormemente e confluisce direttamente nel calcolo del
PIL.
Dal recente scoppio della bolla azionaria derivano automaticamente
rischi ribassisti per la crescita del PIL nel resto
dell'anno. Ciò potrebbe manifestarsi già la prossima settimana
nell'indice dei responsabili degli acquisti. Inoltre, anche
il mercato immobiliare rimane un fattore d'incertezza, anche
se ultimamente i prezzi nazionali delle abitazioni e i dati di
vendita sono di nuovo aumentati grazie alle misure di stimolo.
Il governo certo riesce sempre a stimolare a breve termine la
congiuntura con la politica monetaria e fiscale. Tuttavia, in
questo modo, la correzione degli squilibri nell'economia è
solo rimandata. Lo stesso vale per i mercati azionari, che
hanno sempre una valutazione elevata e continuano a oscillare
notevolmente.
Nel frattempo, i recenti indicatori congiunturali negli Stati
Uniti sono stati disomogenei. I fatturati delle vendite al dettaglio
a giugno sono stati di nuovo in calo per la prima volta da
febbraio. Dall'altro lato, la produzione industriale ha registrato
una netta ripresa. Nel complesso, i dati continuano
però a indicare una robusta crescita del PIL nel T2. Questo è
stato confermato anche dalla presidentessa della Fed, Janet
Yellen, durante la sua audizione davanti al Congresso statunitense.
Inoltre, quest'ultima, ha ancora sottolineato che è probabile
un aumento dei tassi nel secondo semestre. In aggiunta,
rispondendo a una specifica domanda ha affermato
che un aumento anticipato dei tassi avrebbe il vantaggio di
ridurre il rischio che successivamente il tasso di riferimento
debba essere aumentato più rapidamente. Questo non ha
però affatto cambiato le aspettative del mercato riguardo
all'aumento dei tassi. Un loro aumento continua a essere previsto
entro la fine dell'anno, il che è anche il nostro scenario
di base
 

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