15 giugno: referendum sull'articolo 18 (1 Viewer)

FrancescoC

Nuovo forumer
Vorrei spiegare perchè uno come me, che è sempre stato di destra (sociale) oggi sta pensando di votare si al referndum sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Premetto che non si tratta di un referndum di tipo politico, una contrapposizione fra destra e sinistra, ma riguarda essenzialmente i rapporti fra i dipendenti ed i loro datori di lavoro, gli imprenditori. Si tratta delle di due categorie all'opposto come reddito: i dipendenti sono quelli che, secondo le statistiche pubblicate qualche anno fa, hanno il maggior reddito, gli imprenditori invece, poverini, si devono accontentare di un reddito molto più basso, insieme ai professionisti (notai, avvocati, commercilisti, farmacisti, ecc.) seguiti solo da commercianti ed artigiani.
Ciò già potrebbe far dubitare dell'equità del nostro sistema fiscale, ma andiamo avanti.
Attualmente si dice che si deve dare maggior flessibilità al sistma del lavoro e delle imprese italiani, e ciò è giusto e condivisibile. Ma vediamo cosa significa. Io sono a favore della massima flessibilità e libertà, ma cò deve valere per tutto e per tutti.
Invece quando se ne parla ci si riferisce sempre alla flessibilità a senso unico verso i lavoratori dipendenti, cioè alla possibilità di licnziare senza giusta causa.
Questo noi non lo vogliamo. Io vorrei ed accetteri volentieri una flessibilità vera, come in certi paesi, in cui sono libero di no versare il 30 % della mia retribuzione all'INPS (10 5 che si vede in busta paga + un altro 20 "a carico del datore di lavoro", ma che in realtà è considerato e fa parte, anche se pochi ne sono consapevoli, della retribuzione del dipendente). Vorrei avere la flessibilità di disporre di questi soldi per pagarmi una pensione privata, oppure per investirli, magari in immobili, ottenendone un reddito. Vorrei avere la flessibilità di non dover essere obbligatoriamente iscritto, pagando i contributi, al servizio sanitario nazionale (se poi voglio essere curato devo pagare lo stesso, ma di poter stipulare una mia assicurazione, cme meglio preferisco. Vorrei avere la possibilità, se decido di cambiare sede di lavoro, di poter vendere ed acqustare una cas senza dover pagare il 10% del suo valore allo stato e quasi altrettanto ad un notaio, che solo perchè sta seduto sulla sua sedia gode di una rendita di posizione. Vorrei non dover pagare, sempre con la mia retribuzione, la cassa integrazione, a carico solo dell'IMPS (esiste una voce nei cedolini retribuzione non sempre evidenziata separatamente chiamata CIGS cioè Cassa Integrazione Guadagni Speciale) Pechè questa tassa assistenziale non è a carico anche delle casse previdenziali di parlamentari, magistrati, avvocati, ecc.? Vorrei la possibilità, concessa in quasi tutti i paesi europei ed in USA, di detrarre dal mio reddito le spese di auto che devo affrontare per recarmi tutti i giorni al lavoro, visto che nessuna grande città italiana è dotata di mezzi pubblici efficienti, confortevoli ed adeguati alle necessità di chi lavora.
Vorrei quindi una flessibilità totale.
Invece questi nostri industriali incapaci, che hanno fatto fortuna in un mercto protetto la vogliono solo a senso unico. Sono andati avanti sempre appropriandosi dei guadagni ed addossando le perdite, nei momenti di crisi, allo stato (vedi CIGS). Non sono mai stati capaci di far espandere l'industria nazionale al di fuori dei confini. Hanno distrutto imprese di grande tradizione e dotate di uomini con grandi capacità, quali Olivetti ormai defunta, Fiat che sta per essere venduta a GM, Pirelli che spera di salvarsi addossndo i suoi debiti a Telecom e così di seguito.
L'unica cosa che sanno fare, in momenti di crisi, è ridurre i costi riducendo indiscriminatamente il personale, indipendentemente dalle sue capacità: naturalmente salvaguardando amici e parenti di personaggi che potrebbero far comodo. Mai che si pensi ad ottimizzare la gestione aziendale, a ideare e proporre prodotti e servizi innovativi, a fare nuovi investimenti. Ora si mira anche, con la scusa di ridurre il costo del lavoro, a ridurre le prestazioni dell'INPS, risparmiando sui cosiddetti contributi "a carico del datore di lavoro", intascandoli direttamente, senza pensare di devolverli totalmente o in parte a chi lavora, visto che sono suoi. In più si dice che i giovani che iniziano a lavorare a desso dovrebbero pagarsi, aloro carico e sempre con la loro retribuzione, una pensione integrativa. Contemporaneamente si attuano nelle aziende ristrutturazioni feroci, emerginando persone capaci, colpevoli solo di avere più di 35-40 anni, per poi dire che sono inutili e cercare di liberarsene, con mobilità e prepensionamenti. Ciò in contrasto con quanto si dice sulla necessità di ridurre il carico previdenziale e quindi di incentivare a rimanere al lavoro (o didincentivare ad andare in pensione). Vorrei evitare invece che si caccino dalle imprese delle persone per sostituirle con consulenti esterni, di cui si può disporre solo quando servono, liberandosene quando non servono più. Vorrei che non fosse possibile liberarsi di una persona per sostituirla con un parente o un amico di qualcuno che fa comodo. Vorrei che le aziende non seguissero la politica di ridurre al minimo i costi, a scapito della qualità e della produttività, cercando di utilizzare solo personale privo di esperienza, che possono pagare poco, tanto i risultati non contano e se i bilanci vanno in rosso si può ricorrere allo stato. Da noi inoltre è arrivata la moda, in voga in USA negli anni 80, ma fallita ed abbandonata da tempo, di considerare out tutti quelli che hanno più di 35 anni.
Insomma, come avrete capito la flessibilità è accettabile se totaòe e per tutti: non si può avallarla solo se a senso unico e se avvantaggia solo alcuni.
Per questo non si può chiedere ai lavoratori dipendenti, indipendentemente da quale colorazione politica abbiano, di non votare o votare no a questo referendum, condannandosi da soli a peggiorare la loro posizione. Infatti un vittoria dei no o una non raggiungimento del quorum significherebbe per chi sostiene l'attuale politica del lavro una conferma per proseguire nella loro strada. Già 10 anni fa siamo stati presi in giro con (dai governi di centrosinistra dell'epoca e con l'avallo dei sindacati) l'abolizione della contingenza, che veniva presentata come la causa di tutti i mali e soprattutto dell'inflazione. La contingenza è stata abolita, gli stipendi si sono fermati, ma l'inflazione ha continuato a crescere, anche se ora ufficialmente, per motivi di Euro, si dice che sia rallentata.
Dobbiamo quindi far capire che si deve cambiare, che gli imprenditori non possono più contare sui loro dipendenti per poter continuare a gestire male le loro aziende e a scaricare le colpe e gli oneri su altri. Estendendo la validità dell'articolo 18 faremo capire che oltre un certo limite non si può andare.
Non mi importa niente quindi che il referndum sia stato promosso da Rifondazione Comunista e da parte delle sinistre con le quali non concordo su tantissime cose e alle quali non darò mai il mio voto in elezioni politiche.
In questo caso si tratta di un referendum fra dipendenti e imprenditori, e quindi trsversale agli shieramenti politici.
 

Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
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genesta

Forumer attivo
Invece la politica c'entra, eccome!

Nel senso che, chi sta al governo ha sempre l'interesse a mantenere lo status quo attuale e diventa conservatore - ovvero, concepisce riforme in base alle esigenze politiche e giammai a favore dei cittadini (che poi vadano a favore di questi sarà una coincidenza).
Mentre l'opposizione ha l'interesse (sempre politico) ad assumere l'atteggiamento diametralmente opposto.


Quando si vota, per esempio, per le amministrative, non si pensa ad attuare tutti i provvedimenti necessari a far funzionare gli enti e a produrre benessere per i cittadini, macché, questo processo è visto, semmai, come banco di prova per testare le statistiche future negli schieramenti politici.

Insomma, trattasi sempre di scontri politici ed è proprio questo il guaio poiché, quando l'intenzione non è mai quella di migliorare il nostro paese, il risultato sarà sempre lo stesso: far felici i politici a scapito del popolo.
 

fo64

Forumer storico
FrancescoC ha scritto:
Vorrei spiegare perchè uno come me, che è sempre stato di destra (sociale) oggi sta pensando di votare si al referndum sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori....

Ti sei tolto un paio di sassolini dalle scarpe? :) :-D

Fo64
 

felixeco

Forumer storico
ma allora non avevi capito una fava

il problema è l'obbligo di reintegro indipendentemente dal pagare le mensilità.
E' il colmo una ditta di 5 persone con uno che non lavora non può scegliere di pagare per toglierselo dai piedi.Deve tenerlo anche se non fa un .....pisello :-?
 

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