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AMTrade

Nuovo forumer

Inizio questa buova rubrica che tratterà argomenti correlati al Dax prendendo spunto dai mercati andando ad analizzare alcune cose di cui spesso si parla ma non sempre si và a trovare le motivazioni più concrete.
Molto spesso si sente discutere di come il rapporto €/$ sia un problema per l'economia dei paesi dell'area Euro.
Questo dipende sempre dal fatto che l'€ forte penalizza i paesi esportatori e alcuni paesi come la Germania e l'Italia siano molto delicate sull'argomento esportazioni ed un aumento eccessivo tende a penalizzare maggiormente queste economie.
A turno economisti e governanti della BCE o dei singoli paesi trattano quest'argomento dicendo tutto ed il contrario di tutto ci fanno sapere che i problemi dell'aumento dell € vengono anestetizzati dal potere di acquisto d'importanti fattori inflazionistici e quindi le cose si vanno a compensare.Altri invece si mostrano moderatamente preoccupati dicendo che solo un valore sopra 1,3 porterebbe problemi piuttosto imbarazzanti.
Partendo da queste considerazioni la fine della scorsa settimana ci sono state di aiuto le dichiarazioni di VolksWagen e di Siemens le quali ci hanno fatto sapere che il crollo degli utili del 50% è da attribuirsi all'€ forte che ha tolto competitività nel mercato Usa, per quanto riguarda Volkswagen, mentre da Siemens si è venuto a sapere che se l'€ continuerà a mantenersi a questi livelli ci saranno problemi per quanto riguarda gli utili futuri.
Detto questo credo sia interessante ricordare che Siemens è la società che pesa di più sullo Xetra Dax, e che Volkswagen è la 13^ ed insieme rappresentano il 15% della capitalizzazione dello Xetra Dax, senza tenere conto che questo discorso non riguarda solo queste 2 società.
Ma quanto è il livello pericoloso, e su cosa possiamo fare i nostri raffronti per essere i più precisi possibili?
Io credo che non sia importante sapere quanto l'€ vale oggi o quanto varrà tra 1 mese o quanto valeva 2 mesi fà, ma è importante sapere quanto vale in determinati periodi passati e fare raffronti.
I mercati finanziari si nutrono di dati ed aspettative, io ho cominciato ad interessarmi da vicino al cambio €/$ quando lo scorso anno mi sono occupato di Parmalat in tempi non sospetti, o quantomeno in tempi in cui si poteva ipotizzare un futuro non propio roseo dal punto di vista industriale ma non di certo alla truffa.
La cosa che mi colpi subito nel bilancio semestrale Parmalat fù l'inizio in cui si poteva leggere come premessa " Il cambio dell'€ rispetto alle monete dei paesi in cui Parmalat è presente ha penalizzato i risultati del conto economico."
Sembra di rileggere le premesse di Volkswagen e Siemens.
Letto questo mi andai a studiare il cambio €/$ in modo un pò più approfondito per capire trimestre dopo trimestre, semestre dopo semestre come era evoluta la situazione per capire come sarebbero potuti essere i conti a parità di fatturato.
Poi fù un lavoro inutile in quel caso, però oggi con piccoli aggiornamenti mi rendo conto che le cose sono enormemente peggiorate.
Quando verranno resi noti i dati sul 1° trimestre 2004 si andrà sicuramente a confrontarlo con il 1° trimestre 2003 e con il 1° trimestre 2002, e quali sono i confronti ? Vediamo di analizzarli per capire come il problema esista davvero.
Per fare raffronti dobbiamo prendere i prezzi medi dei trimestri, dei semestri e dell'anno, confrontarli tra di loro ed a loro volta confrontarli con il prezzo dello Xetra Dax.
PERIODO 2002 2003 INCREMENTO
1° Trim. 0,8754 1,0738 + 22,66%
2° Trim. 0,9211 1,1383 + 23,58%
3° Trim. 0,9838 1,1250 + 14,35%
4° Trim. 0,9990 1,1904 + 19,15%
1° Sem. 0,8986 1,1058 + 23,05%
2° Sem. 0,9912 1,1574 + 16,76%
Anno 0,9459 1,1320 + 19,67%

Attualmente siamo ad un valore di 1,2643 con un incremento del 17,74% rispetto al 1° trimestre 2003, ed un più considerevole +44,42% rispetto al 1° semestre 2002.
In pratica il valore di un prodotto venduto nei mercati con moneta $ a parità di prezzo sarebbe della metà riportato in €, sicuramente ci sarà stato un aumento a cui però bisogna toglierci l'aumento dei costi vivi ed il minor potere di acquisto degli stessi € a causa inflazione.
Questi sono a mio avviso dati preoccupanti perchè la ripresa economica nell'area Euro finora è stata più a parole che a fatti, mentre il nostro caro Xetra Dax ha visto i suoi prezzi incrementarsi del 52,39% dai 2676 del 1° trimestre 2003 ai 4078 degli attuali del 1° trimestre 2004.
Questi sono dati su cui penso valga la pena riflettere quando si parla di rapporto €/$ rispetto ai mercati finanziari ed all'economia in generale.

Ciao
 

AMTrade

Nuovo forumer

Inserisco un grafico per completare il discorso.

Ciao
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sama

alias "gioia23"
un'interessante e approfondita analisi del rapporto $-Euro, ma purtroppo non dobbiamo limitarci ad'un analisi cosi "corta" nel tempo. L'euro esiste si da solo pochi anni, ma il rapporto delle monete europee con il $ va ben oltre gli ultimi anni.
Ritengo fuorviante e "disonesto" ciò che fanno gli analisti, commentatori e i media in generale, quando parlarno di "record storico" dell'euro.
L'Euro è subentrato alle monete nazionali e pertanto se dobbiamo fare il confronto, va fatto su basi storiche del rapproto $-DM oppure anche delle altre monete europee, comunque si dovrebbe partire dagli accordi di Bretton Woods 1971, i rapporti economici, finanziari etc. non partono mica dal 1998!!
Per il resto concordo pienamente con l'analisi, però è anche vero che molti si lamentavano quando l'Euro era a 0,85, come essere alle Olimpiadi! e pochi notavano quali implicazioni avrebbe avuto un rialzo dell'Euro. Adesso tutti si lamentano per motivi opposti? mentre le vere implicazioni le vedremo solo quest'anno e dopo.
Non solo le nostre merci diventano più care all'estero, ma gli importatori che produconi in aree $ o in Asia, possono offrire i prodotti in Eurolandia a prezzi più competitivi. Percùi la ns. industria soffrirà non solo di una riduzione delle importazioni, ma anche di margini minori in Eurolandia, oppure se riesce a mantenere i margini, aumentano i profitti delle concorrenti non-Euro, in effetti basta vedere i bilanci delle grandi multinazionali USA.

Un'vantaggio ci sarebbe, quello che i prodotti importati dovrebbero essere più convenienti per i consumatori finali, ma quando mai abbiamo visto in Italia o in Europa i prezzi dei prodotti abbassarsi?
Dovremmo essere ad un'inflazione intorno a 0, con la rivalutazione dell'Euro che stiamo vivendo, invece poco o niente viene concesso al consumatore, con la scusa che il mercato è poco elastico, i margini saranno distribuiti tra i produttori, importatori, distributori.

Certo noi siamo tutti più ricchi con l'euro forte, anche i pensionati, ammesso che possiamo spostarci in qualche paesi asiatico on in USA e fare li la spesa,

saluti
sama
 

AMTrade

Nuovo forumer

E' vero il periodo dovrebbe essere visto da più lungo, ma rimane sempre un livello alto :)

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Per quanto riguarda quando valeva 0,niente ci dicevano che eravamo più poveri perchè pagavamo troppo alcune materie prime e soprattutto il petrolio e quindi per via dei consumi personali e dei consumi delle aziende saremmo diventati tutti poveri visto che a piedi non ci và più nessuno.

La realtà aziendale di oggi come dici giustamente tu non sono solo i minori utili ma la perdita di competitività che porta inevitabilmente a perdere quote di mercato e soprattutto a quote di manodopera per il decentramento delle aziende per cercare di mantenere il più possibili intatti i loro fatturati.

Questa perdita di manodopera accade anche negli Usa, difatti i maggiori utili aziendali non sono seguiti da un recupero dell'occupazione propio perchè le loro multinazionali sono sempre più internazionali e non nazionali,oltre alla loro efficenza portata al massimo.
Figuriamoci noi che al nostro decentramento aggiungiamo anche l'€ forte.
Basti pensare a quante aziende spostano sempre più parte delle loro attività in paesi esteri come l'est Europa.
Ed il nostro governo invece di occuparsi a fondo del problema incentiva queste operazioni che servono alle aziende ma poco ai lavratori nostrani.

Ciao
 

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