E alla fine la legge di Bilancio, tra mille polemiche, viene approvata dal governo, che ha ottenuto la fiducia anche nel secondo ramo del Parlamento, cioè a Montecitorio, alla Camera dei deputati. La principale legge dello Stato, ossia la manovra finanziaria, entra ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2026, dopo la canonica pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Con 216 voti favorevoli e 126 contrari alla Camera, dopo settimane di discussioni e scontri politici, la manovra diventa dunque legge dello Stato. E al suo interno il pacchetto pensioni è stato uno dei capitoli più dibattuti. Cosa succede ora alle pensioni nel 2026 e che fine fa la legge Fornero è una domanda alla quale, adesso, possiamo finalmente dare una risposta ufficiale.
Cosa succede alla legge Fornero e alle pensioni nel 2026
La legge Fornero esce rafforzata dalla legge di Bilancio 2026 varata dal governo Meloni. E questo nonostante si tratti di un esecutivo di centrodestra che da sempre osteggia la riforma Fornero, considerandola uno dei mali storici del sistema previdenziale.
La riforma del governo Monti del 2012, con ministro Elsa Fornero, non viene ritoccata, anzi: vengono poste le basi per un suo ulteriore rafforzamento. Nel 2026, dal punto di vista dei requisiti delle pensioni ordinarie, non cambia nulla. Ma dal 2027 viene messo nero su bianco un inasprimento che avrà effetti negativi per i lavoratori.
Bisogna però precisare che il 2026 sarà un anno delicato. Come dimostra l’approvazione di un ordine del giorno della Lega, la maggioranza sembra pronta a intervenire in corso d’opera, con la possibilità di rivedere o correggere proprio quei provvedimenti che oggi rafforzano la legge Fornero.
Riforma Fornero più forte ma non nel 2026
Ma perché la riforma Fornero diventa ancora più rigida dopo la manovra? La risposta è semplice e risiede nel meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici che il governo ha confermato nella legge di Bilancio, con decorrenza dal 1° gennaio 2027.
Non si tratta, però, di una scelta discrezionale dell’esecutivo. L’inasprimento dei requisiti deriva dall’applicazione automatica delle regole previste proprio dalla riforma Fornero, che ha introdotto l’adeguamento biennale dei requisiti all’aspettativa di vita.
In sostanza, ogni due anni, i requisiti di accesso alle pensioni di vecchiaia e alle pensioni anticipate ordinarie si adeguano all’andamento della speranza di vita della popolazione. Se la vita media cresce, crescono anche i requisiti. Se invece, come accaduto durante la pandemia, la vita media diminuisce, i mesi “persi” si recuperano negli adeguamenti successivi.
Legge di Bilancio e pensioni, ecco cosa accade nel 2027 per il diritto alla pensione
La legge di Bilancio ha reso ufficiale questo meccanismo. Dei sette mesi complessivi di incremento della speranza di vita, quattro mesi servono a recuperare quelli persi durante la pandemia.
I tre mesi residui, invece, finiscono per allontanare l’accesso alla pensione, fatta eccezione per chi svolge lavori gravosi o usuranti. Per tutti gli altri contribuenti, a partire dal 2027, i requisiti aumentano di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028.
Su questo punto, però, il governo ha aperto uno spiraglio, impegnandosi — tramite l’ordine del giorno citato — a rivalutare nel corso del 2026 l’intero impianto, arrivando eventualmente anche a neutralizzare l’inasprimento.
Ad oggi, tuttavia, ciò che conta è quanto scritto nella manovra: la legge Fornero continua a produrre i suoi effetti, con un aumento dei requisiti che penalizza l’uscita dal lavoro.
Legge di Bilancio e pensioni, ecco cosa accade nel 2027 per il calcolo della pensione
Non solo requisiti più elevati. Sempre dal 2027, e sempre per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita, peggiorano anche gli importi delle pensioni.
L’incremento della vita media incide infatti sui coefficienti di trasformazione, cioè sui parametri che convertono il montante contributivo accumulato in pensione. Coefficienti che sono tanto più favorevoli quanto più alta è l’età di uscita dal lavoro, ma che, al crescere della speranza di vita, diventano biennio dopo biennio meno vantaggiosi.
In sintesi, la legge di Bilancio 2026 non solo rafforza la legge Fornero, ma prepara il terreno a pensioni più lontane e più leggere. Salvo eventuali ripensamenti che il governo ha promesso di valutare proprio nel corso del 2026.