scusa mark la puoi tradurre con parole semplici per un'ignorante di finanza...
due spunti
per riflettere
correggetemi se sbaglio
ultimamente non si sta creando una strana situazione:
da quanto mi sembra di capire gli stati che fino a due mesi fa erano ritenuti piu rischiosi in quanto più indebitati a livello pubblico, in realtà si stanno dimostrando il contrario!...?
la ricchezza dei cittadini privati contribuisce a rendere più solida e a sostenere l'economia,
infatti mi giungono notizie da alcuni commerciali che francia e spagna stiano sentendo la crisi in modo molto più accentuato che in italia .....
mi piacerebbe leggere qualche opinione a proposito.
In pratica ti dice che in alcuni paesi come la Grecia il debito pubblico è problematico, ma il livello dell'indebitamento dei privati è basso in termini assoluti, e questo aiuta perché non c'è bisogno (o c'è meno bisogno) di interventi a sostegno dell'economia mentre i privati fanno deleverage, ossia riducono il livello di indebitamento rispetto ai valori reddituali (e di patrimonio, aggiungerei).
Ti faccio un esempio concreto, scusandomi in anticipo se non sono del tutto sicuro delle percentuali, ma la sostanza del discorso resta quella: UK prima della crisi... debito pubblico/PIL al 40%, debito privato/PIL attorno al 250%; Italia prima della crisi ... debito pubblico/PIL al 105%, debito privato/PIL al 30%.
Il settore privato inglese è pesantemente indebitato e dal momento in cui comincia la crisi, la bolla del debito privato implode, i privati sono costretti a ridurre le esposizioni debitorie e si impone allo Stato di intervenire a sostegno dell'economia per fare sì che non sia troppo drammatico il crollo dei consumi, dellla produzione, del valore dei beni, dell'occupazione in una spirale negativa che rischia di autogenerarsi.
Nel settore privato, si intende, c'è sia il corporate, banche incluse, che le persone fisiche.
Il settore privato italiano è modestamente indebitato, ed allo scoppio della crisi non impone massicci interventi a sostegno da parte dello Stato, il quale, carico di debito com'è, non se li potrebbe permettere.
Si dice dunque che la Grecia è messa più o meno come l'Italia.
Però in partenza e fino a tempi recenti le agenzie, ai fini del rating sovereign, guardavano sostanzialmente al debito pubblico/PIL ed alla metrica finanziaria dello Stato, per cui il rating di una UK o di una Irlanda era AAA, mentre noi ed i greci siamo molto più bassi.
In prospettiva le agenzie hanno informato che stano studiando metodologie che diano più peso nella individuazione dei rating sovrani al fatto dell'indebitamento privato rispetto al PIL.
Il limite del ragionamento che si è fatto e che fanno le agenzie però è da vedere nell'interdipendenza dei mercati europei ed internazionali, nel senso che è tutto da vedere se realmente il basso livello di indebitamento degli italiani (o dei greci) si traduca in una maggiore resistenza delle rispettive economie alla crisi globale, giacché queste economie restano esposte ad una temperie globale.
Faccio per dire: una parte della nostra industria metalmeccanica è sussidiaria delle produzioni tedesche, alle quali è legata da rapporti di subfornitura. Queste produzioni tedesche a propria volta sono dipendenti dall'export tedesco verso gli USA.
Ecco allora che il deleverage dell'economia USA riduce l'esport tedesco verso quel paese, ma di conseguenza riduce anche le commesse per l'industria meccanica italiana... ed il fatto che gli italiani siano meno indebitati di altri aiuta fino ad un certo punto, almeno secondo me.