Finanza e Mercati: il (m)Orso che uccide il Toro
News alert: Piazza Affari, Izzi Federico
Da tempo le mani forti hanno abbandonato l'Europa. Cosa è meglio fare? Risponde Federico Izzi, analista finanziario e trader indipendente.
Rossana Prezioso 12 ore fa
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Da tempo le mani forti hanno abbandonato l'Europa, adesso dopo i tanti segnali inviati, si è registrato l'inevitabile. Cosa è meglio fare? La strategia da seguire sia in ambito intraday che in un'ottica di investimento, ce la suggerisce Federico Izzi, alias zio Romolo, analista finanziario e trader indipendente.
Settimana che si è chiusa con un forte sentiment ribassista: meglio ricominciare a temere?
Questa settimana si chiude con ribassi su tutte le piazze, ma a differenza delle scorse settimane, questa inizia ad essere pesante e dare segnali importanti. Se sino a poche settimane fa, così com’è stato per tutto l’anno, ogni ribasso veniva sempre sfruttato dagli operatori, per rientrare nuovamente al rialzo, si avverte che questa tendenza sta cambiando in quanto i ribassi si stanno facendo veramente pesanti. Tutto questo si è accentuato dopo le dichiarazioni di Mario Draghi, presidente della Bce, fatte la scorsa settimana a differenza di quanto era accaduto dalla fine di agosto. I mercati si attendevano ancora un sostegno da parte delle banche centrali. Le aspettative erano per una certezza della chiusura del tapering, ma anche per una consapevolezza del passaggio di testimone alla Bce. Questo infatti si percepiva sui mercati, dal momento che i rialzi erano in virtù di una continuazione delle aspettative circa ciò che ormai da due anni sta accadendo riguardo le politiche economiche accomodanti. Purtroppo le ultime dichiarazioni hanno iniziato a far ricredere i mercati, sull’onda anche di numerosi dati macro negativi in arrivo dalla Germania. Questo mix, ora si sta riscontrando non solo nelle cosiddette mani forti, che da aprile, ormai, non sostengono più i mercati europei.
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Mercati Usa che nuovamente tornano protagonisti: commenti e previsioni.
Andando ad analizzare i mercati Usa, si può notare come siano ancora all’interno di questo trend rialzista.
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Statisticamente dal marzo del 2009 sono oltre 5 anni e mezzo che l’S&P500 è chiaramente in un mercato toro. Ma venerdì l’indice Usa è andato a testare la media mobile a 200, inviolata al ribasso dal minimo del 19 novembre 2012 da ben 477 giorni, con una chiusura a ridosso di questo importantissimo livello di supporto dinamico. Una violazione che oramai è da tenere in considerazione dal momento che in pochi giorni i prezzi abbiano raggiunto area 1900. Sarà da valutare con attenzione le reazioni degli operatori, in particolare gli istituzionali che utilizzano la media mobile a 200 periodi il livello che caratterizza il trend di fondo. - See more at:
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Tecnicamente la violazione della media mobile a 200 su grafico giornaliero, è un segnale evidente, molto forte, che inizierebbe a dare una prima importante indicazione di un inizio del trend ribassista anche sul principale listino azionario mondiale dell'S&P500. Trend che oramai in Europa è iniziato la scorsa estate.
Allarghiamo lo sguardo all'Europa
Le performance positive del primo semestre al momento sono completamente annullate da una seconda parte dell’anno particolarmente negativa.
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Dal grafico sopra riportato è facile capire come si debba temere il fatto che in poco più di tre mesi il Dax abbia fatto la performance peggiore sia in Europa che in confronto con l’S&P500. Negli ultimi due anni il Dax è stato l’unico tra gli indici europei che è stato in grado di replicare l’andamento dei listini statunitensi, in particolar modo dell’S&P500, tant’è che il Dax ai primi di luglio ha raggiunto il suo massimo storico assoluto, insieme all’S&P500. Da allora, con la discesa che si è sviluppata da fine luglio-inizi agosto, il Dax, improvvisamente non è rimasto più correlato all’indice Usa, ma ha iniziato a riallinearsi al resto delle borse europee. Tant’è che a metà settembre l’S&P 500 segnava insieme al Dow i massimi storici assoluti, il Dax, così come il resto d’Europa, segnava dei massimi inferiori. Oltretutto, un segnale tecnico veramente pericoloso è stata al rottura di venerdì del supporto a 8.900 e se noi andiamo a confrontare l’ultimo minimo importante, quello dei primi di agosto, il Dax è l’unico indice che ha violato l’area di supporto di agosto. Non solo, il Dax coi minimi di agosto era già a un doppio minimo che con i livelli di marzo 2014. Perciò il Dax inaugura con venerdì un periodo fortemente ribassista, molto forte che dà l’addio ai massimi del 2014.
Ottobre è iniziato male: potrebbe cambiare?
Questa settimana è stata una settimana che, a differenza di tutto il 2014, dimostra come sia presente un certo nervosismo da parte dei traders come degli investitori: delle ultime 12 sedute della borsa statunitense ben 7 sedute hanno avuto una chiusura superiore o inferiore all’1%. Questo statisticamente, è il periodo tranne quanto avvenuto nelle sedute di aprile e di luglio, che indica il maggiore nervosismo sui mercati sia Usa che europei. Se consideriamo quanto accaduto tra aprile e luglio abbiamo avuto dei mercati caratterizzati da una tendenza rialzista e con oscillazioni che non sono state mai superiori o inferiori all’1%. Ed è stato un periodo con mancanza di oscillazioni importanti, una striscia che non si registrava addirittura dal 1995. Sappiamo che quando i mercati sono rialzisti, sono poco volatili, come ha confermato, appunto, il primo semestre 2014. Ora improvvisamente sull’S&P500 nel giro di due settimane si è avuta un’esplosione di volatilità, quindi è il caso di riflettere.
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Il grafico soprascritto, indica che ottobre, limitandoci alla volatilità storica del Vix, è il quarto mese nella classifica delle oscillazioni più importanti. Venerdì scorso, alle 16 ha toccato quota 22, mentre il giorno prima (giovedì) era a 18, con uno schizzo improvviso, con quel 22 che non si vedeva dal dicembre 2012, altro, ulteriore segnale. C’è da dire, però, che sempre ottobre, statisticamente è il mese che registra le maggiori escursioni con un punto percentuale in più o in meno. Inoltre è curioso notare come le chiusure dei primi due giorni del mese spesso caratterizzano l'andamento e la chiusura dello stesso mese. Se consideriamo che sommando il ribasso del 2 e 3 ottobre, pari al -1,5% circa, il segnale non sembra presagire una chiusura positiva per gli indici azionari. Alla fine dei conti si stanno inanellando una serie di indicazioni che non fanno altro che confermare quanto finora sospettato e che hanno già rovinato la tendenza positiva che fino ad un mese fa era presente. In realtà non si è trattato di un evento improvviso, perchè i segnali, e tanti, ci sono stati da mesi. - See more at:
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E’ evidente come, se analizziamo gli ultimi 10 mesi, l’attuale ribasso, con i minimi di venerdì, è stato il ribasso più importante del 2014 in un ristretto periodo temporale. Ora da questo livello, tutto può accadere. Non mi sorprenderei se ci sarà una reazione dei prezzi che continuerò a considerare un rimbalzo tecnico dei prezzi che infatti: - See more at:
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quello che è più da considerare per le prossime settimane, è la rottura del minimo del 16 settembre in un’ottica ciclica, su tutti i mercati. Tant’è che prima di essere violato i prezzi hanno registrato oscillazioni fino al 1 ottobre. Una volta toccato quel livello di supporto, sia tecnico che ciclico, il ribasso è stato veramente molto violento. Perciò nei prossimi giorni un pullback o un rimbalzo è fattibile, visto che ci sono le prese di profitto da parte di chi ha avuto la fortuna e bravura di mettersi short dai massimi di area
3.200-3.220. Personalmente ritengo che la tendenza rialzista sull'attuale ciclo semestrale o annuale, iniziato ai primi di agosto, si sia deteriorata. Quel che sarà più importante, non sarà tanto seguire l’evoluzione dei mercati europei, i quali hanno, come visto, una performance praticamente compromessa, più importante sarà capire come si comporteranno i mercati Usa nelle prossime settimane: il tapering ormai è terminato e tutte le prossime dichiarazioni saranno da pesare molto attentamente perchè gli investitori, come dicevo all’inizio finora erano sostenuti sia dai fatti della Fed che dalle promesse della Bce, perchè Draghi è bravissimo nel promettere e nel sostenere, a parole, i mercati, ma adesso ci troviamo di fronte a un periodo decisamente importante dove si rendono necessarie delle azioni concrete anche da parte dei governi dell'eurozona. L’unico aspetto positivo è che statisticamente l'ultimo trimestre dell'anno segna le performance positiva migliore complice il classico rally di dicembre. Però è iniziato nel peggiore dei modi, soprattutto se si considera l'attuale candela mensile di ottobre che è una candela ribassista per antonomasia. Però, gli orsi sono usciti dal letargo e gli schiaffi che hanno dato ai tori negli ultimi giorni, sono stati dei pugni da ko veri e propri. - See more at:
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Ultimo trimestre come sfruttarlo al meglio?
Da un punto di vista intraday e settimanale dobbiamo ricordare che la volatilità è il pane del trader. Perciò se c’è volatilità tanto meglio, infatti se non ci fosse ci si dovrebbe posizionare in un’unica direzione e sfruttare l’andamento. In un’ottica invece di investimento o trading semestrale o trimestrale, già quest’estate avevamo dato indicazione di uscire. Per chi è rimasto incastrato sul Ftse Mib valuterei il livello di 19 mila come livello sia tecnico che psicologico molto importante. Approfitterei di un potenziale ritorno nei prossimi giorni/settimane in area 19.800 oppure, ma qui è già più difficile, a 20.200 dove sarebbe meglio prendere profitto senza esitazione. In questa fase di mercato ed in mancanza di cambi strutturali della configurazione tecnica che, come ho spiegato si è compromessa al ribasso, sfrutterei ogni pullback per valutare operatività al ribasso.
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