L'agorà.....giugno 2003 (2 lettori)

alan1

Forumer storico
Il conteggio che io faccio sullo S&P non vuole essere un esercizio di Elliot su quell'indice, ma la visualizzazione semplificata su un indice rappresentativo di un'analisi complessa secondo i dettami dell'Analisi Armonica.

Non ho voglia e tempo per esplicare il tutto pertanto pubblico quel conteggio che serve a dare un'idea complessiva di cosa mi aspetto.
 

Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
box2000-box2003.jpg


Ho preso in esame i 2 rettangoli creatisi sull'indice.
Il primo tra marzo 2000 e novembre 2000.
Il secondo tra agosto 2002 e giugno 2003.

Ho notato che vi sono molte similitudini.

- Il 07 marzo 2000 abbiamo raggiunto il tetto del mondo a 51335,
poi il crollo fino a 42055 del 17 aprile 2000 durato 29 giorni.

- A seguire salita fino a 48930 del 14 luglio 2000 durata 61 giorni.

- Successiva discesa a 43365 fatto il 10 ottobre 2000 di 64 giorni.

- Infine il canto del cigno fino a 49050 fatto l'8 novembre 2000 in soli 18 giorni.

Il periodo complessivo dura 172 giorni !!

Rettangolo attuale partito il 27 agosto 2002 a 27105.

- Discesa fino a 20665 del 10 ottobre 2000 durata 32 giorni.

- Risalita fino a 26815 del 02 dicembre 2002 di 37 giorni.

- Discesa a 20550 del 12 marzo 2003 di 68 giorni.

- Salita fino a 26390 del 19 giugno impiegando ancora 68 giorni.

Tutto il periodo dura complessivamente 205 giorni.

A questo punto, se l'evoluzione continuasse ad essere simile,
dovremmo essere prossimi ad una discesa,
in quanto dall'8 novembre 2000 a 49050,
siamo scesi fino a 42130 del 3 gennaio 2001. Cioè per 37 giorni.

Che contati dal 19 giugno, si andrebbe al 21 agosto.
 

Nonsoniente

Forumer storico
Per Driver: Per prima cosa ciao, poi ti segnalo un dato statistico :
Gli anni 1993 e 1997 sono stati due anni di svolta, in quanto in entrambi i casi abbiamo rotto i massimi dell'anno precedente. Nel 1997 se la memoria non m'inganna i massimi dell'anno precedenrte furono rotti già dall'otto di Gennaio.
Ora per rompere i massimi del 2002 dobbiamo superare di slancio quota 33500 e poi da lì accelerare con una forte spinta rialzista.
Anche sposando la tesi rialzista ( e cioè che i minimi siano già stati fatti) dobbiamo aspettare almeno il 2004 perchè tale scenario si verifichi.
Al massimo il 2003 piò essere un anno di consolidamento.
Comunque questa resta la mia opinione e nulla vuole essere di più.
Ciao
 

percefal

Utente Old Style
Da yahoo:

Lunedì 23 Giugno 2003, 13:53

Quotazioni
Milan Stock Exchange
^MIBTEL

18754

-301

MIB 30 Migliori & Peggiori
Previsioni di Elliott: Mibtel, siamo arrivati sui massimi del rialzo? No, forse quello vero deve ancora iniziare!

Di Alessandro Magagnoli



Con i massimi di settimana scorsa a 19112 il Mibtel (Milano: ^MIBTEL - notizie) ha superato marginalmente la trend line ribassista che congiunge i massimi di agosto e dicembre del 2002, limite superiore di un canale che contiene anche i minimi di ottobre 2002 e marzo di quest'anno. Sul grafico orario è evidente il testa spalle ribassista che le quotazioni hanno lasciato settimana scorsa oscillando intorno alla trend line, testa spalle completato questa mattina con la rottura della neckline a 18950 circa. Per il momento si può quindi dire che la resistenza non è stata superata, anche se il ribasso avviato da quei livelli non è per il momento sufficientemente ampio da negare la possibilità di assistere ad un nuovo tentativo di ripresa. Rimane in ogni caso evidente che il superamento o meno di area 19000 sarà l'elemento essenziale per tentare di capire quello che potrebbe essere il destino a medio termine dell'indice: siamo arrivati sui massimi del rialzo (quindi il canale sostanzialmente laterale visto dai massimi di agosto era solamente correttivo rispetto alla precedente discesa, dai massimi dell'aprile 2002), oppure il rialzo, quello vero, deve ancora iniziare (in questo caso il canale laterale dai massimi di agosto sarebbe stato una ampia fase di accumulo, necessaria per sostenere poi un rialzo di lunga durata) ? Se una evidenza rialzista sarebbe facile da ottenere (sarebbe sufficiente il superamento in modo stabile dei 19mila punti, e poi conferme oltre i massimi di agosto a 19745, sul fronte opposto la situazione non è di così semplice lettura: se anche i prezzi dovessero iniziare a scendere dai livelli attuali, il trend rialzista in atto dai minimi di marzo non darebbe veri e propri segnali di debolezza a meno di ritorni superiori al 50% di ritracciamento di tutta l'ascesa, quindi al di sotto di area 17000, dove tra l'altro troviamo i minimi di inizio aprile ed il gap rialzista lasciato il 7 aprile in apertura di seduta. Volendo tradurre queste considerazioni in una strategia operativa il suggerimento che è possibile dare è di muoversi con estrema cautela, eventualmente, in considerazione della vicinanza di resistenze così importanti (tra 19000 e 19750), alleggerire le posizioni al rialzo in attesa di nuovi segnali di ripresa. Difficile invece indicare un livello sul quale tentare di rientrare in caso di discesa: gli spazi come detto sono molto ampi, fino a 17mila almeno, e forse proprio solo in caso di raggiungimento di quell'area si potrebbero tentare acquisti sulla debolezza, protetti da uno stop al di sotto dei 16500 punti (aggressivamente anche area 18mila potrebbe essere sfruttata per ingressi, ma solo parziali e con stop stretto).

Per restringere il campo di azione osserviamo che il ribasso culminato con i minimi del 21 maggio ha permesso di riposizionare la trend line originata dai minimi di marzo su di un sentiero di crescita meno
inclinato del precedente (quando la linea passava, oltre che per i minimi di metà marzo, per quelli di fine marzo), molto più credibile come canale rialzista anche per quello che riguarda una possibile evoluzione positiva nel medio termine. La parallela alla trend line rialzista, tracciata per i massimi del 21 marzo, fornisce il limite superiore del canale, rispetto al quale i prezzi si trovano attualmente nella zona mediana: il limite inferiore vale infatti oggi 18450 circa (la soglia al di sotto della quale anche chi non volesse alleggerire sui livelli attuali dovrebbe attivare un "paracadute" a protezione di eventuali posizioni al rialzo), quello superiore 19950, coincidente quindi con i massimi di agosto, obiettivo quindi in caso di rottura di 19mila. Fin tanto che le quotazioni continueranno a seguire questo canale non si prospettano all'orizzonte variazioni significative della tendenza, anche quella di breve, che rimane quindi orientata al rialzo.

Per dare una idea di quella che potrebbe essere l'evoluzione del rialzo basta considerare il fatto che con il superamento dei massimi di agosto verrebbe completato un ampio triplo minimo, in modo del tutto analogo a quanto fatto dagli indici Usa, con la possibilità di assistere in quel caso ad una ascesa anche di molti mesi, con obiettivi in linea con i massimi dell'aprile 2002, a 24250 circa. Se le quotazioni continuassero a faticare nel superamento netto di 19000 potrebbero svilupparsi correzioni: in ogni caso discese fino a 18400/500, base del canale dai minimi marzo, non muterebbero la propensione al rialzo dell'indice. Maggiore pressione verrebbe imposta in caso di rottura di 17450/500, media a 200 sedute e minimi di maggio, con l'indice che manterrebbe comunque buone possibilità di reazione come detto fino al test di area 17mila.

Vediamo ora come Elliott inquadra i movimenti più recenti dell'indice.

Il rialzo contenuto all'interno del canale dai minimi del 10 aprile ai massimi del 16 maggio, seguito dalle quotazioni anche settimana scorsa (il testa spalle ribassista sul grafico orario è stato disegnato a cavallo del limite superiore di questo canale) mostra una serie di overlap (sovrapposizione tra il bottom della ipotetica 4 ed il top della 1) che rendono impossibile contarlo in modo direttamente impulsivo, quindi potrebbe essersi trattato di una correzione, onde a e b di ii, a correzione della i vista dai minimi del 31 marzo ai massimi del 7 aprile. La c a conclusione della terna correttiva sarebbe stato il ribasso fino ai minimi del 21 maggio. In questo contesto quindi il rialzo partito dai minimi del 21 maggio sarebbe l'avvio di onda iii, con obiettivo in area 19700 calcolato in base all'ampiezza dell'onda i, ripetiamo dai minimi del 31 marzo ai massimi del 7 aprile (e come segnalato valore prossimo al limite superiore del canale rialzista tracciato dai minimi di marzo, con base passante per i minimi del 21 maggio).

Facciamo ora un passo indietro per cercare di collocare lo sviluppo delle ultime settimane in un contesto più ampio: il superamento di area 17800, obiettivo ottenuto come proiezione del segmento dai minimi del 12 marzo ai massimi del 21 marzo, aggiunto ai minimi del 31 marzo, che avrebbe fatto pensare di essere in presenza di una struttura correttiva (dove onda A e C percorrono la stessa distanza, mentre normalmente, anche se non sempre, in una struttura impulsiva l'onda 3 è la più lunga, quindi non si trovano movimenti contigui della stessa ampiezza, perchè onda 1 ed onda 3 saranno diverse, così come onda 3 ed onda 5), rinforza la nostra ipotesi favorita di essere avviati su di un percorso rialzista da contare in 5 onde e rende meno probabile la soluzione alternativa, quella secondo cui il rialzo visto dai minimi di marzo è semplicemente una correzione della discesa vista dai massimi di dicembre, ancora quindi non terminata.

Al di là del superamento dei 17800 punti gli indizi che fanno pensare di poter andare incontro ad una fase rialzista sono molti, sarà tuttavia necessario come detto in precedenza attendere almeno la rottura della trend line passante per i 19mila punti per avere una conferma dell'avvio di un movimento di rialzo deciso (onda iii di 3, della quale per il momento potremmo aver visto solo la onda (i), dal 21 maggio al 12 giugno).

La serie di onde (dai minimi di metà marzo) sarebbe a sua volta parte di una C in costruzione, successiva allo zig zag disegnato dalla B (praticamente tutto contenuto nel canale formato dalla linea tracciata per i massimi di inizio dicembre e gennaio e dalla sua parallela per i minimi di fine dicembre) a sua volta successiva alla onda A avviata con i minimi di inizio ottobre 2002. Tutto questo movimento correttivo, A,B, e l'attuale C, dovrebbe andare a ritracciare tutta la fase ribassista dai massimi del 2002 (o meglio, probabilmente tutta la terna correttiva potrebbe dimostrarsi la prima fase di una correzione più articolata destinata a correggere tutta la discesa dai massimi del 2002). Gli obiettivi minimi sono posti intorno a quota 19500 (C proporzionale alla onda A, durata circa 6/7 settimane, quindi non troppo distanti dagli obiettivi della attuale onda iii citati prima).

Per quello che riguarda il breve l'ipotesi è quindi che la onda ii sia già terminata, e quindi il rialzo può riprendere indirizzato verso 19mila e 19500/700. Tale ipotesi verrebbe messa in difficoltà da discese al di sotto dei 18400 punti, con conferme al di sotto dei 17500 punti.


Operativamente: Chiudere temporaneamente in area 19000 eventuali posizioni al rialzo, da riaprire per chiusure giornaliere superiori a 19100, con obiettivo in quel caso fino a 19700. Vendere solo di breve in caso di discese sotto 18400 per 18000, ed eventualmente sotto questa soglia (ma attendere conferma in chiusura di seduta), con target tra 17500 e 17mila, in prima battuta area di acquisto. Sotto 16900 nuovo segnale di ribasso per 16200/400. In area 16200/400, se raggiunta, tentare nuovi acquisti con stop sotto 15800. In ogni caso non affrettare le strategie di acquisto: se fossimo effettivamente in presenza di una fase rialzista dovrebbe esserci il tempo per studiare la migliore strategia di intervento (soprattutto ricordare le prospettive dettate dal completamento del doppio minimo in caso di rottura di 19750).
 

GIGISAVO

Forumer attivo
giusto per farsi un'idea, stavo guardando il Nasdaq MINI a 60 minuti, sembra che possa formarsi un T&S, ma prima dovrebbe fare un rimbalzino
ovviamente se il rimbalzo supera la spalla sx cominceremo a dubitare di questa figura

gigi06-23-00003.png


se invece sfonda il supporto da subito, va bene lo stesso :)
 

Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
Grafico daily in Tecnicolor.

240603.jpg


Una volta rotto il wedge, cuneo con rette blu,
siamo finiti sotto anche la trend rossa,
che congiunge i minimi del 12 marzo a 20550,
e i minimi del 31 marzo a 21560.
Trend-line, che era già stata intaccata e rotta in precedenza,
ma non ha dato luogo ad inversione.

Ci siamo appoggiati sulla trend verde,
che congiunge i minimi sempre del 12 marzo a 20550,
e i minimi del 21 maggio a 23825.
 

Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
La carica di Stephen Roach (23/6/03) ( le parti in inglese sono successivamente tradotte in italiano )

Nel suo pezzo di venerdì 20 giugno, intitolato “Endless Bubbles”, Stephen Roach ha compiuto un passo senza dubbio interessante e per certi versi anche molto delicato. Forse per la prima volta dallo scoppio della bolla, l’economista della Morgan Stanley è giunto infatti a maturare una posizione critica forte e decisa, dal sapore innegabilmente austriaco, sia nei toni che nel target esplicito della propria analisi economica.

Per chi non lo avesse mai seguito, negli ultimi due anni Roach è stato il sostenitore della tesi della “Double Dip Recession”. Per tutti coloro che da qualche tempo, invece, stanno cercando di analizzare la situazione economica senza farsi rapire da un irrealismo economico di matrice vagamente impressionista, i commenti di Roach, ben posati e contrari al mainstream prevalente, sono sempre stati un discreto punto di riferimento.

La sua capacità di analizzare con raro realismo la fragilità del sistema economico americano post-bubble ha rappresentato infatti uno dei costanti richiami sui rischi e sulle inevitabili conseguenze negative associate alla bolla e agli eccessi degli anni novanta. Una posizione già coerente con la visione economica austriaca secondo la quale non esiste una cura rapida e indolore a un post bubble.

Tuttavia, nella piena esposizione dei rischi che a nostro avviso si celano dietro l’aggressiva (e finora ben riuscita) opera di reliquefication della FED, la posizione di Roach è sempre stata, per quanto comunque inesauribilmente preziosa, piuttosto blanda. Più che la tesi della “Double Dip Recession” la nostra visione, infatti, ha sempre abbracciato la tesi austriaca di una vera e propria “Deep Recession”. Difficile, del resto, aspettarsi di più da un economista non austriaco che, esprimendo la propria opinione per conto della Morgan Stanley, rimane di fatto anche un importante economista di mainstream costantemente sotto i riflettori. Personaggi di un certo calibro come Roach non possono correre il rischio di farsi additare come profeti di sventure (cosa che in passato a noi, purtroppo, è capitata più di una volta) ed è comprensibile che, pur sforzandosi di esporre con la massima onestà i propri dubbi, cerchino di fare il possibile per stemperare i propri toni critici. Un po’ quello che stiamo cercando di fare anche noi da quando ci siamo resi conto che la visibilità di questo sito è notevolmente aumentata.

In ogni caso, quel qualcosa in più, che a nostro avviso mancava per rigore di completezza alle sue analisi, Roach ce lo ha regalato, inaspettatamente, proprio venerdì scorso. Come abbiamo detto, con l’articolo “Endless Bubble”, l'economista della Morgan Stanley fa a nostro avviso un passo decisivo non indifferente di cui sarà interessante seguire gli sviluppi. Per la prima volta, infatti, mette sotto processo, senza ricorrere a troppi giri di parole né a troppi eufemismi, i meccanismi ben oliati dalla FED di trasmissione delle bolle, da una classe di asset all’altra.

La frase che abbiamo usato a sottotitolo di questo pezzo, è contenuta proprio nell’articolo di Roach di venerd scorso, e non è neanche la sola ad essere dotata di un certo effetto sorpresa su una categoria di lettori, in genere abituati ad espressioni decisamente più edulcorate. Per i più pigri e per i meno avvezzi alle letture in lingua inglese, riportiamo le parole che accompagnano l’apertura del pezzo di Roach e ne offriamo la relativa traduzione:



“The big problem with bubbles is that they tend to be contagious across asset classes -- spreading from stocks to property to bonds. That’s been the case in Japan, and a similar pattern is now evident in the United States. The result is a seemingly endless array of bubbles that only heightens the perils of the post-bubble endgame.

Unfortunately, the policy response to asset bubbles virtually guarantees cross-asset contagion. That stems mainly from the behavior of central banks. The US experience provides a classic example of this multi-bubble syndrome. The Federal Reserve, in my view, played a key role in nurturing the equity bubble of the late 1990s.

……….

. And then when the Fed began cutting interest rates aggressively in order to combat multiple pitfalls -- recession, the subsequent anemic recovery, and newly emerging deflation risks -- a bubble emerged in the bond market. The Fed, in effect, has become a serial bubble blower”.

“ll grosso problema delle bolle è che esse tendono a essere contagiose tra le diverse classi di asset – esse si trasmettono dalle azioni agli immobili fino alle obbligazioni. Questo è stato il caso del Giappone e un meccanismo analogo è ora evidente negli USA. Il risultato sembra essere una interminabile serie di bolle che accresce i pericoli associati alla fine dei giochi del post bubble.

Sfortunatamente la politica adottata in risposta al fenomeno delle bolle speculative garantisce di fatto il contagio tra i diversi tipi di asset. Ciò ha origine principalmente nel comportamento delle banche centrali (l'enfasi chiaramente è nostra). L’esperienza americana fornisce un classico esempio di questa sindrome multi-bubble. La FED, secondo me, ha giocato un ruolo centrale nel coltivare la bolla azionaria di fine millennio.

.….......

E quindi quando la FED ha cominciato a tagliare aggressivamente i tassi di interesse per combattere le diverse insidie – la recessione, la successiva ripresa anemica, e i nuovi rischi emergenti di deflazione – è emersa la nuova bolla dei bond. La FED, in effetti, è diventata una produttrice sistematica di bolle”.



Di notevole interesse l’analisi che segue e che va a toccare ancora una volta temi peraltro da noi sistematicamente battuti: il pericoloso aumento del debito delle famiglie, la diminuzione della propensione al risparmio, l’affidamento crescente del consumatore a un effetto ricchezza virtuale di volta in volta alimentato dalla bolla dell’azionario, da quella degli immobili, da quella dei bond, e da qualche tempo nuovamente da quella dell’azionario, in un circolo che sembra non trovare fine.

Seguono altre taglienti toccate e fughe su argomenti più recenti: lo spostamento forzato dei capitali verso categorie di asset più rischiosi che ha portato anche alla caduta degli spread tra titoli di stato e obbligazioni corporate, il ciclo di refinancing dei mutui come ambigua fonte di crescita economica, il fenomeno sempre più accentuato del moral hazard:



“Suddenly, the bond bubble now seems too big to fail -- symptomatic of yet another moral hazard. First it was the “Greenspan put” that supported equities and now it’s the “Bernanke put” -- the belief that the Fed is about to target bond yields in an effort to fight deflation -- that fuels the bond market. America’s Federal Reserve seems to be stopping at nothing in order to keep a post-bubble US economy afloat”.

“All’improvviso la bubble dei bond sembra essere diventata troppo grande per essere lasciata scoppiare – sintomo di un altro ulteriore fenomeno di moral hazard. Prima c’era la "Greenspan Put" a sostenere le azioni, e adesso c’è la "Bernanke Put" - la convinzione che la FED abbia come obiettivo i rendimenti dei titoli di stato per cercare di combattere la deflazione – che alimenta la salita dei prezzi dei bond. La FED sembra non volersi fermare di fronte a niente pur di tenere a galla l’economia americana post bubble.



E quindi Roach termina il suo lungo commento al vetriolo con queste parole:



“Until those excesses are purged, I maintain my view that America still needs to be seen through the lens of a post-bubble workout. As one bubble morphs into the next one, the moral hazard dilemma only deepens. And the endgame -- including the risks of deflation and a dollar crisis -- appears all the more treacherous”.

Fino a che questi eccessi non saranno riassorbiti (nei mercati finanziari e nell’economia reale, come dice appena sopra, NdT) rimango dell’idea che gli USA vadano ancora visti attraverso le lenti di un processo post-bubble. Fin tanto che una bolla si trasforma ed evolve in quella successiva, il dilemma del moral hazard si inasprisce. E la fine del gioco - inclusi i rischi di deflazione e di una crisi del dollaro – appare particolarmente insidiosa.



La stessa visione che manteniamo tutt’ora anche noi e che, non possiamo fare a meno di notare, si allinea con un buon grado di coerenza ai suggerimenti teorici della scuola economica austriaca.

Per la prima volta, infatti, Roach sembra riconoscere pienamente che i vari tentativi di tenere a galla l'economia (leggi: negare a tutti i costi la fase recessiva necessaria per il riassorbimento degli eccessi maturati durante la fase di boom) comportano di fatto una serie di gravi inconvenienti che rischiano di risolversi in quello che lui stesso definisce: "a more treacherous moment of reckoning", una resa dei conti ben più cara di quella che inizialmente si era voluta evitare .
 

gisi

Forumer attivo
perchè si va in borsa

non ci si va per avere ragione, ma per far soldi. In borsa ha ragione chi guadagna - Oggi e da molti giorni guadagnano quelli che hanno posizioni al rialzo - poi è vero che può crollare a 20000 o 15000, ma se nel frattempo sale a 27000 oggi ci si perde; domani si vedrà - Anche io penso che scenderà, e nel mentre che aspetto di aver ragione perdo soldi regalandoli a quelli che penso abbiano torto e che se ne stanno lì felicissimi di avere torto ... :)
 

Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
leo-kondor ha scritto:
ciao, secondo me da domani inizia la discesa :)

motivazioni dopo che avremo raggiunto i 20.000 :D

Ciao Leo :)

credo anch'io che ormai ci dovremmo essere.
Scadenze tecniche fatte, dividendo fatto, stasera parla Whoody Hallen...poi basta. :-D

Penso che faremo una cosa ad "albero di Nalate", dove la punta è stata 26390.
Quindi mi attendo x inizio luglio, 23800-24200,
dove abbiamo le medie mobili + importanti.
Cioè 65, 200 e 255.
Per inizio agosto area 21500. Poi un buon rimbalzo.

Comunque fino a settembre, non si dovrebbe crollare, ad occhio. :rolleyes:
 

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