FTSE Mib Futures Gli amici di Fibonacci - Cap. 1 (3 lettori)

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Mosca mette sotto scacco gli Stati Uniti scommettendo tutto sull’oro e sull’incapacità della Fed di salvare il dollaro
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Donald Trump con Vladimir Putin. Foto di Mikhail KLIMENTYEV / SPUTNIK / AFP via Getty Images
Con decisione senza preavviso, la Banca centrale russa ha comunicato che dal primo aprile ha cessato i suoi acquisti di oro fisico, dopo una corsa all’acquisto che negli ultimi cinque anni ha visto raddoppiate le riserve auree di Mosca e raggiunti i 120 miliardi di controvalore in lingotti, come mostra questo grafico





Russia_gold.jpg

Bloomberg


Di più, all’esame della Duma ci sarebbe un disegno di legge che punterebbe ad autorizzare cessioni sul mercato senza alcun vincolo, esattamente come deciso dalla Bce la scorsa estate per le Banche centrali del Vecchio Continente con la fine del Gold Agreement del 1999. La Russia deve fare cassa attraverso quelle detenzioni che ormai equivalgono al 7% del Pil e al 20% di tutte le sue riserve internazionali? Il crollo del prezzo del greggio comincia a mordere il bilancio, in tempi di pandemia? No. L’esatto contrario, almeno per il momento. Se infatti il Gokhran, il fondo statale che gestisce le scorte strategiche di metalli preziosi, deciderà di liberarsi di qualche tonnellata d’oro non lo farà per stringente necessità. Ma per calcolo. Decisamente strategico, esattamente come lo è stata la guerra di lungo corso del Cremlino in seno all’Opec e per mettere con le spalle al muro il suo azionista di maggioranza, l’Arabia Saudita, a colpi di sovra-produzione in regime di stagnazione globale.


Al centro della visione prospettica di Mosca, infatti, ci sarebbe quanto contenuto implicitamente in questo grafico

USA_CDS.jpg

Bloomberg/Zerohedge
il quale mostra l’andamento recente del credit default swap statunitense a 5 anni, tornato a impennarsi dopo la decisione della Fed di andare all-in con il programma di Qe e aver visto il bilancio della Banca centrale Usa sfondere la quota psicologica dei 5 trilioni di dollari. Al netto della necessità del Tesoro di finanziare il deficit attraverso emissioni sempre più massiccie che dovranno trovare acquirenti all’interno degli Usa, stante la dinamica di continuo abbandono dei Treasuries da parte dei detentori stranieri, pare ormai acclarato che per un periodo non troppo breve di tempo la Fed sarà obbligata a stampare moneta con il ciclostile, quantomeno per sostenere le bizze di un sistema finanziario in equilbrio a dir poco precario dopo il colpo fatale inferto dal virus. Di fatto, un regime di de-dollarizzazione globale starebbe paradossalmente prendendo piede proprio in virtù della perdita implicita di status benchmark del biglietto verde, la cui facilità di riproduzione dal nulla ne mina alle fondamenta il profilo di bene rifugio.

Il mondo non è ancora pronto per un orizzonte senza biglietto verde? Vero. Ma non lo era nemmeno all’idea di un mercato senza petrolio come asset strategico, mentre ora le valutazioni in area 20 dollari al barile stanno mettendo in dubbio il principio finanziario di petro-dollaro, oltre che la tenuta fiscale dei Paesi produttori in regime di offerta ai massimi. Mosca, in tal senso, ha bisogno di tenere alte le valutazioni dell’oro fisico. Anzi, di farle salire ancora, in modo che gli attuali 120 miliardi di dollari di controvalore in riserve auree un domani non troppo lontano possano magari divenire 150. O 200. E per fare questo, sta paradossalmente rispondendo a una legge di mercato con un ossimoro: ovvero, aumentando l’offerta.

Il perché è presto detto e spiegato senza bisogno di particolari spiegazioni da questa schermata

Real_gold1.png

US Mint
presa il 28 marzo scorso dal sito della Zecca statunitense: il valore “reale” di un’oncia di oro fisico, sotto forma di moneta American Eagle, è già oggi superiore ai 2.000 dollari. Per l’esattezza, 2.175 dollari. Ben superiore ai 1.585 dollari l’oncia della valutazione ufficiale al fixing del 1 aprile. E superiore anche alla previsione di breve periodo di 1.800 dollari avanzata da John Strauss, socio della Pekin, Hardy and Strauss di Chicago, a detta del quale la questione relativa all’oro è molto semplice: “Semplicemente, non c’è materiale fisico. Oggi come oggi, c’è un premio di circa il 10% per il delivery reale dell’oro contro una media del 2%, in tempi di normalità. Riuscire ad acquistare un’American Eagle per 1.800 dollari è già da ritenersi un affare”.

Infatti, pochi giorni dopo queste parole, quella stessa moneta veleggiava ben più in alto, proprio come un’aquila. E, paradossalmente, il calo delle valutazioni patito negli ultimi giorni rappresenta anch’esso un ossimoro che gioca a favore di chi scommette sul bene rifugio per antonomasia, come confermano questi due grafici

Real_gold3.jpg

Bloomberg/Zerohdge
Real_gold2.jpg

Morgan Stanley/Bloomberg
Il primo ci mostra come lo spread fra prezzo spot e prezzo futures dell’oro sia rientrato, dopo le pesanti divaricazioni della scorsa settimana. Il motivo? I ribassisti, ovvero chi opera andando short sull’oro di carta a New York e restando invece lungo su quello fisico a Londra, hanno dovuto pagare un prezzo salato al coronavirus e al suo carico di distorsioni sul mercato, in primis a livello di trasporto e produzione di oro fisico. In qualche modo e con un bell’esborso, hanno infatti dovuto trovare il metallo e organizzare voli charter per onorare i contratti. E se già operare a livello di trasferimento appare complesso, occorre sapere che le barre di più semplice reperibilità sul mercato (pagando un premio, ovviamente) e soprattutto di denominazione dei contratti futures a New York sono da 100 once, mentre quelle per il delivery quasi sempre hanno altri formati. Quindi, vanno fatte fondere e poi riconvertite in barre più piccole. In sé, laborioso ma fattibile. Ma con il lockdown globale che chiude anche le fonderie auree, tutto si complica.

Ebbene, quello sforzo è stato ripagato dalla chiusura di quello spread e dal calo delle valutazioni ma il secondo grafico mostra come il premio ancora in auge tracciato attraverso l’indice ad hoc di Morgan Stanley resti ben oltre il livello normale, nonostante il ritracciamento. Insomma, l’oro fisico scarseggia e costa sempre più caro. Perchè allora operare come la Banca centrale russa, inviando il segnale di uno stop al drenaggio attraverso acquisti onnivori come quelli degli ultimi 5 anni e addirittura di un possibile rilascio sul mercato di qualche tonnellata di materiale? Perché il mercato, appunto, prezza un dollaro e un sistema finanziario ad esso legato sempre meno credibili e sempre più dipendendi da un logica di valuta fiat svalutata dall’abuso di espansionismo monetario della Fed, ormai non più emergenziale ma strutturale e ciclico. E continua a volere oro. Anzi, ne vuole sempre di più, come dimostra quel premio rimasto così alto.

E paradossalmente, questo ultimo grafico

Cash_scramble.jpg

Bloomberg/Zerohedge
pare confermare come i cittadini statunitensi stiano perdendo fiducia nelle capacità di Fed e governo di tamponare a crisi: la corsa all’accaparramento di contante, infatti, è a livelli di panico registrati l’ultima volta a cavallo del periodo di cambio di secolo, quando il timore millenaristico del Millennium bug e del suo potenziale distruttivo spinse gli americani a ritirare contante e stiparlo ovunque, in casa come nelle cassette di sicurezza. Per ora, un pila (più o meno alta) di biglietti verdi garantisce ancora la percezione di sicurezza dalla crisi ma se la Fed continuerà a stamparne con il ciclostile, di fatto alimentando la bolla e la crisi successiva per evitare la deflagrazione incontrollata di quella in atto, verso quale bene rifugio ci si indirizzerà? Ecco la scommessa di Mosca e della sua Banca centrale. Azzardata, forse. Ma nemmeno troppo. Di fatto, la differenza che passa fra un giocatore di scacchi e uno di poker.
 

dimaraz

Forumer storico
"non contano nulla le righe tirate sui grafici"

Non mi pare di aver mai detto una frese tanto "estrema"...ma anche fosse stato ... questo è il senso:

su un grafico puoi tirare una infinità di righe ma:
1- non saranno mai predittive della direzione (quantomeno nell'immediato)
2- se cominci a disegnare "tutte" le possibilità...giocoforza qualcuna la si indovina
3- le "predizioni" richiedono una costante statistica...altrimenti è solo una "casualità"...ben studiata... ma cui determinate risulta il fattore "c".
 

Coramina

out of this world
Non mi pare di aver mai detto una frese tanto "estrema"...ma anche fosse stato ... questo è il senso:

su un grafico puoi tirare una infinità di righe ma:
1- non saranno mai predittive della direzione (quantomeno nell'immediato)
2- se cominci a disegnare "tutte" le possibilità...giocoforza qualcuna la si indovina
3- le "predizioni" richiedono una costante statistica...altrimenti è solo una "casualità"...ben studiata... ma cui determinate risulta il fattore "c".

eh sapevo che arrivavi li... sul fattore C
non è casualità ma studio di probabilità.
Disegnate con criterio indicano una potenziale direzione. Supporti e resistenze ma anche la variante tempo.

il fattore C serve solo sui twitter di Trump, variante X, ma su questo tipo di varianti non c'è statistica
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
eh sapevo che arrivavi li... sul fattore C
non è casualità ma studio di probabilità.
Disegnate con criterio indicano una potenziale direzione. Supporti e resistenze ma anche la variante tempo.

il fattore C serve solo sui twitter di Trump, variante X, ma su questo tipo di varianti non c'è statistica
:clap::clap::clap::clap:
 
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