Gli oncologi si farebbero la chemio? (2 lettori)

marofib

Forumer storico
il medico che ha trovato per primo il coronavirus in italia
+- i problemi che abbiamo con gli oncologi...chiusi nei loro dogmi




Il tampone è stato immediato?
«Ho dovuto chiedere l’autorizzazione all’azienda sanitaria. I protocolli italiani non lo giustificavano. Mi è stato detto che se lo ritenevo necessario e me ne assumevo la responsabilità, potevo farlo».

Vuole dire che il paziente 1 è stato scoperto perché lei ha forzato le regole?
«Dico che verso le 12.30 del 20 gennaio i miei colleghi ed io abbiamo scelto di fare qualcosa che la prassi non prevedeva. L’obbedienza alle regole mediche è tra le cause che ha permesso a questo virus di girare indisturbato per settimane».


L'anestesista di Codogno che ha intuito la diagnosi di Mattia: 'Ho pensato all'impossibile'
 

marofib

Forumer storico
L’Associazione Italiana di Oncologia Medica invita gli associati a rispettare le direttive del Ministero della Salute. “Per i malati in trattamento attivo, è opportuno valutare caso per caso l'eventuale rinvio della terapia"

.... in analogia con quanto avviene per le altre infezioni virali, è ragionevole credere che la chemioterapia, essendo immunosoppressiva, aumenti il rischio di contrarre il virus e di sviluppare forme più gravi della malattia.
Malati oncologici e coronavirus: quali precauzioni

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/03/09/coronavirus-oncologi-chemioterapia.html
 
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marofib

Forumer storico
A fronte di molte incognite ancora da chiarire su questo nuovo virus SARS-CoV-2, ci sono anche alcune certezze. E’ ormai chiaro, ad esempio, che le persone più avanti con gli anni e quelle che soffrono di alcune malattie croniche (quali ad esempio diabete o patologie cardiovascolari) sono più a rischio di andare incontro alle conseguenze più gravi e critiche dell’infezione.E che circa il 20% dei decessi per Covid19 si registra in persone con una diagnosi di tumore nei cinque anni precedenti. Perché i tumori sono malattie molto diffuse, specie nella popolazione anziana, perché chi ne soffre ha un sistema immunitario indebolito e, inoltre, si reca spesso in ospedale, dove il pericolo di contagio è maggiore. Dall’esperienza cinese e da quella italiana si stanno però raccogliendo alcune evidenze scientifiche che aiutano gli oncologi a comprendere meglio come gestire la situazione. L’obiettivo è fare il possibile per garantire la continuità delle cure, ma senza esporre i malati ai rischi collegati all’accesso in ospedale.



L’esperienza cinese
«I malati di cancro sono più suscettibili alle infezioni rispetto alla popolazione a causa del loro stato di immunosoppressione sistemica causata dal tumore e dai trattamenti antitumorali, come la chemioterapia o la chirurgia. Quindi potrebbero avere un rischio più elevato sia di ammalarsi di Covid-19 sia di presentare esiti peggiori. E il pericolo maggiore riguarda soprattutto i pazienti trattati con chemioterapia o intervento chirurgico nell'ultimo mese». E’ questa la conclusione a cui sono arrivati gli oncologi cinesi in uno studio che a metà marzo 2020 hanno pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Oncology in cui si descrive la loro esperienza nel decorso dei pazienti oncologici, basandosi sui dati di 2.007 casi provenienti da 575 ospedali in 31 regioni amministrative provinciali della Cina.«E’ un numero limitato di pazienti per trarne informazioni universalmente valide – commenta Massimo Di Maio, segretario nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e direttore dell’Oncologia all’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino -, ma è comunque un primo punto di partenza interessante. Negli ultimi giorni sono state pubblicate anche altre casistiche di pazienti oncologici cinesi ammalatisi di Covid-19, in attesa di avere dati su numeri più grandi, anche purtroppo italiani».







I pericoli che incombono
Se in questo momento, come indicano chiaramente i dati italiani e internazionali sull’epidemia di coronavirus, il pericolo è alto per tutti, appare anche evidente che il rischio di complicanze e decesso è più alto per certe categorie di persone «tra cui malati di cancro, che per di più sono in gran parte avanti con gli anni (circa il 60% è over 65enne) e con il sistema naturale di difesa spesso debilitato dalla malattia e dalle cure - sottolinea Di Maio -. I dati cinesi, raccolti da Wenhua Liang e colleghi indicano che i pazienti oncologici hanno più probabilità di contrarre il virus SARS-CoV-2, di sviluppare l’infezione in modo grave e polmoniti severe, con la conseguente necessità di ricovero in terapia intensiva e un maggiore pericolo di morte. Una minaccia ancora più incombente se la persona con una neoplasia è anziana. Per questo hanno stilato delle loro prime raccomandazioni, alle quali si sono aggiunte le nostre italiane divulgate da Aiom e approfondite in un editoriale appena pubblicato sulla rivista Esmo Open del British Medical Journal (BMJ)».



Raccomandazioni
Dall’esperienza cinese era emersa chiara la necessità di ridurre i rischi di contagio in una popolazione come quella dei pazienti oncologici la cui vita era maggiormente messa in pericolo dal virus. Come? «Prima di tutto, è necessario modificare e adattare l’attività clinica abituale a questa nuova situazione di emergenza, valutando caso per caso la possibilità di ritardare alcuni trattamenti e visite non strettamente necessari – risponde Matteo Lambertini, oncologo e ricercatore dell’Irccs Policlinico San Martino-Università di Genova, che ha coordinato il gruppo di specialisti italiani per le raccomandazioni appena pubblicate -. Inoltre dovrebbero essere previste disposizioni più severe in materia di protezione personale per i pazienti con tumore o sopravvissuti al cancro, così come per gli operatori sanitari».Il lavoro pubblicato il 30 marzo 2020 sulla rivista internazionale 2020 sulla rivista internazionale della Società Europea di Oncologia (Esmo) è frutto della collaborazione tra un gruppo di giovani oncologi italiani e facendo seguito alle indicazioni prodotte dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dal Collegio degli Oncologi Medici Universitari (Comu) e dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) offre delle linee guida utili a tutti partendo dall’esperienza dell’epidemia nel nostro Paese.



Come gestire i malati
«Per i pazienti che sono in terapia in questo periodo – spiega Lambertini - nel decidere se rinviare le terapie, si deve considerare il tipo di neoplasia in questione (ad esempio, se è aggressiva o meno, dov’è localizzata, a che stadio è), le condizioni del singolo malato e i sintomi di cui soffre, il tipo di trattamento in atto (inclusi i benefici attesi, i possibili effetti collaterali, e la risposta ottenuta) e i potenziali rischi in caso d’infezione SARS-CoV-2».Inoltre, i malati devono andare in ospedale da soli, a meno che non sia indispensabile la presenza di un accompagnatore perché non autosufficienti. Ed è indispensabile che all’ingresso dei centri e dei reparti si prendano le precauzioni necessarie per limitare il pericolo di diffusione del virus, misurando la febbre e rilevando eventuali disturbi respiratori.«Infine, per le persone che hanno finito le terapie e sono in follow up – conclude Di Maio – gli oncologi dovrebbero considerare l’opportunità di posticipare visite ed esami di controllo. Una telefonata e l’eventuale invio di documenti via mail possono tranquillizzare i pazienti e tenere la situazione sotto stretta osservazione, in modo che si rechino in ospedale solo le persone che vendono un peggioramento dei propri sintomi o per le quali si teme una ripresa del tumore».



Coronavirus e tumore: cosa si sa finora? Terapie e controlli
 

marofib

Forumer storico
dopo l'intervento che dicevo di mia madre..mi hanno proposto terapia ormonale simil tamoxifene che non faro' ma sara' sostituita da lino+ I3C(che a me risulta cmq + efficiente) ...e radioterapia che non faro'.
"stranamente" non mi ha prescritto la chemio adiuvante...forse questo dipende dal corona come gia' scrivevo
ho scoperto che hanno sospeso tutte le mammografie...quindi ora non se ne parla di prevenzione


al medico che mi ha dato la minestra ho fatto notare il fatto delle staminali tumorali che possono nascere a seguito della radio....ma mi ha risposto che a lui non risulta
giunto a casa ho controllato nell'albo dei medici le specializzazioni ...oncologia medica non c'e'

fra 15 gg. andro' a sentire MDB....il fatto che si sia ripresentato dopo 5.5 anni non e' rassicurante
la quadrantectomia inventata da veronesi e' una schifezza
il tumore si e' ripresentato nei margini della precedente operazione...e ora anche l'asportazione totale e' nei bordi...quindi c'e' ancora rischio
tra l'altro le lesioni da 3 viste con la diagnostica erano in realta' 4.....quindi e' evidente che non vedono tutto...quindi e' inutile fare il quadrante..gliel'ho detto in faccia...qui non mi sono tenuto

mi ha risposto che il quadrante senza radio non funziona...io dico che quadrante + radio e' una bomba ad orologeria (se una cellula..fosse solo una....scappa, crea un tumore completamente diverso dall'originale che rischia di non reagire a nessuna terapia...dicono 30 volte + aggressivo...postai uno studio)

prox volta se vi succede....resezione totale senza se e ma
 
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marofib

Forumer storico
lo rimetto

Le cellule staminali del carcinoma mammario sono ritenute l'unica fonte di recidiva del tumore e sono note per essere resistenti alla radioterapia e non rispondono bene alla chemioterapia. I ricercatori riferiscono per la prima volta che il trattamento con radiazioni - nonostante abbia ucciso la metà di tutte le cellule tumorali durante ogni trattamento - trasforma altre cellule tumorali in cellule staminali cancerogene resistenti al trattamento. I ricercatori hanno sottolineato che i pazienti con carcinoma mammario non dovrebbero essere allarmati dai risultati dello studio e dovrebbero continuare a subire radiazioni se consigliati dai loro oncologi. (??????????)


Il team ha anche scoperto che l'iBCSC aveva una capacità aumentata di oltre 30 volte di formare tumori rispetto alle cellule non irradiate del carcinoma mammario da cui provenivano.


Pajonk ha affermato che lo studio unisce i modelli concorrenti di evoluzione clonale e l'organizzazione gerarchica dei tumori al seno, poiché suggerisce che tumori indisturbati e in crescita mantengono un piccolo numero di cellule staminali tumorali. Tuttavia, se contestate da vari fattori di stress che minacciano il loro numero, tra cui le radiazioni ionizzanti, le cellule del cancro al seno generano iBCSC che può, insieme alle cellule staminali tumorali sopravvissute, ripopolare il tumore.


Radiation treatment generates cancer stem cells from less aggressive breast cancer cells, study suggests
 
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