IO ACCUSO L'EUROPA ► LA LETTERA DI VALERIO MALVEZZI: "INVITO I CITTADINI ITALIANI A SOTTOSCRIVERLA" (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
INGANNI A LUNGO TERMINE
Dopo il Covid-19. I nemici resteranno tali: altro che “tutti uniti e ripartire”
Il messaggio ufficiale è che siamo in guerra e che poi dovremo restare coesi nella ricostruzione.
Un’esca avvelenata
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Lo scriviamo con ampio anticipo, e con la piena consapevolezza che a molti riuscirà impossibile sostenere il peso psicologico di quello che diremo: finita l’emergenza sanitaria il governo, ossia l’establishment che è oggi al potere e che va ben al di là dei confini dell’Italia e delle classi dirigenti nazionali, cercherà di estenderla alla fase successiva.

Ovviamente, almeno in un primo tempo, tenterà di farlo in una maniera che non appaia autoritaria. Ma il principio sarà lo stesso: in presenza di circostanze straordinarie, le normali regole della democrazia possono/devono essere accantonate per lasciare spazio a misure forzose e inderogabili.
Le consuete libertà individuali e associative vengono drasticamente ridimensionate, sino a diventare dei diritti sospesi a oltranza e quindi astratti, appellandosi a una priorità assoluta e collettiva. Di fronte alla quale ogni restrizione imposta ai cittadini diventa legittima e obbligatoria.

Nel campo della politologia questo irrigidimento ha un nome preciso: “stato di eccezione”. Ed esisteva ben prima che venisse chiamato così, vedi ad esempio la figura del dictator nell’Antica Roma.

La chiave di volta di questo stravolgimento è appunto l’esistenza – vera o fittizia, obiettiva o ingigantita – di una minaccia generalizzata la cui pericolosità è tale da esigere le contromisure più rigorose. E dunque uno sforzo comune che sia del tutto concorde e che si metta al servizio esclusivo dello scopo da raggiungere.

Oggi, quello scopo è fissato nel contenimento del Covid-19. Al quale si subordina, e si sacrifica, ogni altro valore.
Il messaggio che viene lanciato è che si tratta di una guerra.
Il sottinteso, molto meno strombazzato, è che ci saranno due conseguenze principali, al di là delle odierne limitazioni riassunte nello slogan “io resto a casa”.
La prima è che ci saranno dei danni cospicui, per non dire enormi: delle “macerie economiche”, diciamo così.
La seconda è che terminato il conflitto, o quantomeno dopo aver superato la sua fase più acuta, si dovrà affrontare una complessa opera di ricostruzione. Più o meno lunga, ma certamente non breve. Più o meno onerosa, ma certamente non lieve.

Così come la guerra contro il virus sta comportando un’ubbidienza coatta, e via via più stringente in chiave tecno-dittatoriale (i droni per la sorveglianza, i controlli sugli spostamenti dei cellulari, l’esercito per le strade), c’è da attendersi che un analogo “serrate le file” venga chiesto/imposto quando si tratterà di far riemergere l’economia interna dai crepacci in cui sta precipitando adesso, a causa del vastissimo blackout produttivo e commerciale.

Da un lato, al pari di ciò che accade ora, si farà leva sul senso di responsabilità e sull’orgoglio patriottico [il sovranismo]. Dall’altro, in una declinazione repressiva delle stesse nobili motivazioni, si sanzionerà chi dovesse dissociarsi dalle linee guida della nuova missione da compiere.

Chi si allinea ai comandi dei dittatori-per-necessità è un bravo cittadino che ha a cuore il bene comune.

Chi si ribella, o non si conforma di buon grado, è un pericoloso disfattista che danneggia non solo sé stesso, e i suoi cari, ma la collettività nazionale.

Un nuovo inizio. Fittizio
Lo avevamo già scritto pochi giorni fa: per capire ciò che sta accadendo, e ciò che ci aspetta, bisogna ricapitolare “le condizioni di partenza. Non sanitarie. Ma economiche e politiche”.

Problema fondamentale: il modello della globalizzazione che per i Paesi occidentali non è più sostenibile, tanto più quando i capitali preferiscono indirizzarsi sulla speculazione finanziaria nell’intento di lucrare profitti più repentini e più facili da ottenere con ogni sorta di trucchi. Debolezza accessoria: la vertiginosa perdita di credibilità delle classi dirigenti, a cominciare dai politici e dai giornalisti che li assecondano, quand’anche facciano mostra di criticarli.

Il Covid-19 serve a creare un nuovo inizio. Una illusoria discontinuità col passato, ovvero con le oligarchie che lo hanno plasmato per trarne il massimo vantaggio possibile.

Questo nuovo inizio presuppone che sia accaduto qualcosa di ineluttabile, come appunto la pandemia dichiarata dall’OMS, e che le ripercussioni socioeconomiche siano tanto vaste e gravi da riguardare tutti. Da impegnare tutti nel tentativo di superarle. Essendo il disastro ineluttabile, le oligarchie ne ricavano un provvidenziale beneficio: l’azzeramento delle loro responsabilità per i guasti che si sono accumulati finora. La flotta affonda ma non è colpa di nessuno. I naufraghi si stringono sulle scialuppe e accolgono benevolmente anche i capitani delle varie navi e gli ufficiali di bordo, e magari pure gli armatori: poiché, poverini, sono delle vittime anche loro…

Fateci caso: da Mattarella in giù fioccano i richiami alla solidarietà di popolo, alla comunità ritrovata, alla grandezza di noi italiani nei momenti di maggiore difficoltà.
Uno è il nemico, l’infido virus arrivato da chissà dove, e una deve essere la risposta. Tutti noi cittadini dobbiamo stringerci “a coorte”, come da inno nazionale, e diventare un blocco unico. Compatto. Granitico.[forte richiamo al sovranismo nazionale]

E le precedenti disuguaglianze? Le gravi iniquità che si sono instaurate nel corso di decenni e decenni, accentuandosi ulteriormente dal 2008 in poi, e che di sicuro non hanno nulla di casuale?
Le innumerevoli decisioni sbagliate e capziose di chi è stato ai comandi finora e adesso si guarda bene dall’uscire di scena?
Amen.
Tutto dimenticato.
Tutto cancellato con il doppio colpo di spugna della guerra imprevedibile. E della ricostruzione inevitabile.

Il piano è questo. Gli ordini da eseguire arriveranno col tempo.

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Federico Zamboni
25-03-2020 14:07
 
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tontolina

Forumer storico
I “Risvegliati”: lo stupefacente caso dei sovranisti per caso

In questo pazzo mondo all’incontrario, tutti fanno l’esatto contrario di ciò che hanno detto e pensato. I giornali di regime invocano meno Europa e fanno discorsi sulla solidarietà continentale che paiono scritti da un fervente sovranista. I sovranisti invocano Mario Draghi, quintessenza stessa di ogni “ideologia” unionista, bancocentrica e neoliberista. E allora noi non possiamo essere da meno. E vi diciamo che, tutto sommato, ci ripugna talmente l’ipocrisia dominante da costringerci a prendere le parti dell’Europa. Lo so, lo so, sembra una provocazione, ma statemi a sentire. State a sentire cosa “non si può sentire”.

I giornali di sabato 28 marzo sono un florilegio di intitolazioni populiste. E quasi tutti riportano a caratteri cubitali l’invocazione del Capo dello Stato, il quale “bacchetta” l’Europa richiamandola ai suoi “doveri di solidarietà”. A cascata – come un sol uomo, anzi come una muta di pointer fiutanti il fagiano – le penne peggiori del nostro bigoncio si sono lanciate in pipponi retorici da brivido. È tutto un invocare “nuovi schemi”, “salti di qualità”, “strumenti nuovi per un mondo nuovo”. Detto da quelli che non hanno proferito verbo mentre si edificava il “mondo vecchio” di cui ora si dolgono: da scompisciarsi per le risate.

Siamo sul set del cartoon “La bella addormentata nel bosco”, gente. Lì, a un certo punto, arrivava il principe azzurro e, con un bacio, svegliava l’eletta dormiente. Qui, è arrivato il Covid-19 e si è “riavuta” dallo svenimento intellettuale di due decenni – tutta insieme e tutta in un colpo – la nostra intellighenzia appisolata. Dai più alti scranni alle redazioni di punta, è tutta una frigna sulle note de “l’Italia s’è desta”. Lorsignori hanno spalancato gli occhioni cisposi, hanno sbattuto le sopracciglia incollate e – “Oh! Che disastro! Mammasantissima!” – si sono accorti di cosa è davvero l’Unione europea.

In ventotto anni non ci avevano fatto caso.
Anzi, ci avevano fatto credere di vivere in una specie di Paradiso Terrestre costruito sui valori della nostra Costituente. E, invece, era l’esatto contrario. L’Unione non è “diventata” oggi egoista, insensibile e mercatista. Lo è sempre stata. E non per ragioni morali o per l’occasionale, passeggera, “cattiveria” di un olandese o di un tedesco. Lo è sempre stata “per legge”. C’è scritto tutto nei suoi trattati, nero su bianco. I trattati che troppi nostri politici e intellettuali da strapazzo non hanno mai letto; e quindi non ne sanno un… cavolo.

L’Unione è stata costruita così: il Mercato sopra e le persone sotto [hanno pure voluto morto l'on.Moro che metteva sempre le persone prima di tutto], l’oligarchia comanda e la democrazia obbedisce, il denaro alle Borse e la “competitività” ai poveri cristi. Come ha, del resto, candidamente ammesso, a suo tempo, quel Giuliano Amato che oggi invoca unità: “Abbiamo addirittura stabilito dei vincoli nei nostri trattati che impedissero di aiutare chi era in difficoltà e abbiamo previsto che l’UE non assuma la responsabilità degli impegni degli Stati, che la banca centrale non possa comprare direttamente i titoli pubblici dei singoli Stati, che non ci possano essere facilitazioni creditizie o finanziarie per i singoli Stati, insomma moneta unica dell’euro zona ma ciascuno deve essere in grado di provvedere a se stesso”.

E allora – ci perdonerete – oggi ci fa talmente schifo l’untuosa melassa dei “sovranisti per caso” da preferire persino la perfida “coerenza” di un crucco al pietismo peloso nostrano. Ve la siete voluta, disgraziati. Avete firmato ogni singola clausola di quei contratti capestro. Oppure l’avete propagandata. Adesso, almeno per decenza, soffrite in silenzio.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com
 

tontolina

Forumer storico
Poi, finita l’emergenza COVID-19, con tutta la calma possibile, ci sarà pure da discutere sul perché, nel 2011, la BCE accettò quasi passivamente lo spread dell’Italia a 580 punti, dato che oggi considera - almeno implicitamente - il differenziale tra Btp e bund un elemento idoneo a pregiudicare l’efficacia della politica monetaria nei vari paesi, e quindi un elemento tale da giustificare il superamento dei “limiti di intervento autoimposti”, per usare le stesse parole della Bce. Che detta in parole più semplici significa che la Bce, contrariamente a quanto affermato dalla Lagarde, può intervenire per ridurre gli spread. E io aggiungo che addirittura DEVE intervenire.
Tra l’altro, a quell’epoca (2011), la posizione fiscale dell’Italia era molto più solida rispetto ad oggi. Ciò detto, se nel 2011 la Bce avesse fatto quello che ha fatto una settimana fa, il corso della storia sarebbe stato nettamente diverso, come lo sarebbe stato anche il processo democratico di questi anni.
Non provate a dirmi che le condizioni politiche erano diverse, perché sapete già tutto sul pippone dell’indipendenza delle banche centrali dalla politica. Che poi, con questa scusa, ossia con la storia dell’indipendenza delle banche centrali dalla politica, si sono creati Stati dipendenti dalla finanza che tende a dettare e veicolare le azioni dei governi, segnandone l’azione politica e nei casi più estremi anche i processi democratici all’interno dei singoli Stati.
 

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