@Cris70 mi sembra che la situazione sia un pò diversa : a parte che oggi non ci và più nessuno, ma chi è andato con il metodo retributivo la pensione veniva calcolata sulla media dell'ultimo decennio,(non ultimo stipendio), poi diminuita del 30% per i 35 anni ed invece poi del 20% per chi superava i 40 anni. Per quanto poi riguarda il versamento forse, dico forse per i conteggi, versava ca.40 il lavoratore, ma il resto lo versava il datore di lavoro, quindi si è sempre pagato. Devo anche aggiungere che vi erano anche lavoratori che prendevano come pensione 100, ma erano gli statali, parastatali, camici bianchi e burocrati, Piuttosto non si sente più parlare di pensioni elargite con solo 16 anni e 6 mesi di contributi, ma erano sempre e solo statali, parastatali, etc; però costituiscono ancora un buon bacino elettorale..... !
Molti pensionati, quelli dei settori privati che hanno lavorato una vita, avrebbero avuto più interesse ad essere liquidati dei contributi versati, tanto più se poi hanno ricevuto una pensione decente, perchè hanno pagato sicuramente fior di contributi, in quanto ogni anno si vedono ritoccati, minacciati continuamente di tagli e senza più aggiornamento ISTAT al 75% dell'inflazione. Ma forse, perchè devono contribuire a pagare le pensioni di quelli che non hanno mai lavorato ( qui le categorie sono tantissime) oppure che hanno lavorato in nero ed anzi... si vorrebbe fare una pensione livellata per tutti, allora .....non si dovrebbe più versare, ma ciacuno farsi la sua privatamente ?
Conoravirus: l’Olanda dice no agli eurobond, ma è un paradiso fiscale che all’Italia costa decine di miliardi di euro
La Germania gioca in difesa, nella partita sui coronabond – obbligazioni una tantum per tamponare l’emergenza economica innescata dalla pandemia globale – sono gli olandesi a recitare la parte dell’ariete impegnato a scardinare ogni richiesta italiana. Una presa di posizione dura, ma poco lungimirante come ha sottolineato al quotidiano olandese De Telegraaf, Nout Wellink, ex presidente della Banca centrale olandese: “Non saremo più un nord ricco se tutto il sud cadrà”. D’altra parte i conti sono presto fatti: gli eurobond una tantum potrebbero costare ai contribuenti olandesi 10-15 miliardi di euro; mentre ogni anno l’erosione fiscale ai danni dell’Italia è nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Tasse che dovrebbero essere pagate in Italia, ma che grazie alla politica fiscale aggressiva dei Paesi Bassi prendono la strada del nord. Arricchendo gli azionisti e le casse del fisco olandese.
Un problema affrontato anche a livello comunitario, ma ai richiami della Ue, l’Olanda ha risposto con un’alzata di spalle. “La lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva è essenziale per rendere i sistemi fiscali più efficienti ed equi, come riconosciuto nella raccomandazione del 2019 relativa alla zona euro” si legge nelle raccomandazioni Ue all’Olanda dello scorso anno dove si sottolinea anche che “gli effetti di ricaduta delle strategie aggressive di pianificazione fiscale tra Stati membri richiedono un’azione coordinata delle politiche nazionali a completamento della legislazione dell’UE” .
E persino il National bureau of economic research di Cambridge definisce i Paesi Bassi un paradiso fiscale europeo alla stregua di Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Malta e Cipro: gli americani calcolano che circa 600 miliardi di dollari di utili (base imponibile) abbiano lasciato il Paese d’origine per volare verso Paesi “più accondiscendenti”. Dublino con 100 miliardi sarebbe la meta preferita seguita da Singapore e dall’irriducibile Olanda. Di più: circa il 35% della somma, 210 miliardi, arriverebbe direttamente dai Paesi europei.
Nei giorni scorsi Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Santagostino, fisico e matematico, ha dimostrato insieme al sindaco di Nembro Claudio Cancelli che i decessi causati dal coronavirus sono almeno 4 volte quelli ufficiali (un fenomeno riscontrato poi anche in Spagna). Adesso ha elaborato una stima dei contagi che li pone molto al di sopra delle cifre ufficiali: «Secondo i miei calcoli gli italiani che hanno contratto il virus al 27 marzo sono almeno 11 milioni e 200 mila. Visto che i casi accertati alla stessa data con i tamponi sono 86.498, significa che stiamo vedendo lo 0,7% dei contagiati reali. E questo succede perché oggi, soprattutto in Lombardia, facciamo i tamponi solo ai sintomatici sufficientemente gravi. Mentre non li facciamo ai sintomatici che stanno a casa, ai medici poco-sintomatici che continuano a lavorare e agli asintomatici».
È un numero enorme. Come fa a dirlo?
«In modo indiretto: partendo dalla letalità del virus. Sappiamo che è intorno all'1% (come conferma l'analisi del ricercatore dell'Ispi Matteo Villa sul Corriere, ndr), anche se in Italia sembra più alta. Ci sono due “gold standard” che lo mostrano: il caso della nave da crociera Diamond Princess, dove è stato possibile testare tutta la “popolazione”, e quello della Corea del Sud, che ha fatto un numero enorme di test.
Come si arriva ai contagiati?
«Prendiamo Nembro, uno dei paesi più colpiti dall'epidemia. Sappiamo, come abbiamo dimostrato con il sindaco Cancelli, che lì i morti reali per Covid-19 sono 120, cioè quattro volte quelli ufficiali (perché le persone che muoiono a casa o nelle residenze per anziani quasi mai vengono testate e quindi non risultano nelle statistiche ufficiali). Se questi corrispondono all'1,1% dei contagiati, significa che circa 11 mila persone hanno contratto il virus, molte senza accorgersene perché asintomatiche. Che è esattamente il numero degli abitanti di Nembro. Abbiamo applicato lo stesso ragionamento all'Italia».
E cosa avete ottenuto?
«Al 27 marzo i morti ufficiali per Covid-19 erano 9.134. Per avere quelli reali li abbiamo moltiplicati per 4: sono 36.536 decessi. Se muore solo l'1% dei contagiati, vuol dire che quel numero di morti corrisponde a 3.653.600 persone positive».
Ma voi parlate di oltre 11 milioni di contagiati.
«Sì, perché sappiamo che il tempo medio che passa tra quando una persona viene contagiata e quando muore sono 23 giorni. Nel frattempo però le infezioni continuano a diffondersi. Quindi 3.653.600 è il numero di contagiati di 23 giorni prima. Stimando un aumento medio dei contagi del 5% al giorno, si arriva a 11.222.119»