clemm coemm (9 lettori)

willyVM

Forumer storico
Ecco la documentazione da presentare:

  1. domanda in bollo da € 16,00 (fatte salve le esenzioni di legge per le ONLUS-Enti di volontariato) (vedi il modello 1);
  2. due copie, di cui una autentica, dell' atto costitutivo e dello Statuto , redatti per atto pubblico;
  3. una relazione illustrativa sull'attività svolta e/o su quella che si intenderà svolgere, debitamente sottoscritta dal legale rappresentante dell'Ente;
  4. una relazione sulla situazione economico-finanziaria dell'ente, sottoscritta dal legale rappresentante, corredata da una perizia giurata di parte qualora l'ente sia in possesso di beni immobili, nonché da una certificazione bancaria comprovante l'esistenza, in capo all'ente stesso, di un patrimonio mobiliare;
  5. copia dei bilanci preventivi e dei conti consuntivi approvati nell'ultimo triennio o nel periodo intercorrente tra la costituzione e la richiesta di riconoscimento;
  6. elenco dei componenti gli organi direttivi dell'ente ed indicazione del numero dei soci (nel caso si tratti di associazione), sottoscritto dal legale rappresentante, con dati anagrafici e relativi codici fiscali;
  7. dichiarazione bancaria attestante la liquidità patrimoniale dell'ente intestata all'ente riconoscendo;

Pippodelirium il problema sono i punti 4,5,6, e 7 .
Non so a te , ma a me vin da ridere. . . !
 

willyVM

Forumer storico
A meno che non abbiano ceduto tutti la casa

  • Sissa comunque sia , il problema che ponevo era riferita alla pubblicazione del vero numero di soci, non un numero inventato,
  • l'ammontare degli schei depositati ed in quale banca, :rotfl::rotfl::rotfl:
  • copia dei bilanci consuntivi ,ecc,ecc.
  • Non puoi sollecitare i circa 5.000 clementini a rinforzare le donazioni, poi il giorno dopo se ne esce che sono oltre 120.000 , perchè a me vien da ridere...:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
 

kok90

o COSì...o POMì
MEDITATE GENTE.... MEDITATE!:(:(:(:(

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Carissimo Antonio, è la lettera di una cara amica che ha vissuto in pieno il dramma del mondo capovolto, l’attuale incredibile vicenda che sembra un punto di non ritorno. Dalla sua fine, sperando la più vicina possibile, si deve comunque ripartire. Le fratture sono troppe, non saremo in grado di risanare tutto, l’anima sarà come svuotata del nostro patrimonio di saperi, perché questa lezione ci insegnerà altro.

A capire il disagio, intanto, quello di chi soffre per una malattia, di chi ha perso un proprio caro, di chi è solo, povero, senza lavoro, distrutto nel suo futuro prossimo. Come una cambiale che forse riusciremo a pagare ma che non ci lascerà null’altro. Come le macerie dopo un bombardamento, avremo solo da ricostruire, ripartendo da nuova sensibilità, impegno, altruismo e solidarietà. Ci riusciremo, ma sarà una lunga scia di privazioni, perdite sociali ed economiche, petizioni, domande, raccolta fondi, e quanto siamo da anni abituati ad assistere da protagonisti o da attoniti spettatori di questo mondo capovolto.

«Carissimo Antonio, anzitutto come stai? In questo surreale momento storico che noi “piccoli” esseri umani stiamo affrontando?

E poi grazie per il tuo blog che ci informa e per le tue riflessioni che leggo su facebook.»



Antonio, ti chiedi, mi chiedo, cosa racconteranno i nostri figli ai loro figli?
«Cosa racconteranno nostri figli ai loro figli? E che futuro aspetterà loro? Figli che si stanno per immettere nel mondo del lavoro, un mondo già pronto a respingerli prima e che adesso sarà anche più crudele.
Ma riusciranno e riusciremo, cosi come hanno fatto i nostri avi.
Cosa racconteremo noi ai nostri nipoti?


Io sono rientrata una settimana fa da Milano.
Una città che mi ha ospitata per quasi un mese, per portare avanti le mie cure oncologiche, una città irriconoscibile che ho visto cambiare di giorno in giorno. Mentre qui si festeggiava il carnevale come niente fosse, la si iniziava questa guerra silente che poi è arrivata fino qui. Oltrepassando il mare e le montagne, ha raggiunto ogni parte della terra.


Ho vissuto la paura nella solitudine. Non avevo tempo per la noia, dovevo concentrare le mie energie per stare bene e poter rientrare a casa, nella mia Tempio. Non avevo necessita di trovare escamotage per uscire, dovevo farlo e basta!

Ogni giorno mi dovevo recare in ospedale per la radioterapia e affrontare i mezzi e la trincea di un luogo che ogni giorno cominciava a diventare sempre più pericoloso e blindato. Dovevo affrontare le file infinite dei supermercati, le consegne a domicilio erano sold-out per tutto il mese di marzo. Avevo con me poche armi: 2 mascherine, la razionalità e l’ottimismo».

Nella metropoli silenziosa, solo sirene e rintocchi di campane
«Ho avvertito inneggiare lo slogan #Milanononsiferma…. ma poi nella silenziosa Milano non si sentiva più musica dai balconi, ma altri suoni: sirene delle ambulanze e i rintocchi di campane.

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Antonio, ho visto, le strade a sei corsie deserte di auto, con semafori che continuavano il loro lavoro, ho visto il grigio del cielo lasciare spazio ad un azzurro intenso.

Vissuto, il terrore di non riuscire a rientrare. Ho acquistato tre biglietti aerei e ho visto i miei tre voli annullati. Ho atteso con ansia le mie autorizzazioni dal presidente della Regione.

Ho visto, mentre il mio transfer mi portava in aeroporto, le indicazioni stradali per OSPEDALE SACCO. E poi posti di blocco… l’esercito… forse era meglio non guardare da quel finestrino.
Il terrore di Malpensa! File interminabili all’esterno dell’aeroporto, voli annullati, stranieri preoccupati e in lacrime che lasciavano i loro sogno: il nostro Paese.


Non ho visto sorrisi, perché il viso era oscurato dalle mascherine ma ho avvertito la solidarietà e l’attenzione delle forze dell ordine».

Cagliari, all’aeroporto nemmeno un abbraccio. Il rientro a Tempio
«Quando sono atterrata a Cagliari non ci siamo potuti abbracciare con mio marito e mi ha condotto verso casa come un autista amorevole e preoccupato. Mi ha accompagnata a casa e ci siamo lasciati, cosi ho dato inizio alla mia quarantena.

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Mio marito aveva già affrontato lo stesso viaggio e lo stesso dispiacere nel non poter abbracciare nostra figlia che rientrava da Londra. Oggi viviamo in tre case separate, per tutelare le nostra famiglia e la comunità dove viviamo. Stiamo bene, Antonio e non vediamo l’ora di riunirci e di “annoiarci” tutti insieme…. mentre aspettiamo che anche L. rientri dall’Inghilterra. (Lui é ligio e ancora non ha lasciato il Paese nel quale studia).
Avrò da raccontare ai miei nipoti…


Ma intanto come tutti auspichiamo che le poche forze della nostra Sanità sarda reggano (sappiamo tutti quanto é debole) perché oggi i soldati sguarniti di qualsiasi arma sono loro.
Un caro saluto Antonio, e spero di vederci presto per un abbraccio».
 

Sissa

Forumer storico
  • Sissa comunque sia , il problema che ponevo era riferita alla pubblicazione del vero numero di soci, non un numero inventato,
  • l'ammontare degli schei depositati ed in quale banca, :rotfl::rotfl::rotfl:
  • copia dei bilanci consuntivi ,ecc,ecc.
  • Non puoi sollecitare i circa 5.000 clementini a rinforzare le donazioni, poi il giorno dopo se ne esce che sono oltre 120.000 , perchè a me vien da ridere...:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:

Si certo, una associazione nata con 20 euro a socio e senza storico alle spalle deve fare strada prima di arrivare ad avere le garanzie, mi pare che si debba avere un minimo di capitale per diventare un consorzio di garanzia
 

kok90

o COSì...o POMì
Maurizio Sarlo
27 marzo 2020

Un inno a chi muore, in questo tempo di ingiustizie!

Da poco più di un’ora è deceduta la mia Mamma!

Dopo aver abbracciate le mie sorelle e fratelli, che Le sono state accanto nel suo stato di coma apparente sin da questo pomeriggio, mi sento di scrivere di getto questo pensiero personale, volendolo dividere con tutti quelli che mi vogliono bene e a cui io voglio molto bene. Siete in tanti che mi avete inviati a messaggi mentre scrivo Grazie. Alcuni di voi, come me, in questi anni, hanno avuto la perdita di qualcuno dei propri Cari e ne hanno condiviso il doloroso ricordo.

Come succede a molti, in questo assurdo periodo, non potrò avere il privilegio di poter accompagnare mia Madre all’ultimo momento terreno!

Alla mia Mamma, ma anche a tutti coloro i quali lasciano il corpo fisico e a quanti dedicano un pensiero di condoglianze, vadano queste povere ma sentite righe.

Mia Mamma aveva 97 anni.
È sempre stata una “roccia” che, ai suoi 7 figli, ha insegnato ad amare e, ancora, ad amare!

Non l’aveva abbattuta un tumore invasivo nel 1970!

Non l’avevano abbattuta le difficoltà economiche che pur, molto spesso, ha attraversato per poter mantenere la “Sua Squadra Familiare” (oltre ai 6 figli, uno Le era deceduto da piccolo, oltre 67 anni fa, aveva tirato su, anche due suoi fratelli più giovani).

Non L’aveva abbattuta un’automobile che, all’età di circa 79 anni, L’aveva centrata in pieno, mentre passava la strada sulle strisce pedonali vicino a casa (nessun osso rotto, malgrado un volo di circa quindici metri, lanciata in un profondo fossato a bordo strada).

Nulla L’ha mai potuta abbattere, perché credeva in Dio! Un Dio Cattolico che ha sempre invocato, in recite continue e senza alcuna fatica. Con lei abbiamo passato momenti infinitamente belli!

Si è spenta dopo un’agonia durante ben 4 anni: l’agonia di un tempo che non ti si presenta più come quello vissuto fino a prima, bensì in un continuo ricordo e smarrimento; un tempo dettato dalla “demenza-senile”. Si è spenta a poco a poco, come una candelina, e nei brevi momenti di lucidità di questi ultimi anni, qualche giorno fa è arrivata a sussurrare qualche giorno fa alla prima figlia: “Bice, sono stanca, non ce la faccio più, voglio andare”!

Da due mesi ad oggi, non ha più voluto toccare cibo ed acqua, quasi a volersi lasciare andare, pur con una dignità e senza mai un lamento, perché avvertiva sicuramente l’amore dei suoi figli accanto a Lei, e di quel Dio che tanto hai invocato nella vita. E con nessuna influenza da Coronavirus intorno!

Grazie Mamma!
Con te se ne va un corpicino che era oramai diventato solo pelle e ossa. Però rimane per sempre il ricordo di ogni attimo di Gioia che hai saputo regalarci.

Purtroppo, rimarrà anche il ricordo di quella che considero la vera “demenza” umana, quella che hanno fatto a te e a tutti quelli che hanno lasciato questa dimensione in questo periodo di “peste annunciata, ma che sarà presto smascherata e punita dalla Storia ”.

Anche questo scempio disumano sarà un motivo in più per onorare la straordinaria vita di tutti quelli che lasciano il Corpo Fisico in questo periodo.
Giuro davanti ad ogni “Luce Divina” che continuerò a battermi fino all’ultimo istante della mia vita, per contribuire ad “abbattere tutte le ipocrisie” dei perfidi che si prendono gioco della dignità Umana.


Ciao Mamma. Rimarrai per sempre con chi ti ha conosciuto a fondo e, sono fiducioso, che tu, come ogni Persona di buona volontà, ora, “sali verso la Luce più splendente che esista”!

Tuo Mauri. A nome anche dei tuoi 6 figli, delle Tue “Cri e Lu”.

E ancora Grazie, anche a tutti quelli che mi hanno inviato un messaggio con la loro vicinanza...
 

willyVM

Forumer storico
AVREI PUBBLICATO IL TUO SERMONE ACCOMPAGNANDOLO CON DELLE CONDOGLIANZE...
MA MAN MANO CHE LEGGEVO... HO PENSATO ''NEMMENO DI FRONTE ALLA MORTE DELLA MADRE... SI E' FERMATO''
HAI DOVUTO ''USARE'' ANCHE QUESTO PER I TUOI SCOPI...
VERGOGNATI!

Anch'io kok ho pensato la stessa cosa.
Alla nonnina il rispetto per una persona che non c'è più ed una prece.
 

Sissa

Forumer storico
MEDITATE GENTE.... MEDITATE!:(:(:(:(

Vedi l'allegato 550535
Carissimo Antonio, è la lettera di una cara amica che ha vissuto in pieno il dramma del mondo capovolto, l’attuale incredibile vicenda che sembra un punto di non ritorno. Dalla sua fine, sperando la più vicina possibile, si deve comunque ripartire. Le fratture sono troppe, non saremo in grado di risanare tutto, l’anima sarà come svuotata del nostro patrimonio di saperi, perché questa lezione ci insegnerà altro.

A capire il disagio, intanto, quello di chi soffre per una malattia, di chi ha perso un proprio caro, di chi è solo, povero, senza lavoro, distrutto nel suo futuro prossimo. Come una cambiale che forse riusciremo a pagare ma che non ci lascerà null’altro. Come le macerie dopo un bombardamento, avremo solo da ricostruire, ripartendo da nuova sensibilità, impegno, altruismo e solidarietà. Ci riusciremo, ma sarà una lunga scia di privazioni, perdite sociali ed economiche, petizioni, domande, raccolta fondi, e quanto siamo da anni abituati ad assistere da protagonisti o da attoniti spettatori di questo mondo capovolto.

«Carissimo Antonio, anzitutto come stai? In questo surreale momento storico che noi “piccoli” esseri umani stiamo affrontando?

E poi grazie per il tuo blog che ci informa e per le tue riflessioni che leggo su facebook.»



Antonio, ti chiedi, mi chiedo, cosa racconteranno i nostri figli ai loro figli?
«Cosa racconteranno nostri figli ai loro figli? E che futuro aspetterà loro? Figli che si stanno per immettere nel mondo del lavoro, un mondo già pronto a respingerli prima e che adesso sarà anche più crudele.
Ma riusciranno e riusciremo, cosi come hanno fatto i nostri avi.
Cosa racconteremo noi ai nostri nipoti?


Io sono rientrata una settimana fa da Milano.
Una città che mi ha ospitata per quasi un mese, per portare avanti le mie cure oncologiche, una città irriconoscibile che ho visto cambiare di giorno in giorno. Mentre qui si festeggiava il carnevale come niente fosse, la si iniziava questa guerra silente che poi è arrivata fino qui. Oltrepassando il mare e le montagne, ha raggiunto ogni parte della terra.


Ho vissuto la paura nella solitudine. Non avevo tempo per la noia, dovevo concentrare le mie energie per stare bene e poter rientrare a casa, nella mia Tempio. Non avevo necessita di trovare escamotage per uscire, dovevo farlo e basta!

Ogni giorno mi dovevo recare in ospedale per la radioterapia e affrontare i mezzi e la trincea di un luogo che ogni giorno cominciava a diventare sempre più pericoloso e blindato. Dovevo affrontare le file infinite dei supermercati, le consegne a domicilio erano sold-out per tutto il mese di marzo. Avevo con me poche armi: 2 mascherine, la razionalità e l’ottimismo».

Nella metropoli silenziosa, solo sirene e rintocchi di campane
«Ho avvertito inneggiare lo slogan #Milanononsiferma…. ma poi nella silenziosa Milano non si sentiva più musica dai balconi, ma altri suoni: sirene delle ambulanze e i rintocchi di campane.

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Antonio, ho visto, le strade a sei corsie deserte di auto, con semafori che continuavano il loro lavoro, ho visto il grigio del cielo lasciare spazio ad un azzurro intenso.

Vissuto, il terrore di non riuscire a rientrare. Ho acquistato tre biglietti aerei e ho visto i miei tre voli annullati. Ho atteso con ansia le mie autorizzazioni dal presidente della Regione.

Ho visto, mentre il mio transfer mi portava in aeroporto, le indicazioni stradali per OSPEDALE SACCO. E poi posti di blocco… l’esercito… forse era meglio non guardare da quel finestrino.
Il terrore di Malpensa! File interminabili all’esterno dell’aeroporto, voli annullati, stranieri preoccupati e in lacrime che lasciavano i loro sogno: il nostro Paese.


Non ho visto sorrisi, perché il viso era oscurato dalle mascherine ma ho avvertito la solidarietà e l’attenzione delle forze dell ordine».

Cagliari, all’aeroporto nemmeno un abbraccio. Il rientro a Tempio
«Quando sono atterrata a Cagliari non ci siamo potuti abbracciare con mio marito e mi ha condotto verso casa come un autista amorevole e preoccupato. Mi ha accompagnata a casa e ci siamo lasciati, cosi ho dato inizio alla mia quarantena.

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Mio marito aveva già affrontato lo stesso viaggio e lo stesso dispiacere nel non poter abbracciare nostra figlia che rientrava da Londra. Oggi viviamo in tre case separate, per tutelare le nostra famiglia e la comunità dove viviamo. Stiamo bene, Antonio e non vediamo l’ora di riunirci e di “annoiarci” tutti insieme…. mentre aspettiamo che anche L. rientri dall’Inghilterra. (Lui é ligio e ancora non ha lasciato il Paese nel quale studia).
Avrò da raccontare ai miei nipoti…


Ma intanto come tutti auspichiamo che le poche forze della nostra Sanità sarda reggano (sappiamo tutti quanto é debole) perché oggi i soldati sguarniti di qualsiasi arma sono loro.
Un caro saluto Antonio, e spero di vederci presto per un abbraccio».

Chi non sente tristezza dopo questo scritto è meglio che non pronunci mai la parola solidarietà. Io sono felice di sentirla perchè mi fa sentire umana. La signora dello scritto dopo tanta paura sarà premiata dalla gioia di riavere intorno i veri affetti e riconsiderare valori che non scorderà mai. Coraggio, saremo tutti più provati ma più determinati, ce la faremo.
 

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