Quanto al virus, pare che la sua vera intenzione fosse di boicottare il Festival di Sanremo, ma è giunto in leggero ritardo e non ce l'ha fatta. Chiaramente si è allora sfogato per la frustrazione, anche perché ormai era qua e ha dovuto sorbirselo tutto. Comunque, chi ha assistito ad almeno una serata, anche se solo per televisione, dovrebbe andare in ospedale a farsi tamponare (tanto poi paga l'assicurazione), magari da qualche siffrediano infermiere.
Nato in Cina, che è una Repubblica Popolare, il virus, con una certa coerenza, ha subito aggredito le nazioni capitaliste, dove per dispetto gli hanno assegnato un nome impronunciabile, come ci ricorda
@Gatto Leo , SARS-CoV-2. Si contava sul fatto che il virus, nel presentarsi, si impappinasse a pronunciare il proprio nome, cosicché la vittima designata potesse profittare del momento di disattenzione per reagire adeguatamente. Non si è però tenuto conto del fatto che il virus è cinese, e per lui dire Sal-Co-Tu è una sciocchezzuola. Col senno di poi dovevano chiamarlo Stattenacasatuaporcello: sarebbe stato sconfitto in poche ore ("
poke ole").
Tant'è vero che pare che un medicamento dal nome quasi illeggibile, Tocilizumab, pare faccia effetto. La strada è quella.
Adesso che in ogni caso è qui, occorre assegnargli un domicilio, come si fa per tutti gli extracomunitari: ma gli italiani, già fatti esperti dalla precedente esperienza, si sono chiusi tutti in casa e non lo fanno entrare, a costo di venir denunciati per razzismo.
"Io essele povelo cinese"
"Pussa via!"
"Se tu non aplile io kiamale Lilli Glubel"
"No, aspetta! Trattiamo ..."