clemm coemm (12 lettori)

Sissa

Forumer storico
Sissa credo tu possa convenire che fino a poco tempo fa l'ergomento clou era il consì.
Cioè andare a chiedere fino a 30.000 eur seza restituzione ( nei sogni).
Oggi il grande gruppo d'acquisto.
Domani sicuramente se ne inventerà un'altra e cosi via da quasi 5 anni a questa parte.

Ceratmente ricorderai che prima c'era la storia dei 3.000 eur di cui 1500 avrebbero dovuti essere restituiti , poi il 1500 per sempre, poi il quid, la moenta fiduciaria, sovrana, parallela, non a debito, invisibile ed i token, poi i100 token i omaggio poi i punti a chi leggeva i suoi papponi e così via.

La domanda del secolo è : quanto tempo andra avanti ancora questa storia ?
Il peracottaro (Venditore di pere cotte - vocabolario TRECANI) fa egregiamente il suo mestiere, ma il gregge è gregge ! ! !

Il gruppo d'acquisto è sempre stato il suo obiettivo fin dal progetto Madagascar, poi proseguito con Noisi diventando successivamente Italiaseitop. Un referente di uno dei comparti scrive che al coemm sarebbe andato il 30% sul venduto. Mi pare che anche Consì stia prendendo la medesima strada, il verbo preferito non è certo "dare" ma "avere". Aveva solo bisogno di acquirenti, non sapeva nemmeno lui di quale prodotto in particolare ma di qualsiasi cosa desse un guadagno. La povertà, l'etica, il paradigma, la sovranità ecc. non c'entrano nulla, altrimenti Galloni non se ne sarebbe andato
 

kok90

o COSì...o POMì
18767602_10210144144532533_8408034360467360345_n.jpg

Maurizio Sarlo ha condiviso un link.
7 GENNAIO 2020

CredeRci! CredIci!

In quel di Savona, il prossimo sabato 8 febbraio, andremo a trattare i temi in cui abbiamo sempre creduto; ci apprestiamo a far raggiungere i traguardi sognati, e lo facciano per chiunque intende seguire il Programma Mondo Migliore.

Si: Noi sogniamo un Mondo Migliore. Sogniamo un Nuovo Umanesimo. Sogniamo un netto cambio di paradigma (sociale, economico e finanziario), attraverso il quale, dall’emissione a debito - per infrastrutture e servizi strategici -, si passi a quella a credito!

Sogniamo, soprattutto, di poter convincere chiunque sulle tre parole che sono alla base del Programma Mondo Migliore:
- Libertà
- Serenità
- Prosperità

Oggi: si deve e si può!

Nello stesso giorno di sabato 8/02, sappiamo che la Confederazione Nazionale dei ConSi, ben diretta dal Presidente Fabrizio Azzolini, si ritroverà in quel di Bologna per la Sua prima riunione assembleare. Evviva! Ovviamente, tale riunione, in
tutta autonomia rispetto gli altri Soggetti Persone Giuridiche che hanno sposato e promuovono il Programma Mondo Migliore (PMM), ha l’obiettivo di formalizzare il cammino istituzionale di ConSi.


Il Programma Mondo Migliore rispetta le autonomie di tutti; lavora e lavorerà per contribuire affinché, il tutto, possa risuonare in grande armonia e perfetto allineamento con l’energia più assoluta.

I pianeti, e chi ne studia ogni attimo e configurazione, sembrano confortare le teorie del nostro Programma.

Crediamoci. Credici!
Maurizio Sarlo
Fondatore COEMM

http://akash.it/marte-giove- saturno-e-plutone-uniti-per-il-grande-risveglio-dellumanita/
 

kok90

o COSì...o POMì
Antonio Masonia Opinioni e dibattito sul progetto coemm e clemm con-si
·
Che lo leggano gli adepti. Una prova ho in mano, ebbene, quella è già presso le autorità giudiziarie e nelle mani degli inquirenti.



0251 07-Feb-20 08.11.jpg

Il prezzo della verità. La denuncia di una giornalista a Sanremo. | Gallura News
Il prezzo della verità, della sua vittoria contro ogni censura, contro le minacce, a costo della propria stessa vita. Lo denuncia una donna giornalista, ed è forse la prima volta che accade in una trasmissione da ascolti favolosi, in un festival della musica che esce fuori dalla sua liturgia e dai suoi canoni. Si chiama Emma D’Aquino ed è la cosa più forte ascoltata al Festival, anche se in seconda serata (le due del mattino).

La paura che attanaglia la categoria di chi fa informazione, la penna che scrive seguendo una logica di sudditanza da qualcuno o da qualcosa. Emma lavora in Rai e ha seguito inchieste, sempre in prima linea, ma denuncia lo stato attuale del giornalista, chiamato a raccontare i fatti, anche quelli scomodi, ma sempre sul filo del rasoio. Non legge, ha la parola facile e la capacità di essere come poche comunicativa, efficace e diretta.

emma-daquino-1.jpg

Emma D’Aquino
«Pensate – dice – che nel 2019 sono 49 i giornalisti uccisi nel mondo ed è incredibile che lo scorso anno è anche il dato più basso degli ultimi 16 anni. La statistica degli ultimi 20 anni, parla di circa 80 colleghi ammazzati di media».

Il prezzo della verità, lo chiamano; anteporre la propria vita all’accomodante silenzio o alla verità distorta. Non si muore solo nei territori di guerra, cosa che sarebbe anche quasi normale. Si muore anche a casa nostra, in Europa, Turchia, Russia, in paese ufficialmente non in guerra. Il Messico, ad esempio, che nel 2019 ha visto ammazzati 10 giornalisti. Allarmante il numero dei reporter in carcere, ben 389 lo scorso anno.

Il prezzo della verità: l’Italia al 43° posto nel mondo per libertà di stampa
La verità è scomoda al punto di perdere la vita per essa. Solo per averla accarezzata e basta, aver provato comunque a cercarla. Un prezzo che affonda l’Italia al 43° posto al mondo (su 180 paesi) per libertà di stampa. Un paese democratico a cui viene preclusa la verità come altri paesi in guerra, davanti a Taiwan e seguita dal Botswana, paesi non proprio sereni come dovrebbe essere il nostro. In Italia magari oggi non si muore, ma si usa la strategia della paura, quella giudiziaria, la querela, la minaccia, che ha lo scopo di frenare o inibire l’attività d’inchiesta.

Quando la querela non viene usata, esistono gli avvertimenti, subliminali, messaggi veicolati in cento modi diversi. Dall’amico comune, da un messaggio telefonico o da una telefonata apparentemente di distensione.

Delle querele minaccia, appena il 10% vanno a processo, il resto si archivia perché anche la giustizia a volte si rifiuta di accogliere querele finalizzate, spudoratamente, all’intimidazione e alla paura.

Paura e libertà d’informazione, appaiate in un binomio allarmante. Fa molto pensare che le due voci siano accomunate, ma in Italia è così che siamo messi. Dove finisce la libertà di informazione, inizia il tentativo di minare quella libertà. La si ostacola, la si impedisce, costi quel che costi.

Esistono mille modi per riuscire nell’intento. Da quello corruttivo, morbido e accomodante, alla denunce bavaglio, precedute da lettere di avvocati che intimano il ritiro di quell’articolo. 433 minacce contro giornalisti, blogger nel solo 2019. L’obiettivo sempre lo stesso. Impedire la ricerca della verità. Atti violenti nel 70% dei casi.

La libertà d’informazione viaggia su strade parallele alla paura
Chi deve delinquere, tesse una fitta rete di collegamenti nella quale un giornalista non dovrebbe entrare. Se il sistema funziona, vuol dire che qualcuno vi entra e ne ha riscontro. Soldi? Privilegi di altro genere? Complicità in altre questioni? Un po’ questo ma anche altro.

E quando non bastano le querele, entrano in gioco anche vecchi amici del mestiere che ti consigliano non prudenza ma ti contestano modalità, fonti. Ti declassano il tuo lavoro perché quel tuo lavoro a qualche loro conoscente non va bene.

Sparano a zero, sventolando una carriera personale di rango, come se questo bastasse a farli diventare tue guide spirituali.

Sono un blogger, faccio anche televisione, non scendo a compromessi per chi minaccia o denuncia. Ho una strada, idiota quanto si vuole, ma è quella che mi fa dormire sereno e non si presta ad lisciare nessuno, per quanto potente esso sia.

Se a qualcuno duole, è segno che il mio lavoro, per quanto modesto sia, crea qualche mal di pancia. Non vi sta bene?

Il prezzo della verità è questo? Francamente me ne infischio.


 

kok90

o COSì...o POMì
Poliziotto-rapinatore tornerà in carcere

0251 07-Feb-20 08.32.jpg


La Cassazione rigetta il ricorso contro la condanna a 6 e mezzo e per l’ex agente della Digos si riaprono le porte della cella

Pietro Barghigiani 06 Febbraio 2020
PISA. La notizia gliel’ha comunicata intorno alle otto di ieri sera il suo legale: «Niente da fare Daniele, il ricorso è stato respinto». E da quell’istante è iniziato il conto alla rovescia in quella che fu una doppia vita un tempo borderline di Daniele Trubiano, 54 anni, originario di Lucca e residente a Riglione. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del suo avvocato, il legale Giuseppe Carvelli. Resta la condanna inflitta in appello a Firenze nel settembre 2018: 6 anni, 6 mesi e 20 giorni. Trubiano, o Lama quando scrive libri, è un ex poliziotto che nella follia di risollevarsi da una situazione finanziaria disastrosa aveva iniziato a fare rapine.. La condanna che a Pisa venne definita in abbreviato nel giugno 2016 da ieri è definitiva. Dopo il carcere e i domiciliari sono passati sei mesi di misura cautelare. Restano circa sei anni da scontare e a breve per il poliziotto-scrittore, trasformato in un bandito nel delirio da cui ora dice di essere uscito, si riapriranno le porte del carcere. Niente da dire sulla responsabilità dell’imputato, reo confesso dal giorno dell’arresto - settembre 2015 - e impegnato in una redenzione attraverso la scrittura.

Quelli che potevano essere limati, secondo la difesa, erano i pesi e contrappesi di attenuanti e continuazione del reato. Ha iniziato fin da subito a fare i conti con il male che lo aveva fatto diventare quello che la sua storia di poliziotto avrebbe dovuto combattere.


Di giorno poliziotto, con un passato nell’antiterrorismo. Di sera rapinatore. Per esorcizzare i suoi demoni si cimenta con la parola scritta. E lancia appelli a chi si è indebitato suggerendogli di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.

Ha confessato almeno sette rapine, aggravate dall'uso di un’arma, a negozi e supermarket nelle province di Pisa, Lucca e Livorno. Pentito per quello che ha fatto e desideroso di ricominciare una nuova vita facendo tesoro degli sbagli commessi, Trubiano ha vissuto finora con l’ombra del carcere. Il poliziotto diventava bandito quando non riusciva a stare dietro alle rate in scadenza. Dalla Coop a La Rosa di Terricciola alla Conad di Capannoli avvenute tra ottobre e novembre del 2014. Sempre di venerdì, ma in pieno giorno (13,30) la rapina alla Coop di Donoratico della vigilia di Ferragosto 2015 che fruttò 3600 euro. In serata il raid all'Arcaplanet di Navacchio. L’ultima, conclusa con l’arresto, avvenne nel settembre 2015 al punto Conad della frazione di Sant'Alessio a Lucca. Furono i colleghi della questura lucchese a mettergli le manette ai polsi. Rimase in silenzio fino a quando negli uffici esibì il tesserino da poliziotto. E svelò il personaggio parallelo capace di far saltare quell’equilibrio precario e ormai avariato nel gorgo dei debiti da rincorrere.

La sua storia maledetta è diventata un libro. Si intitola "Bolle di affanno", un’autobiografia per chi senza difese rischia di essere travolto dallo tsunami dei debiti. —

Pietro Barghigiani
 
Ultima modifica:

Sissa

Forumer storico
IL NOSTRO CARO SARLO... BLOCCA ANCHE LE INIZIATIVE ''PERSONALI'' SIA MAI CHE QUALCUNO DIA UN AIUTO ECONOMICO A QUALCUN'ALTRO CHE NON SIA LUI!
Vedi l'allegato 542698

Vedi l'allegato 542692 Vedi l'allegato 542693 Vedi l'allegato 542694 Vedi l'allegato 542695 Vedi l'allegato 542696 Vedi l'allegato 542697

Mammamia, gli sarà uscito il sangue dal naso a pensare che qualcun altro possa percepire il suo euro. Sarebbe stata un'ottima idea, invece, un metodo per far fruttare quell'euro che in cinque anni non ha prodotto nulla.
Dai clemmini, se continuate così ce la fate!!
 

lucamax

Forumer storico
Poverino ...non se lo meritava mica di andare in carcere ,dopo tutto ha fatto SOLAMENTE delle rapine nei supermercati puntando la pistola di ordinanza da poliziotto contro delle ragazze inermi e indifese
daniele trubiano : santo e martire SUBITO
:devil::devil::devil:
 

Users who are viewing this thread

Alto