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BCE: RISCHI DI CRESCITA SOTTO ZERO ENTRO META' 2020 VICINI AL 20%
L'outlook economico dell'eurozona si e' deteriorato con l'attesa che la crescita rimanga sottotono per un tempo piu' lungo di quanto atteso in passato. E' quanto si legge nella Financial Stability Review pubblicata oggi dalla Bce in cui si sottolinea come la combinazione della perdurante debolezza del commercio globale e l'impatto negativo delle incertezza politica e delle politiche a livello globale, in particolare per quanto riguarda i contenziosi commerciali e l'esito della Brexit, hanno portato a un abbassamento delle prospettive di crescita per il 2020-21. Allo stesso tempo, ci si attende che le pressioni inflazionistiche nell'eurozona rimangano tenui nell'arco dei prossimi due anni, traducendosi in prospettive di crescita nominale nel complesso piu' debole. Tenuto conto dei vari elementi di rischio, fra cui, oltre a una escalation del protezionismo, a una debole performance di crescita dei paesi emergenti e a una Brexit no-deal anche un rallentamento piu' drastico in Cina, il rapporto sottolinea come la distribuzione delle probabilita' sulla traiettoria del pil suggerite dal Financial Stability Risk Index suggerisce un rischio di coda maggiore con la probabilita' di risultati di crescita sotto zero saliti entro la meta' del 2020 a circa il 20%, in linea con i crescenti rischi di recessione a breve suggeriti dagli indicatori di mercato. Grazie alle misure di politica monetaria accomodante adottate sia dalla Bce che dalla Fed nei rispettivi meeting di settembre, le condizioni di finanziamento rimangono molto favorevoli e continuano a mitigare nell'attuale congiuntura i rischi sovrani. 'Tuttavia, se le condizioni economiche dovessero peggiorare in modo significativo - osserva il rapporto - le vulnerabilita' fiscali di fondo potrebbero tornare in primo piano nei paesi dell'area dell'euro con le finanze pubbliche piu' fragili'. Allo stesso modo, nuove incertezze politiche e sulle politiche potrebbero innescare una rivalutazione del rischio sovrano e riaccendere le pressioni su soggetti piu' sovrani piu' vulnerabili. Alla luce dell'indebolimento delle prospettive economiche e della costante preminenza dei rischi al ribasso, vi sono chiare ragioni per cui i governi con spazio fiscale a disposizione dovrebbero agire in un modo efficace e tempestivo. Nei paesi dell'area dell'euro con livelli di debito elevati e margini di manovra fiscale solo limitati o del tutto assenti, la politica fiscale puo' sostenere la ripresa economica attraverso una composizione delle finanze pubbliche piu' favorevole alla crescita. Spostare le spese a favore delle categorie che maggiormente favoriscono la crescita o il carico fiscale sulle tasse meno distorsive puo' influenzare positivamente la crescita dell'output e rafforzare i buffer fiscali.
BCE: RISCHI DI CRESCITA SOTTO ZERO ENTRO META' 2020 VICINI AL 20%
L'outlook economico dell'eurozona si e' deteriorato con l'attesa che la crescita rimanga sottotono per un tempo piu' lungo di quanto atteso in passato. E' quanto si legge nella Financial Stability Review pubblicata oggi dalla Bce in cui si sottolinea come la combinazione della perdurante debolezza del commercio globale e l'impatto negativo delle incertezza politica e delle politiche a livello globale, in particolare per quanto riguarda i contenziosi commerciali e l'esito della Brexit, hanno portato a un abbassamento delle prospettive di crescita per il 2020-21. Allo stesso tempo, ci si attende che le pressioni inflazionistiche nell'eurozona rimangano tenui nell'arco dei prossimi due anni, traducendosi in prospettive di crescita nominale nel complesso piu' debole. Tenuto conto dei vari elementi di rischio, fra cui, oltre a una escalation del protezionismo, a una debole performance di crescita dei paesi emergenti e a una Brexit no-deal anche un rallentamento piu' drastico in Cina, il rapporto sottolinea come la distribuzione delle probabilita' sulla traiettoria del pil suggerite dal Financial Stability Risk Index suggerisce un rischio di coda maggiore con la probabilita' di risultati di crescita sotto zero saliti entro la meta' del 2020 a circa il 20%, in linea con i crescenti rischi di recessione a breve suggeriti dagli indicatori di mercato. Grazie alle misure di politica monetaria accomodante adottate sia dalla Bce che dalla Fed nei rispettivi meeting di settembre, le condizioni di finanziamento rimangono molto favorevoli e continuano a mitigare nell'attuale congiuntura i rischi sovrani. 'Tuttavia, se le condizioni economiche dovessero peggiorare in modo significativo - osserva il rapporto - le vulnerabilita' fiscali di fondo potrebbero tornare in primo piano nei paesi dell'area dell'euro con le finanze pubbliche piu' fragili'. Allo stesso modo, nuove incertezze politiche e sulle politiche potrebbero innescare una rivalutazione del rischio sovrano e riaccendere le pressioni su soggetti piu' sovrani piu' vulnerabili. Alla luce dell'indebolimento delle prospettive economiche e della costante preminenza dei rischi al ribasso, vi sono chiare ragioni per cui i governi con spazio fiscale a disposizione dovrebbero agire in un modo efficace e tempestivo. Nei paesi dell'area dell'euro con livelli di debito elevati e margini di manovra fiscale solo limitati o del tutto assenti, la politica fiscale puo' sostenere la ripresa economica attraverso una composizione delle finanze pubbliche piu' favorevole alla crescita. Spostare le spese a favore delle categorie che maggiormente favoriscono la crescita o il carico fiscale sulle tasse meno distorsive puo' influenzare positivamente la crescita dell'output e rafforzare i buffer fiscali.