oltre il buy back, c'è anche chi compra le azioni americane (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
ecco come la BNS tiene sotto controllo il cambio

Come la Banca Centrale Svizzera si sta comprando le aziende USA. Effetti secondari di una politica monetaria espansiva


Può una Banca Centrale conseguire i propri obiettivi di politica monetaria tentando di mantenere alta la fiducia mondiale nell’economia e nella possibilità che il mercato mondiale non crolli? Tecnicamente si.

Vediamo come si è mossa la Banca Centrale Svizzera (SNB). La SNB ha un problema di controllo e di limitazione della rivalutazione del Franco Svizzero e per questo vende franchi svizzeri per comprare valute straniere. Invece però di detenere pure riserve in euro o dollari in valori liquidi, ha deciso di acquistare titoli azionari americani. Non parliamo di investimenti di qualche centinaio di milioni di dollari, ma di miliardi. Gli acquisiti, aiutati dall’andamento positivo del mercato hanno fatto si che il valore di questi titili abbai raggiunto il massimo di 94,1 miliardi di dollari alla fine del terzo trimestre 2019



Interessante come ci sia stato un incremento nei possessi di Alibaba, Microsoft, Globalpay, Juniper Networks, FIS e JD. L’investimento in BABA e JD indica un interesse per le azioni cinesi quotate negli USA:

Fra le aziende nelle quali invece sono diminuiti gli investimenti abbiamo Apple:



Inoltre nel tempo è cambiata la composizione del portafoglio della SNB





Quindi la Banca Centrale Svizzera stampa denaro dal nulla e lo usa per deprezzare il franco svizzero e per sostenere le speranze della finanza mondiale mantenendo alto il valore della borsa USA. Un modo per allontanare la minaccia di una crisi globale, ma sarà sufficiente ?
 

tontolina

Forumer storico
ora sappiamo che le Mani forti della svizzera comprano a mani basse i titoli azionari americani
 
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tontolina

Forumer storico
Amazon, McDonald’s e Home Depot fanno affondare il settore dei consumi
Da Michael Kramer3 ore fa (15.11.2019 16:12)

Michael Kramer - Articoli (3)

Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com

Il settore dei consumi voluttuari, seguito dal Consumer Discretionary Select Sector SPDR, è salito di oltre il 22% finora nel 2019, con una performance inferiore all’indice S&P 500, balzato di oltre il 23%. Il gruppo ha cominciato ad avere una performance inferiore al mercato azionario in generale dopo aver iniziato una discesa a metà settembre. Il grosso problema è che questi ribassi possono solo peggiorare.

Si può attribuire la colpa di questa performance a tre principali titoli dell’ETF: Amazon.com Inc (NASDAQ:AMZN), Home Depot Inc (NYSE:HD) e McDonald’s Corporation (NYSE:MCD). Nel complesso, queste tre compagnie rappresentano circa il 30% del settore in base al loro peso. Amazon è il titolo col peso maggiore, il 22%, il doppio di quello di Home Depot (11%) e più del triplo del 6,5% di McDonald’s.

Altri ribassi all’orizzonte?

L’ETF sui beni di consumo voluttuari è crollato di circa il 2% dalla metà di settembre. Il problema è che l’indice S&P 500 è invece salito. Ora, il grafico tecnico mostra che l’ETF sta testando un livello chiave di supporto tecnico ad un trend rialzista, cominciato ad agosto. Se l’ETF dovesse infrangere il supporto scendendo al di sotto di esso, potrebbe scendere a circa 116 dollari, con un crollo di un altro 4,2% dal prezzo di circa 121 dollari del 14 novembre.

L’indice di forza relativa (RSI) è in generale sceso da quando l’ETF ha raggiunto il picco a metà luglio. Ciò suggerirebbe che lo slancio rialzista sta lasciando il settore e che il titolo potrebbe essere destinato ad un calo.

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XLY Daily Price Chart
McDonald’s crolla

McDonald’s ha registrato il tonfo maggiore, di quasi l’11% dal 9 settembre. Il calo non ha fatto che peggiorare a metà ottobre, quando la compagnia ha riportato risultati trimestrali più deboli del previsto, seguiti dalla notizia dell’uscita di scena del suo amministratore delegato qualche settimana dopo. Il titolo ha infranto un trend rialzista a lungo termine attivo dall’agosto 2018. Ora, si ritrova a fallire ad un livello chiave di resistenza tecnica di circa 195 dollari, che potrebbe risultare in un ulteriore ribasso fino al minimo di 178,50 dollari.

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McDonald’s Daily Price Chart
Amazon in stallo

Il titolo di Amazon non è andato meglio, segnando un tonfo di oltre il 4% nello stesso periodo. Il titolo è stato essenzialmente scambiato lateralmente dalla fine di luglio dopo aver riportato utili più deboli del previsto. Ha inoltre infranto un trend rialzista cominciato nel marzo 2018 e si ritrova anch’esso davanti al rischio di scendere ancora, potenzialmente a circa 1.700 dollari.

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Amazon Daily Price Chart
Home Depot riuscirà a salvare il gruppo?

Home Depot ha avuto la performance migliore del gruppo, con un balzo di oltre l’1% nello stesso periodo, ma è comunque inferiore all’impennata di quasi il 4% registrata dall’indice S&P 500 nello stesso arco temporale. In confronto agli altri due rivali, il grafico di Home Depot sembra effettivamente essere il migliore, con una salita in un canale di trading a lungo termine cominciata a fine 2018. Ma in base a questo canale i rialzi in futuro potrebbero essere limitati, con azioni che potrebbero forse salire a circa 250 dollari (un’impennata di circa il 6% dal prezzo attuale di 236 dollari). Tuttavia, sembra più probabile che il titolo si possa consolidare lateralmente nelle prossime settimane, dirigendosi di nuovo verso la parte inferiore del canale.

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Home Depot Daily Price Chart
Il settore dei beni di consumo voluttuari potrebbe continuare ad incontrare difficoltà nelle prossime settimane se i tre titoli di cui abbiamo parlato non riusciranno a rimettersi in sesto. Sono incredibilmente importanti per il successo del gruppo: se dovessero scendere ancora, allora probabilmente l’intero settore li seguirà a ruota
 

tontolina

Forumer storico
IL PIL USA POTREBBE DIVENTARE NEGATIVO NELL’ULTIMO TRIMESTRE?






Un dato molto preoccupante è stato diffuso negli USA nei giorni scorsi, relativo all’indice Cass che si mostra le variazioni percentuali dei trasporti merci. Come potete immaginare dall’incipit i dati non sono particolarmente positivi.



Dopo settembre del 2018 l’indice dei trasporti è negatico , segnando quindi un calo che ormai viene a durare da un anno. Particolarmente grave il calo a settembre, con un -6,5% , l’ennesimo dopo mesi di calo

Se le merci non viaggiano non sono prodotte e non sono consumate. Non siamo più nel medioevo, la produzione locale, a km zero, sono una minuscola parte del totale. Quindi vuol dire che, al di là dei grandi indici l’economia non si muove.

Indicativi sono anche gli indici parziali, cioè quelli verso Europa, Pacifico/Asia e Cina. Vediamo quindi l’andamento dei trasporti aerei verso queste aree, mettendoli in relazione con l’indice PMI per ogni singola area. Iniziamo dall’Europa:



Ecco invece il valore dello stesso indice correlato all’area, in crescita , del Pacifico e Sud Est Asiatico



In questo caso l’indice è messo in relazione con un indice indicativo della produzione dei semiconduttori, produzione di grande importanza nel sud est asiatico.

Infine abbiamo la Cina con l’indice dei trasporti aerei verso Shanghai



In questo caso abbiamo sia l’indice dei carichi vero, Shanghai sia quello da Shanghai veros l’esterno, dove import tende a prevedere l’export, ma , comunque, entrambi mostrano dei valori negativi che, nel periodo in cui sono iniziati i dazi, hanno raggiunto dei valori fortemente negativi.



Fatta questa analisi quello che ci interessa mettere in luce è che l’indice Cass è un previsore molto forte del PIL .



La variazione dell’indice CASS tende ad anticipare di uno-due trimestri l’andamento del PIL Quindi le variazioni negative dell’indice Cass degli ultimi due trimestri indicano che ci sia da attendere un’ulteriore variazione negativa nel PIL degli USA nei prossimi trimestri. Aggiungiamo che , se si togliesse l’apporto del sistema pubblico , pari a 0,8% , c’è un grosso rischio che il tasso di crescita del PIL del settore privato diventi negativo nell’ultimo trimestre, e che comunque il tasso di crescita del PIL complessivo venga a sfiorare lo zero.
 

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