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E’ per caso il fenomeno noto con l’acronimo FOMO a guidare il rally del rischio? Se lo è chiesto Ariel Bezalel, Head of Strategy, Fixed Income di Jupiter Asset Management, guardando al trend dei mercati, in particolare alla propensione al rischio degli investitori che, da un lato ha dato un forte assist all’azionario mondiale – con Wall Street che ha inanellato diversi record -, e dall’altro lato ha messo sotto pressione le obbligazioni, tanto da far paventare una possibile fase di sell off sui bond.
“Il sentiment negli ultimi due mesi si è spostato dal risk-off a risk-on, con i mercati pronti a cambiare in un attimo”, ha detto Bezalel.
A suo avviso è possibile tuttavia che una tale improvvisa preferenza degli investitori per gli asset considerati più rischiosi sia stata alimentata più dalla paura di perdere una sorta di occasione del momento, che da altre motivazioni più solide.
La “FOMO, la “paura di essere tagliati fuori” (fear of missing out) – ha spiegato – sembra guidare gli asset di rischio in questo momento, con i mercati che si affrettano per evitare di perdere un rally di chiusura d’anno. Forse dopo il malumore estivo, quando il rendimento dei Treasury a dieci anni degli Stati Uniti è sceso ad un minimo infragiornaliero dell’1,44% in agosto, qualsiasi barlume di speranza viene amplificato”.
Il rialzo dei rendimenti Usa è sotto gli occhi di tutti, così come quello dei tassi di tanti altri bond sovrani considerati più o meno sicuri.
I tassi dei Treasuries decennali, per esempio, oggi sono scambiati in rialzoall’1,9173%, mentre quelli trentennali avanzano al 2,3955%.
Certo, il valore dei decennali rimane tuttora ben inferiore al massimo del 2019 testato nel mese di gennaio, attorno al 2,80%.
Il motivo per cui gli investitori sono tornati a vendere gli asset considerati più sicuri è l’ottimismo – o più speranza? – che Cina e Stati Uniti riescano a firmare presto almeno la Fase 1 dell’accordo commerciale.
Certo, non tutte le parole del presidente Usa Donald Trump, con il suo discorso proferito all’Economic Club di New York, sono state proprio di buon auspicio.
Così lo strategist di Jupiter Asset Management, nell’avallare l’ipotesi FOMO come driver del mercato:

  • “In termini di driver alla base del rally della propensione al rischio, credo che la liquidità sia un fattore chiave. Le banche centrali dei principali mercati sviluppati – la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea e la Banca del Giappone – stanno nuovamente incrementando i loro bilanci. La Fed ha affermato che la sua ultima decisione di acquistare 60 miliardi di dollari al mese per alleviare le tensioni nei mercati monetari “non è QE” ma, poiché sembra che parte di quella liquidità stia arrivando agli asset di rischio, qualcuno potrebbe essere incline a dissentire”.
  • L’altro fattore è la guerra commerciale USA-Cina. C’è stato un crescente ottimismo sulla chiusura della fase 1 dei negoziati da parte di entrambi i paesi, ma credo che sia altamente discutibile se questo si tradurrà o meno in un accordo commerciale sostanziale che possa cambiare le prospettive economiche dei due paesi. I cinesi hanno accennato a ciò, dicendo che un accordo a lungo termine è improbabile date le richieste degli Stati Uniti.
  • Alcuni hanno anche citato i recenti dati economici statunitensi come motivo di ottimismo, ma sono molto scettico: i dati globali sono ancora piuttosto eterogenei, e vorrei evidenziare alcune aree sorprendentemente deboli. A ottobre, la Cina ha visto l’aumento più lento dell’attività di servizi da otto mesi; il settore manifatturiero di Singapore è stato in territorio di contrazione per sei mesi; mentre l’economia di Hong Kong si è appiattita dopo le proteste. Il Global Citi Surprise Index è ancora negativo. Nel complesso, quindi, i dati economici globali sono più deboli del previsto. Passando agli stessi Stati Uniti, è da evidenziare che il paese è sulla buona strada per una recessione degli utili: gli utili del quarto trimestre, insieme al terzo trimestre, sono previsti negativi.
Ariel Bezalel ha continuato, sottolineando che, “guardando in maniera approfondita i mercati del credito si rilevano segnali di stress: il mercato dei leveraged loan ha registrato performance molto negative e le emissioni sono in calo del 40% circa rispetto all’anno precedente, mentre il credito CCC continua ad essere molto debole (il mercato è caratterizzato da una leva finanziaria elevata ed è sensibile al ciclo economico). Nonostante tutto questo, i mercati sembrano scommettere che si tratti di un rallentamento da metà ciclo e che possa esservi posto rimedio con piccole modifiche da parte delle principali banche centrali. Resta da vedere se è così, ma, dati tutti i segnali di preoccupazione, rimango molto prudente”.
FOMO dunque magari sì, ma senza agitarsi troppo se non si è riusciti a cogliere quell’occasione che sembra imperdibile. Potrebbe, magari, non esserlo.
 

spx

TDSfriends ..da una vita
ti ringrazio.......se si conferma la similitudine a fine dicembre stiamo oltre il 3,30% sul 30 anni. Livello che potrebbe essere raggiunto dopo una rotazione massiccia sull'equity dai bond. Come la vedi?

allora ..a proposito di similitudini..
ti faccio notare una cosa, ne parlavo in occasione dell'ultima riunione BCE di Draghi con amici, 2/3 frequentano anche questo THD.
A gennaio 2015 Draghi ufficializza al W.E.Forum i dettagli del QE che attiverà il QE a partire da Marzo 2015. Il future e i rendimenti crescono fino a Marzo (alla riunione BCE di Cipro) e conosciuto tutto ciò che c'era da conoscere/scontare, il mercato, inizia a stornare/prendere beneficio dai minimi raggiunti per toccare nuovi massimi di rendimento a giugno 2015, 3 mesi dopo
Dicono che la storia spesso si ripete..
Ora, per risponderti, la mia impressione è che il ritorno del trentennale ad un rendimento in area 3,1-3,3% sia fisiologico per i motivi che conosciamo: rotazione sull'equity, prese di beneficio, necessità di apportare (non facili) modifiche normative al QE2 ecc..Mi sembra inoltre che qualcuno si sia già dimenticato del monito di Giugno scorso di Patuelli: le probabili SIGNIFICATIVE vendite da Gennaio da parte delle Banche italiane di TDS per iniziare a restituire i prestiti BCE (anche di questo parlavo con Baro a suo tempo)
Però ..non avendo la sfera di cristallo :futuro:ed essendo molto più preoccupato dalla situazione politica, sia italiana che europea, dove la Commissione Von der Leyen fatica non poco a venirne fuori, non ci giurerei che si ripeta lo stesso film.

A mio avviso occorre MOLTA PRUDENZA in questo periodo. Ho letto diversi utenti sui vari forum discutere (ed operare), non solo del 30y, ma addirittura del 50y Btp 2067 con una faciloneria che rasenta il suicidio finanziario. A qualcuno forse non è ben chiaro il concetto di DURATION MODIFICATA (manco sanno che la Duration di Macaulay la si può usare con Excel) e forse non è altrettanto chiaro quanti ANNI di cedole vanno in fumo con un semplice calo di mezzo punto di rendimento su questi titoli.

Ps ..la storia (che si ripete ma con differenze ..) ,sempre per stare alle similitudini, a mio avviso si è ripresentata anche nel 2016 quando la BCE a Marzo annuncia la modifica del QE (da 60 a 80mld) e poi successivamente ne conferma i dettagli e l'assenza di ulteriori novità. Poco dopo, ad agosto 2016, il rendimento smette di diminuire (1,9x%) e torna di nuovo ai massimi in febbraio 2017 (3,5x%) dopo 4 mesi circa


 
Ultima modifica:

stefanofabb

GAIN/Welcome
marketinsight.it - GERMANIA - NEL 3Q 2019 PIL PRELIMINARE +0,1% T/T E +1% A/A
Secondo la lettura preliminare dell'Ufficio federale di
statistica, nel 3Q 2019 il Pil destagionalizzato è aumentato
dello 0,1% su base trimestrale, contro un consensus che indicava
un calo dello 0,1%. La rilevazione finale del secondo trimestre
2019 è stata rivista a -0,2% da -0,1%. Su base annua e non
destagionalizzata,[...]


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