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Continuo a prestare attenzione alla politica fiscale e in genere ai segnali espansivi che giungono da esponenti politici europei:
Bruxelles, 7 nov. (askanews) - "Abbiamo bisogno di politiche più espansive, di più investimenti. L'Europa non può essere l'unica area economica che non agisce in questo senso", ed è "un dibattito di un altro secolo" quello intorno al limite del 3% per il deficit/Pil dei paesi dell'Eurozona. Sono alcune delle affermazioni più significative ha del presidente francese Emmanuel Macron in un'intervista pubblicata oggi dal settimanale britannico 'The Economist', la stessa in cui ha anche sostenuto che la Nato è ormai in stato di "morte cerebrale".
"Il dibattito intorno al 3% nei bilanci nazionali e sull'1% per il bilancio europeo, è un dibattito di un altro secolo", ha detto testualmente Macron, con riferimento, oltre che alle regole del Patto di Stabilità europeo, anche al difficile negoziato in corso sul quadro pluriennale del bilancio comunitario per il periodo 2021-2027, bloccato dagli Stati membri "frugali" (Germania, Olanda, Austria, Danimarca e Svezia) che non vogliono contribuire al finanziamento dell'Unione con più dell'1% del loro Pil.
Il presidente francese ha sottolineato la necessità di uno stimolo di bilancio per rilanciare la crescita in Europa, ma, ha osservato, i tedeschi, che sono "i grandi vincitori dell'Eurozona e anche del suo malfunzionamento", continuano a opporsi alle politiche espansive. Questo mentre i cinesi "investono massicciamente", e gli Usa "hanno aumentato il deficit per investire nei fattori strategici e sostenere la classi medie".
Oggi "occorre semplicemente che il sistema tedesco comprenda che questa situazione non è sostenibile", ha sottolineato ancora Macron, aggiungendo che i tedeschi "a un certo momento dovranno cambiare posizione"; anche se per loro, per adesso, il concetto di "stimolo di bilancio" resta un tabù, ha concluso.
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Macron: la regola sul deficit al 3% dibattito del secolo scorso