Francia: respinge i migranti però fa la morale all'Italia e finanzia l''Ocean Viking' (1 Viewer)

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Migranti, “negli ultimi 12 mesi la Francia ha respinto oltre 18mila persone a Ventimiglia”. Ecco i dati ufficiali

I numeri del ministero dell'Interno consultati da ilfattoquotidiano.it grazie alla richiesta di accesso civico avanzata lo scorso 27 giugno dall’avvocata Alessandra Ballerini per l’Associazione Diritti e Frontiere: "Forte coi deboli e debole coi forti. Perché Salvini non si è mai presentato ai tavoli europei nei quali si discute il superamento della convenzione di Dublino che costringe i profughi a restare nel paese di primo approdo?”

di Pietro Barabino | 18 Luglio 2019

Migranti, "negli ultimi 12 mesi la Francia ha respinto oltre 18mila persone a Ventimiglia". Ecco i dati ufficiali - Il Fatto Quotidiano


Sono 18.125 le persone respinte negli ultimi 12 mesi alla frontiera di Ventimiglia dalla polizia francese, prevalentemente provenienti da Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea e Algeria.
Numeri che vanno ad aggiungersi a coloro che sono espulsi per via del Trattato di Dublino e riaccompagnati a Bardonecchia
e in aereo da Austria, Olanda e Germania.
Le persone respinte sono regolari sul territorio italiano, eppure non sempre vengono rilasciate dopo l’identificazione: a volte capita (sempre più raramente) che il Viminale costringa queste persone già esasperate a trasferimenti in pullman dal confine fino al Sud Italia, al solo scopo di ‘alleggerire’ (senza badare a spese) il numero delle persone ferme a Ventimiglia. I dati sono ufficiali perché provenienti direttamente dal Ministero dell’Interno grazie alla richiesta di accesso civico avanzata lo scorso 27 giugno dall’avvocata Alessandra Ballerini per l’Associazione Diritti e Frontiere: “Mentre dall’inizio dell’anno – ha spiegato l’esperta in diritto dell’immigrazione a ilfattoquotidiano.it – via mare sono approdati 3.186 richiedenti asilo, contro i quali il Governo sembra intenzionato a portare avanti illegittimi blocchi dei porti, solo a Ventimiglia, da gennaio a giugno, sono stati respinte 8.200 persone che avevano già trovato una sistemazione fuori dall’Italia. Forte coi deboli e debole coi forti – ha aggiunto rivolgendosi direttamente al ministro dell’Interno – Perché Salvini non si è mai presentato ai tavoli europei nei quali si discute il superamento della convenzione di Dublino che costringe i profughi a restare nel paese di primo approdo?”.

  • [URL='https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/11/ventimiglia-frontiera-senza-schengen-da-tre-anni-la-denuncia-procedure-violano-diritti-sono-un-costo-per-litalia/4671663/']
Ventimiglia, frontiera senza Schengen da tre anni. La denuncia: “Procedure violano diritti e sono un costo per l’Italia”[/URL]

La domanda che l’avvocata ha rivolto a Salvini è la stessa che ilfattoquotidiano.it aveva posto, qualche mese fa, ai parlamentari del comitato bicamerale chiamato a vigilare sull’attuazione dell’accordo di Schengen senza ottenere alcuna risposta. Da anni la riforma del sistema di Dublino è in discussione a livello di Unione Europea e la Commissione ha già proposto un meccanismo ‘equo e sostenibile’ che supererebbe le attuali debolezze e gli squilibri che penalizzano Spagna, Malta, Grecia e Italia. Per questo motivo c’è l’opposizione dei paesi del Gruppo di Visegrád che a oggi hanno rifiutato di fare la loro parte, accogliendo le quote a loro destinate di profughi. Allo stesso tempo c’è anche la contrarietà della Lega in nome di un ‘alleanza sovranista’ che nei fatti penalizza l’Italia.

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La scorciatoia, drastica, fatta trapelare nelle scorse settimane da fonti del Ministero dell’Interno per aggirare il sistema, è quella di non immettere più i dati nel sistema Eurodac (la banca dati di identificazione europea). “Così si scardinerebbe il sistema stesso – sarebbe il ragionamento di Salvini – La polizia continuerebbe a identificare chi sbarca, ma non condividerebbe con gli altri stati membri le informazioni”. Una sbalorditiva strategia da ‘furbetti’ che effettivamente permetterebbe di eludere il sistema di Dublino, per quanto in modo scorretto e illecito, che tuttavia non brilla neppure per originalità, essendo la linea ‘storica’ seguita dall’Italia fino al 2015, quando – esattamente per questa ragioneRoma è stata sanzionata e ha rimediato il blocco della frontiera francese.

“Se anziché fare la ‘lotta ai solidali’ – commenta l’avvocata Alessandra Ballerini, che si trova a difendere migranti vittime delle violazioni del regolamento sia da parte italiana che francese – il Ministro dell’Interno comprendesse che alla luce della Carta di Nizza e del Trattato di Lisbona la solidarietà è un obbligo non solo tra le persone, ma anche tra gli Stati, forse troverebbe gli strumenti per far comprendere a livello europeo le violazioni in atto da parte francese”.
Nel frattempo le Ong francesi Medicins du Monde, Anafé, Oxfam, WeWorld, Amnesty, Secours Catholique e Iris hanno denunciato alle Nazioni Unite gli abusi ai danni dei migranti che la Francia continuerebbe a fare al posto di frontiera di Mentone dove dal 2015 (come documentato fin dall’inizio da ilfattoquotidiano.it) vengono trattenute in attesa dei respingimenti. Dal canto loro i governi francesi che si sono succeduti dal 2015 a oggi hanno giustificato la linea dura sottolineando come, di fatto e al netto dell’ingente militarizzazione della frontiera, dall’Italia continuano ad arrivare in Francia migliaia di persone che hanno iniziato l’iter di accoglienza in Italia, il che dimostrerebbe la scarsa ‘affidabilità’ dei nostri controlli.

Se i politici nostrani sono soliti indignarsi per il fatto di “essere lasciati soli” dall’Europa, all’estero fanno notare come, se da una parte Dublino impone ai paesi di approdo l’accoglienza dei migranti fino al riconoscimento della protezione internazionale, dal 2014 a oggi lo Stato ha incassato oltre 200 milioni dalla Commissione per far fronte a queste spese, senza alcun controllo sulle modalità di gestione dei finanziamenti, a cui si aggiungono i 653,7 milioni di euro assegnati nell’ambito del Fondo Asilo (AMIF) e del Fondo sicurezza interna (ISF). Sempre grazie all’emergenza migranti”, dal 2015, l’Italia ottiene uno sconto di 5 miliardi sui vincoli di bilancio posti dal Fiscal Compact. Insomma nessuno Stato, a livello europeo, sembrerebbe soddisfatto dell’attuale gestione delle frontiere interne, e proprio per questo è difficile comprendere (se non in termini di inseguimento del consenso elettorale a breve termine) chi possa avvantaggiarsi dalle provocazioni e dal muro contro muro proprio in questa fase in cui tutti dovrebbero avere interesse a sedersi intorno a un tavolo per superare il regolamento di Dublino.
 

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Migranti Ong 'Ocean Viking' lascia Marsiglia. E l'Ong sfida l'Italia e Salvini

magari vogliono davvero aiutare i migranti e li sbarcheranno in francia
 

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magari vogliono davvero aiutare i migranti e li sbarcheranno in francia

Ecco i bilanci d’oro dell'Ong che produce utili milionari
Sos Mediterranee torna in mare con l'Ocean Viking. E i bilanci sono in positivo: ecco tutti i conti della Ong

Giuseppe De Lorenzo - Mer, 07/08/2019 - 07:56
La nuova protagonista della grande commedia delle Ong nel Mediterraneo si chiama Ocean Viking, la nave di 69 metri di Sos Mediterranee.
Ecco i bilanci d’oro dell'Ong che produce utili milionari


Un gigante del mare, un colosso da 14mila euro al giorno. Per portarlo fino in Libia l'associazione ha dovuto affittarlo, modificarlo, attrezzarlo e via dicendo. I costi sono ingenti. Ma i bilanci pubblicati dall'associazione e ricostruiti dal Giornale.it dicono che i fondi non sono un problema. Non in questo momento, almeno. Visto che negli ultimi due anni la Onlus nel complesso ha prodotto un utile da diversi milioni di euro. Cifre da far invidia a qualsiasi azienda italiana.

Sos Mediterranee è un'associazione particolare (leggi qui come è nata). Non ha un'unica bandiera, ma è come una rete formata da una federazione di "filiali" europee. Le sue sedi sono a Marsiglia (la prima e più grande), Milano, Berlino e Ginevra. Ognuna ha un bilancio proprio e raccoglie le donazioni in maniera autonoma.

I fondi tedeschi
Iniziamo dalla Germania, di cui abbiamo trovato solo la relazione dell'attività con i bilanci aggiornati al 2017. "Le donazioni totali - si legge - (esclusi i contributi delle associazioni partner e Medici senza frontiere) sono state pari a 190mila euro nel 2015, 1,1 milioni nel 2016 e 887mila nel 2017". I costi sono ingenti, certo, ma nel 2015 Sos Mediterranee Germania è riuscita ad assicurarsi un "risultato dopo le tasse" di 158mila euro. Nel 2016 la distanza tra entrate e uscite si è ridotta, garantendo un attivo di "solo" 46mila euro che si è andato a sommare a quello dell'anno precedente. Nel 2017, invece, il risultato al netto delle tasse è stato di -58mila euro. Ci sarebbe poi da valutare il bilancio di Sos Mediterranee Operations gGmbH, una società senza scopo di lucro nata internamente e al fine di gestire "l'attività operativa" in mare negli anni scorsi. A finanziarla ci hanno pensato Msf e le filiali italiana, tedesca e francese. Dunque sono trasferimenti interni che non prenderemo in considerazione.

Il bilancio italiano
Più semplice valutare lo stato finanziario della sezione nostrana. Sos Mediterranee Italiarende noti online i bilanci e i conti economici degli ultimi tre anni. E non sono ricchi come quelli tedeschi: nel 2016 tra contributi dei soci fondatori, enti non profit e donazioni varie, il contatore delle entrate è arrivato a toccare quota 297.916 euro. Le uscite hanno prevalentemente contribuito alle spese della Aquarius (200mila euro), ma risultano anche 82mila euro alla voce (non meglio specificata) "fondi disponibili per l'impiego". Nel 2017 la musica non è cambiata molto. Ai 223mila euro di ricavi registrati dall'Ong fanno fronte 222mila euro di uscite (133mila solo per la nave). Una precisazione: due anni fa Sos Mediterranee Italia apparve anche tra i destinatari del 5x1000 per un totale di 4.002,18 euro. Il 2018, infine, ha visto una contrazione delle donazioni incassate (112mila euro) per 118mila euro di spese (solo 30mila per Aquarius e ben 88mila di costi di amministrazione).

I finanziamenti svizzeri
L'associazione che sfida il Viminale è una vera e propria macchina da donazioni. Nel 2017 la casa madre francese ha elargito un prestito per far partire l'esperienza elvetica. Sos Mediterranee Suisse "ha concluso l'esercizio finanziario 2018 con un utile netto di 129.613 franchi", cui vanno però tolti circa 9mila euro di passivo dell'anno precedente: il totale (119mila franchi) è la “riserva” generata. Se andiamo a leggere i dettagli, notiamo l'enorme circolazione di denaro. L'associazione ha incassato 175mila franchi da donatori privati, 154mila da fondazioni o associazioni, 11mila da aziende private, 38mila da alcuni Comuni svizzeri e 6mila euro di altri contributi. In totale fanno 386mila franchi (e rotti). Le uscite sono state nettamente inferiori (256.919 euro): oltre ai 147mila franchi di spese operative (di cui 60mila per la nave e 86mila per la sensibilizzazione dei cittadini), ci sono altri 53mila franchi per la ricerca dei fondi. Ecco spiegato quell'utile finale, che al cambio vale oltre 118mila euro.

L'oro francese
La vera gallina dalle uova d'oro risiede però in Francia. I bilanci raccontano di un'attività florida e un budget annuale nel 2018 da 6,8 milioni di euro (+90% rispetto al 2017). A sovvenzionarla sono oltre 38mila donatori che hanno regalato circa 4,1 milioni di euro. Altri 808mila sono stati invece elargiti da società private, fondazioni e associazioni. Poi ci sono i 380mila euro versati dalla rete europea di Sos Mediterranee e 1,4 milioni da Medici senza frontiere. Solo il 2% (135mila euro) arriva da sovvenzioni pubbliche. Per quanto ingenti, le spese operative sono state di "appena" 3,9 milioni di euro (di cui 3,4 per la Aquarius). A questi vanno aggiunti 478mila euro di costi per la raccolta fondi e 371mila per il funzionamento dell'intera macchina. In totale fanno circa 4,8 milioni di euro, molti meno di quanti ne sono stati incassati.

Tolti i 254mila euro di ammortamenti, infatti, nel 2018 Sos Mediterranee Francia ha prodotto un utile di esercizio di 1,8 milioni di euro. Il tesoretto si è andato così via via ingrossando: ai 669mila euro messi nelle "riserve" nel 2016, l'Ong ha potuto aggiungere l'utile di 972mila euro del 2017 e quello da 1,8 milioni del 2018. Generando così un gruzzoletto di circa 3,5 milioni di euro. Un ottimo affare.
 

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Vietato l'ingresso a Ocean Viking
Farnesina scrive a amb.Norvegia, non spetta a Italia dare porto
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© ANSA/AP


(ANSA) - ROMA, 10 AGO - E' stato notificato il divieto d'ingresso nelle acque territoriali italiane alla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere che ieri ha soccorso 85 migranti al largo della Libia. Il governo italiano ha inviato una nota verbale all'ambasciata della Norvegia in cui si sottolinea che l'Italia "non ha in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso" e, in ogni caso il recupero dei migranti è avvenuto "ben al di fuori della zona sar di responsabilità italiana". Per questo, si legge in una nota della Farnesina, "non può in alcun modo essere attribuita alle autorità italiane la responsabilità d'individuazione del porto di sbarco dei naufraghi". Inoltre, si aggiunge, "l'ingresso nelle acque territoriali italiane sarebbe considerato pregiudizievole al buon ordine della sicurezza dello Stato".
Nella lettera il ministero sottolinea infine come "non sia accettabile ogni condotta delle Ong che considerano l'Italia l'unico porto possibile di sbarco".


Vietato l'ingresso a Ocean Viking - Europa
 

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finite le lezioni Umbre , gli sbarchi dei "migranti" ricominciano

Migranti. Dopo 11 giorni la nave Ocean Viking attracca a Pozzallo: tutti sbarcati

Ilaria Solaini, inviata a bordo della Ocean Viking mercoledì 30 ottobre 2019
All'undicesimo giorno di attesa in mare per la nave Ocean Viking attracca a Pozzallo, in Italia. 104 le persone a bordo, 70 andranno in Francia o Germania

Migranti. Dopo 11 giorni la nave Ocean Viking attracca a Pozzallo: tutti sbarcati

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nessuna indagine per sequestro di persona? questo era solo per Salvini? ma che razza di giudici abbiamo se praticano la giustizia irresponsabilmente in modo preconcetto e politicizzato?
 

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Attualmente ci sono 751 zone sensibili in Francia. Lì regnano le bande e la legge che viene applicata è la legge dell'Islam, la sharia. La maggior parte dei residenti non musulmani è andata. I medici entrano in queste aree solo sotto scorta. Durante l'ultimo decennio, molti colpevoli degli attacchi jihadisti che hanno colpito la Francia - lasciando 263 morti e molti altri feriti - provenivano da questi distretti. Più di 150 moschee sono gestite da imam radicali che incitano all'odio senza il minimo mormorio.

 

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