SII TE STESSO. MA SE SEI UN CRETINO, NON INSISTERE. SII PURE UN ALTRO. (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
Buona settimana a tutti:)
Essendo che oggi sono rimasta a casa :tristezza:... Vi propongo un bellissimo giro in bike fatto un mesetto fa sulle montagne del torinese... attraversando ben 4 "Colli":hua:

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Val

Torniamo alla LIRA
Mi spiace sporcare le foto con questa ....a. Ma bisogna conoscere.
Questa e tutti gli altri, li paghiamo anche noi......altro che ridurre i parlamentari.

"Sa quanto prende lei al mese?". ....... "31 mila euro".

"A fine ottobre si conclude il suo mandato. E per due anni continuerà a prendere tra il 40 e il 65% di quanto guadagnava.
Questo significa che la Mogherini per i prossimi due anni, senza fare nulla e potendo fare qualsiasi altra attività, guadagnerà circa 15mila euro al mese".

"Si chiama assegno di reinserimento.

Poi, quando compirà 63 anni, per questi cinque anni in cui ha 'lavorato' prenderà oltre 4mila euro al mese".

Stipendi e addii d'oro dei commissari Ue. Cifre che fanno indignare gli italiani.

"Voi capite che è una follia", conclude il giornalista.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Con gli addii arrivano anche tanti, ma tanti soldi.

Gli uscenti più anziani godranno di una eccellente pensione, mentre per i più giovani ci sarà un generoso paracadute.
E lo stesso vale per gli europarlamentari. Ma abbandonate le sedi europee, con che soldi vivranno i "licenziati"?

Partendo dagli stipendi, il Fatto Quotidiano ha calcolato la pensione dei commissari alla soglia dei 66 anni.

Chi guadagna di più è il presidente della Commissione Ue che, secondo le regole, intasca il 138%
dello stipendio del funzionario Ue più alto in grado, quindi oltre 27mila euro al mese.

A seguire, l'Alto rappresentante per la politica estera con 25mila euro,
i sette vicepresidenti dell'esecutivo Ue e gli altri 21 commissari con almeno 22mila euro mensili.

Stipendi
che avevano già creato non poche polemiche: lo scorso gennaio, era stato il M5stalle a denunciare le paghe dei politici europei.

Tornando alle pensioni, il presidente uscente Jean Claude Juncker dovrebbe quindi ricevere circa 22mila euro solo dall'Ue.

Un "piccolo" assegno tra gli altri: il 64enne è stato infatti anche primo ministro del Lussemburgo e ha ricoperto varie cariche in Ue.

Come lui, altri commissari uscenti riceveranno non meno di 18mila euro al mese dall'Europa.

Pensione d'oro anche per l'uscente Federica Mogherini: la aspettano (ora ha 46 anni) almeno 20mila euro, secondo quanto riporta il quotidiano.

Ma non ci sono solo le pensioni.
Per tornare nel "comune" mondo del lavoro, le regole Ue prevedono una "indennità di transizione", che va dal 40% al 65% dello stipendio base per un periodo fino a 24 mesi.

Nel 2016, il settimanale tedesco Die Zeit aveva evidenziato come, dopo un anno e mezzo dalla fine dell'esecutivo Barroso,
16 ex commissari erano ancora a carico dei contribuenti Ue per una cifra media di 8.330 euro di indennità mensile.
Se l'assegno deve servire a mantenere l'indipendenza dei politici ed evitare conflitti d'interesse,
perché in molti casi gli ex commissari lavoravano già per grandi aziende?

Lo stesso ex presidente José Manuel Barroso passò in meno di due anni dalla poltrona Ue a quella di Goldman Sachs.

Come riporta il quotidiano, i deputati di Strasburgo hanno invece riformato da alcuni anni il loro sistema pensionistico.
Se fino al 2009 potevano ottenere una "baby pensione" dai 50 anni, oggi devono aver spento almeno 63 candeline.
Anche per loro esite l'indennità transitoria pari al salario base mensile che in questi caso è di 8.758 euro lordi.
E così l'intera legislatura produce un assegno di circa 20mila euro all'anno.
 

Stic@zzi

Guest
SII TE STESSO. MA SE SEI UN CRETINO, NON INSISTERE. SII PURE UN ALTRO

Pirla


buongiorno :D
 

Val

Torniamo alla LIRA
Marcioni. Che paghiamo milioni di euro

“I costi dei tassi negativi? Vanno trasferiti ai clienti che lasciano somme importanti parcheggiate in conto corrente”.

La dichiarazione è di Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di Unicredit.

Anche in Italia, quindi, i tassi negativi cominciano a mettere sotto pressione i bilanci delle banche.

Mustier è intervenuto in maniera molto netta sull’argomento, spiegando, però, quanto fosse comunque importante
tutelare i conti correnti con meno di 100 mila euro in deposito.
In pratica l’Ad di Unicredit vorrebbe che la Bce autorizzasse le banche a trasferire i tassi negativi alla clientela.

Il meccanismo di trasmissione permetterebbe ai risparmiatori di comprendere davvero lo svantaggio dei tassi negativi
e li costringerebbe ad evitare i parcheggi in conto corrente, che, per altro sono già controproducenti per banche, Paese e risparmiatori stessi.

Ma cerchiamo di capire meglio. Se una banca europea deposita liquidità presso la Bce,
la banca centrale europea, questa le applicherà un tasso del -0,50%. Quindi in pratica un costo.

Se invece un risparmiatore lascia i soldi in conto corrente, pur andando incontro alle spese di tenuta conto ed ai costi per operazione,
non si vedrà applicare nessun tasso negativo sulle somme depositate.

In pratica Mustier sta chiedendo di applicare alla clientela ciò che viene applicato dalla Bce alle banche europee.


Il numero uno di Unicredit non è il primo in Italia, da notizie a nostra disposizione anche altre banche
si starebbero muovendo in quella direzione, ma di fatto è il primo a parlarne così apertamente.

Mustier in pratica segue una linea già ben nota soprattutto nei paesi di lingua tedesca, dove la levata di scudi contro Draghi
e le sue politiche è sempre più forte, una pressione che adesso subirà la sua sostituta alla guida delle Bce: Christine Lagarde.

In Germania, nelle settimane scorse, Allianz ha dichiarato, per protesta, di non voler comprare più titoli di stato tedeschi,
mentre la Sparkasse di Monaco, una delle più grandi a livello nazionale, ha già applicato un tasso negativo ai conti sopra i 100 mila euro.

Ma la protesta passa anche dalla Francia dove alcune banche hanno annunciato di voler seguire l’esempio già applicato in Baviera.

Non solo le banche. Anche le assicurazioni.

In Francia Generali e poi anche Allianz hanno deciso di chiudere i “Fonds en Euros” perché incompatibili
con la situazione di mercato dettata dai tassi negativi ed ora si pensa addirittura che potrebbero non essere più in grado di garantire neanche il capitale depositato.
 

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