SOTTO LA LENTE: quel decreto del Mef per salvare comunque Carige 14/10/2019 17:15 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Il Piano B era pronto. Nelle notti che hanno preceduto l''assemblea dei soci di Banca Carige il Mef aveva messo a punto un decreto legge che avrebbe reso possibile un salvataggio sui generis. Il soccorso era incentrato su un decreto in grado di valorizzare le Dta, le Deferred tax assets (imposte differite attive o attivita'' per imposte anticipate); una soluzione che avrebbe reso la banca ligure piu'' appetibile per un partner privato. Il decreto Dta era necessario in quanto per Carige (488 sportelli e 4.098 dipendenti) non sarebbe stato possibile un salvataggio sulla falsa riga delle banche venete. Questo perche'' l''istituto non era considerato di rilevanza sistemica e quindi - complici anche ragioni di opportunita'' politica - non sarebbe stato possibile impiegare direttamente risorse pubbliche per agevolare una soluzione simile a quella individuata per Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, i cui asset performanti erano finiti a Intesa Sanpaolo per 1 euro. Il passaggio di due banche a una cifra sfacciatamente simbolica era diventato realta'' grazie alle munizioni pubbliche messe a disposizione dallo Stato. I due istituti di credito veneti erano infatti stati messi in Liquidazione coatta amministrativa (Lca) e gli asset erano stati divisi in performanti e non performanti, col passaggio delle attivita'' "buone" a Intesa Sanpaolo e il resto in parte nelle mani della Sga di Marina Natale e in parte all''asta. Una strada impossibile da seguire per Carige e, proprio per questo, il Mef di concerto con Banca d''Italia, aveva studiato un altro schema impegnando una buona dose di raziocinio e fantasia. Per agevolare l''acquisto da parte di un cavaliere bianco il Governo aveva studiato una sorta di bonus fiscale che avrebbe reso la banca appetibile per un partner. Quest''ultimo - probabilmente - avrebbe avuto potuto contabilizzare le Dta non a conto economico, bensi'' a patrimonio. Tale cuscinetto avrebbe agevolato lo shopping e ridotto eventuali esigenze di capitale derivanti da un''operazione cosi'' complessa. Le Dta - in questo modo - avrebbero potuto essere contabilizzate sin da subito, fungendo da cuscinetto patrimoniale pronto all''uso - senza attendere la generazione di utili e l''arco temporale canonico, come da prassi quando tali imposte vengono contabilizzate in conto economico. Va detto che non tutte le banche avrebbero potuto compiere questa operazione di shopping. La conditio sine qua non - per la buona riuscita dell''operazione - era individuare un acquirente con una buona dotazione patrimoniale di base. Motivo per cui, in un''ideale short list, gli istituti di credito papabili erano due: Unicredit e Bper Banca. Intesa Sanpaolo, essendosi gia'' spesa per le banche venete, non poteva essere della partita. Sarebbe comunque servita una gara ad hoc, imbastita nel giro di pochi giorni. Ma una volta incassato il placet dell''assemblea dei soci di Carige al Piano di salvataggio dei commissari, il decreto non serviva piu'' ed e'' quindi rimasto nel cassetto. La disponibilita'' di Cassa Centrale Banca, l''architettura del salvataggio studiata dal Fondo Interbancario di tutela dei Depositi (col coinvolgimento di una serie di soggetti para-statali) e la decisione di Malacalza Investimenti di non bloccare il rafforzamento patrimoniale da 900 mln di euro, hanno permesso di percorrere la strada maestra, con gli esiti conosciuti. Alcune fonti non escludono che il decreto possa tornare utile per un''altra banca sull''orlo del dissesto. Ccb si sarebbe fatta avanti in tempi non sospetti per il salvataggio di Carige. Il disegno della banca trentina (80 bcc affiliate provenienti da tutta Italia, piu'' di 1.500 sportelli operativi sul territorio nazionale, oltre 11 mila collaboratori e piu'' di 500 mila soci.) risponderebbe all''opportunita'' di costruire un campione del credito cooperativo al Nord in grado di contrapporsi a Iccrea, molto forte al centro e nel Mezzogiorno. L''idea sarebbe quella di rafforzare il presidio adattando la nuova acquisizione alla logica cooperativa. La scelta di Ccb ha incontrato qualche resistenza interna da parte di alcune Bcc ma starebbe procedendo in modo spedito. Gli occhi, al momento, sono puntati sul Piano di rilancio della banca della Lanterna e sull''avvio dell''aumento di capitale previsto entro l''anno.
cce/glm
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