Onorato Armatori 7,75% 2016-23 (XS1361301457) (6 lettori)

giorgio225

Audentes fortuna iuvat! (almeno si spera)
Moby: Onorato prova a salvarla

Oggi è il D-Day per Vincenzo Onorato e per il gruppo Moby. L'armatore è atteso dal giudizio del Tribunale di Milano sull'istanza di fallimento avanzata da alcuni di quei fondi. tra i quali Soundpoint, che hanno sottoscritto il prestito da 300 milioni che scade nel 2023 (cedola 7,75%).
Sarà la partita decisiva per la società di trasporto marittimo che al contempo sta combattendo la battaglia con i commissari di Tirrenia sulla fusione per incorporazione di quest'ultima in Cin (che porta direttamente a Moby) e pure quella con l'Antitrust per la sanzione da 29 milioni, annullata da Tar e ora oggetto di ricalcolo (la società ha stanziato un fondo da 4,5 milioni).
Senza trascurare poi il procedimento avviato dalla Commissione Europea in materia di aiuti di Stato che ruota attorno alla cifra di 180 milioni, ossia la somma che ancora non è stata pagata da Tirrenia a favore dello Stato italiano e già iscritta a bilancio.
Ma ora l'urgenza per Onorato, a capo di un gruppo che conta 68 navi, ha 5.784 dipendenti, trasporta mediamente 7,5 milioni di passeggeri oltre a 600mila camion sulle cosiddette autostrade dei mari, è quella del rischio insolvenza che oggi potrebbe essere decretato dai giudici, nel caso in cui vengano avvalorate la tesi dei fondi.
Una spada di Damocle che pende su un'azienda che dopo un 2018 alquanto difficile (fatturato di 584 milioni con una perdita di 62 milioni), nel primo semestre di quest'anno ha iniziato a invertire la rotta con ricavi per 253,6 milioni (+8,7%) e un ebitda passato da -8,8 a +47,8 milioni, anche al 30 giugno persisteva un rosso di 27 milioni. Il tutto a fronte di un indebitamento di 574 milioni.
Un percorso definito col business plan 2018-2021 che punta all'incremento dei ricavi del comparto merci, alla cessione di sette navi, all'estensione in prorogatio della convenzione per Cin, all'eliminazione o riduzione (per l'estate) di alcuni tratte non più in obbligo, allo spostamento del traffico merci su linee già presenti e al contestuale incremento delle tariffe, oltre all'incremento delle tariffe per i passeggeri.

Dow Jones Newswires
October 03, 2019 02:36 ET (06:36 GMT)
 

Proteus40

Forumer attivo
Paradossalmente, se deve fallire è meglio che succeda adesso piuttosto che dopo: c'è più ciccia attaccata all'osso e anche le banche si accodano :prr:

Le banche non si accoderebbero, visto che sono prestiti garantiti, l'unica ad accodarsi sarebbe la vecchia Tirrenia e ovviamente i fornitori, comunque parecchio.
 

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