Onorato Armatori 7,75% 2016-23 (XS1361301457) (3 lettori)

Fabrib

Forumer storico
Il prossimo 3 ottobre, giovedì, sul tavolo del presidente del Tribunale fallimentare di Milano Alida Paluchowski, ci sarà un tema che, se avrà continuazione e non sarà bocciato, potrebbe rappresentare un modello da seguire su altre vicende simili. Il caso è complesso. Si tratta dell’istanza di fallimento sul gruppo Moby presentata dal gruppo di hedge fund bondholder della società armatoriale della famiglia Onorato, che ha in circolazione un’emissione da 300 milioni.
I fondi lamentano un’insolvenza prospettica e futura, prevedibile nel febbraio 2020 quando Moby dovrà pagare la cedola sui bond. Ma al momento Moby non è per niente insolvente: anzi, ha sempre rispettato le scadenze.
In pratica i fondi accusano la famiglia Onorato di aver mal-gestito l’azienda e aver dissipato il patrimonio a garanzia del bond. Per i fondi, insomma, bisognerà muoversi subito o sarà troppo tardi. Due sono gli articoli del codice fallimentare a loro sostegno: l’articolo 5, per il quale l’insolvenza può essere dimostrata anche con la prova di una gestione scorretta, che a sua volta può portare a dissipare il patrimonio del gruppo. Ma anche l’articolo 15 secondo il quale il giudice ha il potere di intervenire in questi casi.
Tuttavia il caso in questione è una novità abbastanza inedita nel caso dei default, che sono sempre avvenuti nel momento in cui una società non ha onorato una scadenza. Qui invece si presume un’ipotetica insolvenza futura. Tanto che Onorato, l’azionista, non ha perso l’occasione per bollare gli hedge fund come “speculatori con sede in paradisi off-shore”.
Insomma, non sarà facile arrivare a un verdetto. Teoricamente il giudice potrebbe rinviare la decisione, per meglio analizzare le carte. In ogni caso le possibili decisioni potrebbero essere tre: rigettare l’istanza dei fondi, accettarla, oppure con una soluzione di compromesso, nominare un commissario. Non resta, dunque, che aspettare il giudice.
Il Sole 24 ore/Festa
 

salice02

Forumer storico
Il prossimo 3 ottobre, giovedì, sul tavolo del presidente del Tribunale fallimentare di Milano Alida Paluchowski, ci sarà un tema che, se avrà continuazione e non sarà bocciato, potrebbe rappresentare un modello da seguire su altre vicende simili. Il caso è complesso. Si tratta dell’istanza di fallimento sul gruppo Moby presentata dal gruppo di hedge fund bondholder della società armatoriale della famiglia Onorato, che ha in circolazione un’emissione da 300 milioni.
I fondi lamentano un’insolvenza prospettica e futura, prevedibile nel febbraio 2020 quando Moby dovrà pagare la cedola sui bond. Ma al momento Moby non è per niente insolvente: anzi, ha sempre rispettato le scadenze.
In pratica i fondi accusano la famiglia Onorato di aver mal-gestito l’azienda e aver dissipato il patrimonio a garanzia del bond. Per i fondi, insomma, bisognerà muoversi subito o sarà troppo tardi. Due sono gli articoli del codice fallimentare a loro sostegno: l’articolo 5, per il quale l’insolvenza può essere dimostrata anche con la prova di una gestione scorretta, che a sua volta può portare a dissipare il patrimonio del gruppo. Ma anche l’articolo 15 secondo il quale il giudice ha il potere di intervenire in questi casi.
Tuttavia il caso in questione è una novità abbastanza inedita nel caso dei default, che sono sempre avvenuti nel momento in cui una società non ha onorato una scadenza. Qui invece si presume un’ipotetica insolvenza futura. Tanto che Onorato, l’azionista, non ha perso l’occasione per bollare gli hedge fund come “speculatori con sede in paradisi off-shore”.
Insomma, non sarà facile arrivare a un verdetto. Teoricamente il giudice potrebbe rinviare la decisione, per meglio analizzare le carte. In ogni caso le possibili decisioni potrebbero essere tre: rigettare l’istanza dei fondi, accettarla, oppure con una soluzione di compromesso, nominare un commissario. Non resta, dunque, che aspettare il giudice.
Il Sole 24 ore/Festa
Bella storia!!!!!Vediamo come andrà a finire...
 

Near

Forumer storico
Il prossimo 3 ottobre, giovedì, sul tavolo del presidente del Tribunale fallimentare di Milano Alida Paluchowski, ci sarà un tema che, se avrà continuazione e non sarà bocciato, potrebbe rappresentare un modello da seguire su altre vicende simili. Il caso è complesso. Si tratta dell’istanza di fallimento sul gruppo Moby presentata dal gruppo di hedge fund bondholder della società armatoriale della famiglia Onorato, che ha in circolazione un’emissione da 300 milioni.
I fondi lamentano un’insolvenza prospettica e futura, prevedibile nel febbraio 2020 quando Moby dovrà pagare la cedola sui bond. Ma al momento Moby non è per niente insolvente: anzi, ha sempre rispettato le scadenze.
In pratica i fondi accusano la famiglia Onorato di aver mal-gestito l’azienda e aver dissipato il patrimonio a garanzia del bond. Per i fondi, insomma, bisognerà muoversi subito o sarà troppo tardi. Due sono gli articoli del codice fallimentare a loro sostegno: l’articolo 5, per il quale l’insolvenza può essere dimostrata anche con la prova di una gestione scorretta, che a sua volta può portare a dissipare il patrimonio del gruppo. Ma anche l’articolo 15 secondo il quale il giudice ha il potere di intervenire in questi casi.
Tuttavia il caso in questione è una novità abbastanza inedita nel caso dei default, che sono sempre avvenuti nel momento in cui una società non ha onorato una scadenza. Qui invece si presume un’ipotetica insolvenza futura. Tanto che Onorato, l’azionista, non ha perso l’occasione per bollare gli hedge fund come “speculatori con sede in paradisi off-shore”.
Insomma, non sarà facile arrivare a un verdetto. Teoricamente il giudice potrebbe rinviare la decisione, per meglio analizzare le carte. In ogni caso le possibili decisioni potrebbero essere tre: rigettare l’istanza dei fondi, accettarla, oppure con una soluzione di compromesso, nominare un commissario. Non resta, dunque, che aspettare il giudice.
Il Sole 24 ore/Festa
c'è un'istanza di fallimento,
se procedono è significativo che abbiano aspettato la fine della stagione estiva per andare avanti
altrimenti non si sa che esiti avrebbe avuto su migliaia di turisti in viaggio per le isole piccole o grandi
quasi quasi i "funds" sono stati pure magnanimi
 

Brizione

Moderator
Membro dello Staff
c'è un'istanza di fallimento,
se procedono è significativo che abbiano aspettato la fine della stagione estiva per andare avanti
altrimenti non si sa che esiti avrebbe avuto su migliaia di turisti in viaggio per le isole piccole o grandi
quasi quasi i "funds" sono stati pure magnanimi
Ma l’istanza dì fallimento ha senso quando il debitore non paga
In questo caso l’unico scopo che vedo è il tentativo di nomina di un commissario per proteggere i beni a garanzia del debito
Sempre che trovino un giudice disposto a sentenziare in tal senso e poi sulla base di cosa? Processo alle intenzioni?
 

qquebec

Super Moderator
Il prossimo 3 ottobre, giovedì, sul tavolo del presidente del Tribunale fallimentare di Milano Alida Paluchowski, ci sarà un tema che, se avrà continuazione e non sarà bocciato, potrebbe rappresentare un modello da seguire su altre vicende simili. Il caso è complesso. Si tratta dell’istanza di fallimento sul gruppo Moby presentata dal gruppo di hedge fund bondholder della società armatoriale della famiglia Onorato, che ha in circolazione un’emissione da 300 milioni.
I fondi lamentano un’insolvenza prospettica e futura, prevedibile nel febbraio 2020 quando Moby dovrà pagare la cedola sui bond. Ma al momento Moby non è per niente insolvente: anzi, ha sempre rispettato le scadenze.
In pratica i fondi accusano la famiglia Onorato di aver mal-gestito l’azienda e aver dissipato il patrimonio a garanzia del bond. Per i fondi, insomma, bisognerà muoversi subito o sarà troppo tardi. Due sono gli articoli del codice fallimentare a loro sostegno: l’articolo 5, per il quale l’insolvenza può essere dimostrata anche con la prova di una gestione scorretta, che a sua volta può portare a dissipare il patrimonio del gruppo. Ma anche l’articolo 15 secondo il quale il giudice ha il potere di intervenire in questi casi.
Tuttavia il caso in questione è una novità abbastanza inedita nel caso dei default, che sono sempre avvenuti nel momento in cui una società non ha onorato una scadenza. Qui invece si presume un’ipotetica insolvenza futura. Tanto che Onorato, l’azionista, non ha perso l’occasione per bollare gli hedge fund come “speculatori con sede in paradisi off-shore”.
Insomma, non sarà facile arrivare a un verdetto. Teoricamente il giudice potrebbe rinviare la decisione, per meglio analizzare le carte. In ogni caso le possibili decisioni potrebbero essere tre: rigettare l’istanza dei fondi, accettarla, oppure con una soluzione di compromesso, nominare un commissario. Non resta, dunque, che aspettare il giudice.
Il Sole 24 ore/Festa

Decideranno i giudici, sì, ma questa sembra una grossa boiata che non sta nè in cielo nè in terra perchè si chiede di fare un processo alle intenzioni e verrebbe meno la libertà imprenditoriale
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Ma l’istanza dì fallimento ha senso quando il debitore non paga
In questo caso l’unico scopo che vedo è il tentativo di nomina di un commissario per proteggere i beni a garanzia del debito
Sempre che trovino un giudice disposto a sentenziare in tal senso e poi sulla base di cosa? Processo alle intenzioni?

Decideranno i giudici, sì, ma questa sembra una grossa boiata che non sta nè in cielo nè in terra perchè si chiede di fare un processo alle intenzioni e verrebbe meno la libertà imprenditoriale
Se l'obbligazione ha come garanzia il valore di certe navi, questo valore deve rimanere inalterato, anche sostituendo una o più imbarcazioni. Su questo si basa il ricorso dei fondi che poi è anche una clausola di salvaguardia per tutti.
Secondo me Onorato dovrà dimostrare che il valore in garanzia è ancora congruo.
 

Proteus40

Forumer attivo
Se l'obbligazione ha come garanzia il valore di certe navi, questo valore deve rimanere inalterato, anche sostituendo una o più imbarcazioni. Su questo si basa il ricorso dei fondi che poi è anche una clausola di salvaguardia per tutti.
Secondo me Onorato dovrà dimostrare che il valore in garanzia è ancora congruo.

La cosa che non comprendo della vendita delle navi è che sono sotto ipoteca, quindi o chi compra se le accolla (non credo visti i rischi), oppure qualcuno che ha il potere di estinguere le ipoteche ha autorizzato la cosa e fino a prova contraria questa cosa possono solo farlo congiuntamente i detentori del debito che tali ipoteche garantiscono, quindi banche e obbligazionisti. Se hanno venduto vuol dire che potevano farlo, oppure chi controlla e tutela le garanzie, ovvero il security agent (almeno così è indicato nel prospetto) è obbligato ad intervenire.
 

IL MARATONETA

Forumer storico
La cosa che non comprendo della vendita delle navi è che sono sotto ipoteca, quindi o chi compra se le accolla (non credo visti i rischi), oppure qualcuno che ha il potere di estinguere le ipoteche ha autorizzato la cosa e fino a prova contraria questa cosa possono solo farlo congiuntamente i detentori del debito che tali ipoteche garantiscono, quindi banche e obbligazionisti. Se hanno venduto vuol dire che potevano farlo, oppure chi controlla e tutela le garanzie, ovvero il security agent (almeno così è indicato nel prospetto) è obbligato ad intervenire.
Qui hai ragione ed è quello che anche a me sfugge.
In caso di bene a garanzia o di ipoteca, puoi vendere una parte del bene facendo una restrizione ipotecaria ma questo comporta che i soldi che incassi o almeno quella parte di valore che alieni, vanno a decurtare il mutuo e in questo caso il valore dell'obbligazione.
Questo succede quando la banca da essa stessa il denaro e vigila in maniera efficace per non diminuire la garanzia. In questo caso i soldi li abbiamo messi noi ma la banca che ha curato l'emissione non può chiamarsi fuori.
 

qquebec

Super Moderator
Però, mi domando... non saranno mica così stupidi da non sapere che vendere beni a garanzia dei bond (in mano a istituzionali) comporta problemi, rogne e rischi di finire in tribunale. :mmmm:
 

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