Vale la pena, oggi che i prezzi sono spesso assai bassi, di acquistare grafiche come investimento? (1 Viewer)

RedArrow

Forumer storico
A riprova che la grafica, particolarmente quella antica, continui a subire una decisa flessione basta vedere alcuni lotti in offerta da Gonnelli: un centinaio di grafiche antiche vendute alla base di 500-1000 euro. Si tratta probabilmente (dato che non viene pubblicata la lista completa delle opere) di autori che un tempo costavano milioni di lire
E' un bene? E' un male? Intanto bisogna evitare di fare i moralisti e dire che tale flessione è il segno tangibile della crisi di valori della società attuale. Questo discorso si è sempre fatto: lo faceva mia nonna quando vedeva gli spettacoli del varietà con le ballerine in abitini succinti, poi l'ho sentito fare alla mia insegnante di latino e greco quando il partito Comunista iniziò ad ipotizzare di cambiare nome e ora lo sento già fare a qualche mio coetaneo rispetto ai ragazzini di oggi.
La caduta dei prezzi della grafica, particolarmente di quella antica, è probabilmente una conseguenza di una legge di mercato (ecco, forse meglio così che metterla sul piano dei valori), cioè l'abbondanza di grafica prodotta nei secoli, combinata con la facilità con cui è possibile vendere in tutto il mondo standosene comodamente da casa (ved. la piattaforma web Catawiki) hanno causato una moltiplicazione dell'offerta, che a parità di domanda ha causato l'abbassamento dei prezzi.
Ancora tiene in parte l'arte contemporanea, dove almeno la numerazione delle opere ha tenuto sotto controllo la quantità.
D'altra parte la caduta dei prezzi non riguarda solo la grafica, ma anche i dipinti, basti vedere che dipinti del sei o del settecento sono venduti oggi in asta alla base di 600-1000 euro.
Roba di scarso valore, si dirà. Ma si tratta pure sempre di un genere che un paio di decenni fa si trovava solo nei negozi antiquari a prezzi alti.
Altro tema, l'unitarietà della collezione.
Per me il tema semplicemente non esiste, o meglio la vedo come una oziosa discussione accademica.
Non mi risulta che un piano scolastico di storia, o di letteratura, o di ... storia dell'arte consenta allo studente di scegliere un solo periodo e permetta di ignorare gli altri. Per quale motivo un collezionista di antico non si dovrebbe occupare di moderno?
Io anzi vorrei avere una collezione dove accanto a un bel dipinto antico ci sia una grafica moderna, e che magari accanto a una scultura abbia una maschera tribale o un dipinto cinese. Cioè l'unitarietà della collezione potrebbe ravvedersi ad esempio nella qualità, o nella rarità, piuttosto che nel collezionare solo opere di un certo periodo storico o di un certo movimento artistico.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Per dirla tutta, forse si puo' aggiungere che oggi e' andato in crisi il concetto stesso di collezionismo. Forse cio' e' dovuto ai tempi rapidissimi dei mutamenti: una collezione un tempo veniva messa su con pazienza e ''fatica'', con ricerche e spese varie. Oggi la velocita' parossistica delle mode e pure l'abbondanza crescente di ''cose'', il continuo surmontare di nuove valanghe sui sedimenti di oggetti ancora ''freschi'', beh, tutto questo non stimola a esprimere la propria parte ''ossessiva'', quella che si sviluppa nella preadolescenza e poi lascia i suoi segni variamente nell'adulto, tramite l'accumulo di oggetti. La stessa internet, che rende un po' tutto a portata di mano, toglie la necessita' di conservare quanto appunto si desiderava rivedere al momento prescelto.
Tra le poche collezioni che mi vengono in mente, quelle che forse hanno ancora partecipanti attivi riguardano certo modernariato: fumetti, manifesti di cinema, oggetti carini e di poco valore, ecc. In questo caso l'elemento ''storia personale'' e' cosi' presente da poter immaginare, una volta passata la relativa generazione, che anche qui ben poco sopravvivera'.

Resteranno i musei, ma quelli sono pubblici e cio' cambia molto le cose. Certo che l'oggetto artistico ha generalmente una marcia in piu', appunto la sua qualita', che, per esempio, nelle figurine dei calciatori mica si trova :pollicione:
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Sono passati sei mesi dall'ultimo intervento e non mi pare che la situazione della grafica in Italia sia migliorata.
Autori in auge 30 anni fa sono quasi sottoterra con i prezzi (quelli veri, non quelli richiesti dalle gallerie). Oggi i più coraggiosi possono scommettere su qualche nome di quelli, ritenuto recuperabile.
Ma gli Omiccioli, i Cantatore, i Guerricchio "dormono tutti sulla collina". Ed è pure giusto.
Comunque nomi anche grossi non riescono più a fare i 100 euro in asta. E nelle aste, per i nomi 1950/2000 è una vera roulette russa.
Personalmente ho continuato a raccogliere cose tecnicamente dignitose, curiosità, autori fuori zona, il tutto a prezzi per cui dovrebbero sbattermi in galera. o_O
I pochissimi pezzi ceduti lo furono random, senza logica alcuna.
Dopo la visita a Ca' Pesaro mi è sorto il dubbio se tentare cedere il mio Manzù, per dirne una. Ma, per quattro soldi? :brr:
 

Barlafuss

Forumer storico
Io ho deciso di acquistare per piacere.Quindi per soggetto non per autore. Prendo solo le grafiche (principalmente incisioni e acqueforti)che mi paiono ben fatte e che raffigurano soggetti che mi piacciono.E mi fermo all'arte moderna, non oltre,con pochissime eccezioni.Insomma sto mettendo da parte quello " spirito mercantilistico" ,la speranza illusoria di rivalutazioni future,la ricerca dell'affarone che mi hanno parzialmente accompagnato finora.Ovviamente siamo contenti tutti se riusciamo a spuntare un buon prezzo ma non è quella la leva principale.Ultimamente ho comprato due acqueforti in asta,una ottocentesca e l'altra dei primi nove.E non sono affatto pentito dell'esborso.Perché mi piacciono e sono ben fatte non perché sono di......Diverso è per coloro che campano di arte,devono specializzarsi molto ed avere fiuto per le future tendenze.Venendo al tuo Manzu',che avrai sicuramente non strapagato,io lo terrei .Tanto non occupa spazio nel raccoglitore.A meno che trovi da scambiarlo con un'opera che ti piace di più.Per quello che può valere il mio consiglio.
 

RedArrow

Forumer storico
Sono passati sei mesi dall'ultimo intervento e non mi pare che la situazione della grafica in Italia sia migliorata.
Autori in auge 30 anni fa sono quasi sottoterra con i prezzi (quelli veri, non quelli richiesti dalle gallerie). Oggi i più coraggiosi possono scommettere su qualche nome di quelli, ritenuto recuperabile.
Ma gli Omiccioli, i Cantatore, i Guerricchio "dormono tutti sulla collina". Ed è pure giusto.
Comunque nomi anche grossi non riescono più a fare i 100 euro in asta. E nelle aste, per i nomi 1950/2000 è una vera roulette russa.
Personalmente ho continuato a raccogliere cose tecnicamente dignitose, curiosità, autori fuori zona, il tutto a prezzi per cui dovrebbero sbattermi in galera. o_O
I pochissimi pezzi ceduti lo furono random, senza logica alcuna.
Dopo la visita a Ca' Pesaro mi è sorto il dubbio se tentare cedere il mio Manzù, per dirne una. Ma, per quattro soldi? :brr:
Io continuo a perseguire con protervia la mia politica espansionistica :D
Sto man mano dando via le grafiche minori (si intende autori che non mi interessano o opere che mi interessano ma in cattivo stato di conservazione).
Nella peggiore delle ipotesi riprendo quello che ho speso, senza perderci niente. Generalmente però ci si guadagna qualche decina di euro.
Le serigrafie e le litografie degli astrattisti degli anni 70/80 si vendono oggi a 80-100 euro, inutile pensare di ottenere di più.
Però, aspetto positivo, il trend negativo generalizzato rende possibile l'acquisto di maestri che prima richiedevano cifre ben diverse. In questi giorni ho perso, solo per distrazione, Goya a 200+diritti e M. Klinger a meno di 200 diritti compresi, tanto per capirci.
Mi concentrerò quindi solo ed esclusivamente sugli artisti di nicchia e sugli artisti, talvolta magnifici, che la storia ha dimenticato. La riscoperta di questi ultimi è l'unica cosa che mi dia oggi vere soddisfazioni.
 

lastra.biffata

Forumer attivo
Acquistare per investimento direi di no.
Certo son buoni periodi per comprare grafica e multipli costuendosi una bella collezione con poco.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Investimento?
Negli anni in cui ho venduto ti facevano il 50% di sconto come mercante. Oppure il 10% nei negozi francesi,. dove i prezzi erano assai più bassi.
Se uno parte con un carico del 50% l'investimento è solo a lunga scadenza e scegliendo divinamente bene. Quasi impossibile, se va bene si va a pari.
Oggi è diverso, tutti troviamo da comprare bene (però non potendo scegliere, cioè accontentandosi di quanto si trova.). Ma domani?
Essendo l'Italia un paese di vecchi, in qualche modo non c'è domani. Non si investe più su un artista, al massimo si investe l'artista :car::specchio: :pollicione:

Fermate i giovani per strada. Ditegli di comprare grafica. Se non vogliono uccideteli. :benedizione:
Altre soluzioni?
 

cassettone

In stand by
Investimento?
Negli anni in cui ho venduto ti facevano il 50% di sconto come mercante. Oppure il 10% nei negozi francesi,. dove i prezzi erano assai più bassi.
Se uno parte con un carico del 50% l'investimento è solo a lunga scadenza e scegliendo divinamente bene. Quasi impossibile, se va bene si va a pari.
Oggi è diverso, tutti troviamo da comprare bene (però non potendo scegliere, cioè accontentandosi di quanto si trova.). Ma domani?
Essendo l'Italia un paese di vecchi, in qualche modo non c'è domani. Non si investe più su un artista, al massimo si investe l'artista :car::specchio: :pollicione:

Fermate i giovani per strada. Ditegli di comprare grafica. Se non vogliono uccideteli. :benedizione:
Altre soluzioni?


I gusti sono cambiati, ormai vanno più di moda i manifesti pubblicitari retrò, che la grafica della pittura.

Dico la mia sul perchè, la faccenda che il quadro/grafica vada certificato con grosse spese, uno trovando una grafica/pittura non certificata a buon prezzo, se la vuole prendere ad uso investimento deve accollarsi spese enormi, se è falsa rischia anche qualcosa di penale, perchè uno deve sbattersi nelle ricerche di artisti italiani se poi ci sono tutti questi intoppi burocratici

Faccio l'esempio dei manifesti retro, ma ci sono altri campi su cui prendere cose degne ad uso investimento.

Io non faccio testo perchè spendo poco, ma se dovessi fare acquisti corposi ad uso investimento, non comprerei certo grafica e pittura, ma mi orienterei su altri generi.
 

Loryred

Forumer storico
Non so valutare l'investimento, nel qual caso molta competenza e molta selezione. Mi domando anche se con la tecnologia non si arriverà a creare riproduzioni perfette da far saltare il banco. Ho la sensazione che globalmente e' già molto se mantieni la cifra spesa, almeno per comuni mortali che non hanno la sapienza di Gino o altri. Per questo tendo a comprare low cost quello che mi colpisce più per curiosità e esperienza senza aspettative.
Sono consapevole che il collezionismo e' altro.
 
Ultima modifica:

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Non so valutare l'investimento, nel qual caso molta competenza e molta selezione. Mi domando anche se con la tecnologia non si arriverà a creare riproduzioni perfette da far saltare il banco. Ho la sensazione che globalmente e' già molto se mantieni la cifra spesa, almeno per comuni mortali che non hanno la sapienza di Gino o altri. Per questo tendo a comprare low cost quello che mi incuriosisce più per curiosità e esperienza senza aspettative.
Sono consapevole che il collezionismo e' altro.
Io comincerei a smontare questa immaginaria figura del collezionista. Francobolli, figurine, monete ... quello è collezionismo, spesso straccione, che, avendo scelto un campo vastissimo, immagina di poterlo ridurre a dimensioni umane, in modo da raggiungere "tutto", limitando l'interesse, che so, ad un paese, un periodo, un soggetto.
Un tempo quasi status symbol, o sex simbol ("Viene a vedere la mia collezione di farfalle?"), oggi è una figura svalutata. Resiste come pregio ad altissimi livelli e solo, credo, in campo artistico. O magari se uno colleziona Rolls-Royce. Cioè, vale solo a livello dei ricconi per :eeh: . Per gli altri, i Fratelli Fabbri furono i primi a colpire con edizioni talora di buona cultura (in arte), talora bassamente speculativi (bambole, minerali, troiate). E la cosa va ancora, un po' più sommessamente, avanti.
Se ci si fa caso, nessuno infila più nei discorsi la classica parola "colleziono", a meno di eccezioni che possano colpire la fantasia dell'interlocutore ("Colleziono teschi antichi" "Colleziono mutande appartenute a Elvis Presley"). Sennò quasi ci si vergogna.
In particolare la "raccolta" o "collezione" di arte si confronta con un campo territoriale e temporale vastissimo. A quel punto il malat ... , pardon, il collezionista decide di limitarsi ad un periodo, una scuola, un autore, tralvolta. Però non può volerla "completare", non è nella natura dell'opera artistica, prodotta disordinatamente e infinitamente. E poi, una volta eventualmente completata, il paradosso è l'infelicità di non poter più continuare, una specie di morte. Paradosso perché la felicità è proprio un concetto legato al completare qualcosa (Ho avuto un felice viaggio; felicemente portata a termine, ecc).
Il punto sta nel fatto che il vecchio collezionista era portato a cercare questa "felicità" fuori di sé, nell'oggetto. Ciò era legato ad una cultura in cui si stimolava il sacrificio dell'io, considerandolo espressione egoistica. Una concezione quasi militare (o magari religiosa) in cui l'ordine valeva più della soddisfazione personale. Perciò, terminare significava morire, l'estremo sacrificio. O magari, chissà, qualcosa come venir promossi ad una classe superiore: che però in realtà non esiste.
Oggi non è più così. In molti comprano per edonismo. Ovvero, per edonismo esasperato non comprano affatto. Conto io, chissenefrega dell'oggetto. A meno che quell'oggetto non si riveli utile strumento per l'amplificazione e l'espressione dell'io stesso. Ma qui siamo fuori del collezionismo, che semmai si ritrova nelle chiacchiere sui telefonini ultimo modello ecc.
Nonostante alcune resistenze assai rigide, che ben conosciamo :prr:, oggi limitare una collezione al rappresentare "altro" (un tema, una corrente, un autore, uno stile) magari arditamente volendo mantenere anche l'aspetto egocentrico-edonistico, rimane operazione legata al passato, inattuale, addirittura non so quanto sensata. Oggi ci sono i musei, a loro è passata la funzione del conservare ed esporre l'arte in modo ordinato. Spesso sono malgestiti, ma questo è un altro discorso. Il singolo compra per il suo piacere, e fa pure bene. In fin dei conti si è sempre comperato ciò che si è trovato. La collezione di vasi della Kamčatka, lontana penisola russa all'altro capo del mondo, proprio nessuno la può proporre qui.
Qualcuno, come il sottoscritto, non colleziona ma "salva". Altri comprano per favorire uno sviluppo personale, una cultura. Mai più, praticamente, per sacrificio ad una idea (non ad un ideale, che è diverso). Tutti costoro, quindi,, non sono selvaggi analfabeti, ma solo individui cui il sacrificarsi per degli oggetti non pare più necessario. Al massimo si fanno dei compromessi. Però il soggetto della wunderkammer non è più il mondo: sono io.
 

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