IL FALSE FLAG STAVOLTA SEMBRA RIUSCITO
Maurizio Blondet 13 Giugno 2019
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Due petroliere in fiamme nello stretto di Hormuz, la
Front Altair di proprietà norvegese e
la Kokuka Courageous, di Singapore ma
giapponese. Sembra colpite da siluri. Gli equipaggi sono soccorsi e salvati dagli iraniani e
da navi americane, le cui forze sono state notoriamente aumentate nelle scorse settimane.[sarà un caso]
Immediatamente il segretario di Stato Mike Pompeo accusa Teheran del misfatto. “Attacchi non provocati, chiara minaccia alla sicurezza internazionale”. Perché mai Teheran avrebbe dovuto compiere questa provocazione, non può essere spiegato razionalmente. Il generale (in pensione) Jack Keane, intervistato dalla Fox News, la motiva così: “Gli iraniani stanno cercando di mettere sotto pressione gli alleati degli Stati Uniti e la comunità internazionale perche gli Usa sollevino le sanzioni economiche che abbiamo imposto all’Iran”. Così tutto è logico.
Mentre Shinzo Abe era in visita a Teheran
entre ciò avveniva, era in visita a Teheran
il primo ministro Shinzo Abe (il Giappone è un grande importatore di greggio iraniano):
aveva un messaggio scritto del presidente Donald Trump, che voleva consegnare all’imam Khamenei. Il quale ha risposto:
“Non abbiamo dubbi della vostra (del Giappone) buona volontà e serietà, ma riguardo al messaggio del Presidente americano, personalmente non ho nessuna risposta per lui. Con Lei parlerò delle cose che ha detto, ma a lui non rivolgo alcun messaggio, perché non lo ritengo una persona degna con la quale scambiare messaggi.”
L’Imam Khamenei ha proseguito:
“Lui (Trump) dice che sono ‘pronti ad iniziare negoziati onesti’ con noi, ma non crederemo mai a queste parole.
Negoziati onesti con persone come Trump non possono avere luogo.
L’onestà è molto scarsa tra gli uomini di Stato americani. Noi crediamo che non è possibile risolvere alcun problema negoziando con gli Stati Uniti. [Durante e dopo i negoziati] gli americani non hanno fatto altro che aumentare la loro ostilità. Nessuna nazione libera accetta di condurre negoziati sotto pressioni.”
Khamenei ha quindi dichiarato che la Repubblica Islamica “non ha alcuna fiducia” negli Stati Uniti e che “non ripeterà le amare esperienze” che ha avuto nei negoziati che hanno portato all’accordo nucleare del 2015, successivamente unilateralmente abbandonato da Washington.
“L’Iran ha condotto dei negoziati con gli Stati Uniti e gli Europei per cinque o sei anni, e raggiunto un’intesa.
Gli americani, però, hanno poi violato un accordo sottoscritto”, ha detto la Guida della Rivoluzione, sottolineando che nessuna persona saggia intraprenderebbe negoziati con un paese che è venuto meno a tutti gli accordi.
Khamenei ha poi affermato: “Trump ha dichiarato di non voler rovesciare il nostro ordinamento. In questi quaranta anni tutti i Presidente americani hanno tentato di rovesciare la Repubblica Islamica dell’Iran, ma non ci sono riusciti. Se lui potesse, lo farebbe. Che dica che non cerca di farlo è una menzogna. Se potesse lo farebbe, ma non può farlo.”
“Quanto alle ripetute e mai provate accuse di sviluppo dell’arma nucleare mosse contro l’Iran, la massima autorità politica e religiosa della Repubblica Islamica ha dichiarato: “Ho emesso una ‘fatwa’ (decreto giuridico-religioso) che proibisce la produzione delle armi nucleari, ma dovete sapere se avessimo voluto costruirle, gli Stati Uniti non avrebbero potuto fare nulla al riguardo. Gli Usa non sono nella posizione di poter decidere quale paese può possedere le armi nucleari e quale no mentre loro stessi hanno accumulato migliaia di testate militari nucleari.”
Il regime saudita ha accusato l’Iran dell’attentato alle due petroliere anche prima di Pompeo.
Il 12 giugno, cioè un giorno prima dell’attentato alle petroliere, si viene a sapere che “con una lettera, Donald Trump ha informato la Camera e il Senato della sua decisione di dispiegare un numero limitato di soldati in Yemen e in Siria per combattere i terroristi di Al Qaeda. Le forze americane parteciperanno ad operazioni nella penisola araba contro Al Qaeda, e contro Daesh in Siria dove coopereranno con le milizie curde”. In un secondo messaggio (sic) Trump ha citato “continue minacce terroristiche in Siria e Irak”.
Secondo Zero Hedge, a fare il colpo sono stati i sauditi, che così “prendono due piccioni con una fava: il rincaro del greggio,e la guerra americana all’Iran”.