L’Hard Brexit spaventa l’Europa perchè (1 Viewer)

tontolina

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Trump: "Grande accordo commerciale con UK in caso di hard Brexit"

il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump,
ha annunciato su Twitter la possibilità di "un grande accordo commerciale una volta che la Gran Bretagna si sarà liberata dalle catene" dell'Ue.

Trump: "Grande accordo commerciale con UK in caso di hard Brexit"


non capisco ma che vogliono questi USA? prima ci infilano nell'euro e adesso ci dicono che l'euro e' una catena!

dà fastidio che la Germania domini l'europa e sia diventata molto potente a tal punto che adesso costruisce pure un secondo gasdotto proveniente dalla Russia
 

tontolina

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dà fastidio che la Germania domini l'europa e sia diventata molto potente a tal punto che adesso costruisce pure un secondo gasdotto proveniente dalla Russia
poi c'è
INSTEX - La parola che non piace agli americani
Categoria: Geopolitica
Pubblicato: 02 Giugno 2019
Letture: 2522
Luogocomune - INSTEX - La parola che non piace agli americani
Tecnicamente significa Instrument In Support of Trade Exchanges, ovvero strumento di supporto per gli scambi commerciali, ma nella realtà INSTEX è la sigla di un meccanismo inventato da Germania, Francia e Regno Unito per bypassare le sanzioni economiche imposte di recente dagli USA per gli scambi commerciali con l'Iran.

Il blocco americano infatti si basa sulla rimozione delle maggiori banche iraniane dal circuito dello SWIFT, il circuito bancario internazionale che permette transazioni fra banca e banca.

Ma ora il trio Germania-Francia-UK si è inventato un circuito parallelo, indipendente dal dollaro, che permette di praticare scambi commerciali anche senza il sistema SWIFT.

E questo ovviamente non rende allegri gli americani, i quali hanno già minacciato fuoco e furia su chiunque oserà disobbedire al loro diktat.

Inoltre gli americani continuano a ventilare ipotesi di intervento militare contro l'Iran, al punto che lo stesso Iran ha minacciato gli Stati Uniti nei seguenti termini: "State attenti, perchè un solo proiettile sparato contro l'Iran farà schizzare il prezzo del petrolio a 100 $ al barile, con conseguenza catastrofiche per l'economia americana ed occidentale."

La situazione si fa quindi sempre più tesa a livello internazionale. Ma per ora gli europei tengono duro, forti del fatto che l'Iran non abbia mai violato i termini dell'accordo JCPOA (il cosiddetto "accordo sul nucleare iraniano" dal quale gli USA si sono ritirati di recente), e continuano a dire che presto l'INSTEX diverterà operativo.

Fa piacere sapere che ci sia qualcuno in Europa che cerca di contrastare la prepotenza bullizzante degli americani, i quali vorrebbero imporre a tutto il mondo la loro egemonia commerciale.

Fa un pò meno piacere vedere come l'Italia sia completamente assente da questo tipo di iniziativa. Ma noi, come è noto, abbiamo cose ben più importanti di cui occuparci: oggi, ad esempio, c'è da discutere su chi sia andato e chi non sia andato alla parata militare del 2 giugno. Vuoi mettere, i problemi che abbiamo noi da risolvere a casa nostra?

Massimo Mazzucco
 

tontolina

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BORIS JOHNSON: SE NON CI SARA’ ACCORDO CON LA UE NON PAGHEREMO I 39 MILIARDI DI STERLINE DI CONTRIBUTO


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Boris Johnson, quello che in questo momento è il più probabile successore a Theresa May nel ruolo di primo ministro britannico, in un’intervista al Sunday Times, ha affermato, senza mezzi termini:


“Io penso che i nostri amici e partner capiscano che i soldi (dei contributi britannici) saranno trattenuti sino al momento in cui avremo una maggiore chiarezza sulla strada da percorrere”.

Si tratta dei 39 miliardi di sterline, circa 44 miliardi di euro, che il Regno Unito dovrebbe versare come contributo alla UE per il prossimo trimestre, già nel bilancio comunitario. Secondo Boris Johnson la consapevolezza che senza accordo per un Brexit concordato non si incasserebbero i lauti contributi potrebbe rendere le trattative più lisce e, soprattutto, renderebbe i mediatori più attenti alla conclusione. Non è un mistero per nessuno che Michael Barnier, il capo mediatore francese fortemente voluto da Macron, che vorrebbe affidargli anche dei ruoli a livello europeo, con la sua rigidità e volontà di punire i britannici sia stato uno degli artifici dell’insuccesso delle trattative.

Naturalmente anche il solo accenno ad un’opzione del genere ha causato danni e panico nell’Unione, soprattutto fra gli europeisti più rigidi. Ad esempio, come riportato da Reuters, fonti vicine a macron hanno affermato che questa mossa sarebbe un “Default del debito sovrano”
Jason Groves@JasonGroves1
Reuters quoting 'source close to Macron' saying any move by PM Boris Johnson to withhold the £39 billion divorce bill would be viewed as a 'sovereign debt default'
1.860
18:48 - 9 giu 2019
Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter


Naturalmente, come il 99% di quello che proviene da quelle fonti, si tratta di un’affermazione inesatta e superficiale, in quanto non è un debito sovrano, ma, al limite un’obbligazione nazionale, quindi un generico debito, non un titolo di stato. Del resto sarebbe interessante, nel caso opposto,, veder saltare tutti i CDS, i Credit Default Swap, sul debito sovrano inglese, e vedere l’effetto che fa su Deutsche Bank, Commerzbank e tante altre belle banche francesi, ben pronte nell’emettere quegli strumenti assicurativi.

Insomma Boris Johnson sembra avere uno strumento eccezionale per sollecitare un atteggiamento europeo più morbido ed accomodante anche in relazione al backstop con l’Irlanda. In generale si sa che chi paga ha ragione, ed a questo punto la nomina dell’ex ministro a capo del governo di Sua Maestà potrebbe essere la peggiore sorpresa per Bruxelles.
 

tontolina

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DOPO LA PRIMA VOTAZIONE BORIS JOHNSON GUIDA LA CORSA A PRIMO MINISTRO UK, ALLA GRANDE


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Oggi c’è stato il primo turno di votazioni ne Partito Conservatore inglese per la scelta del prossimo Primo Ministro. Il primo turno ha eliminato tutti i candidati che non arrivavano ad almeno 17 delegati, mentre giungere al ballottaggio finale, la prossima settimana, richiederà almeno 105 voti

Ecco i risultati
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Boris Johnson e Dominic Raab sono Brexiter convinti, quindi raccoglieranno i voti dei brexiter che sono stati eliminati al primo turno. cioè Andrea Leadsom e Esther McVey.
Al contrario i voti di Saji Javid dovrebebro andare ad un oppositore duro di Boris Johnson, ma difficilmente i Brexiter potrebbero portare due loro esponenti, cioè Raab e Boris, alla tornata finale
Probabilmente lo scontro finale sarà fra Johnson e quello che risulterà vincitore fra Hunt e Gove, ma , comunque, i loro voti non dovrebbero essere sufficienti a garantire l’entrata in ballottaggio.

Dopo questa prima votazione le probabilità di elezione di Johnson sono esplose, come indicano le quote degli scommettitori inglesi, per i quali le probabilità di vittoria di Johnson sono salite all’83%.

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Il processo comunque per la scelta del nuovo leader conservatore sarà lunga e richiederà diversi passaggi e votazioni fra i delegati del partito sino a ridurre i candidati a 2, i cui nomi saranno annunciati il 22 giugno. A questo punto verranno sentiti gli iscritti al partito che riceveranno le schede per le votazioni fra il sette e l’otto luglio. A questo punto voteranno, ma il risultato non sarà reso noto prima del 22 luglio. U. Processo lungo, durante il quale possono ancora accadere degli agguati, anche attraverso patti segreti fra i remainer che sono disposti a tutto pur di non trovarsi un Brexiter come Boris e Raab al governo.
 

tontolina

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Esma News - Guerra a FCA

Inserito in Esma News
Esma News - Guerra a FCA

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L'Esma allo scontro con FCA in vista della Brexit.
Le ultime news sull'Esma, l'autority europea che ha introdotto le restrizioni nefaste producendo danni notevoli ai broker europei del trading online, parlano di uno scontro in atto anche contro l'authority inglese FCA in vista della Brexit. Dopo i risultati delle elezioni europee che hanno segnato un plebiscito per Farange, l'autorità di regolamentazione europea sta cercando di impedire alle imprese dell'UE di fare affari nel Regno Unito quando entrerà in vigore la Brexit. FCA ha reagito all'Esma.
La Financial Conduct Authority (FCA) sta respingendo con decisione le regole del trading azionario che l'Autorità europea Esma sta tentando di implementare con una certa arroganza sulla scia di una Brexit no-deal. Si stà preannunciando una guerra tra Authority e quindi anche tra banche.
I problemi dei trader: dove trovo un Broker No Esma?

ESMA contro FCA
L'Esma a marzo aveva dichiarato che avrebbe formulato obblighi di compravendita di azioni (STO); cioè che le società non potevano negoziare azioni britanniche o europee in Gran Bretagna, anche se la società fosse essa stessa basata e / o quotata nel Regno Unito!! Dopo una seconda dichiarazione di protesta pubblicata dalla FCA, l'ESMA ha "attenuato" la sua posizione. Le società europee, nel caso di una Brexit senza accordo, potranno negoziare azioni britanniche nel Regno Unito. Tuttavia alcune delle regole precedenti sembrano destinate a rimanere se l'ESMA intenderà continuare a modo suo.

Una società europea, con azioni quotate su una borsa del Regno Unito, (l'Aim per esempio) non sarebbe accessibile alle società che negoziano sotto regolamentazione Esma!! Cioè creerebbe un danno notevole ad entrambe le parti, UE e regno Unito.
La FCA vuole naturalmente sostenere gli interessi britannici e questa idea Esma potrebbe molto negativa. Anche se un'impresa ha sede nell'UE, il suo mercato più liquido, per lo scambio di azioni potrebbe essere nel Regno Unito. Pertanto, impedire alle società di investimento dell'UE di accedere ai mercati del Regno Unito potrebbe, paradossalmente, ostacolare la loro capacità di negoziare società europee. "Alcune azioni hanno il loro principale o unico centro di liquidità di mercato al di fuori del paese in cui è incorporato l'emittente", ha affermato la FCA nella sua dichiarazione.

"L'approccio ESMA pone agli investitori restrizioni all'accesso di una società e limita la libertà di scegliere dove tradare in un mercato pubblico". La scadenza finale è il 30 luglio 2019; le authority nazionali stanno per attuare le proprie restrizioni sui prodotti finanziari. La nostra Consob si è allineata alle limitazioni Esma in vigore per le opzioni binarie, dal prossimo 2 luglio e, per i CFD, dal 1 agosto 2019.

Nuove regole CySec
La CySec, authority di Cipro, si è accorta che molti broker con licenza cipriota hanno chiuso l'attività e messo in vendita la licenza. Cipro, grazie alle attività finanziarie, ha sempre sostenuto il proprio PIL. I broker costituiscono una delle attività finanziarie principali. Per correre ai ripari prima che L'Esma distrugga questa industria cipriota, la CySec ha pensato di segmentare e modulare la leva in modo meno drastico. Ha pensato di concedere leva 50:1 ai trader di livello superiore ( reddito minimo 40.000 € /anno o liquidità di 200mila €. Leva 50: 1 sulle major rispetto al severo 30: 1 dell'ESMA. Ai trader di bassa esperienza solo 20: 1 per le major come vuole l'Esma. Fca aveva consigliato leva minima 30, ma i trader esperti ora non vogliono limiti, vogliono "broker no Esma".

I Trader vogliono "Broker No Esma"
L'Esma, ormai è chiaro, con le restrizioni sta facendo la guerra ai broker europei per conto del sistema bancario, che non controlla una parte notevole di liquidità. I trader muovono una notevole massa di soldi con le loro operazioni, specie attraverso i trading system automatici. I danni creati dall'Esma ai broker sono notevoli, si parla di un calo dei volumi medio del 40%. I trader dal canto loro preferiscono i broker di trading online ai sistemi di trading dei gruppi bancari, meno performanti e mediamente più cari. Le soluzioni dei broker non si sono fatte attendere, hanno sollecitato i trader più esperti ad aprire conti professionali ai quali l'Esma però ha posto regole quanto meno pretestuose ( mezzo milione sul conto corrente!!)

Come evitare l'Esma
Molti trader come noi cercano "Broker No Esma": i trader cercano alternative all'estero.
Rivolgersi a broker australiani? Molti lo hanno fatto ma purtroppo ultimamente l'authority australiana ha introdotto nuove restrizioni sulla falsariga dell'Esma che impediscono l'apertura di conti trading a clienti europei ed impongono una leva di 30. Aprire un conto con un broker estero sconosciuto espone a qualche rischio il trader.
La soluzione più sicura ed efficiente per un trader italiano come me è andare sul sito creato apposta da ActivTrades in Bahamas (dove ha un ufficio con una ventina di persone), con tutte le possibilità di trading e le garanzie di un broker affidabile e conosciuto.

Perché questa possibilità non è resa pubblica?
L'Esma ha vietato ai trading broker europei di rendere pubbliche le alternative che permettano ai trader di evitare le restrizioni Esma. Quindi il trader, se vuole evitare le limitazioni, deve aprire un conto sul sito senza alcuna sollecitazione da parte del broker che deve rimanere muto e bastonato.


Le banche
Le restrizioni Esma non riguardano le piattaforme trading delle banche che possono servire ai loro clienti degli eseguiti con costi nettamente superiori a quelli di un broker. Le banche, che mediamente propongono un 85 - 90% di prodotti finanziari in totale conflitto d'interesse, non sono obbligate in questo caso a pubblicare l'ammontare percentuale delle perdite dei trader loro clienti, come invece devono fare in modo invasivo i trading broker anche sui loro più piccoli banner pubblicitari. Eppure le banche in modo non corretto propongono prodotti finanziari costruiti, gestiti e venduti dallo steso gruppo bancario.
Evidentemente l'Esma ha due pesi e due misure, ed una missione: distruggere il mercato dei broker.
La lista delle truffe bancarie è lunga. Perché non ha posto restrizioni alle banche? La risposta la conoscete.
 

tontolina

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NON SOLO BREXIT PER FARAGE: PROMESSI 220 MILIARDI DI INVESTIMENTI




Oggi, domenica 30 giugno, si terrà una grande convention del Brexit Party a Birmingham. con oltre 5000 biglietti già venduti, durante la quale verrà anche svelato un colossale piano di investimenti messo a punto dal leader Nigel Farage in preparazione di una eventuale campagna elettorale politica che vedrà partecipare il neonato partito. Con questo piano Farage si presenta non solo come l’uomo dell’uscita, ma anche come un politico con un piano più complesso e completo. Gli investimenti previsti, da quanto sinora saputo, saranno pari a 200 miliardi di sterline, 220 miliardi di euro, due volte quello che si è speso nel dopoguerra per ricostruire il Regno Unito.


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Il piano è concentrato completamente al di fuori di Londra, e questo è voluto. Farage ha affermato:

“Per anni sino ad ora Londra si è arricchita mentre il resto della nazione è stato lasciato indietro. Questo è il motivo per cui il Brexit Party porterà avanti il più grande piano di investimenti regionali dalla fine della seconda guerra mondiale, utilizzando il dividendo della Brexit per gli investimenti

Nigel non ha proprio tutti i torti e questo fatto è ben avvertito dagli inglesi. Del resto il Brexit Party è in grande spolvero fuori Londra, mentre i Labour sono sempre più condannati ad essere un partito londinese, anzi del Nord della città,. Quindi nella lotta con i conservatori brexit Party non ha nessun problema nel puntare proprio in quelle aree dove il sentimento pro uscita è più forte e che sono state troppo spesso dimenticate nella realizzazione delle infrastrutture.

Il piano prevede un rinnovamento completo di tutta la rete ferroviaria e di viabilità al di fuori della metropoli, la rimozione delle tasse di insediamento per tutti i business fuori Londra, e quindi il rinnovo delle reti di telecomunicazioni in modo da portare la banda larga in ogni casa, oltre alla wifi gratuita in ogni bus e treno, ovviamente fuori dalla capitale. Ilo piano poi prevede che tutte le risorse ittiche delle acque nella zona di interesse economico britannico ritornino sotto stretto controllo del governo, in modo da poter rivitalizzare la pesca locale.

I fondi verranno reperiti per 39 miliardi dal mancato versamento dei contributi all’Europa, per 14 miliardi dalla cancellazione dei contributi per aiuti esteri, e per 100 miliardi dalla cancellazione del progetto HS2 , cioè il treno ad alta velocità che avrebbe collegato Londra a Leeds e Manchester, la cui realizzazione verrà però a penalizzare il rinnovo della disastrata rete locale inglese. In questo caso i lavori già assegnati e molto controversi saranno interrotti.
 

tontolina

Forumer storico
Brexit preme sulla sterlina. Ecco le prossime tappe

By Vincenzo Longo
17 lug 2019

Non si allentano le vendite sulla divisa britannica quando manca solo una settimana ormai per capire chi sarà il prossimo premier del Regno Unito.

Minimi da 27 mesi e da 6 mesi. Sono questi i valori che la sterlina ha raggiunto rispettivamente verso dollaro e verso euro stamane. Gli investitori iniziano a scontare lo scenario peggiore in vista della nomina del successore di Theresa May che sarà annunciato la prossima settimana. La corsa a due tra Jeremy Hunt e Boris Johnson vede al momento favorito quest’ultimo, fervido sostenitore dell'hard Brexit.

BREXIT: i prossimi step
Ma quali sono i prossimi step? Eccoli di seguito:

- il 22 Luglio alle 17 sarà l’ultimo giorno disponibile per votare da parte dei 160 mila membri del partito Conservatore chiamati a legittimare il prossimo premier;

- il 23 luglio ci sarà la proclamazione ufficiale del successore di Theresa May;

- il 24 luglio Theresa May lascerà Downing Street, terrà un discorso al Parlamento e successivamente rimetterà l’incarico davanti alla Regina, mentre al suo successore verrà affidato l’incarico di formare un governo;

- il nuovo governo dovrebbe ottenere la fiducia del Parlamento entro il 25 luglio, ovvero quando poi ci sarà la pausa estiva. In caso di bocciatura, il governo avrebbe 14 giorni per richiedere un nuovo voto di fiducia;

- il 3 settembre riaprono i lavori in Parlamento, ma dopo due settimane inizieranno le annual conference dei vari partiti, che vedranno impegnati i Laburisti tra il 21 e il 25 settembre e i Conservatori tra il 29 settembre e il 2 ottobre;

- solo successivamente riprenderanno i negoziati per la Brexit con la Ue. Ricordiamo che al momento la legge prevede che ogni accordo dovrà essere ratificato dal Parlamento;

- il 31 ottobre il Regno Unito dovrà lasciare l’Unione europea.

Lo scenario
Insomma, a colpo d’occhio sembra piuttosto difficile che si riesca a raggiungere un accordo in così poco tempo. L’ipotesi dell’ennesimo slittamento è, a nostro avviso lo scenario base, ed è stato in qualche modo confermato anche dal Ministro della Brexit, Stephen Barclay, che ha anche sottolineato come la probabilità di un No Deal sia sotto prezzato al momento.
Toni distensivi sono arrivati, intanto, dalla neo presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, che ieri dopo la sua approvazione al Parlamento europeo, ha dichiarato come al Regno Unito deve essere dato il tempo necessario per un'uscita ordinata.[anzi meglio se resta in EU]

Intanto, anche i dati macro continuano a deteriorarsi settimana dopo settimana e l'impressione che i veri nodi della Brexit stiano affiorando solo ora. Di tutto questo paga dazio la sterlina, il cui forte deprezzamento potrebbe creare non pochi grattacapi alla Bank of England, stretta in una morsa tra congiuntura in forte rallentamento e pressioni inflattive crescenti.

Dopo i recenti cali, la sterlina potrebbe cercare di respirare un po' durante le prossime settimane. In un'ottica di lungo periodo siamo convinti che la sterlina proseguirà la sua discesa, con degli obiettivi di 1,20 verso dollaro e 0,94 per il cambio Eur/Gbp entro fine 2019.
 

tontolina

Forumer storico
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