IQT non vogliamo lasciarli lavorare (1 Viewer)

ConteRosso

mod sanguinario
il riskio di una deriva argentina c'è, fino a che siamo in europa e ci difende l'euro non accadrà
ma se dovessimo uscirne ....
 

Ignatius

sfumature di grigio
a parità di deposito, intendevi?
non credo sia per deposito ma vale per depositario... con la tua modalità al massimo sfuggi ai controlli, per un pò , IMHO

Depositario, intermediario, banca… Dall'esempio che fanno non si capisce se la soglia (dei 15mila euro) valga nell'ambito dell'esempio, ovvero X conti aperti presso la banca estera Y, oppure se si debbano sommare i depositi presso la banca Y, la Z e la K.

Cattura.PNG



alQuni mentecatti pensano di risolvere alcunchè con lo stampare moneta,
senza considerare che la moneta fisica (cartacea+metallica) è ormai una frazione dei pagamenti effettivi
il fatto che Di Maio si sia azzerbinato su questa fola, spiega tutto

Da quanto ho letto su Twitter, il ragionamento del famoso crostarolo è:
- la Grecia aveva la meravigliosa possibilità di uscire dall'Euro, cosa che - si sa - li avrebbe resi non ricattabili e soprattutto ricchi senza sforzo e sacrifici, grazie alla presa di possesso delle stampanti
- la Grecia non ha potuto portare a termine il suo piano perché il popolo ha sciaguratamente deciso di rimanere in Europa solo perché la BCE ha bloccato l'operatività della Banche (il che credo non sia vero: le banche non avevano comunque soldi, vista la fuga agli sportelli, ma sono dettagli in uno schema in cui la colpa è sempre dell'Europa): i bancomat non funzionavano (o erogavano 60 euro al giorno)
- allora noi che siamo furbissimi li freghiamo: dopo aver parlato di titoli dematerializzati, su Twitter iniziamo a parlare di pezzi di carta così, se ci minacciano di sbatterci fuori, noi ne stampiamo tanti e i cittadini italiani sono contenti.
 

f4f

翠鸟科
Depositario, intermediario, banca… Dall'esempio che fanno non si capisce se la soglia (dei 15mila euro) valga nell'ambito dell'esempio, ovvero X conti aperti presso la banca estera Y, oppure se si debbano sommare i depositi presso la banca Y, la Z e la K.

Vedi l'allegato 515377




Da quanto ho letto su Twitter, il ragionamento del famoso crostarolo è:
- la Grecia aveva la meravigliosa possibilità di uscire dall'Euro, cosa che - si sa - li avrebbe resi non ricattabili e soprattutto ricchi senza sforzo e sacrifici, grazie alla presa di possesso delle stampanti
- la Grecia non ha potuto portare a termine il suo piano perché il popolo ha sciaguratamente deciso di rimanere in Europa solo perché la BCE ha bloccato l'operatività della Banche (il che credo non sia vero: le banche non avevano comunque soldi, vista la fuga agli sportelli, ma sono dettagli in uno schema in cui la colpa è sempre dell'Europa): i bancomat non funzionavano (o erogavano 60 euro al giorno)
- allora noi che siamo furbissimi li freghiamo: dopo aver parlato di titoli dematerializzati, su Twitter iniziamo a parlare di pezzi di carta così, se ci minacciano di sbatterci fuori, noi ne stampiamo tanti e i cittadini italiani sono contenti.


l'esempio è scritto male e ambiguamente: ma purtroppo anche altri esempi nelle istruzioni sono scritti male
resto della mia ipotesi iniziale, suffragata dalla ratio legis

sul resto:

intorno ai Minibot sembra muoversi molto di più di un dibattito sui ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. In queste ore l’opposizione liberista al Governo prova a convincerci del fatto che quando parliamo di Minibot stiamo, in verità, parlando nientemeno che dell’uscita dell’Italia dall’euro! Quello che sembrava un noioso dibattito sulla contabilità dei debiti commerciali nasconderebbe dunque il ‘cigno nero’, la temutissima ipotesi di abbandono della moneta unica. Una tesi audace vuole che l’obiettivo del rilancio dell’economia tramite strumenti innovativi di compensazione dei crediti commerciali sia solo uno specchietto per le allodole, e che il vero obiettivo dei Minibot sia porre le basi per la diffusione di una moneta parallela all’euro come preludio all’uscita. Sarà vero? In quanto segue proveremo a rispondere a questa domanda sotto due punti di vista. Prima cercheremo di capire se effettivamente, cioè dal punto di vista tecnico, i Minibot creano le condizioni per l’uscita dall’euro. Poi, dopo aver chiarito che questa arma segreta dei leghisti sarebbe meno efficace di un’ampolla dell’acqua del sacro Po gettata contro i palazzi di Francoforte, ne indagheremo la dimensione politica, l’aspetto più interessante di tutta la questione.

Ma facciamo un passo indietro. La storia del Piano B, cioè dell’opportunità di predisporre le misure tecniche necessarie al disimpegno dall’euro nasce in tutt’altro contesto, sotto la furia della tempesta finanziaria che colpì la Grecia nel 2015, quando il popolo greco elesse una coalizione di sinistra radicale – Syriza – per fermare la rigida applicazione dell’austerità che stava letteralmente distruggendo il Paese. Poco prima delle elezioni politiche, i vertici di Syriza incaricano il loro economista di riferimento, Yanis Varoufakis, di preparare un piano emergenziale per meglio resistere alle pressioni che la Banca Centrale Europea (BCE) e i mercati avrebbero prevedibilmente esercitato sul nascente governo di sinistra. Come riporta il quotidiano greco Kathimerini, il leader Alexīs Tsipras avrebbe chiesto a Varoufakis “di predisporre un sistema di pagamento operante in euro, ma che avrebbe potuto essere modificato nel giro di una notte per operare in dracma”, la moneta greca in circolazione prima dell’euro. Il timore che muoveva Tsipras era ben fondato, ma per capirlo dobbiamo prima spiegare cosa sia un sistema di pagamento.

L’ordinario funzionamento della nostra economia richiede la continua, rapida e sicura circolazione di quantità gigantesche di denaro, e il denaro – come le persone o le automobili – ha bisogno di strade e infrastrutture per spostarsi agevolmente da un luogo ad un altro. La circolazione del denaro contante, monete e banconote, riveste oggi un ruolo marginale, mentre i maggiori flussi di denaro che scorrono nelle vene dell’economia sono costituiti dalla cosiddetta moneta elettronica: bancomat, carte di credito, bonifici, giroconti, home banking. Le loro strade e infrastrutture sono quindi reti informatiche complesse. Se alziamo lo sguardo dai nostri affari quotidiani e guardiamo a questi flussi dall’alto, ci rendiamo conto che il processo complessivo è mastodontico: centinaia di migliaia di bonifici e operazioni finanziarie si accumulano nei registri elettronici delle banche che, ogni giorno, si scambiano milioni di euro. L’infrastruttura tecnica che rende questa circolazione possibile e ordinata è il sistema di pagamento, una rete interbancaria che ha il suo cuore nell’autorità monetaria – la banca centrale. Il sistema di pagamento su cui poggia la nostra economia è oggi quello comune all’area dell’euro: il sistema Target 2 cogestito da Banca d’Italia, Bundesbank e Banque de France. Ogni singola banca si poggia a questa infrastruttura per tutte le transazioni con il resto del sistema finanziario che superano un certo importo, sotto la supervisione della Banca Centrale. Ogni giorno Target 2 regola in Europa 350.000 pagamenti corrispondenti a circa 1.700 miliardi di euro, ed ogni pagamento, in media, sposta poco meno di 5 milioni di euro in meno di 5 minuti. In Italia sono regolati 34.000 pagamenti al giorno, pari a 68 miliardi di euro che si spostano quotidianamente nel sistema finanziario nazionale per importi medi di 2 milioni di euro a transazione. Questi numeri possono aiutarci a chiarire l’elevata complessità del processo di circolazione della moneta in un’economia avanzata, una complessità che ha indotto alla prudenza la sinistra radicale greca nel momento in cui si affacciava alle stanze del potere. Come reagire se il sistema bancario e le autorità monetarie voltano le spalle ad un governo in carica, bloccando i meccanismi di creazione e trasferimento della liquidità che regolano ogni giorno l’economia? Questo l’interrogativo, pienamente legittimo, che sembra aver mosso Tsipras e compagni nella fase di ideazione di un Piano B.

Quando Tsipras e Varoufakis sono passati dalle parole ai fatti, la questione è rapidamente sfuggita di mano. È lo stesso Varoufakis a raccontare, sempre secondo il giornale greco Kathimerini, di aver avuto fin da subito le mani legate. Il progetto era talmente segreto da dover restare chiuso in una cerchia ristrettissima di persone. L’eccentrico economista greco decide perciò di coinvolgere un suo amico di infanzia con spiccate doti informatiche, oggi docente di Information Technologies alla Columbia University, per hackerare il sistema informatico dell’Agenzia Fiscale e ottenere il controllo della piattaforma. L’idea è di utilizzare quella semplice ma funzionale infrastruttura elettronica per trasferire il denaro tra i greci in caso di emergenza, come ammette chiaramente Varoufakis: “Immagina i primi momenti in cui le banche vengono chiuse, i Bancomat smettono di funzionare e c’è bisogno di un sistema parallelo di pagamento per tenere in piedi l’economia for a little while (cioè per un pochino di tempo), per dare alla gente la sensazione che lo Stato controlla la situazione e non ci sia panico. […] Questo avrebbe creato un sistema bancario parallelo mentre le banche sono chiuse a causa di un’aggressione della BCE finalizzata a soffocarci”. Quando Varoufakis diventa Ministro dell’Economia, il suo amico copia il software dell’Agenzia delle Entrate sul suo laptop per hackerarlo ed eventualmente far partire in caso di emergenza “il sistema bancario parallelo”. Come ci racconta Varoufakis, non nuovo ad avventure informatiche: “Eravamo pronti a ricevere il via libera dal Primo Ministro quando le banche sarebbero state chiuse in modo da irrompere nel Segretariato Generale delle Entrate Pubbliche …, collegare il laptop e far partire il sistema.” Un film, ma la situazione inizia ad assomigliare, più che all’epica della ‘La casa di carta’, a quella scena de ‘La banda degli onesti’ in cui Totò e Peppino sono impegnati a fabbricare casarecce banconote false che nessuno dei falsari avrà poi il coraggio di spendere. Nessuna persona ragionevole, infatti, può pensare di gestire artigianalmente una infrastruttura informatica complessa e pesante come un sistema di pagamento di una nazione. Neppure Varoufakis, che confessa: “Il progetto era più o meno completo: avevamo un Piano B, ma il problema era passare dalle cinque persone che l’avevano ideato alle mille necessarie ad implementarlo, questione per la quale avrei dovuto ricevere un’autorizzazione che non è mai arrivata”. Riavvolgiamo il nastro di questa storia per chiarire i termini della questione: al di là del tentativo rapidamente fallito, i vertici di Syriza avevano in mente una situazione di emergenza legata alla chiusura del sistema di pagamento da parte di un’autorità monetaria ostile, nella piena consapevolezza che questo Piano B sarebbe stato niente di più di una misura tampone, capace di reggere “for a little while”. Questo per dire che, nonostante la dimensione comica che la vicenda assume nel racconto dello stesso Varoufakis, il tema del Piano B aveva comunque una ragion d’essere tutt’altro che ridicola. Un governo senza sovranità monetaria può infatti essere ricattato dalla banca centrale, visto che quest’ultima tiene le redini del sistema di pagamento necessario all’ordinato funzionamento di un’economia sviluppata.

Ridicola è invece la trasposizione italiana di questa pellicola che ci viene offerta dall’economista della Lega, Claudio Borghi, con la teoria dei Minibot. Ignorando del tutto la natura del problema, cioè il fatto che qualsiasi ritorsione dell’autorità monetaria passerebbe immediatamente per l’architettura informatica del sistema di pagamento, i leghisti sembrano convinti di poter garantire l’ordinario funzionamento dell’economia, in caso di comportamenti ostili della BCE, attraverso la circolazione di biglietti cartacei con stampate le facce della Fallaci e di D’Annunzio: i Minibot, per l’appunto. Spiega Borghi in un video del 2017: “Nel momento stesso in cui decido di non adoperare più l’euro, o anche soltanto di entrare in una discussione dura per trovare le modalità di smantellamento, e costoro pensassero di attuare delle tattiche ‘alla greca’ per cercare di forzarci la mano e quindi chiudere le banche lasciando la gente senza contanti, senza bancomat: non potrebbe più succedere che la gente si trovi con la paura di non avere il contante perché altrimenti Francoforte non ti fa più vedere l’euro, perché avrebbe già i Minibot in normale circolazione, e quelli non potrebbero essere contingentati da nessuno. E quindi noi avremmo la possibilità di avere questa arma di prosecuzione tranquilla della circolazione del contante, senza dover sottostare agli ordini di qualcuno. Nel momento stesso in cui si decide di uscire, il Minibot diventerà già il contante della nuova moneta, e tutto sarebbe molto più semplice.” Gestire ogni giorno 34.000 pagamenti da 2 milioni di euro ciascuno per masse da 68 miliardi di euro con banconote cartacee non sembra la migliore delle idee. Borghi è convinto che il problema sia garantire la circolazione dei contanti: non sa, forse, che oggi il circolante rappresenta meno del 6% del PIL mentre l’aggregato monetario (in gergo tecnico, M2) che include anche i depositi bancari, i libretti postali e tante altre forme di moneta elettronica che per circolare ha bisogno di una rete interbancaria, supera il 90% del PIL. Inventare nuove banconote parallele all’euro può dare forse l’illusione ottica che si stia sfuggendo dalla morsa dei vincoli europei, ma non risolverebbe assolutamente il problema che si ponevano Tsipras e Varoufakis, e che Salvini e Borghi – molto probabilmente – non hanno mai seriamente preso in considerazione. Stendiamo dunque un velo pietoso sull’aspetto tecnico della questione – sulla effettiva praticabilità di un’uscita dall’euro indotta a partire dall’introduzione dei Minibot – e proviamo a concentrarci sul punto politico, che è forse il lato più interessante di tutta questa vicenda.

La strampalata tesi per cui i Minibot siano un primo passo fuori dall’euro, oggi agitata dall’opposizione liberista a questo governo, dal PD alle agenzie di rating, nasce in seno alla Lega, e viene candidamente illustrata da Borghi nel video già menzionato, dove i Minibot sono presentati come “un espediente per uscire in modo ordinato e tutelato” dall’euro. Il ragionamento di Borghi è il seguente: “Se uno si deve preparare all’uscita, non può pensare di prepararsi all’uscita fuori dalle regole. Devi prepararti dentro alle regole europee, e dopo salutare. Perché sennò altrimenti chiudi tutto e automaticamente fai le tue cose. Invece bisogna pensare a qualcosa che sia in regola e che possa funzionare prima, che mi renda più semplice l’uscita.” Il discorso non ha alcun senso logico, ma proprio per questo rivela chiaramente il senso politico dell’operazione Minibot architettata dalla Lega. Borghi sta dicendo che per uscire dall’euro, cioè prima di uscire dall’euro, devi introdurre una moneta parallela che, al momento giusto, diventa la valuta ufficiale del Paese in barba ai burocrati di Bruxelles. L’economista della Lega pone l’enfasi sulla necessità che questa moneta parallela sia accettata dall’Europa. Qui sta il non senso: se si riuscisse ad introdurre una moneta parallela “che sia in regola”, cioè accettata dall’Unione Europea, si avrebbe tutto il necessario per realizzare quelle politiche fiscali espansive che i vincoli fiscali e monetari imposti dall’Europa impediscono oggi anche solo di immaginare, e dunque non ci sarebbe più quell’immediato bisogno di uscire. Fosse possibile finanziare spesa sociale, sanità, istruzione, pensioni e perseguire la piena occupazione “dentro alle regole europee”, non vi sarebbe più l’urgente bisogno di rompere la gabbia, semplicemente perché quella è una gabbia nella misura in cui ti impedisce di usare la leva monetaria (ossia la possibilità di finanziare spese pubbliche stampando moneta) per creare nuova occupazione e tutelare i lavoratori già occupati. Un abisso separa i termini del discorso illustrati da Varoufakis dalla dimensione farsesca del progetto leghista: per i vertici di Syriza il problema era tenere botta davanti ad un’azione ostile dell’autorità monetaria, e non certo realizzare una sorta di ‘uscita dall’euro all’interno dell’euro’, come invece confessa senza vergogna Borghi. Il Piano B deve servire a gestire l’emergenza che si presenta al momento della rottura con la BCE e le altre istituzioni europee, ma non appena la rottura si sia consumata l’unica opzione possibile per gestire la circolazione monetaria di un Paese è prendere possesso del sistema di pagamento ufficiale, ovvero dell’infrastruttura gestita dalla banca centrale. Questo è il cuore del problema politico che la barzelletta dei Minibot ci aiuta a far emergere: il tema del potere.

Se una forza politica ha intenzione di incidere sulla realtà, e dunque si pone tra i suoi obiettivi il governo dell’economia, avrà bisogno di tutte le strutture di potere necessarie a gestire questa complessità, a partire dalla banca centrale. A modo suo, Varoufakis alludeva a questo quando parlava della necessità di passare dalle cinque persone che avevano sognato il romanzesco Piano B alle mille occorrenti a realizzarlo. Rompere con l’Europa significa riprendersi l’autorità monetaria e usarla per creare lavoro e difendere lo Stato sociale. Significa mettere le mani sulla Banca d’Italia, cioè pretendere che operi al servizio del governo e non agli ordini delle istituzioni europee. E Borghi in effetti è sincero: nel video dice chiaramente che lo stratagemma dei Minibot è un’alternativa alla rottura, cioè – per usare le sue parole – al “chiudi tutto e automaticamente fai le tue cose”. La favoletta dei Minibot è la plastica rappresentazione della mancanza di volontà politica da parte della Lega di mettere in pratica qualsiasi ipotesi di rottura con l’Europa, e della spasmodica ricerca da parte dell’aitante Salvini della massima compatibilità con le regole europee. Perciò, se proprio si deve dare l’impressione di star implementando qualche operazione di rottura, meglio utilizzare, fra tutti, l’espediente più innocuo.
 

f4f

翠鸟科
mi pare esagerato Stic@zzi certo sono preoccupato, si sta perdendo tempo
il 'governo del cambiamento' è una bufala non cambia niente tranne un travaso di voti dai 5S a Salvini, non mi meraviglierei se in seguito ad una grave crisi finanziaria, con lo spread alle stelle si chiamasse una figura autorevole. Manovra lacrime e sangue (penso a Mario Draghi),
appoggiato dai soliti responsabili, allo stato attuale è tutto prematuro ...prima dovremo andare a sbattere e magari nuove elezioni. Con lo spostamento al centro di tanti elettori


al centro, sta il bùs del gnau
spiace Conte ma un anno fa era il momento per dire certe cose
e io so chi le ha dette, chi le ha negate e chi ha difeso chi le ha negate e in più si è pure permesso scorrettezze
ora è tardi: troppo tardi
 

Ignatius

sfumature di grigio
Grazie! Non ho capito niente di quello che hai detto ma ho scoperto che anche se tagghi non serve a niente ai fini della ricerca. :D

Grazie!.... però io ho detto che non ho capito quello che hai detto tu :rolleyes:, non la faccenda dei minibot che invece ho capito!

Ho detto solo che, prima ancòra che si parlasse di minibot, stavo pensando a quali modalità alternative esistono per mettere al sicuro i propri risparmi dall'incapacità delle scimmie al volante (fonte: Forchielli).
Se fossero milioni avrei un trust, una holding o altre strutture sofisticate, ma purtroppo sono un rettil-pluto-giudaico-masson-bilderberg-sorosiano relativamente povero (ma preoccupato).
 

Ignatius

sfumature di grigio
l'esempio è scritto male e ambiguamente: ma purtroppo anche altri esempi nelle istruzioni sono scritti male
resto della mia ipotesi iniziale, suffragata dalla ratio legis

sul resto:

intorno ai Minibot sembra muoversi molto di più di un dibattito sui ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. In queste ore l’opposizione liberista al Governo prova a convincerci del fatto che quando parliamo di Minibot stiamo, in verità, parlando nientemeno che dell’uscita dell’Italia dall’euro! Quello che sembrava un noioso dibattito sulla contabilità dei debiti commerciali nasconderebbe dunque il ‘cigno nero’, la temutissima ipotesi di abbandono della moneta unica. Una tesi audace vuole che l’obiettivo del rilancio dell’economia tramite strumenti innovativi di compensazione dei crediti commerciali sia solo uno specchietto per le allodole, e che il vero obiettivo dei Minibot sia porre le basi per la diffusione di una moneta parallela all’euro come preludio all’uscita. Sarà vero? In quanto segue proveremo a rispondere a questa domanda sotto due punti di vista. Prima cercheremo di capire se effettivamente, cioè dal punto di vista tecnico, i Minibot creano le condizioni per l’uscita dall’euro. Poi, dopo aver chiarito che questa arma segreta dei leghisti sarebbe meno efficace di un’ampolla dell’acqua del sacro Po gettata contro i palazzi di Francoforte, ne indagheremo la dimensione politica, l’aspetto più interessante di tutta la questione.

Ma facciamo un passo indietro. La storia del Piano B, cioè dell’opportunità di predisporre le misure tecniche necessarie al disimpegno dall’euro nasce in tutt’altro contesto, sotto la furia della tempesta finanziaria che colpì la Grecia nel 2015, quando il popolo greco elesse una coalizione di sinistra radicale – Syriza – per fermare la rigida applicazione dell’austerità che stava letteralmente distruggendo il Paese. Poco prima delle elezioni politiche, i vertici di Syriza incaricano il loro economista di riferimento, Yanis Varoufakis, di preparare un piano emergenziale per meglio resistere alle pressioni che la Banca Centrale Europea (BCE) e i mercati avrebbero prevedibilmente esercitato sul nascente governo di sinistra. Come riporta il quotidiano greco Kathimerini, il leader Alexīs Tsipras avrebbe chiesto a Varoufakis “di predisporre un sistema di pagamento operante in euro, ma che avrebbe potuto essere modificato nel giro di una notte per operare in dracma”, la moneta greca in circolazione prima dell’euro. Il timore che muoveva Tsipras era ben fondato, ma per capirlo dobbiamo prima spiegare cosa sia un sistema di pagamento.

L’ordinario funzionamento della nostra economia richiede la continua, rapida e sicura circolazione di quantità gigantesche di denaro, e il denaro – come le persone o le automobili – ha bisogno di strade e infrastrutture per spostarsi agevolmente da un luogo ad un altro. La circolazione del denaro contante, monete e banconote, riveste oggi un ruolo marginale, mentre i maggiori flussi di denaro che scorrono nelle vene dell’economia sono costituiti dalla cosiddetta moneta elettronica: bancomat, carte di credito, bonifici, giroconti, home banking. Le loro strade e infrastrutture sono quindi reti informatiche complesse. Se alziamo lo sguardo dai nostri affari quotidiani e guardiamo a questi flussi dall’alto, ci rendiamo conto che il processo complessivo è mastodontico: centinaia di migliaia di bonifici e operazioni finanziarie si accumulano nei registri elettronici delle banche che, ogni giorno, si scambiano milioni di euro. L’infrastruttura tecnica che rende questa circolazione possibile e ordinata è il sistema di pagamento, una rete interbancaria che ha il suo cuore nell’autorità monetaria – la banca centrale. Il sistema di pagamento su cui poggia la nostra economia è oggi quello comune all’area dell’euro: il sistema Target 2 cogestito da Banca d’Italia, Bundesbank e Banque de France. Ogni singola banca si poggia a questa infrastruttura per tutte le transazioni con il resto del sistema finanziario che superano un certo importo, sotto la supervisione della Banca Centrale. Ogni giorno Target 2 regola in Europa 350.000 pagamenti corrispondenti a circa 1.700 miliardi di euro, ed ogni pagamento, in media, sposta poco meno di 5 milioni di euro in meno di 5 minuti. In Italia sono regolati 34.000 pagamenti al giorno, pari a 68 miliardi di euro che si spostano quotidianamente nel sistema finanziario nazionale per importi medi di 2 milioni di euro a transazione. Questi numeri possono aiutarci a chiarire l’elevata complessità del processo di circolazione della moneta in un’economia avanzata, una complessità che ha indotto alla prudenza la sinistra radicale greca nel momento in cui si affacciava alle stanze del potere. Come reagire se il sistema bancario e le autorità monetarie voltano le spalle ad un governo in carica, bloccando i meccanismi di creazione e trasferimento della liquidità che regolano ogni giorno l’economia? Questo l’interrogativo, pienamente legittimo, che sembra aver mosso Tsipras e compagni nella fase di ideazione di un Piano B.

Quando Tsipras e Varoufakis sono passati dalle parole ai fatti, la questione è rapidamente sfuggita di mano. È lo stesso Varoufakis a raccontare, sempre secondo il giornale greco Kathimerini, di aver avuto fin da subito le mani legate. Il progetto era talmente segreto da dover restare chiuso in una cerchia ristrettissima di persone. L’eccentrico economista greco decide perciò di coinvolgere un suo amico di infanzia con spiccate doti informatiche, oggi docente di Information Technologies alla Columbia University, per hackerare il sistema informatico dell’Agenzia Fiscale e ottenere il controllo della piattaforma. L’idea è di utilizzare quella semplice ma funzionale infrastruttura elettronica per trasferire il denaro tra i greci in caso di emergenza, come ammette chiaramente Varoufakis: “Immagina i primi momenti in cui le banche vengono chiuse, i Bancomat smettono di funzionare e c’è bisogno di un sistema parallelo di pagamento per tenere in piedi l’economia for a little while (cioè per un pochino di tempo), per dare alla gente la sensazione che lo Stato controlla la situazione e non ci sia panico. […] Questo avrebbe creato un sistema bancario parallelo mentre le banche sono chiuse a causa di un’aggressione della BCE finalizzata a soffocarci”. Quando Varoufakis diventa Ministro dell’Economia, il suo amico copia il software dell’Agenzia delle Entrate sul suo laptop per hackerarlo ed eventualmente far partire in caso di emergenza “il sistema bancario parallelo”. Come ci racconta Varoufakis, non nuovo ad avventure informatiche: “Eravamo pronti a ricevere il via libera dal Primo Ministro quando le banche sarebbero state chiuse in modo da irrompere nel Segretariato Generale delle Entrate Pubbliche …, collegare il laptop e far partire il sistema.” Un film, ma la situazione inizia ad assomigliare, più che all’epica della ‘La casa di carta’, a quella scena de ‘La banda degli onesti’ in cui Totò e Peppino sono impegnati a fabbricare casarecce banconote false che nessuno dei falsari avrà poi il coraggio di spendere. Nessuna persona ragionevole, infatti, può pensare di gestire artigianalmente una infrastruttura informatica complessa e pesante come un sistema di pagamento di una nazione. Neppure Varoufakis, che confessa: “Il progetto era più o meno completo: avevamo un Piano B, ma il problema era passare dalle cinque persone che l’avevano ideato alle mille necessarie ad implementarlo, questione per la quale avrei dovuto ricevere un’autorizzazione che non è mai arrivata”. Riavvolgiamo il nastro di questa storia per chiarire i termini della questione: al di là del tentativo rapidamente fallito, i vertici di Syriza avevano in mente una situazione di emergenza legata alla chiusura del sistema di pagamento da parte di un’autorità monetaria ostile, nella piena consapevolezza che questo Piano B sarebbe stato niente di più di una misura tampone, capace di reggere “for a little while”. Questo per dire che, nonostante la dimensione comica che la vicenda assume nel racconto dello stesso Varoufakis, il tema del Piano B aveva comunque una ragion d’essere tutt’altro che ridicola. Un governo senza sovranità monetaria può infatti essere ricattato dalla banca centrale, visto che quest’ultima tiene le redini del sistema di pagamento necessario all’ordinato funzionamento di un’economia sviluppata.

Ridicola è invece la trasposizione italiana di questa pellicola che ci viene offerta dall’economista della Lega, Claudio Borghi, con la teoria dei Minibot. Ignorando del tutto la natura del problema, cioè il fatto che qualsiasi ritorsione dell’autorità monetaria passerebbe immediatamente per l’architettura informatica del sistema di pagamento, i leghisti sembrano convinti di poter garantire l’ordinario funzionamento dell’economia, in caso di comportamenti ostili della BCE, attraverso la circolazione di biglietti cartacei con stampate le facce della Fallaci e di D’Annunzio: i Minibot, per l’appunto. Spiega Borghi in un video del 2017: “Nel momento stesso in cui decido di non adoperare più l’euro, o anche soltanto di entrare in una discussione dura per trovare le modalità di smantellamento, e costoro pensassero di attuare delle tattiche ‘alla greca’ per cercare di forzarci la mano e quindi chiudere le banche lasciando la gente senza contanti, senza bancomat: non potrebbe più succedere che la gente si trovi con la paura di non avere il contante perché altrimenti Francoforte non ti fa più vedere l’euro, perché avrebbe già i Minibot in normale circolazione, e quelli non potrebbero essere contingentati da nessuno. E quindi noi avremmo la possibilità di avere questa arma di prosecuzione tranquilla della circolazione del contante, senza dover sottostare agli ordini di qualcuno. Nel momento stesso in cui si decide di uscire, il Minibot diventerà già il contante della nuova moneta, e tutto sarebbe molto più semplice.” Gestire ogni giorno 34.000 pagamenti da 2 milioni di euro ciascuno per masse da 68 miliardi di euro con banconote cartacee non sembra la migliore delle idee. Borghi è convinto che il problema sia garantire la circolazione dei contanti: non sa, forse, che oggi il circolante rappresenta meno del 6% del PIL mentre l’aggregato monetario (in gergo tecnico, M2) che include anche i depositi bancari, i libretti postali e tante altre forme di moneta elettronica che per circolare ha bisogno di una rete interbancaria, supera il 90% del PIL. Inventare nuove banconote parallele all’euro può dare forse l’illusione ottica che si stia sfuggendo dalla morsa dei vincoli europei, ma non risolverebbe assolutamente il problema che si ponevano Tsipras e Varoufakis, e che Salvini e Borghi – molto probabilmente – non hanno mai seriamente preso in considerazione. Stendiamo dunque un velo pietoso sull’aspetto tecnico della questione – sulla effettiva praticabilità di un’uscita dall’euro indotta a partire dall’introduzione dei Minibot – e proviamo a concentrarci sul punto politico, che è forse il lato più interessante di tutta questa vicenda.

La strampalata tesi per cui i Minibot siano un primo passo fuori dall’euro, oggi agitata dall’opposizione liberista a questo governo, dal PD alle agenzie di rating, nasce in seno alla Lega, e viene candidamente illustrata da Borghi nel video già menzionato, dove i Minibot sono presentati come “un espediente per uscire in modo ordinato e tutelato” dall’euro. Il ragionamento di Borghi è il seguente: “Se uno si deve preparare all’uscita, non può pensare di prepararsi all’uscita fuori dalle regole. Devi prepararti dentro alle regole europee, e dopo salutare. Perché sennò altrimenti chiudi tutto e automaticamente fai le tue cose. Invece bisogna pensare a qualcosa che sia in regola e che possa funzionare prima, che mi renda più semplice l’uscita.” Il discorso non ha alcun senso logico, ma proprio per questo rivela chiaramente il senso politico dell’operazione Minibot architettata dalla Lega. Borghi sta dicendo che per uscire dall’euro, cioè prima di uscire dall’euro, devi introdurre una moneta parallela che, al momento giusto, diventa la valuta ufficiale del Paese in barba ai burocrati di Bruxelles. L’economista della Lega pone l’enfasi sulla necessità che questa moneta parallela sia accettata dall’Europa. Qui sta il non senso: se si riuscisse ad introdurre una moneta parallela “che sia in regola”, cioè accettata dall’Unione Europea, si avrebbe tutto il necessario per realizzare quelle politiche fiscali espansive che i vincoli fiscali e monetari imposti dall’Europa impediscono oggi anche solo di immaginare, e dunque non ci sarebbe più quell’immediato bisogno di uscire. Fosse possibile finanziare spesa sociale, sanità, istruzione, pensioni e perseguire la piena occupazione “dentro alle regole europee”, non vi sarebbe più l’urgente bisogno di rompere la gabbia, semplicemente perché quella è una gabbia nella misura in cui ti impedisce di usare la leva monetaria (ossia la possibilità di finanziare spese pubbliche stampando moneta) per creare nuova occupazione e tutelare i lavoratori già occupati. Un abisso separa i termini del discorso illustrati da Varoufakis dalla dimensione farsesca del progetto leghista: per i vertici di Syriza il problema era tenere botta davanti ad un’azione ostile dell’autorità monetaria, e non certo realizzare una sorta di ‘uscita dall’euro all’interno dell’euro’, come invece confessa senza vergogna Borghi. Il Piano B deve servire a gestire l’emergenza che si presenta al momento della rottura con la BCE e le altre istituzioni europee, ma non appena la rottura si sia consumata l’unica opzione possibile per gestire la circolazione monetaria di un Paese è prendere possesso del sistema di pagamento ufficiale, ovvero dell’infrastruttura gestita dalla banca centrale. Questo è il cuore del problema politico che la barzelletta dei Minibot ci aiuta a far emergere: il tema del potere.

Se una forza politica ha intenzione di incidere sulla realtà, e dunque si pone tra i suoi obiettivi il governo dell’economia, avrà bisogno di tutte le strutture di potere necessarie a gestire questa complessità, a partire dalla banca centrale. A modo suo, Varoufakis alludeva a questo quando parlava della necessità di passare dalle cinque persone che avevano sognato il romanzesco Piano B alle mille occorrenti a realizzarlo. Rompere con l’Europa significa riprendersi l’autorità monetaria e usarla per creare lavoro e difendere lo Stato sociale. Significa mettere le mani sulla Banca d’Italia, cioè pretendere che operi al servizio del governo e non agli ordini delle istituzioni europee. E Borghi in effetti è sincero: nel video dice chiaramente che lo stratagemma dei Minibot è un’alternativa alla rottura, cioè – per usare le sue parole – al “chiudi tutto e automaticamente fai le tue cose”. La favoletta dei Minibot è la plastica rappresentazione della mancanza di volontà politica da parte della Lega di mettere in pratica qualsiasi ipotesi di rottura con l’Europa, e della spasmodica ricerca da parte dell’aitante Salvini della massima compatibilità con le regole europee. Perciò, se proprio si deve dare l’impressione di star implementando qualche operazione di rottura, meglio utilizzare, fra tutti, l’espediente più innocuo.

Molto dotto e condivisibile tranne, ovviamente, mettere nella stessa frase le parole "Economista" e "Borghi".
A meno che "Economista della Lega" sia un po' come "Sociologo delle massaie", titolo che poteva spettare persino ad Alberoni (R.I.P.).
 

Petronio_arbiter

Chiamatemi Nuanda
Ho detto solo che, prima ancòra che si parlasse di minibot, stavo pensando a quali modalità alternative esistono per mettere al sicuro i propri risparmi dall'incapacità delle scimmie al volante (fonte: Forchielli).

mah, mi sembra che gli italiani non siano molto accorti nel "mettere al sicuro" i propri risparmi... :specchio:

La fuga delle famiglie da azioni e fondi. Sui conti correnti fermi 1.230 miliardi

evidentemente hanno la memoria corta... nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1992, il ministro più Amato dagli italiani :D operò un prelievo forzoso ed improvviso del 6 per mille su tutti depositi bancari... aliquota che applicata sulla cifra attualmente depositata nei cc fornirebbe circa 7,5 miliardi, che basterebbero appena a coprire il reddito di cittadinanza
 

Users who are viewing this thread

Alto