Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, è ricomparso in pubblico sabato, per la prima volta dall'inizio del blackout che paralizza il paese da giovedì scorso, per denunciare che l'interruzione dell'elettricità è dovuta a un "sabotaggio criminale" diretto dagli Usa, mentre il suo rivale Juan Guaidò è riuscito a malapena a parlare ai suoi per lanciare un appello alla mobilitazione di piazza. Maduro, che negli ultimi tre giorni aveva solo pubblicato qualche tweet isolato, ha parlato davanti a migliaia di persone al termine della Marcia Antimperialista Bolivariana che aveva convocato a Caracas, e ha raccontato che da giovedì pomeriggio al mezzogiorno di sabato, si sono susseguiti "attacchi cibernetici, elettromagnetici e fisici" contro la rete elettrica, in una operazione organizzata con il supporto degli Usa e la complicità di "sabotatori golpisti infiltrati" nell'ente elettrico nazionale, Corpoelec.
Il presidente ha detto che in tre occasioni il governo era riuscito a ristabilire l'erogazione di energia elettrica, e ogni volta di sono registrati attacchi e sabotaggi che hanno vanificato i suoi sforzi. Maduro ha chiesto di "essere pazienti", aggiungendo che "auspica che ben presto tutti i venezuelani dispongano di quello a cui hanno diritto", senza fornire altri dettagli, e assicurando che la "nuova imboscata imperialista" sarà sconfitta come tutte le precedenti.
Poco prima, in un'altra parte della città, Juan Guaidò, il presidente del Parlamento che ha assunto i poteri dell'Esecutivo, ha parlato davanti a un pubblico ben meno numeroso, in piedi su un'automobile e con un megafono in mano. (ANSA 10/3/2019)