Per cortesia ripristinate il 3d di mototopo (3 lettori)

snapo

the greater the truth, the greater the libel
Ti ripeto studia i meccanismi di formazione della Commissione ...

La formazione sella Commissione tiene conto,del risultato delle elezioni europee.
uhm...
mi verrebbe da citare il Grande De Curtis...ma preferisco soprassedere

veniamo al merito...LA DEMOCRAZIA

io nn so quale sia la tua idea di democrazia...ma ce n'è una universalmente(l'iperbole nn è mia ma è quella della pompa magna politico/mediatica...magari su vega ne hanno una diversa...:D) riconosciuta:

1) in democrazia sono i popoli mediante il suffragio universale a decidere i propri governi
2) i governi in democrazia sono espressione delle maggioranze uscite dai turni elettorali
3) in democrazia esistono maggioranze che governano e opposizioni che mirano al miglioramento dell'operato governativo e/o alla caduta della maggioranza per poterla poi sostituire in un nuovo turno elettorale tramite il mandato del popolo
4) istituto fondamentale della democrazia e del governo è il voto di fiducia
5) tramite quest'ultimo la maggioranza verifica la coesione su leggi e operato
6) quando questa viene meno e si trasforma in sfiducia ciò significa che nn esiste + una maggioranza e tantomeno un governo
7) si esplorano tentativi di nuova formazione governativa che poi dovrà ottenere la fiducia su di un programma....altrimenti si rimette il mandato al popolo che deciderà le prorpie sorti

a) niente di tutto questo avviene in europa
b) l'unico organo rappresentativo è il parlamento che tuttavia non ha potere di veto(sfiducia) contro eventuali distorsioni governative
c) la commissione nn è la sintesi di una maggioranza elettorale...nn è il sunto di una volontà popolare...nn si presenta alle elezioni con un programma
d) la commissione è il compromesso di rappresentanza delle nazioni della ue...è un inciucio che annovera nel suo seno tutto e il contrario di tutto(politicamente parlando)
e) il suoi ministri(commissari) nn subiscono il controllo del parlamento(nn possono essere sfiduciati con mozioni)
f) il suo pm(il presidente) nn può essere sfiduciato dal parlamento
g) il programma della commissione nn è il programma di una parte...nn rappresenta un'idea del mondo...una volontà...e come tale nn viene sottoposta alla valutazione popolare del voto
h) l'operato della commissione...unico caso al mondo...nn subisce il controllo del parlamento...nn riceve sfiducie perchè nn può essere sfiduciato

i) l'organo + alto che sarebbbe quello legislativo...il parlamento...de facto nn legifera...nn fa leggi che nn siano prima concordate tra i governi della ue...passando dalla tagliola della commissione...stravolgendo così il normale equilibrio tra potere legislativo ed esecutivo che è il fondamento della democrazia


poi, ripeto, se uno ha un'idea di democrazia sui generis...allora tutto cambia...

ma
la
DEMOCRAZIA
è quella roba
descritta
sopra!

saluti
 

mototopo

Forumer storico
la analisi economica del diritto.






























lunedì 24 dicembre 2018
GIALLI: I SINDACATI GIALLI PORTANO AI GILET GIALLI. E ALLE STELLINE GIALLE. [/paste:font]


Post di Bazar




«L'accordo di Parigi non sta funzionando così bene per Parigi. Proteste e rivolte in tutta la Francia. Le persone non vogliono pagare grosse somme di denaro, la gran parte a favore di paesi del terzo mondo (che sono gestite in modo discutibile), al fine di forse di proteggere l'ambiente. Cantando “Vogliamo Trump!” Amo la Francia.» Donald J. Trump
1- Fenomenologia del conflitto sociale in Europa

Il conflitto sociale in Europa si sta infiammando e, nonostante la soffocante cappa mediatica di un sistema di comunicazione monopolizzato dalle classi egemoni compatte nel portare avanti il dogma neoliberista e mondialista – costi quel che costi – la situazione sembra sfuggire dal loro controllo.

Ci sono due note da fare: la prima consiste nel riportare e commentare ciò che accade in Europa ed in particolare in Francia. La seconda consiste nel vedere quali misure prendono affannosamente le élite globaliste per riprendere il controllo sociale e andare avanti – costi quel che costi – nel loro progetto.

Da circa un mese la Francia è sconquassata da una grande protesta, di una dimensione mai vista nonostante disordini, scioperi generali, e caos dovuti al blocco dei trasporti non siano insoliti oltralpe:

« Circa 100.000 persone [hanno bloccato] le strade a pagamento, le stazioni di servizio e gli incroci creando gravi e problemi ai trasporti e ai grandi centri commerciali. La protesta si sta dimostrando estremamente difficile da disinnescare, dal momento che non c'è un particolare leader con cui negoziare. »

«Nel fine settimana gli ulteriori disordini mostrano che il movimento sta andando fuori controllo»

Nonostante gli ingenti danni economici inferti ai rentier e alle aspettative poco incoraggianti degli investitori, l'84% del pubblico francese su Le Figaro definivano «giustificata» la protesta.

Settimana scorsa lo scontro tra forze dell’ordine e manifestanti è stato ancora più violento: Macron capitola.

Ma questo sabato la protesta si è fatta ancora sentire.






«noi non dimentichiamo il trattato di Lisbona adottato dopo che è stato bocciato nel 2005, noi non dimentichiamo i 13 anni senza referendum.»

«Se il despota cade in Francia, cade dappertutto» - Victor Hugo
La Gran Bretagna si vede umiliata dalla UE e la delicata trattativa dell’Italia sul deficit mostra le sue prime difficoltà.

L’Ungheria di Orban, mentre è in subbuglio per proteste anti-governative, è pure messa sotto pressione dalla UE.

Le tensioni in Catalogna sono vicine al “punto di ebollizione”, la Svezia è praticamente un campo di battaglia.

La Grecia non esiste più se non come espressione geografica.

Una riflessione tranchant è questa: come nota Sapir, in Francia chi protesta non ha ancora bene le idee chiare sulle dinamiche che hanno portato all’impoverimento della del popolo francese. Altrimenti, si potrebbe aggiungere, mai sarebbe stato votato Macron che ora i francesi vorrebbero dimesso.

In particolare non è stato introiettato come la moneta unica sia la madre di tutte le contraddizioni.

In Italia un po’ di coscienza in più ci sarebbe, ma il dissenso viene vincolato dall’enorme retorica europeista propagandata e da alcuni partiti che – a quanto pare – hanno fatto del distruggere il Paese come sacrificio a “il Mercato” una missione.

Nel momento in cui il clero degli informatori dei media di massa, dei giornalisti e degli accademici, non riesce più a nascondere l’esproprio di massa di ricchezza, di mezzi di produzione pubblici e privati, di diritti sociali, dei diritti alla salute e ad una vecchiaia serena, lo spirito di sopravvivenza del corpo sociale, ancora sano e non psicologicamente corrotto, fa sentire la sua reazione.

L’unica risposta veramente temuta dalle élite è una insurrezione di massa incontrollabile; è il loro incubo: che il crollo delle istituzioni porti alla confisca di proprietà private e personali. O alla loro semplice distruzione. A questo serve quella parte di struttura e sovrastruttura sociale che sono l’informazione e l’indottrinamento di massa: ad evitare tutto ciò.

Quando gli strumenti di controllo psicologico non funzionano più, quando l’indottrinamento e la propaganda non fungono più da sedativi, mistificatori, e manipolatori di coscienze fino al raggiungimento della dissociazione completa – quella per cui la coscienza critica viene completamente annullata e i principi di identità e di non contraddizione saltano psicoticamente nell’elettore mediano – allora il finto pluralismo liberale lascia spazio alla violenza diretta del totalitarismo del mercato.


2- La risposta totalitaria delle classi dominanti in Europa

A questo punto commentiamo brevemente questo articolo ripreso da Voci dall’Estero.

Il tema dibattuto è riassumibile in:

«La Ue rischia di crollare, e le persone che temono di perdere il potere tendono a gesti estremi di controllo dittatoriale.»

Paiono emergere delle forze – forze che sembrano viste di buon grado dall’amministrazione Trump – che trovano un’apparente autonoma capacità di convergere contro quello che viene ritenuto il Leviatano eurounionista.

Se consideriamo la UE il progetto di punta della mondializzazione, ci possiamo aspettare che le contraddizioni di questo abnorme progetto si scarichino precipuamente nel nostro continente.

E quali sarebbero le risposte che gli interessi materiali che sostengono la UE possono contrapporre a questi sommovimenti antagonisti?

Sicuramente creare una forza armata unionista, anazionale, in cui i soldati e gli agenti arruolati possano reprimere violentemente il dissenso senza particolari scrupoli da conterranea compassione.

Un’altra politica sarebbe quella di rendere totalitario il controllo di ogni mezzo di comunicazione, in modo che i motori di ricerca forniscano i collegamenti alle sole notizie ed informazioni propagandate dal potere dominante.

Una volta definiti i contenuti della propaganda, andrebbero censurate le fonti di informazione alternative delle reti sociali ospitate sulle piattaforme digitali.

Chiaramente più passa il tempo più i popoli europei vengono desovranizzati, privati dei più elementari diritti sociali e, di conseguenza, dei diritti politici.

Si noti: le politiche di austerità sono politiche classiste, volte allo sfruttamento di una classe sulle altre. Politiche volte all’oppressione e al dominio tramite la compressione dei diritti economici: ossia l’austerità, le politiche di pareggio di bilancio strutturale, sono la promozione e la diffusione di ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Giusto per sottolineare che, dietro ai tagli alla spesa pubblica, si nascondono i tagli ai diritti politici.

Chiaramente l’immigrazione di massa dà, da una parte il colpo di grazia definitivo allo Stato sociale, dall’altra crea una eterogeneità sociale e culturale che aumenta la conflittualità sociale tra sezioni dei medesimi ceti, alienando ulteriormente i lavoratori dalla vita pubblica.

È evidente, dati i sommovimenti che vedono gli europei sempre più coscienti dell’oppressione che viene promossa dalle istituzioni eurounioniste, che le soluzioni per la definitiva spogliazione e desovranizzazione a partire dalle nazioni-banchetto come quella italiana, devono trovare un’accelerazione.

In tutto ciò il sistema dell’istruzione viene smantellato per essere sostituito con un sistema che pare volto meramente all’indottrinamento. (Nota: a scuola si va per acquisire conoscenze, non competenze!, che non sono altro che un sottoinsieme delle prime e, sicuramente, il bagaglio meno adatto a sviluppare una coscienza critica).

Quindi il controllo totalitario dei ceti subordinati non potrà che avvenire attraverso la digitalizzazione, ovvero attraverso quel confusionario e claudicante progetto che permette agli oligopoli, proprietari delle varie soluzioni tecnologiche, di inserire informazioni personali ed aziendali in basi di dati che, per costruzione, sfuggono al controllo di chi vorrebbe vedere tutelata la propria privacy ed i propri segreti aziendali.

La digitalizzazione infatti non appare essere nient’altro che un invito alla libera circolazione dei propri dati personali mercificati e un invito allo spionaggio industriale.

Ogni riferimento alla fatturazione elettronica o alle blockchain e agli smart contract è da ritenersi pienamente giustificato.

(Evitiamo di parlare dei TSO di massa per carità di patria, in questa convergenza tra biotecnologie, digitalizzazione e Internet)

3- Conclusioni

È evidente che qualsiasi scenario distopico immaginabile – e chi non deve lavorare per vivere, e ha magari qualche disagio psichiatrico, di fantasia ne ha tanta – dipende dalla miseria di massa che viene prodotta da quel vincolo sociale e di classe che è il vincolo esterno. E non importa in quale ambito esso si presenti: il primo di tutti i vincoli esterni è quello socioeconomico. Capace da solo di conservare l’ordine classista.

Man mano che si cede sul fronte dei diritti economici e sociali, tutti i vari vincoli materiali ed immateriali che andranno a costruire la gabbia di quelli che il diritto positivo vorrebbe popoli sovrani, si realizzeranno. I popoli col tempo vengono sempre più sradicati e desocializzati: resi incapaci di trovare un’identità e una coscienza che gli permetta, solidarizzando, di opporre resistenza.

L’euro non è solo una moneta.

E non è neanche un semplice vincolo esterno.

L’euro è la prima catena di tante altre che, lentamente e in penombra, la classe egemone sta facendo passare intorno ai nostri polsi e alle nostre caviglie.

Se non si rompe quella, tutte le altre sono inevitabili.

Chissà se qualche sezione della classe dominante, contraddistinta per acume ed integrità psicologica, decide di far nascere spontaneamente un grande movimento di piazza anche in Italia.

Probabilmente se fosse veramente spontaneo e nazionale, non sarebbe contraddistinto da colori sgargianti…

Ed in Italia saremmo fortunati: per fare la rivoluzione basterebbe applicare la Costituzione e renderne effettivo il dettato.


Pubblicato da Quarantotto a 09:27 10 commenti
 

mototopo

Forumer storico
vede jolly,quello che lei epiteta imparziale,volutamente,,senza nessuna motivazione valida,e' la medesima persona,che ha creato da anni il blog orizzonte 48...sempre lui il presidente di sezione del consiglio di stato .barra Caracciolo,,di cui all articolo sopra e sempre in precedenza da me translato,prima del suo post , noto altresi' che lei risponde per partito preso,senza ne ascoltare i video ,ne leggere i post del presidente .sono in molti che hanno da imparare da questa persona, e qui su investire oggi tutti,nessuno escluso faccia una cosa,, se nn ci dorme di notte,,visto che ha scritto per le feste natalizie, organizzi una conferenza, .prenda il telefono lo chiama,e saremo lieti ,di assistere al dibattito sulla costituziome e i vincoli esterni del trattati europei,le esprime quello che sa,,poi sentiamo il controaltare del presidente,
 

mototopo

Forumer storico
economici.itil
attualita' dicembre 30, 2018 posted by admin
Come smontare le opinioni politiche di Pierre Moscovici di Valerio Malvezzi.

Ha detto il politico francese dell’Italia


Secondo il Commissario Europeo Pierre Moscovici, politico francese, già Ministro dell’Economia:
“Con l‘Italia possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarsi a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti.”

Ha detto il politico francese della Francia
Moscovici: “Sì a sforamento Francia, ma sia il più limitato possibile” – Semaforo verde da Moscovici invece per la Francia di Emmmanuel Macron. Il commissario europeo ha infatti ribadito che Parigi potrà sforare il tetto del 3% per finanziare le misure volte a sedare la crisi dei gilet gialli, ma ha auspicato che questa violazione dei patti assunti con Bruxelles per il 2019 sia “più limitata possibile” e “temporanea”.

Ma i numeri cosa dicono?
In tre grafici, su dati OCSE, vediamo:

1: il rapporto decennale deficit / PIL di Italia e Francia
2: la media decennale dei 2 Paesi
3: chi ha rispettato le regole negli ultimi 10 anni

Moscovici_01.jpg


Moscovici_02.jpg


Moscovici_03.jpg


Due pesi e due misure?
Giudicate voi.

Valerio Malvezzi
 

mototopo

Forumer storico
Perchè l’Unione Europea è il più grande pericolo per i creditori di tutto il mondo, e per l’Italia: la riforma del ESM


euro-madness-2.jpg






La Germania è letteralmente terrorizzata dalla possibilità che, prima o poi, come è successo in ogni altra parte del mondo all’intrno dei processi di unificazione, qualcuno la chiami a rispondere del proprio enorme surplus commerciale verso le altre aree dell’unione con trasferimenti di carattere fiscale. Prendendo l’esempio dell’Italia, quella della crescita terminata con il 1990, vi era un sistema che funzionava e garantiva benessere diffuso perchè il Nord industriale vendeva i propri prodotti al Sud che li pagava in parte con trasferimenti pubblici, in parte con un proprio lento sviluppo ed in parte fornendo manodopera alle fabbriche del Nord. Una simbiosi non ottimale, ma che 30 anni ha garantito un benessere al Nord ed al Sud.

Un’evoluzione del genere è impensabile per la Germania: tutte le prospettive e le analisi provenienti dai think tank tedesch, compresi quelli di CesIFO, che avete potuto leggere su Scenari Economici indicano come questa prospettiva viene vista da evitare ad ogni costo, letteralmente terrorizzante, così negativa da prospettare piuttosto la rottura dell’euro area. Il problema è che, nello stesso tempo, la Germania pretende di essere la guida politica ed economica dell’unione, in una modalità quasi imperiale: basta ascoltare le parole della Merkel recentemente pronunciate a proposito del Migration Compact , con le quali si afferma che tutti i paesi dovranno accettare le nuove norme anche contro la propria volontà democratica, per capire l’ideologia imperiale che ne è alle spalle. Una posizione egemonistica ed imperiale però mal si sposa con il rifiuto per un aiuto alle “Province” più deboli, leggasi Spagna, Francia, Italia etc. Cosa fare a questo punto? L’idea è stata eccellente dal punto di vista germanico: si è creata una “Seconda Lega Anseatica” composta da staterelli del Nord Europa, e dai Paesi Bassi, la cui somma della popolazione non è pari neppure a quella spagnola, con il compito di portare avanti la riforma degli strumenti di assistenza finanziaria europea in modo tale che la prospettiva di un trasferimento fiscale NON sia neppure pensabile. Si è quindi lasciato a politici espressi da stati confrontabili, come PIL e popolazione , a province italiane il compito di svolgere il lavoro sporco di bloccare qualsiasi evoluzione politica europea.

Ora i criteri che sono stati individuati dall’Eurogruppo come guida per il futuro utilizzo del ESM, European Stability Mechanism, che dovrebbe trasformarsi in un European Monetary Fund, e per un intervento sono:

  • imposizione di clausole CAC single Limb che permetterebbero al fondo di tagliare e ridurre l’indebitamento in modo molto più semplice;
  • l’accesso al ESM/EFM dovrebbe essere preceduto dalla riduzione del debito al di sotto del 60% o da una riduzione del 5% in un singolo esercizio;
  • per accedere al fondo è necessario che non si superi il rapporto deficit PIL del 3%;
  • per accedere al fondo il 3% non deve essere superato neanche nel caso di recessione, senza misure fiscali strutturali (cioè senza fare nulla);
  • a questi criteri quantitativi si aggiungono tre criteri qualitativi, cioè che non devono esserci eccessivi sbilanci nel bilancio dello stato, non devono esserci procedure di violazione in corso, ed il debito deve essere sostenibile.
Quindi ammettiamo che l’Italia per una crisi di liquidità o di collocamento del debito pubblico chiedesse di accedere al ESM/EFM, questa dovrebbe:

  • tagliare il debito di oltre il 50%;
  • oppure ridurlo di 115 miliardi in un anno;
  • sottoporsi alla “Probatio diabolica” per cui anche di fronte ad una recessione il rapporto debito /PIL non dovrebbe superare il 3% SENZA FARE POLITICA ECONOMICA.
Si tratta di clausole scritte esattamente per NON rendere conveniente l’utilizzo del fondo steso per nessun motivo. Infatti :

  • un creditore preferirebbe l’uscita dall’euro, perchè comunque la svalutazione sarebbe inferiore al 50% anche nel peggiore dei casi;
  • 115-120 miliardi di manovra in un esercizio sono tagli dell’ordine del 13 del bilancio dello stato, il che significherebbe tagli enormi ai servizi ed allo stato sociale. Se pensiamo che il reddito di cittadinanza e quota 100 assieme sono 9 miliairdi, che genere di tagli possono essere quelli per 115 ?
  • Inoltre queste misure NON dovrebbero incidere sul rapporto deficit PIL. Come dire che smettere di mangiare per due settimane NON dovrebbe incidere sul peso corporeo. Logico, no?
La riforma del ESM è stata disegnata in modo tale che nessuno, soprattutto l’Italia, ma anche Francia, Spagna e Portogallo, possa mai accedervi. La cosa divertente è che anche l’Italia vi ha aderito, segno che:

a) non abbiamo capito cosa implicasse;

b) siamo tanto folli da adeguarci all’impossibile;

c) siamo matematicamente sicuri di uscire dall’Eurozona, e forse dall’Unione, che non ci interessano più le regole che dovrebbero regolarla.

In realtà le regole per l’ESM; disegnate dalla “Nuova Lega Anseatica”, non sono che la strada aperta per l’euroexit dei paesi più deboli. Un cammino disegnato dalla Germania, ovvio, ed appoggiato da una sere di paesi che pensano di essere più furbi degli altri, come la Polonia nel 1938 a Monaco. Senza rendersi conto che, economicamente, faranno la fine di quel paese.
 

mototopo

Forumer storico
gira gia da tempo nn male riproporlo

attualita' gennaio 4, 2019 posted by Ulrich Anders
STUDIO ESCLUSIVO: l’Italia ha pagato 3.900 miliardi di interessi dal 1980 (219% del PIL)




governmet-debt.jpg


Riprendiamo e attualizziamo un pezzo storico di GPG Imperatrice, apparso il 23 luglio 2013 e aggiornato nel 2015. Potete leggerlo qui, nella consueta precisione e incisività dello stile imperiale.
A distanza di 5 anni i risultati dell’analisi purtroppo sono gli stessi, a riprova della sua validità. “Le stesse cause danno i medesimi effetti”.

____________________________________________________________________________________
Abbiamo ricostruito i dati di PIL, Debito Pubblico, Deficit Pubblico, Saldo Primario(differenza tra entrate ed uscite della PA al netto degli interessi) e Spesa per interessi dal 1980 al 2018.



Analizzando i dati si nota:

  • IL DEBITO PUBBLICO HA AVUTO UNA FORTE CRESCITA DOPO IL 1981, DATA DEL DIVORZIO TRA BANCA D’ITALIA E TESORO, E PASSA DAL 54% DEL 1980 AL 117% NEL 1993.


  • LA SPESA PER INTERESSI ESPLODE SUBITO DOPO IL DIVORZIO TESORO-BANKITALIA E PASSA DAL 4% ALL’8% DEL PIL IN MENO DI 4 ANNI (1981-84)
  • IL DEFICIT ESPLODE NEGLI ANNI 80 A CAUSA DI 2 FATTORI:
    • INCREMENTO INCONTROLLATO SPESA PER INTERESSI (vedi sopra)
    • INCREMENTO SPESA PUBBLICA CORRENTE TRA ANNI 70 ED 80.




DAL 1992 AL 2018 IL SALDO PRIMARIO CUMULATO – ATTUALIZZATO AL 2018 IN BASE ALL’INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO – E’ DI BEN 1.043 MILIARDI DI EURO: IL 60% DEL PIL.





SEMPRE ATTUALIZZANDO I DATI IN BASE ALL’IPC, L’ITALIA HA PAGATO TRA IL 1980 ED IL 2018 LA BELLEZZA DI 3.872 MILIARDI DI EURO (costanti 2018) DI INTERESSI, PARI AL 219% DEL PIL, UNA CIFRA DI PROPORZIONI ENORMI.



ATTUALIZZANDO I DATI CON IL DEFLATORE DEL PIL (AMECO) IL CUMULO DEGLI INTERESSI PAGATI TRA 1980 e 2018 AMMONTA A QUASI 4.000 MILIARDI.



Abbiamo aggiornato la SIMULAZIONE di GPG: tenendo fermi i saldi primari ed i valori di PIL dal 1993 in poi, abbiamo visto l’evoluzione del Debito Pubblico dal 1993 ad oggi. Se nel 1993 il Debito Pubblico fosse stato del 60% oggi sarebbe al 27%, e pagheremmo circa 13 miliardi di interessi anziché 64.


Avanzerebbero dal bilancio annuale dello Stato 40 miliardi, con i quali si potrebbe ad esempio abbassare la pressione fiscale dal 42,5% al 40%, oppure lanciare un piano colossale di investimenti pubblici, o dotare il paese di un welfare all’avanguardia.

In sintesi, negli ultimi 20 anni (1999-2018) IL DEBITO E’ PASSATO DA CIRCA 1.770 A 2.310 MILIARDI DI EURO (valori 2018) RESTANDO SOPRA AL 110% DEL PIL nonostante il fatto che:

  • ABBIAMO PAGATO 1.650 MILIARDI DI INTERESSI (valori attualizzati al 2018)
  • ABBIAMO REALIZZATO SALDI PRIMARI ATTIVI PER 650 MILIARDI (valori attualizzati al 2018)
Sempre in sintesi, negli ultimi 30 anni (1989-2018) IL DEBITO E’ PASSATO DA CIRCA 1.200 A 2.310 MILIARDI DI EURO (valori 2018) AUMENTANDO DAL 90% AL 132% DEL PIL nonostante il fatto che:

  • ABBIAMO PAGATO 3.154 MILIARDI DI INTERESSI (valori attualizzati al 2018)
  • ABBIAMO REALIZZATO SALDI PRIMARI ATTIVI PER 994 MILIARDI (valori attualizzati al 2018), CIFRA CHE NON HA EGUALI IN EUROPA
In conclusione l’Italia ha comunque fatto per 30 anni enormi sacrifici, con risultati sul fronte del risanamento nulli, e straordinariamente negativi sul fronte della crescita. I salari reali sono scesi al livelli del 1997, il PIL procapite è precipitato e la disoccupazione è scesa leggermente soltanto al costo di decine di miliardi di incentivi e della precarizzazione di milioni di persone
 

mototopo

Forumer storico
Guido da Landriano
Le politiche di Soros per l’Italia e l’Europa ed il ruolo del Corriere della Sera. Fate 1+1=2……..




george-soros-678x381-triste.jpg


Anche su Scenari Economici abbiamo parlato delle fortissime accuse mosse dal corrispondente da Bruxelles del Corriere della Sera, Ivo Caizzi, alla direzione del suo giornale:

PER DIFENDERE LA VERITA’ UN GIORNALISTA ATTACCA IL PROPRIO GIORNALE. IL CASO CORRIERE DELLA SERA


Si parlava di numerosi casi in cui la Direzione veniva a distorcere le vere informazioni raccolte dal giornalista, facendo apparire impossibile un accordo fra Commissione e Governo italiano che, in realtà, per quanto complesso e difficoltoso, era già negli atti. Non si era trattato di un solo episodio, ma di diversi casi in cui in giornalista scriveva “Tutto ok, stanno discutendo,” e la direzione, Motu Proprio, smentendo il giornalista, scriveva “No, non è vero, l’Europa respinge l’Italia”.

Perchè un giornale dovrebbe minare la propria (scarsa) credibilità con queste mosse? Un articolo di oggi de “La Verità” ce lo fa capire chiaramente basta fare 1+1.

Primo Addendo:

Come riporta la Verità:

verità-web.png


Volendo essere più precisi il pezzo afferma che Soros incontrò, come riportato anche da Italia Oggi ed all’Epoca dallo stesso Corriere, incontrò il vice di Juncker, Timmermans, e, secondo queste stesse fonti, chiese che la finanziaria italiana venisse bocciata e che quindi si aprisse da un lato la porta alla Troika in Italia, e dall’altro si facesse così esplodere lo spread che, presumibilmente, avrebbe ben superato i 400 punti base. Una manovra che avrebbe fatto cogliere a George Soros i proverbiali “Due piccioni con una fava”: affossare il governo gialloverde “Populista” da un lato e permettere probabilmente un’enorme speculazione 1992 style. Timmermans, che tra l’altro è candidato dei socialdemocratici, afferò che non era possibile.



Secondo addendo.

Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, è Consigliere di Open Society Europe.

fubini-open-society.png


Fubini è consigliere nella Fondazione Open Society Europe, fondata da George Soros, la quale gestisce la maggior parte del suo patrimonio….



Totale

La Verità afferma che, sulla base delle notizie risultate, saranno presentate delle interrogazioni in Senato per conoscere il ruolo del Corriere della Sera in tutta la vicenda se i pezzi scritti da Fubini, ma noi aggiungeremmo anche da Fontana, il direttore, hanno aiutato gli speculatori. A questo punto ci sarebbe da fare direttamente la somma degli addendi sopra scritti e domandarsi se, dietro questi articoli, non ci sia qualcosa di più grave che soltanto un po’ di cattiva informazione, ma addirittura un disegno eversivo per rovesciare il governo, magari al servizio di poteri esterni. In altri momenti storici avrebbe indagato la Magistratura, ma , adesso, sembrano un po’ troppo impegnati nella tutela degli immigrati…..
 

Users who are viewing this thread

Alto