Obbligazioni societarie HIGH YIELD e oltre, verso frontiere inesplorate - Vol. 2 (8 lettori)

Myskin

Forumer stoico
sono anni che le banche centrali pompano denaro e qui in occidente non è migliorato nulla, se stacchi o allenti un po' la spina fai vedere le vere magagne del nostro bel mondo, del resto la politica monetaria i problemi non li risolve, spesso li crea
 

mikim

Forumer attivo
amici highyieldisti, secondo voi il peggio dello storno è passato? o scende ancora? sarebbe il momento di rientrare? o aspettare? ogni parere, senza alcuna responsabilità, sarà very welcome con un grazie anticipato
Visione di UBS

20 November 2018, 11:52PM UTC


CIO Reaction

UBS House View

Le prospettive sono più positive rispetto alle valorizzazioni di mercato





Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, le piazze azionarie hanno ricominciato a perdere terreno. La flessione registrata finora ci sembra eccessiva e rappresenta una correzione all’interno di un mercato ancora rialzista.

Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, le piazze azionarie hanno ricominciato a perdere terreno, con un calo complessivo degli ultimi due giorni del 3,3% per l’S&P 500 e del 2,6% per l’MSCI All Country World. Lunedì il mercato è stato trascinato al ribasso dal settore tecnologico, per via dell’impatto negativo delle minori vendite di smartphone, mentre la flessione di martedì è riconducibile alla continua preoccupazione per un rallentamento della crescita e al clima generale di avversione al rischio, dato che i comparti ciclici hanno registrato le performance peggiori e il petrolio è sceso del 6%. Il forte calo delle quotazioni del greggio ha amplificato i timori per le obbligazioni corporate high yield, che hanno visto gli spread salire di 114 punti base (pb) dai minimi di ottobre, a quota 425 pb.



La decelerazione dei tecnologici, il ritmo meno sostenuto della crescita, il calo del petrolio, la debolezza del mercato immobiliare americano e le tensioni nel settore creditizio costituiscono tutti fattori di rischio che monitoriamo con attenzione, ma non crediamo che possano segnare la fine della fase di espansione del ciclo economico statunitense e globale.



La fragilità del settore high tech è ascrivibile a una combinazione di fattori quali il posizionamento concentrato, preoccupazioni relativi alla domanda di smartphone e apprensione per i semiconduttori. La vendita delle posizioni ha determinato un miglioramento delle valutazioni e, in contrasto con il calo delle vendite degli smartphone, la spesa informatica delle aziende prosegue a ritmo robusto.



Gli utili deludenti diffusi martedì da alcune grandi catene della distribuzione americane hanno alimentato i timori esistenti. Ma la crescita dei ricavi, un indicatore più preciso della forza dell’economia statunitense, si mantiene solida e la spesa durante la prossima stagione natalizia dovrebbe aumentare di almeno il 5%, un incremento tra i più elevati degli ultimi anni. L’economia complessiva è avviata verso una crescita del PIL del 2,5-3% nel quarto trimestre. Al di fuori degli Stati Uniti, i tassi di espansione congiunturale sono in calo da inizio anno, ma si mantengono al di sopra dei tassi a lungo termine.



Il forte ribasso del greggio nella giornata di martedì non è stato motivato da novità particolari sul piano dei fondamentali ed è quindi probabile che sia stato innescato dall’avversione al rischio generalizzata. Ci aspettiamo che i fondamentali ancora favorevoli sul piano della domanda e dell’offerta possano sostenere i prezzi nel medio periodo.



L’ulteriore deterioramento di un indicatore del mercato immobiliare – l’indagine mensile della National Association of Home Builders, pubblicata lunedì – ha accresciuto la preoccupazione circa la possibilità che l’aumento dei tassi agisca da freno sull’economia. Tuttavia, la domanda rimane ragionevolmente solida nel segmento delle case a prezzi moderati, mentre i limiti dell’offerta stanno diminuendo su diversi mercati. Nel nostro scenario di riferimento, che prevede tassi relativamente stabili nel corso del prossimo anno, le quotazioni immobiliari diventeranno un po’ meno proibitive, mitigando un ulteriore rallentamento del mercato.



Infine, l’allargamento degli spread creditizi è avvenuto in buona parte nelle ultime settimane, dopo che i corporate bond erano usciti relativamente indenni dalla correzione azionaria di ottobre. Uno dei motivi è il forte calo dei prezzi petroliferi, oltre al fatto che gli investitori sono diventati più intransigenti nei confronti dei titoli più deboli. Tuttavia, gli spread delle obbligazioni high yield offrono una ricompensa ragionevole a fronte del rischio d’insolvenza, che secondo le nostre stime – nel contesto di un’economia ancora robusta – dovrebbe attestarsi al 2,5% a 12 mesi, un livello modesto su base storica.



Conclusioni: la flessione registrata finora ci sembra eccessiva e a nostro avviso rappresenta una correzione all’interno di un mercato ancora rialzista, che ha reso più convenienti le valutazioni. Nell’asset allocation tattica abbiamo recentemente rafforzato il sovrappeso sulle azioni globali, poiché crediamo che le quotazioni scontino già i rischi per la crescita e il commercio. Il rapporto rischio/rendimento associato alla detenzione di azioni ci sembra quindi asimmetrico e favorisce un rialzo dei listini azionari nei prossimi sei mesi. Tuttavia, deteniamo anche posizioni anticicliche, tra cui un sovrappeso sui Treasury statunitensi a 10 anni, per gestire la volatilità del mercato, nell’attesa che giungano indicazioni più chiare sugli sviluppi relativi al commercio, alla Fed e alla crescita economica.



Authors

Jason Draho, UBS Financial Services Inc. (UBS FS)
 

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