Anteprima. Una nuova Storia dell'arte :) (1 Viewer)

baleng

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CAPITOLO 22 Il Minimalismo

Che dire? Eh?





























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Il cap 20 Op Art è stato totalmente rifatto perché non mi piaceva.

:king:
 

baleng

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CAPITOLO 23 L’arte concettuale



Mentre i pittori di tutte le scuole facevano soldi a palate, gli scrittori vivevano in miseria. Ciò li spinse ad escogitare un modo per spillare denaro continuo dai loro creditori. In pratica, non fecero altro che esporre alcune pagine ingrandite dei propri libri, dove c’era qualche fotografia e molte idee bislacche, e anche qualche vera e propria presa per i fondelli. Tuttavia, solo una piccola parte degli spettatori mostrava di capire: gli altri, potenza della suggestione, erano convinti di vedere delle vere opere d’arte moderna.

Gli scrittori alla fine esagerarono: non si limitarono ad ingrandire le pagine dei libri, ma vollero anche venderle a caro prezzo, suscitando un’invidia pazzesca da parte dei librai.

Naturalmente questa scelta comportava un apporto critico gigantesco: da tutti i manicomi del mondo furono chiamati i migliori specialisti in fantasie masturbatorie, i quali dettero un apporto così sostanzioso che più volte la censura fu lì lì per intervenire. Poi però, siccome non si capiva niente, i critici la sfangavano, anche se qualcuno, duramente, ma in sostanza pietosamente, fu menato con foga, allo scopo di fargli ritornare un minimo di buon senso.

In pratica, ci fu chi espose la foto di una marmotta spiegando che si trattava di esprimere l’estate: mar + Motta (gelati, fabbrica allora ancora non distrutta dalle cure dello stato). Altri presentavano un neon su fondo bianco e chiamavano il tutto Era inutile, con un sottile doppio senso che metteva brividi di piacere ai critici. Il migliore di tutti scriveva sul muro SONO STANC, la mancanza della O finale volendo esprimere che la stanchezza era tale da impedire all’autore di finire l’opera, però lasciando anche intendere che magari l’autore poteva essere slavo e chiamarsi Stanc: insomma un vero genio.

Tutte queste sottigliezze venivano però normalmente espresse in inglese, perché quella era la lingua di chi aveva i soldi. Che i poveri cinesi si arrangiassero, o rimanessero fermi alla vecchia, superata arte tradizionale. Questo particolare mostra quanto poco lungimirante sia stato quel movimento, visto che con il tempo i soldi finirono tutti, a conti fatti, proprio nelle tasche dei cinesi: bastava saper aspettare qualche annetto.
 

baleng

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CAPITOLO 24 L’arte povera


Nel periodo più politicizzato, negli anni in cui proprio tutto era “politico”, si cominciò a contestare il fatto che pennelli e colori costassero un botto. Qualcuno iniziò timidamente una specie di rivolta costruendo sculture di ghiaccio che venivano esposte nelle spiagge. Ben poco ci rimane tuttavia dell’arte di quel periodo, e spesso solo in forma indiretta, come i geloni alle mani del direttore di Palazzo Pitti. Il resto è misteriosamente scomparso, probabilmente rubato, e i ladri se la sono squagliata.

Ma la caccia al materiale economico era appena iniziata. Ben presto ci fu chi costruì una capanna con dei pali grezzi, ma avendo l’accortezza di collocarla furbescamente all’interno di grandi sale di museo, ben protetta e al riparo da venti ed intemperie, dove dunque le proprie imperfezioni di capanna dilettantesca buttata là un po’ alla penedisegugio non avrebbero creato guai reumatici agli occupanti.

Non c’era pericolo che le opere venissero danneggiate o rubate: la gente non entrava nemmeno ritenendo che quello fosse il deposito dei materiali, e tutto andò liscio (si tratta ovviamente di un modo di dire, visto che tra i materiali usati vi erano ruvidi bastoni e pietre grezze).

Gli artisti dell’Arte Povera, se in effetti non si arricchirono, riuscirono peraltro ad impoverire tutto il loro ambiente socio culturale. I musei si immiserirono, i collezionisti divennero depressi. Infine le loro opere vennero usate nelle scuole per fornire esempi di riciclaggio ecologico, e dell’arte povera non si sentì più parlare se non, misteri dell’arte, per i prezzi da record che facevano alle aste (un improbabile copri water in fiammiferi usati quasi pareggiò in una seduta d’asta - e mai nome fu più appropriato – il costo di un Picasso del periodo marrone il cui titolo qui non è permesso, per decenza, riferire).
 

mantegna

Forumer attivo
Manca la poesia visiva, non mi dire che li ignori anche tu così come gli americani che li hanno bannati come comunisti.

Ti ricordo lo slogan: Cuba sì, Yankee no.:)

Poi Fluxus.
 

baleng

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Manca la poesia visiva, non mi dire che li ignori anche tu così come gli americani che li hanno bannati come comunisti.

Ti ricordo lo slogan: Cuba sì, Yankee no.:)

Poi Fluxus.
Purtroppo sono molto ignorante rispetto alle briciole dell'attualità :prr: Nota che mancano anche Lunois, Klinger ecc Ci penseremo per la seconda edizione (avrò 90 anni, ma vabbè)
Tieni pure conto che manca ben altro (Tiepolo, Van Dyck ...) e che mi pare che la poesia visiva non possa competere ... ma chi è Fluxus? Uno che faceva un quadro rosso al mese? :B:rasta:

PS nota lo slogan sotto al mio avatar :fiu:
 
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baleng

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CAPITOLO 25 La Transavanguardia


La Transavanguardia fu il primo movimento in cui fu il critico a dire agli artisti che cosa dovessero dipingere. In realtà si trattava di agire come le industrie di tessuti: Fammi una roba con un po’ di fiori che non esistono, oppure Mi serve una decorazione a triangoli colorati ecc. Gli artisti, conquistati ciascuno da un assegno mai veduto prima, si misero all’opera subito, benché non avessero assolutamente toccato un pennello prima, e per questo il motto di “Ritorno alla pittura” parve ai più ben poco adeguato. Le industrie di tessuti, invece, dopo aver inutilmente contestato l’operazione, decisero per protesta di votarsi al minimalismo, cosa che determinò il precoce declino della transavanguardia, ormai uscita di moda.


Il quadro transavanguardista prevede un disegno appena abbozzato, un colore, anzi, molti colori buttati giù a caso, e un significato che dunque proviene soprattutto dal titolo. La versione tedesca della corrente, chiamata I Nuovi Selvaggi, ebbe infatti molto meno successo perché i titoli erano in tedesco e non li capiva nessuno.

Il nome Trans-avanguardia, infine, deriva dal fatto che le prime mostre prevedevano la presenza di graziosi viados transessuali su cui il pubblico inferocito potesse eventualmente sfogarsi senza arrivare a danneggiare i quadri stessi.


Alcuni pittori di questa corrente vennero chiamati a lavorare ed esporre in America, in quanto l’amministrazione USA voleva in tal modo dimostrare che l’epoca della mafia non era terminata (si riteneva che solo con l’apporto di pesanti e oscure minacce tali artisti potessero aver incredibilmente raggiunto il grande successo ottenuto). L’effetto fu peraltro controproducente: i mafiosi USA si ringalluzzirono e, intravisto l’affare, cominciarono a comprarsi le maggiori case d’asta con le buone o con le cattive. Da quel momento i prezzi dell’arte esplosero (e in questa parola si vede la chiara impronta mafiosa) e un dipinto di autore noto divenne come una banconota da decine di milioni. Ciò accadeva mentre, nel contempo, i governi europei si dannavano a proibire la circolazione di tagli superiori ai 50 o 100 €, e quello italiano prevedeva come massimo pagamento in contanti l’equivalente di un millimetro quadrato degli stessi quadri. Da ciò derivò un interesse diffuso per l’arte, che le banche acquistavano dando in cambio non denaro, quello mai, ma vagonate di miniassegni che nessuno avrebbe poi pagato.
 

vecchio frank

could be worse...
La Transavanguardia fu il primo movimento in cui fu il critico a dire agli artisti che cosa dovessero dipingere.
Il principale tra questi, se non l'unico, fu Achille Oliva. Belloccio, in gioventù ebbe un certo successo come fotomodello, tanto da guadagnarsi l'appellativo "Bonito". Laureatosi in Storia dell'arte grazie a un corso per corrispondenza acquisì poi una certa fama come critico, finché il suo narcisismo non lo spinse, ormai 70enne, a tentare di ripercorrere i suoi passi posando nudo per il noto mensile per sole donne Playgirl. Le reazioni delle lettrici non furono proprio entusiaste: la diffusione del mensile subì un crollo verticale, che lo portò alla chiusura dopo pochi mesi... :DD:

108605.jpg
 
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kiappo

Forumer storico
Il principale tra questi, se non l'unico, fu Achille Oliva. Belloccio, in gioventù ebbe un certo successo come fotomodello, tanto da guadagnarsi l'appellativo "Bonito". Laureatosi in Storia dell'arte grazie a un corso per corrispondenza acquisì poi una certa fama come critico, finché il suo narcisismo non lo spinse, ormai 70enne, a tentare di ripercorrere i suoi passi posando nudo per un settimanale. Le reazioni del pubblico non furono proprio delle migliori... :DD:

Vedi l'allegato 449397


Ah ah!..ciao Frank...questa non la sapevo!!! :accordo:
 

baleng

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Il principale tra questi, se non l'unico, fu Achille Oliva. Belloccio, in gioventù ebbe un certo successo come fotomodello, tanto da guadagnarsi l'appellativo "Bonito". Laureatosi in Storia dell'arte grazie a un corso per corrispondenza acquisì poi una certa fama come critico, finché il suo narcisismo non lo spinse, ormai 70enne, a tentare di ripercorrere i suoi passi posando nudo per un settimanale. Le reazioni del pubblico non furono proprio delle migliori... :DD:

Vedi l'allegato 449397
Elegantissimo il quadro concettuale esposto proprio in mezzo alla foto. :band:
 

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