Gli oncologi si farebbero la chemio? (2 lettori)

marofib

Forumer storico
se Blondet e' ancora vivo col tumore a piccole cellule (microcitoma) puo' dirsi miracolato gia' cosi'
mio padre e' morto in 3 mesi scarsi
e ben dal 2011 vedo ora
lui e' stato operato, a differenza di mio padre....forse la differenza e' qui + che nell'ascorbico ...anche senza forse
e la chemio proposta era adiuvante/preventiva(l'ha detto lui)...quindi non c'era + il tumore visibile strumentalmente(a sto punto possiamo dire che l'hanno proprio asportato definitivamente)

“La mia avventura ascorbica” di Maurizio Blondet

poi una precisazione: la vitamina c in vena AD ALTE DOSI e' OSSIDANTE non antiossidante/detox come scritto nell'articolo
l'ossidazione e' usata da vari farmaci oltre che dalla radioterapia per indurre uno stress/danno alle cellule tumorali che hanno meno capacita' di ripararsi rispetto alle sane....quindi non e' nemmeno lei una botta di salute
ricordo che anche la famigerata artemisia lavora con lo stesso principio
famigerata perche' anche oncologi illuminati la sconsigliano per i danni da troppa ossidazione
anche un noto blogger che purtroppo e' poi morto, si e' pentito di averla usata in quando ha notato subito dei danni neurologici (ben noti tra l'altro)
quindi e' una strada che non userei..perche' lascia cmq delle conseguenze
 
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marofib

Forumer storico
aggiungo: se vi e' mai capitato di leggere l'alimentazione da seguire prima della radioterapia
niente antiossidanti per non invalidarne l'uso...quindi e' evidente dove vanno a parare

quindi per lo stesso motivo, se dovessi fare delle radiografie,contrasto,tac ecc*..... quindi a scopo solo diagnostico...abuserei alla grande di antiossidanti in quel preciso istante o poco prima (quindi esempio spezie,cioccolato ecc)
mi e' capitato di vedere un test su dei topi presso chernobyl...alimentati con molti antiossidanti non avevano evidenti danni da radiazioni contrariamente ai coscritti lasciati liberi

*anche lunghi viaggi in aereo specie se passano per i poli.
 
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tontolina

Forumer storico
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Il Nobel che vuole boicottare le riviste scientifiche - Wired
 

marofib

Forumer storico
si, e' un po' che se ne parla
mi pare anche di ricordare che anche un ns connazionale di una nota universita' ne ha fatte di ogni

Quante bufale nei laboratori scientifici
cmq magari si fermasse tutto alle riviste scientifiche e alla mera vanita'.......e' manipolata anche tutta la sbobba che si trova in farmacia/ospedale
e' altresi' evidente che un lavoro che parla delle proprieta' dell'origano vs chemioterapico muovono interessi non paragonabili...quindi e' sicuramente + probabile trovare pastrocchi dove c'e' + denaro in ballo...su questo non ci sono discussioni
 
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marofib

Forumer storico
se penso che a mia madre hanno proposto per l'osteoporosi i bifosfonati (una vera schifezza pericolosissima..con un modus operandi assurdo..si uccide l'osso per salvarlo..da mettere in galera gli scienziati) mentre con 3 stupidate a gratis e senza effetti collat.. da 3 anni non perde massa ossea tanto che l'ultima volta da osteoporosi conclamata e' stata declassificata in semplice osteopenia
se iniziavo prima era meglio ma ci arriva si leggendo & leggendo
 
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marofib

Forumer storico
ma va?



«Malati di tumore, attenti a proteggere il vostro cuore» se fate radio e chemio


incollo perche' sti qua si fanno pagare


Bisogna prevenire e monitorare i possibili danni al cuore causati dalle terapie anticancro, evitando una terapia che possa causare cardiotossicità ogni qual volta esiste un’alternativa efficace contro il tumore. È questo il primo punto delle nuove linee guida rilasciate in materia dall’Associazione Americana di Oncologia (Asco), alle quali è stata dedicata un’intera sessione del congresso tenuto alcune settimane fa a Chicago. Gli altri due passaggi fondamentali, per tutelare i pazienti oncologici, sono fare un’attenta valutazione dei rischi cardiovascolari dei malati e sottoporli a un ecocardiogramma prima che intraprendano i trattamenti antitumorali.

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Radioterapia, antracicline e farmaci ormonali
«Le disfunzioni cardiache sono un serio effetto collaterale di alcune terapie oncologiche e possono interferire con l’efficacia della cura stessa, avere un impatto negativo sulla sopravvivenza dei malati o diminuirne la qualità di vita - ha sottolineato Saro H. Armenian, a capo del panel di esperti riuniti al convegno Asco -. Questo tema è di assoluta priorità per garantire ai pazienti le cure migliori». Grazie al numero crescente di pazienti guariti o cronicizzati (che quindi convivono anche molti anni con il tumore), oggi sono meglio note anche le conseguenze a lungo termine delle cure e numerose ricerche hanno provato come alcuni chemioterapici (ad esempio le antracicline) e la radioterapia (soprattutto per cancro al polmone o seno, più vicini al cuore) specie ad alti dosaggi, possano lasciare a livello cardiovascolare conseguenze indesiderate, talvolta irreversibili. Anche le terapie ormonali (anastrozolo, letrozolo, exemestane) possono alterare far aumentare il rischio tromboembolico.






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Problemi cardiovascolari possibili in metà dei malati
«Un altro fattore da tenere presente è che molte persone con una diagnosi cancro soffrono di malattie cardio-vascolari concomitanti, che possono compromettere la riuscita delle cure oncologiche - dice Armenian, oncologo al Comprehensive Cancer Center City of Hope di Los Angeles -. Anche in relazione all’età avanzata della maggioranza dei pazienti possiamo stimare che un malato oncologico su due abbia, a prescindere dal tumore, problemi cardiovascolari. In questi casi è possibile che l’organismo fatichi a sopportare i trattamenti anticancro (specie se prescritti a dosaggi elevati) oppure che i pazienti, pur curati con successo(?????????!!!!!!!) dal cancro, debbano poi scontare pesanti problemi cardiovascolari che ne peggiorano notevolmente la qualità di vita».



Cosa fare nella pratica ospedaliera
Prevedere l’impatto della tossicità di farmaci o radiazioni sul cuore è però possibile, così come esistono gli strumenti per individuare eventuali disturbi agli stadi precoci, prima di un effettivo danno irreparabile. In molti casi inoltre si può fermare o curare la cardiotossicità anche se già presente. Cosa bisogna fare, in pratica? «Innanzitutto, bisogna optare per trattamenti anticancro non cardiotossici se esiste questa opzione - sottolinea Armenian -. Ed è indispensabile che ogni malato di cancro veda monitorizzata e studiata anche la sua situazione cardiovascolare, prima, durante e dopo i trattamenti. Così l’oncologo può fare una valutazione più personalizzata del programma terapeutico antitumorale, includendo magari l’utilizzo di agenti cardioprotettori durante la chemioterapia. E il cardiologo può pianificare un più stretto monitoraggio della funzione cardiaca e l’introduzione, in fase precoce, di una terapia cardiologica di prevenzione o di supporto». Esistono anche esami semplici e praticabili in tutti i pazienti, che comprendono il dosaggio di alcune sostanze in grado di segnalare le prime difficoltà delle cellule cardiache intossicate dai chemioterapici (come il dosaggio di una proteina, la troponina I, o di un ormone, il BNP).

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Malati impegnati «in prima linea»
Inoltre serve una maggiore collaborazione tra gli specialisti oncologi, cardiologi e con i medici di base che poi seguono effettivamente le persone quando tornano a casa. I pazienti stessi vanno informati di quello che possono fare in prima persona, ad esempio non trascurando possibili “campanelli d’allarme” : i sintomi riconducibili a problematiche cardiologiche sono spesso aspecifici, ma quelli riscontrati più frequentemente sono la dispnea (sensazione di mancanza di respiro), il dolore toracico, variazioni della pressione arteriosa, palpitazioni e una maggiore affaticabilità. «E non bisogna dimenticare il ruolo cruciale dello stile di vita - conclude l’esperto californiano -: prima di tutto evitare fumo, sovrappeso e i picchi di insulina (in particolare i dolci e più di un alimento ricco di carboidrati per pasto. E poi fare continuativamente un’attività fisica di impegno medio-basso, aerobica, armonica, di rilassamento più che di allenamento (come lunghe camminale, cyclette o stepper con poco carico, sport aerobici come nuoto e golf). Infine, sarebbe bene fare almeno una visita cardiologica semestrale nei primi due anni dopo le terapie.
 
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marofib

Forumer storico
l'articolo resuscita studi un po' vecchiotti e qualcuno potrebbe obiettare su questo
pero' penso che non sia cambiata la sostanza
 

tontolina

Forumer storico
chiedo alla ministra Lorenzin
perché il midollo osseo degli Spagnoli viene protetto meglio di quelli Italiani?

Dunque: nella terapia BIDA che io pratico inserisco l'acido folico per proteggere il midollo osseo in corso di trattamento con chemio. Capita, infatti che la chemio abbassi i globuli rossi, bianchi e le piastrine. L'acido folico aiuta ad evitare questo fenomeno.
In Italia flaconi di acido folico sono da 15 e 50 mg. Io uso quello a dosaggio più alto.
Recentemente è venuto da me un Medico spagnolo perché lo curassi: mi mostra la lettera di dimissioni e vedo che i Colleghi Oncologi dell'Ospedale di Madrid gli hanno prescritto acido folico 1 flacone da 865 mg a giorni alterni. Praticamente un dosaggio oltre 17 volte più alto- Chiedo alla Ministro Lorenzin: Perché?
 

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