l'INVASIONE dei migranti verso l'Europa (2 lettori)

Meres

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La domanda è CUI PRODEST ?

Sposto qui robetta scritta ieri sera in altro thread:
“In primo luogo giova al potere e ai signori della mondializzazione capitalistica perché garantisce un abbassamento dei costi della manodopera.[...]
Secondo punto. L’immigrazione serve a fare in modo che il conflitto resti proiettato nell’orizzontalità del conflitto tra servi, tra disoccupati immigrati e disoccupati italiani, e non salga mai verso l’alto, cioè verso i signori del mondialismo e della finanza.
Terzo punto. La migrazione come deportazione di massa oggi in atto serve esattamente a imporre un nuovo profilo antropologico, quello del dis-occupato. [...]"
Tratto da:. “A cosa servono i migranti" Diego Fusaro, 13-11-2016
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Altro ? Sì, il tornaconto delle coop rosse (e bianche) a nostre spese, e la potenziale riserva di voti per gli pseudopartiti pseudosinistrorsi e dintorni...
Altro ancora ? CUI PRODEST ?
Viva l'itaglia !
 

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ATTENTATO A BERLINO/ Isis, camion su folla: rilasciato il pachistano, non è lui l’attentatore (ultime notizie live oggi 20 dicembre)


Berlino: Welt, polizia pensa arrestato non sia autista - SWI swissinfo.ch

di Francesco Battistini, inviato a Berlino
20 dicembre 2016 (modifica il 20 dicembre 2016 | 22:28)
©

... s’è difeso fino all’ultimo. Sulla Kantstrasse, il corpo massacrato del trentasettenne Lukasz Urban lo descrivono le parole spaventate dei poliziotti che lo scaricano dall’abitacolo dello Scania, tumefatto e insanguinato. Della moglie che non ha il coraggio di riconoscerlo. «Ha lottato per la sua vita», racconta Ariel Zurawski, suo cugino e socio: «Ho visto le foto, mi sono sentito male. La polizia mi ha detto che ha sofferto. Aveva ferite da coltello e da pistola. Dev’essere stata un’agonia terribile».

Lukasz è la prima vittima della strage di Berlino: senza saperlo, inizia il suo viaggio verso la morte venerdì mattina da Milano, dietro il negozio Decathlon di viale Fulvio Testi, periferia verso Cinisello Balsamo. Ha il rimorchio già pieno d’acciaio per la Thyssenkrupp. Carica macchinari nel cortile della Omm, una ditta di lavapavimenti. Firma i documenti, riparte. La solita routine. Poche ore dopo, nel pomeriggio, è già al Brennero: ci sono le telecamere che ne riprendono il passaggio. Lukasz viaggia spedito: «Voleva rientrare a Reznowo entro giovedì — racconta Ariel —, per comprare i regali di Natale a sua moglie e a sua figlia». Quando arriva a Berlino, lunedì mattina alle 7, un po’ si spazientisce: deve aspettare 24 ore, prima di scaricare i laminati e finalmente sgommare, destinazione Polonia.

È questa sosta, a perderlo. È qui che qualcuno lo vede. Lo punta. E decide che quel nero bisonte della strada con 40 tonnellate di carico, guidato da un omone un metro e 83 d’altezza, 120 chili di peso, è l’arma adatta al massacro. Alle due del pomeriggio, Lukasz posta l’ultima foto sorridente mentre mangia un kebab. Alle tre, chiama la moglie che però non può rispondere. Alle quattro è la moglie a chiamarlo, ma stavolta è lui a lasciar suonare: da un quarto d’ora, testimoniano le tracce del gps, il camion fa manovre strane. Va avanti e indietro, s’accende e si spegne: «Come se qualcuno stesse imparando a guidarlo». A quell’ora, probabile, il camionista ha perso la sua lotta. È già morto. E il camion è già pronto a infilare la Kantstrasse.
...
L’autista polacco assalito a Berlino mentre aspettava di poter scaricare



Berlino, il Tir rubato poche ore prima dell’attacco
 
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saranno i servizi segreti dietro anche a questo attentato
sanno che il camion arrivava dall'italia e non sanno chi era il conducente, ma dai!!!
ma la cosa strana e questa volta non hanno trovato la carta di identita' dei terroristi nel cruscotto
un terrorista che dimentica la carta di identita' e' come il dipendete pubblico che va al lavoro senza badge
poi stranamente questi terroristi o vengono ammazzati o spariscono come per il camion
insomma non ci sono mai prigionieri da interrogare

Merkel: “L’attentato di Berlino non cambia nostra politica su immigrazione e accoglienza”
 
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saranno i servizi segreti dietro anche a questo attentato
sanno che il camion arrivava dall'italia e non sanno chi era il conducente, ma dai!!!
ma la cosa strana e questa volta non hanno trovato la carta di identita' dei terroristi nel cruscotto
un terrorista che dimentica la carta di identita' e' come il dipendete pubblico che va al lavoro senza badge
poi stranamente questi terroristi o vengono ammazzati o spariscono come per il camion
insomma non ci sono mai prigionieri da interrogare

Merkel: “L’attentato di Berlino non cambia nostra politica su immigrazione e accoglienza”

Ma che dici?
Non hai capito gli articoli in proposito?
Si è saputo rapidamente chi era l' autista che lavorava su quel tir.
Ma il tir è stato dirottato da un terrorista armato.

21 dicembre 2016
L'autista polacco del tir che ha seminato morte lunedi' sera in un mercato di Natale a Berlino non e' stato ucciso subito ma ha provato a evitare la strage scatenando una lotta nella cabina. Lo rivela la Bild citando fonti investigative e aggiungendo che sul suo corpo sono state riscontrate ferite da taglio. Il 37enne polacco secondo gli invesigatori e' stato colpito ripetutamente con un coltello, prima di essere ucciso con un colpo d'arma da fuoco alla testa quando il veciolo era gia' fermo. Lukasz Urban aveva 37 anni. Lunedì sera, dopo l'attentato, il proprietario del camion registrato in Polonia aveva informato di non avere piu' contatti con il suo autista dal pomeriggio di lunedi'. Neppure la moglie era riuscito a contattarlo. "Non so cosa gli sia successo. e' mio cugino, lo conosco fin dall'infanzia. garantisco per lui", aveva raccontato.

Urban presentava sul corpo segni di violenze, tumefazioni e anche una ferita da taglio, ha raccontato Ariel Zurawski, titolare della ditta proprietaria del veicolo, che ha dovuto riconoscere il corpo tramite una fotografia. Urban lascia moglie e un figlio di 17 anni L'autista non era certo un peso piuma: pesava 120 chili ed era alto più di un metro e ottanta, ha riferito ai media polacchi Zurawski, la cui società ha sede nei pressi di Gryfino, nel Nordovest della Polonia. "Una sola persona non avrebbe potuto avere ragione di lui", ha aggiunto. Zurawski, che era anche cugino del camionista morto, era stato chiamato ieri notte dalla polizia polacca per identificare la vittima su una foto. "Si vedevano sul corpo segni che era stato picchiato. Il viso era insanguinato, tumefatto. C'era anche una ferita da taglio", ha raccontato. "La polizia mi ha detto che c'era anche una ferita da arma da fuoco", ha aggiunto ancora.
...
- See more at: Nel suo tir la disperata lotta di Lukasz: l'autista polacco ha cercato di evitare strage di Berlino



Berlino, caccia a un giovane tunisino. L'autista provò a evitare la strage

Attacco a Berlino, polizia cerca tunisino: era sospettato di preparare un 'grave attentato'

La lotta eroica dell’autista polacco Caccia al killer, ricercato un tunisino


La polizia di Berlino cerca un tunisino
 

big_boom

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Scherzi, i documenti l'hanno trovati anche stavolta; quale terrorista se li puo' scordare prima dell'attentato per non perderli dopo?
:babbo:

infatti aspettavo questa notizia del passaporto perso nel cruscotto del camion killer
per questo dico che gli ultimi attentati in europa sono organizzati dai servizi segreti

la cosa strana e' che a nessun terrorista gli viene in mente di uccidere politici o ricchi europei ma solo il popolino che conta poco per le guerre
 

Meres

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[...]

la cosa strana e' che a nessun terrorista gli viene in mente di uccidere politici o ricchi europei ma solo il popolino che conta poco per le guerre


Mai che l’Isis colpisca le banche e il potere, chissà perché - 21/12/16

«Ed è subito terrore. Ancora una volta. Secondo modalità che ritornano sempre invariate, sempre le stesse. Quasi come se si trattasse di un copione già scritto, un orrendo copione da mettere in scena a cadenza regolare». Dopo Parigi, Bruxelles e Nizza, è toccato a Berlino. Ma a chi serve, il terrorismo contemporaneo? Se lo domanda il filosofo Diego Fusaro. Che ha già la risposta: tutto quel sangue serve all’élite, per il suo dominio sul resto dell’umanità. Gli attentati, osserva Fusaro, si abbattono «sempre e solo sulle masse subalterne, precarizzate, sottopagate e supersfruttate», e mai «sui luoghi reali del potere occidentale», le banche, le centrali finanziarie: «I signori mondialisti non vengono mai nemmeno sfiorati». Le vittime dei terroristi sono le stesse dell’oligarchia, cioè «le masse schiavizzate, sottoproletarie, precarizzate e pauperizzate», che rappresentano il «nemico di classe», lettaralmente «bombardato» dal super-potere, attraverso «agenzie terze» che possono chiamarsi Al-Qaeda o Isis, dietro cui si intravede la regia di servizi segreti, pronti a guidare i killer e depistare regolarmente la polizia.
Il terrorismo, scrive Fusaro sul “Fatto Quotidiano”, produce «un grandioso spostamento dello sguardo dalla contraddizione principale», cioè «il nesso di forza classista finanziarizzato». A reti unificate, continua il filosofo, «ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano del capitalismo finanziario (guerre imperialistiche, ecatombi di lavoratori, suicidi di piccoli imprenditori, popoli mandati in rovina)». Ci fanno credere che il nemico, «per il giovane disoccupato cristiano», sia «il giovane disoccupato islamico» e non già «il delocalizzatore, il magnate della finanza, l’apolide e sradicato signore del mondialismo che sta egualizzando il pianeta nella disuguaglianza del libero mercato». Per questa via, continua Fusaro, «il conflitto servo-signore è, ancora una volta, frammentato alla base: si ha l’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono», perché il terrorismo «frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (islamici vs cristiani, orientali vs occidentali)».
Inoltre, questo terrorismo «permette l’attivazione di quel paradigma securitario che, ancora una volta, giova unicamente al signore globalista e finanziario». Si attiva il modello americano del Patriot Act innescato dall’11 Settembre: «Per garantire sicurezza, si toglie libertà». E cioè: «Meno libertà di protesta, meno libertà di organizzazione, più controlli, più ispezioni, più limitazioni». Risultato: «La massa terrorizzata accetta ciò che in condizioni normali mai accetterebbe: la perdita della libertà in nome della sicurezza». Così, a suon di stragi, si prepara il terreno per nuove guerre: «Guerre terroristiche e criminali contro i crimini del terrorismo», come in Afghanistan nel 2001 e recentemente in Siria. «Il terrorismo legittima l’imperialismo occidentale, l’interventismo umanitario, il bombardamento etico, le guerre giuste, e mille altre pratiche orwelliane che, chiamate col loro nome, rientrerebbero esse stesse nella categoria del terrorismo».
L’imperialismo occidentale è «coessenziale al regime capitalistico», e viene «legittimato e fatto accettare alle masse terrorizzate e subalterne», scrive ancora Fusaro, che aggiunge: «A differenza di Pasolini, io non so i nomi. Credo, tuttavia, di sapere che cos’è davvero il terrorismo. È la fase suprema del capitalismo. È il momento culminante di un capitalismo che, avendo la propria egemonia in crisi (per dirla con Gramsci), deve adoperarsi in ogni modo (letteralmente: in ogni modo) per favorire il consenso, per riallineare le masse, per disarticolare il dissenso, per sincronizzare le coscienze, per fare sì che l’odio e l’amore delle masse siano indirizzati, secondo le debite dosi, dove i signori del mondialismo hanno deciso debbano essere indirizzati».
«Ed è subito terrore. Ancora una volta. Secondo modalità che ritornano sempre invariate, sempre le stesse. Quasi come se si trattasse di un copione già scritto, un orrendo copione da mettere in scena a cadenza regolare». Dopo Parigi, Bruxelles e Nizza, è toccato a Berlino. Ma a chi serve, il terrorismo contemporaneo? Se lo domanda il filosofo Diego Fusaro. Che ha già la risposta: tutto quel sangue serve all’élite, per il suo dominio sul resto dell’umanità. Gli attentati, osserva Fusaro, si abbattono «sempre e solo sulle masse subalterne, precarizzate, sottopagate e supersfruttate», e mai «sui luoghi reali del potere occidentale», le banche, le centrali finanziarie: «I signori mondialisti non vengono mai nemmeno sfiorati». Le vittime dei terroristi sono le stesse dell’oligarchia, cioè «le masse schiavizzate, sottoproletarie, precarizzate e pauperizzate», che rappresentano il «nemico di classe», lettaralmente «bombardato» dal super-potere, attraverso «agenzie terze» che possono chiamarsi Al-Qaeda o Isis, dietro cui si intravede la regia di servizi segreti, pronti a guidare i killer e depistare regolarmente la polizia.
Il terrorismo, scrive Fusaro sul “Fatto Quotidiano”, produce «un grandioso spostamento dello sguardo dalla contraddizione principale», cioè «il nesso di forza classista finanziarizzato». A reti unificate, continua il filosofo, «ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano del capitalismo finanziario (guerre imperialistiche, ecatombi di lavoratori, suicidi di piccoli imprenditori, popoli mandati in rovina)». Ci fanno credere che il nemico, «per il giovane disoccupato cristiano», sia «il giovane disoccupato islamico» e non già «il delocalizzatore, il magnate della finanza, l’apolide e sradicato signore del mondialismo che sta egualizzando il pianeta nella disuguaglianza del libero mercato». Per questa via, continua Fusaro, «il conflitto servo-signore è, ancora una volta, frammentato alla base: si ha l’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono», perché il terrorismo «frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (islamici vs cristiani, orientali vs occidentali)».
Inoltre, questo terrorismo «permette l’attivazione di quel paradigma securitario che, ancora una volta, giova unicamente al signore globalista e finanziario». Si attiva il modello americano del Patriot Act innescato dall’11 Settembre: «Per garantire sicurezza, si toglie libertà». E cioè: «Meno libertà di protesta, meno libertà di organizzazione, più controlli, più ispezioni, più limitazioni». Risultato: «La massa terrorizzata accetta ciò che in condizioni normali mai accetterebbe: la perdita della libertà in nome della sicurezza». Così, a suon di stragi, si prepara il terreno per nuove guerre: «Guerre terroristiche e criminali contro i crimini del terrorismo», come in Afghanistan nel 2001 e recentemente in Siria. «Il terrorismo legittima l’imperialismo occidentale, l’interventismo umanitario, il bombardamento etico, le guerre giuste, e mille altre pratiche orwelliane che, chiamate col loro nome, rientrerebbero esse stesse nella categoria del terrorismo».
L’imperialismo occidentale è «coessenziale al regime capitalistico», e viene «legittimato e fatto accettare alle masse terrorizzate e subalterne», scrive ancora Fusaro, che aggiunge: «A differenza di Pasolini, io non so i nomi. Credo, tuttavia, di sapere che cos’è davvero il terrorismo. È la fase suprema del capitalismo. È il momento culminante di un capitalismo che, avendo la propria egemonia in crisi (per dirla con Gramsci), deve adoperarsi in ogni modo (letteralmente: in ogni modo) per favorire il consenso, per riallineare le masse, per disarticolare il dissenso, per sincronizzare le coscienze, per fare sì che l’odio e l’amore delle masse siano indirizzati, secondo le debite dosi, dove i signori del mondialismo hanno deciso debbano essere indirizzati».

- Mai che l’Isis colpisca le banche e il potere, chissà perché | LIBRE
 

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l'articolo sopra e' molto intellettuale e fa delle contorsioni secondo me inutili
per me e molto semplice,
i valori: massa produttiva, capacita' intellettuale ma ancor piu' ingegneristica di una nazione
gruppo dei desperados (mi tengo leggero e non pesante come definizione)
ovvero: estremisti di sinistra, depravati, stupidi, inutili dei centri sociali, migranti economici

Ora secondo me i desperados sono quelli piu' facilmente manipolabili per modificare gli orientamenti sociali di un nazione per portare a fare quello che si vuole indipendentemente dalla volonta' di un popolo.
La definirei induzione di volontà (simile al trasferimento di energia) ovvero ti porto a compiere delle azioni indipendentemente dalla tua volontà e facendo leva sulle emozioni e sull'effetto che questa induzione genera sulle masse trascinando i singoli individui a fare quello che non avrebbero mai voluto fare.
Nazismo, comunismo e altri fanatismi vari per raggiungere obiettivi che magari non erano quelli di Hitler o Stalin ma di annichilire con una guerra delle nazioni troppo forti dal punto di vista dei "valori".
Potrebbe essere una idea di complottismo e semplicemente fantapolitica ma sinceramente guardando l'europa dal 2016 ho l'impressione di non essermi sbagliato tanto.
Ricordate da dove e' nata l'europa.
 

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