Euro ... perchè? (2 lettori)

tontolina

Forumer storico
l’uscita finale è stata “Comunque l’euro secondo me è meglio che ce lo teniamo” (al quale ho ribattuto un ‘perché?’ rimasto lì, senza risposta)

Link: Goofynomics: L'importante è desistere


Da Federico Germano ricevo e volentieri pubblico:


Mi perdoni Prof, vado OT ma ho veramente bisogno di sfogarmi

Reduce da una cena con colleghi (gli amici te li scegli…) animata –not by my side- da discussioni elettorali, alla ventisettesima leggera imprecisione non ce l’ho più fatta a mordermi la lingua e sono intervenuto a spada tratta. Le ho sentite tutte: castacoruzzionebbrutto e deutschlanduberalles, usciamodalleuroecitolgonopureipuntidallapatente e sìmalitaliaèsenzapetrolio, bungabungacausacrisi debitopubblicocraxiberlusca, montipresentabile, votoutile e renzirinnovamentovero.

Dopo due ore a sgolarmi smontando luoghi comuni, constatando via via l’imbarazzante mancanza di fondamentali, ho ottenuto questi due buoni risultati:

1) mi sono rovinato la cena
2) l’uscita finale è stata “Comunque l’euro secondo me è meglio che ce lo teniamo” (al quale ho ribattuto un ‘perché?’ rimasto lì, senza risposta).

Ebbene sì. Adesso ho capito. L’importante è desistere.



(una delle tante cose utili imparate in conservatorio. Lo diceva sempre il mio maestro di flauto, ovviamente non a me. Vedrai come cambierà la musica, quando verrà il giorno di staccarsi dal bavero la spilletta eurista e di mettersela in tasca prima di uscire per strada...)
 

tontolina

Forumer storico
Il vero discorso di Cameron



Hans-Olaf Henkel, euroscettico della prima ora, ex presidente della BDI (Confindustria tedesca), si diverte a riscrivere il discorso di Cameron sull'Unione Europea. Da Handelsblatt.de
Sotto la pressione di Merkel e Hollande il premier britannico Cameron ha dovuto rinviare il suo tanto atteso discorso sull'Europa - niente doveva interferire con le celebrazioni per il Trattato dell'Eliseo. Che cosa avrebbe potuto dire?


Quando i circa 1.000 deputati del Bundestag e dell'Assemblea nazionale francese festeggeranno al Reichstag il cinquantesimo anniversario del Trattato dell'Eliseo, non mancherà certo il Pathos. Il caso ha voluto che il premier britannico David Cameron abbia rinunciato a tenere lo stesso giorno il suo tanto atteso discorso sull'Europa. L'ha dovuto rimandare su pressione di Angela Merkel e Francois Hollande. Sarebbe stato meglio se l'avessero anche invitato. Forse avrebbe potuto dire qualcosa:


"Madame Chancellor, Mr. President, Deputies of the German and French Parliament!


Vi ringrazio per questo invito che mi dà non solo la possibilità di congratularmi per le vostre nozze d'oro, ma anche l'opportunità di descrivere lo stato della nostra famiglia europea, dal punto di vista di un lontano parente.


Onestamente, a parte i patetici giuramenti di fedeltà che vi siete appena fatti, sono molto sorpreso, perché né a me né alla mia parentela europea è sfuggito il fatto che voi due sempre piu' spesso litigate. Ovviamente le ragioni sono dovute ai diversi punti di vista dei genitori sull'educazione del bambino avuto insieme, a cui avete dato il nome Euro. La madre vuole insegnare al bambino la disciplina tedesca, il padre invece è piu' per il lassez-faire francese.


La parentela del nord Europa è sempre piu' preoccupata perché lei signor Presidente, ogni volta sembra avere la meglio. L'ingresso della Grecia nell'Eurozona fu accettato dal genitore tedesco solo sotto pressione di quello francese. La clausola di "no bail-out", che doveva essere un muro di difesa fra il contribuente tedesco e i politici spendaccioni del sud Europa, è stata rimossa per la pressione francese. L'indipendenza della banca centrale, combattuta dai francesi, si è dissolta dopo le dimissioni dei rappresentanti tedeschi Axel Weber e Jürgen Stark. I meccanismi automatici di sanzione per la mancanza di una disciplina di bilancio, richiesti dalla madre tedesca dopo la passeggiata a due sulla spiaggia di Deauville, sono stati bocciati dal padre francese. Uno ama risparmiare, mentre l'altro preferisce gettare il denaro dalla finestra, e per questo ci si puo' aspettare un ulteriore logoramento del vostro matrimonio. A meno che i risparmi messi da parte durante il matrimonio non siano ridistribuiti sulla base dell'unione bancaria, tanto desiderata dai francesi.


L'Euro tuttavia non porta solo ad uno scontro fra di voi. Quando lei, sig.ra Cancelliera, ha visitato poco tempo fa il nostro zio comune di Atene, ha avuto bisogno della protezione di 7000 poliziotti. E l'Euro sta spaccando a metà la nostra famiglia: paesi Euro e non Euro. Al di fuori dell'Eurozona, solo la Romania vuole ancora avere a che fare con la moneta unica. Ma c'è una cosa che mi rattrista: noi, i britannici, siamo cosi' stanchi delle continue discussioni alle vostre feste di famiglia chiamate "Euro vertici", che io ora sono totalmente impegnato ad impedire che una maggioranza dei miei concittadini decida di lasciare la famiglia EU. Alcuni di noi vorrebbero addirittura farsi adottare dai parenti sull'altra sponda dell'Atlantico.


Sebbene lei con la Gran Bretagna, la Polonia e altri alleati non vi troviate in guerra con la Germania, continua a sostenere che l'Euro assicura la pace. Ma proprio oggi qualcuno le deve dire che l'effetto dell'Euro è esattamente il contrario. Sta danneggiando pesantemente l'Europa, e la sta dividendo politicamente.


Vi ringrazio per l'attenzione".
 

tontolina

Forumer storico
Euro e yen (la guerra dell'Asse)


Goofynomics: Euro e yen (la guerra dell'Asse)

Da qualche giorno mi segnalate gli articoli di tale Vito Lops. Ho visto su Twitter che è un mio follower (ottima scerta, lo ringrazzzio), e che ogni tanto dice parole di buon senso sulla crisi (e anche di questo gli siamo grati. Del resto, bisognerà pure che il giornale dei padroni abbia una foglia di fico: i padroni mica sono fessi...).

L'ultimo articolo che mi avete segnalato è intitolato: "Nella nuova guerra delle valute il Giappone stampa yen e compra euro".

Un articolo interessante, per quello che dice, e anche (soprattutto, direi), per quello che non dice. Perché, non so, la mia lettura è stata affrettata (devo andare a correre), ma a me pare che in questo articolo non ci si ponga una domanda fondamentale. Quale? Semplice: quella che Donald non si porrebbe.

Mi spiego.

Non so se ci avete fatto caso, ma se il Giappone vende yen per acquistare euro, ciò significa che qualcuno sta vendendo euro per acquistare yen. Ci siamo? Ci siete? Voi vendete euro per acquistare mele al mercato, e quindi "er fruttarolo" vende mele per acquistare euro. Dai... su... non è difficile...

E allora la vera domanda è questa: ma perché ci dovrebbero essere persone così folli da vendere una valuta forte come l'euro per acquistarne una, lo yen, che, se quanto i gianninizzeri ci raccontano fosse vero, sarebbe condannata a un futuro di debolezza?

Eh, sì, perché se per comprarsi la valuta degli altri bastasse stampare la propria, poi però, come dicono i gianninizzeri, il paese che ha stampato (col torchio) valuta "in eccesso" verrebbe devastato dall'iperinflazzzzzzzzzione...

Mi pare quindi che nel ragionamento ci sia qualcosa che non torna, no? O gli investitori che operano sui mercati internazionali sono folli (lasciano la moneta buona per la cattiva, e perché? Solo perché un governo disonesto stampa troppa moneta cattiva? Ma dai...), oppure le cose stanno in un altro modo... Forse più che di acquisti sleali di euro da parte di un paese che stampa troppa moneta, abbiamo a che fare con acquisti di yen (alla pag. 777: vendite di euro), da parte di investitori internazionali i quali sanno che l'euro non è in buone acque, e che quindi se andrà bene l'euro svaluterà (alla pag. 777: lo yen rivaluterà), e se andrà male esploderà.

Ecco: messa così la cosa ha un senso. Messa al contrario, come la mettono i tedeschi, no.

È strano come una fesseria (quella detta da Weidmann) vista dall'alto somigli a una menzogna...


(ah, ma mica voi sarete quelli che "bastastamparemonetasovranaeandareingiroperilmondoafarelaspesaperchéleimportazionisonoricchezza"? Vi propongo un semplice esperimento. Come vi chiamate? Diciamo "Giulio", per ipotesi. Stampate con la vostra laser un po' di giuli - il taglio sceglietelo voi - e andate al mercato a fare la spesa. Se tornate, ci racconterete com'è andata. Chiaro, adesso, cosa c'è che non va nel ragionamento di Weidmann?)
 

tontolina

Forumer storico
QED 18: Frenkel goes to Slovenia


Professore, che ne pensa?

Scrive un lettore:


Francesco ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Ortotteri aretini e Radicondoli":

Prof, che ne pensa della Slovenia?
Non le sembra che nonostante non abbia mai avuto un debito pubblico alto prima dell'euro e che nonostante fosse ben gestita dalle istituzioni di governo, renda il suo attuale tracollo non dipendente dal "mostro mangia economie" del debito pubblico derivante dalla castacorruzioneblabla, ma da forti e ben noti squilibri propri della struttura costitutiva che disciplina le politiche economiche, gli scambi e via dicendo dell'eurozona?
Io non ho le conoscenze per un'analisi tecnica, capace di individuare correttamente le causalità, ma se così fosse, potrebbe essere una buona argomentazione per smontare gli amici del Super Telegattone che, se vi piace, chiamatelo "Oscar"...


Superato l'urto di nervi del "che ne pensa"...
[FONT=&quot](lo so, mi dà l'urto di nervi, e non dovrebbe, ma che ci devo fare? Mi viene da rispondere: e che te ne frega? :lol: :lol: :lol:
Eppure lo so che sono io a essere sbagliato: queste richieste sono manifestazioni di rispetto, di fiducia, Però, pensate un po' a questa scena: esami di politica economica, chiami il candidato: "Francesco", lui entra, si siede, e ti chiede: "Professore, che ne pensa dell'ottimo paretiano?". Ma come che ne penso? Che ne penso io? Io è un anno e dispari che mi faccio un culo come una scimmia per insegnarvi cosa ne dovete pensare voi! Siete voi a dovermi dire cosa ne pensate, anche perché qui da un anno - ma in realtà da trenta - stiamo parlando sempre e solo della stessa stessissima identica identicissima cosa: di paesi mandati per stracci dall'afflusso di capitali esteri.
E allora cosa ne devo pensare? Che significa che ne pensa? Significa che volete sapere se "questa volta è diverso"? No, non è diverso, perché è sempre così e sarà sempre così
finché non cambieranno le regole del gioco in un modo del quale abbiamo altresì parlato milioni di miliardi di trilioni di fantastiliardi di volte, caz zo!
Leggete il blog.
Non è diverso perché non può essere diverso. Forse una crisi finanziaria ogni venti sarà stata provocata dal comportamento irresponsabile dello Stato. Le altre diciannove sono fallimenti del mercato privato dei capitali. Sarà sempre così: i paesi periferici saranno sempre schiacciati, maciullati dall'invasione di capitali esteri destinati a impieghi privati. Sarà sempre così: il settore pubblico c'entra poco o nulla. Sarà sempre così: la crisi si manifesta come un sudden stop, un arresto improvviso dei finanziamenti esteri.
Sarà sempre così: l'afflusso dei finanziamenti esteri è facilitato dal cambio fisso. E sarà sempre così finché non verranno disciplinati i movimenti internazionali di capitali, finché non verrà ripristinata la separazione fra banche commerciali e banche di investimento, finché non verrano poste soglie di attenzione sul debito privato, anziché su quello pubblico, finché non si passerà da politiche di sviluppo di tipo mercantilista, che necessariamente portano i paesi satellite a indebitarsi con il centro, a politiche di sviluppo più equilibrate, fondate su una ordinata crescita della domanda interna, e nelle quali lo Stato riprenda il proprio ruolo di intermediazione finanziaria. Non me l'avete mai sentito dire, vero? Lo so. Ho cercato di tenervelo nascosto...)[/FONT]




Superato l'urto di nervi del "che ne pensa" (che ne devo pensare?), riconosco che il lettore è informato e la domanda è lecita, e quindi perdo una mattina a ridire quello che ho detto per un anno. Lo faccio in forma rapida e tecnica. Gli strumenti sono stati descritti parlando della Grecia qui e qui, e nel libro (per chi ce l'ha) a partire da p. 46 (vedi in particolare la Fig. 8 a p. 53), e il discorso sui saldi che abbiamo ricominciato ri-spiegherà tutto nel corso del prossimo mese. Quindi qui tiro dritto (relativamente).




La Slovenia in due grafici

Venerdì 21 dicembre 2012 il Fatto Quotidiano a p. 16 titolava "Piccola e infelice, la fiaba "italiana" della Slovenia". Ci ero capitato per caso, seguendo la segnalazione di un altro lettore che mi aveva indicato un altro titolo di quella pagina: "I poveri tra i ricchi tedeschi sono sempre di più". Due non novità, come sappiamo.

Occupiamoci oggi della prima.

L'articolo in questione non è apparso sull'edizione on line. Parla genericamente di "rischio default del paese" (che gli ingenui identificano sempre con lo Stato, pensando così a un problema di debitopubblicobrutto...), parla di "sfiducia dei cittadini nelle instituzioni" (rinforzando la stessa idea), di "voragine nella sanità", di elevato spread sui titoli del debito pubblico... Insomma: cerca di raccontare, la disinformatrice di turno (tale Reguitti), forse in buona fede, la stessa stessissima storia che tutti raccontano a noi di noi: castacriccacoruzzzionedebbitopubblicobruttosesomagnatituttotuttiladrituttiacasaaaaaa. Una storia che con la realtà ha la stessa relazione che la favola di Cappuccetto Rosso può avere con la crisi del Medio Oriente, ma che va bene per tutte le stagioni, perché c'è un cattivo ben individuato: lo Stato. Quello che ti fa pagare le tasse (o almeno ci prova). Come pensare che chi ha pretese così vessatorie non sia cattivo nell'animo e fonte di tutti i mali?

Disinformare, però, è un mestiere difficile, come fare ciambelle: non tutte le disinformazioni riescono col buco.
Prendete ad esempio un altro articolo, questo.
Si parte bene, nel titolo: "La Slovenia non è più virtuosa".
Le persone dalla limitata capacità di comprensione immediatamente collegano: Slovenia = Stato sloveno = debitopubblicobrutto.
Ma poi, se la persona dalla limitata capacità di comprensione (sentite, mozione d'ordine: posso dire "imbecille". Faccio prima), se l'imbecille di turno legge, ha possibilità di capire che le cose stanno in un modo diverso: si specifica che il "vero" problema sono le banche, che hanno prestato in modo irresponsabile, con contorno di scandali, e rischio di bancarotta. Insomma: la solita storia. Lo Statobrutto non c'entra (se non in quanto ha fatto poco e male il suo lavoro di regolatore e supervisore).

Vi propongo la solita storia coi due soliti grafici: uno mostra l'andamento dei saldi finanziari settoriali, l'altro quello degli stock di debito pubblico, privato e estero. Le variabili sono rappresentate in percentuale al Pil.

I saldi finanziari settoriali (per i palmipedi: i bilanci settoriali) della Slovenia sono questi:



La Slovenia è entrata nell'Unione Europa nel 2004 e ha adottato l'euro nel 2007. Notate che entrando nell'Unione Europa la Slovenia ha automaticamente adottato l'ERM II (Exchange Rate Mechanism), il meccanismo di fluttuazione "controllata" del cambio ereditato dallo SME. Insomma, avrete capito: nel 2004 la Slovenia diventa "credibile".

Cosa succede quando un paese diventa "credibile"? Tre cose, sempre le stesse:
1) arrivano i capitali esteri (la spezzata verde parte verso l'alto);
2) il settore privato si indebita (la spezzata blu parte verso il basso);
3) il settore pubblico riduce il proprio indebitamento (la spezzata rossa si muove verso l'alto).

I motivi per i quali ciò accade sono stati spiegati miliardi di volte, ad esempio qui, qui e qui (scegliete voi). I capitali esteri finanziano l'economia privata che cresce indebitandosi, mentre la crescita del Pil e il correlato aumento delle entrate fiscali migliorano il saldo pubblico.

La spezzata nera corrisponde al 2006: nel 2007 la Slovenia entra nell'euro, cioè da credibile diventa credibilissima, e i risultati si vedono:
1) gli afflussi di capitali esteri raddoppiano da circa 2.5 a 5 punti di Pil fino a un massimo di 6 nel 2008;
2) l'indebitamento privato peggiora (segno che i soldi che vengono dall'estero vanno ai privati), in modo quasi perfettamente simmetrico;
3) e, naturalmente, lo Statobruttocorottotuttiladrituttiacasaaaaa degli ortotteri o dei Gianninizzeri di turno... passa in surplus di bilancio!

Bravo, Francesco: vedi: la risposta era dentro di te, ed era giusta, tanto giusta che forse potevi anche risparmiarti la domanda, perché vedi, diciamocelo fra noi, sommessamente, dato che la storia è sempre questa (e tu l'hai capita benissimo)
chi non l'ha ancora capita è un povero fesso (o un gran furbacchiotto: per vedere esempi dell'uno e dell'altro, accendete la tele), e quindi forse non varrebbe la pena di perderci tempo: però hai fatto bene a chiedere, chissà, forse repetita juvant.

Naturalmente, nihil est in stock quod prius non fuerit in fluxus (per gli amici aristotelici).

La dinamica degli stock che storia ci racconterà mai, data questa dinamica dei flussi?
Provate un po' a indovinare? Un aiutino?
Dunque: l'indebitamento privato aumenta, quello pubblico diminuisce, quindi dovrei aspettarmi che il debito privato aumenti e che quello pubblico diminuisca, però siccome questa cosa è troppo ovvia, allora la risposta sarà al contrario, perché sicuramente il professore mi ha fatto una domanda trabocchetto..."Il debito privato diminuisce e quello pubblico aumenta!"
Ecco, bravo ellissoide! Così ragionano alcuni miei studenti (quelli "de' passaggio"), i quali pensano di aver dentro di sé la risposta sbagliata, e che io li voglia trarre in inganno. Ma non è così. Voi avete dentro di voi la risposta giusta, e sono i giornali che vi vogliono trarre in inganno.


Dimostrazione:




Dal 2002 al 2008 il rapporto debito pubblico/Pil della Slovenia (in rosso) è andato diminuendo regolarmente, con una accelerazione (ovvia) nel momento di maggiore "credibilità" (daje a ride...). Cosa aumentava? Il debito privato (spezzata verde), di pari passo con quello estero (spezzata blu). Pensate che nel 2007 il debito estero (netto, cioè debiti esteri al netto dei crediti esteri) supera quello pubblico...



Insomma: la solita storia.


Poi arriva la crisi, per loro come per noi nel 2008, e succedono le solite cose:


1) il flusso di capitali esteri si interrompe, perché i mercati non si fidano più (la spezzata verde nel primo grafico va a zero);
2) lo stato comincia a indebitarsi per salvare le banche e sostenere i redditi dei cittadini (la spezzata rossa schizza verso l'alto);
3) famiglie e imprese cercano di "rientrare" (la spezzata blu nel primo grafico schizza verso l'alto, ad indicare che i cittadini e le imprese sono diventati risparmiatori netti, cioè che sono crollati i consumi e gli investimenti).


Più chiaro di così!


Sentite, facciamo come in classe di econometria: volete fare una tesina?
Vi assegno un PECO a testa. Chi ne trova uno che non sia su questa traiettoria vince il Giannino d'oro 2013 (il Telegatto dei liberisti).


Tutto sta a capire quando arriverà il crash, ma che arrivi è sicuro!


Per inciso: capite perché non penso che l'uscita dell'Italia scatenerebbe rappresaglie?
La Germania questo giochetto vuole giocarlo con tutto l'Est europeo (e lo sta facendo). Se chi si sgancia venisse aggredito, sarebbe troppo evidente, anche ai poveri polli che si credevano (come la Slovenia) o si credono (e qui non faccio nomi) delle aquile, che l'euro è una trappola. E siccome la Germania vuole che loro nella trappola ci entrino, chiaramente non deve metter sopra di essa un cartello con scritto "attenzione trapppola"!


Non so se è chiaro, ma se non è chiaro... temo di non essere lo specialista del quale avete bisogno (avete provato con un oculista? Ah, ci vedete benissimo? Allora forse uno psichiatra?).


Grazie Francesco: mi hai fatto perdere una mattinata a dire una cosa inutile a me e a te, e a molti altri. Ma se sarà utile ad almeno uno, non sarà stato tempo perso.


Ita gaudium erit in caelo super uno peccatore paenitentiam agente quam super nonaginta novem iustis, qui non indigent paenitentia.



Vale anche e soprattutto per i Gianninizzeri...


(la buona fede si presume)



Fonti dei dati

Scusate, ho dimenticato di indicarvele, ma sono in realtà sempre le stesse che trovate nelle istruzioni per l'uso, con una unica eccezione che vi dico. Per i saldi, la fonte è il World Economic Outlook (il saldo privato è ricavato dalla condizione di coerenza I-S+F+CA = 0; se volete verificare il dato, potete utilizzare il Net lending settoriale che trovate nel database AMECO). Per lo stock di debito pubblico, sempre il World Economic Outlook. Per il debito privato, la voce Domestic credit dei World Development Indicator. Per il debito estero netto, ho usato il database di Lane e Milesi Ferretti (External wealth of nations) fino al 2007, e dal 2007 in poi ho completato la serie con i dati della Banca nazionale slovena (per caolcolare i rapporti al PIL ho usato il PIL proveniente dal World Economic Outlook).

Usando queste fonti (con gli ovvi adattamenti) potete divertirvi da voi a vedere a che punto stanno i PECO.
 

tontolina

Forumer storico
Merkel a Davos illustra la sua Agenda per l'Europa. Il punto centrale resta lo stesso: non siamo noi a dover alzare i salari, siete voi a dover deflazionare. Solo in questo modo l'Unione monetaria tornerà ad essere competitiva. Qualcuno avrà il coraggio di sfidarla su questo terreno? Da NachDenkSeiten, sito di analisi politica ed economica critico verso il rigorismo Merkeliano.
Al Forum di Davos la Cancelliera è stata finalmente chiara e ha illustrato i concetti di base della sua agenda per l'Europa. Merkel non sembra aver capito granché e vuole approfittare della situazione per attuare un cambiamento radicale in Europa. In maniera molto garbata ha ammesso che la crisi offre la possibilità di applicare all'intera Europa la sua agenda economica. Un'analisi


Quando Angela Merkel tiene discorsi importanti si serve sempre della stessa struttura testuale. A Davos tuttavia ha fatto un ulteriore passo in avanti. Anche se il suo discorso - come sempre - resta manipolatorio e caratterizzato dal solito politichese, ieri nella descrizione della sua Agenda Europea è stata un po' piu' concreta. La sua richiesta principale è stata riassunta nel modo seguente:


"In Europa vogliamo - e su questo nell'Unione Europea c'è accordo - trasformare l'Unione monetaria e quella economica in una unione di stabilità. E' il contrario di una piccola operazione d'emergenza. Piuttosto è un percorso permanente - una strada, le cui idee guida sono da un lato le riforme strutturali per una maggiore competitività e dall'altro il consolidamento delle finanze statali. Voglio qui sottolineare ancora una volta: per me le due cose sono strettamente connesse. Consolidamento e crescita sono due facce della stessa medaglia, quando si tratta di ripristinare la fiducia".


La domanda è spontanea: di quale fiducia sta parlando Merkel?
Si tratta della fiducia del popolo?
Oppure della fiducia dei mercati?
Naturalmente la seconda, è stata la Cancelliera stessa ad aver indicato come guida dell'azione politica la "democrazia basata sui mercati".
Da un punto di vista economico Merkel racconta una bugia intenzionale: crescita e consolidamento delle finanze pubbliche vanno mano nella mano.
Fatto recentemente smentito anche dal FMI nella discussione sul moltiplicatore fiscale - e il FMI non puo' essere certo sospettato di fare del romanticismo sociale. Frau Merkel questo la sa bene. Ma non si tratta solo del consolidamento delle finanze statali, per lei questo è solo la leva con cui puo' costringere gli altri stati sovrani ad adottare la sua Agenda:



"Si pone anche la domanda, quanto è forte la volontà politica di tenere insieme la zona Euro, quanto è vera la disponibilità alle riforme e quanto è grande la solidarietà nella zona Euro. Io credo che negli ultimi 12 mesi su questi punti abbiamo fatto passi in avanti significativi (...)

La situazione in cui ci troviamo in questo momento, in realtà, è caratterizzata dal fatto che il fattore tempo gioca un ruolo decisivo. Abbiamo preso misure di consolidamento (...) e realizzato un'ampia varietà di riforme strutturali (...)

Ora è necessario utilizzare il tempo, affinché la situazione politica non abbia una escalation, e affinché non si crei nuova instabilità".


La crisi Euro per la Cancelliera rappresenta una possibilità, limitata nel tempo, durante la quale i nostri vicini di casa saranno disponibili a fare le riforme.
C'è da meravigliarsi se Merkel si è opposta ai tentativi di disinnescare l'Eurocrisi attraverso una politica attiva della BCE? No, la strategia di Merkel è quella che Naomi Klein chiamerebbe Schock Strategy - l'uso di una crisi per far passare riforme che non sono volute né dai parlamenti né dal popolo. A Davos su questo punto si è espressa in maniera ancora piu' chiara:



"L'esperienza politica ci dice che spesso per ottenere riforme strutturali è necessario esercitare pressione. Ad esempio anche in Germania i disoccupati sono dovuti arrivare fino a 5 milioni, prima di ottenere la disponibilità all'attuazione delle riforme strutturali. La mia conclusione è questa: se l'Europa oggi è in una situazione difficile, è necessario introdurre riforme strutturali, affinché domani si possa vivere meglio".


Se Angela Merkel e il suo pubblico a Davos potranno vivere meglio con le loro "riforme strutturali", resta una questione aperta. Milioni di tedeschi, che vivono di Hartz IV oppure sono occupati con un basso salario (Niedriglohnsektor), vedono la questione in maniera diversa. Se si considera l'effetto negativo del settore a basso salario sulla struttura salariale complessiva, si puo' dire che le riforme hanno avuto un solo risultato: a pochissimi oggi va molto meglio, e a tantissimi oggi va molto peggio. I rappresentanti di questa grande maggioranza purtroppo non erano presenti a Davos. Quale ironia della storia, il predecessore di Merkel, Schröder, aveva candidamente presentato 8 anni prima le motivazioni delle sue riforme strutturali esattamente nello stesso luogo:


"Dobbiamo e abbiamo già liberalizzato il nostro mercato del lavoro. Abbiamo dato vita ad uno dei migliori settori a basso salario in Europa". Gerhard Schröder durante il suo discorso del 28.01.2005 al World Economic Forum di Davos.


Schröder puo' essere orgoglioso del suo successore e della sua sorella nello spirito. Quello che Schröder ha applicato in Germania, sarà applicato da Merkel in tutta Europa:

"Come possiamo essere sicuri di poter raggiungere nei prossimi anni una coerenza in termini di competitività anche all'interno dell'Unione monetaria? E a tale proposito non considero un livello di competitivà medio, piuttosto una competitività misurata dal fatto che avremo accesso ai mercati mondiali (...) Io immagino - e di questo stiamo parlando nell'Unione Europea - che sottoscriveremo un patto analogo al Fiskalpakt, con il quale gli stati membri si impegneranno ad aumentare il proprio livello di competitività su determinati punti che in questi paesi non raggiungono un livello sufficiente. Si tratterà di temi come il cuneo fiscale, il costo del lavoro per unità di prodotto, le spese per la ricerca, le infrastrutture e l'efficienza amministrativa".


L'Europa dovrà quindi seguire il modello tedesco, tagliare lo stato sociale e comprimere il costo del lavoro. L'Europa perde quindi credibilità in quanto mercato e sceglie invece di impegnarsi in una competizione sui salari con i paesi in via di sviluppo. La cancelliera ha inoltre chiarito che cosa intende per armonizzazione a livello europeo dei costi del lavoro per unità di prodotto. La Germania, secondo il messagio di Merkel, avrebbe fatto tutto bene. Cosi la Cancelleria di Berlino ha pubblicato in rete il discorso di Merkel con il titolo provocatorio: "I migliori come esempio". Quindi siamo i migliori, eh si'.


E' sorprendente quanto sia difficile imparare per la Cancelliera. Fra gli economisti amici di Merkel non vi è alcun dubbio : l'Eurozona potrà avere un futuro solo se i costi del lavoro per unità di prodotto e la produttività all'interno dell'Unione monetaria potranno convergere. Alla convergenza appartengono naturalmente entrambi i lati. La Germania dovrebbe necessariamente muoversi verso i suoi vicini, ad esempio attraverso salari piu' alti, indispensabili per una convergenza economica. Ma di cio' la Cancelliera non ne vuol sapere. Se fosse per lei, l'Europa avrebbe una sola strada - la via verso il basso, il percorso della moderazione salariale, della riduzione dei diritti dei lavoratori e della scomparsa dello stato sociale. Imparare dalla Germania significa imparare a vincere, i migliori come esempio.


Come i nostri vicini abbiano interpretato il messaggio, è abbastanza chiaro. La domanda centrale dovrebbe essere: quale diritto vorrebbe avere Angela Merkel? Già Brecht sapeva che solo i vitelli piu' stupidi si scelgono da soli il loro macellaio. I vitelli tedeschi devono essere abbastanza stupidi, non sarebbe possibile spiegare altrimenti il successo di Merkel. Ma su questo i nostri vicini di casa non possono fare nulla. L'Europa non è un protettorato tedesco, piuttosto l'unione di diversi stati sovrani e la Cancelliera non ha alcun mandato per dettare la sua politica agli altri stati sovrani. Tuttavia, se pretende di avere "in Europa un ruolo molto proattivo", come scritto sul sito internet della Cancelliera, Merkel non ha fondamentalmente capito che cosa esattamente significhi la democrazia.


Per raggiungere i suoi obiettivi, procede mano nella mano con la Commissione Europea. Qualcuno si meraviglia che gli europei siano stanchi di questa Europa? Un Europa che serva solo a limitare la democrazia, la sovranità e la partecipazione degli europei non ha futuro e nessuna ragione di esistere. Se gli europei vogliono salvare l'Europa e il pensiero europeo, devono liberarsi da questo abuso. Devono sfidare Merkel. E' arrivato il momento, nonostante tutto!



Pubblicato da Voci dalla Germania a 11:18 13 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook
 

tontolina

Forumer storico
Italia, meglio restare nell'Euro o uscire dall'Euro?

Restare nell'Euro?

Uscire dall'Euro?

Cosa conviene veramente all'Italia?

In questo interessante articolo del solito columnist del Telegraph sostiene che l'Italia abbia un solo problema: la moneta sbagliata, ed è l'Euro.
E dall'analisi emerge uno scenario che sembra allettante.


Italia, meglio restare nell'Euro o uscire dall'Euro?
 

tontolina

Forumer storico
Due video per passare il tempo...


In macchina, andando a Radicondoli:

Uga: "Babbo?"

Io: "Sì amore?"

Uga: "Ma quanto dura la prossima rappresentazione?"

Io: "Quanto quella di Arezzo. Perché? Ti sei annoiata?"

Uga: "Un po'."

(bisogna capirli, so' regazzi. E meno male che c'era Felice! Ora annoiatevi pure voi...)

Arezzo 11 gennaio

http://www.youtube.com/watch?v=j9t6rxrGvQg&feature=player_detailpage









Radicondoli 12 gennaio
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=faACux6cH-w



http://www.youtube.com/watch?v=iiGbW5z5Mqs&feature=player_detailpage



http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=tdLEjEb2PD4
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
VOTA PUD€


Da Silvia di Viareggio parte questa satirica proposta di partecipazione alla campagna elettorale, che in questo anno di crisi, austerità, lacrime e sangue, si terrà, ironia della sorte?...proprio durante il periodo di Carnevale! Questo volantino è a disposizione per chi lo ritenga utile e volesse distribuirlo, magari durante le sfilate in maschera...





Tanto va lo schiavo all'urne che si crede cittadino!
VOTA PUD€
Partito Unico Dell'€uro
Meno Lavoro - Meno Salario - Meno Pensioni
Meno Ospedali - Meno Scuole - Meno Stato Sociale
Meno Giustizia - Meno Uguaglianza - Meno Libertà
Meno Diritti - Meno Democrazia
Più tasse, Più soldi alle banche, Più privatizzazioni,
Più ricchezza ai più ricchi, Più €uropa per tutti...

IL PUD€ DICE LA VERITÀ! (in inglese, intervistato dal Financial Times)

Per mantenere l'€uro dobbiamo impoverirvi, come facciamo a trasferire la ricchezza dalle vostre alle nostre tasche? Non possiamo dirvi che il PROBLEMA non è il debito pubblico ma è il DEBITO PRIVATO ESTERO causato dall'€uro, che necessita della svalutazione del salario per sanare gli squilibri della bilancia dei pagamenti (importazioni/esportazioni) tra i paesi €uropei dato che non si possono svalutare/rivalutare le monete nazionali... secondo la legge della domanda e dell'offerta, legge che ci piace finché svalutiamo il vostro lavoro, non i nostri profitti.



Non possiamo dirvi che è e sarà necessaria una maggiore disoccupazione, altrimenti non diventerete come i tedeschi, che grazie alla riforma Hartz del lavoro (2001) e alla successiva disoccupazione accettano in 7,5 milioni salari di 400 €.


Non possiamo dirvelo ma noi lo sapevamo già da più di 50 anni, c'è chi ha preso il Nobel su questo...



Non possiamo dirvelo perché potreste “pensare” e informarvi e scoprire che abbiamo creato l'€uro apposta e che sul web, e negli altri paesi, ne parlano e dicono che l'Italia rinascerebbe senza €uro, perché è uno dei paesi più ricchi, più virtuosi nei conti pubblici, più ricchi nel tessuto produttivo, p. es. gran parte della meccanica di precisione viene fatta in Italia, ma noi vogliamo comprarci le vostre aziende ai saldi.

Non possiamo dirvi che il debito pubblico si è accumulato per pagare gli interessi alla finanza privata da cui da 30 anni prendete a prestito i soldi perché sono 30 anni che lo Stato (voi-il popolo) non ha la sovranità sulla moneta... Bravi, gridate corruzione, MENO STATO, che noi vi accontentiamo subito, lo privatizziamo e voi dovrete pagarvi scuola, sanità, pensioni, ricostruzione dopo disastri naturali, e tutto quello che vogliamo, tramite le nostre assicurazioni.

Non dovete sapere che la vostra Costituzione grazie al fiscal compact, al MES, al pareggio di bilancio, è di fatto sospesa, ...vi servirebbe...

Non possiamo dirvelo, dovete sentirvi in colpa, preferiamo parlare di Cina, di dollaro che ha paura (infatti noi ci teniamo i dollari e vi lasciamo l'€uro), di politici corrotti, come se ci fossero solo da voi ma noi lo chiamiamo lobbismo, mentre noi ci intaschiamo miliardi, ci compriamo gli stati interi e mettiamo i nostri dipendenti a governarvi. Bravi.


I (veri) FINANZIATORI DEL PUD€


VOTA PUDE E NON LEGGERE I SEGUENTI BLOG... (potresti informarti e pensare e diventare una pecora nera):


il-main-stream - vocidallestero - tempestaperfetta

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