Torniamo a parlare di voucher Inps e, più nello specifico, dell’uso improprio che ne viene fatto per nascondere casi di precariato e/o lavoro in nero.

Voucher Inps: tracciabilità e comunicazione per evitare abusi

Ricordiamo che i voucher Inps sono nati per alcuni settori limitati e per poche categorie di lavoratori: prevalentemente pensionati, studenti in vacanza, cittadini extracomunitari e disoccupati. La storia però insegna che gli abusi sono stati all’ordine del giorno tanto da spingere il governo ad imporre una previa comunicazione per l’attivazione del buono lavoro, da inviare per via telematica prima dell’inizio della prestazione retribuita.

Questo è servito ad evitare l’acquisto di voucher non attivati e quindi a limitare il lavoro in nero. Ma ci sono altre forme di abuso sulle quali la Cisl torna a puntare il dito.

Voucher Inps: stratagemmi per superare l’importo massimo per lavoratore

Non solo quindi la platea di lavoratori si è allargata oltre i perimetri del lavoro occasionale (includendo camerieri, pizzaioli, domestiche e perfino commessi) ma sono stati messi in atto “trucchetti” per superare anche i limiti di retribuzione per singolo lavoratore (e perfettamente logici e sensati nell’ottica dell’uso del voucher per retribuire il lavoro occasionale). Ogni persona infatti può ricevere al massimo 2500 euro l’anno mediante questo sistema. Cosa hanno fatto alcuni imprenditori o datori di lavoro poco onesti? Superato il limite di cui sopra hanno iniziato ad attivare i voucher a nome di parenti e amici del lavoratore. Una truffa purtroppo abbastanza diffusa.